L’articolo di Michele Vignodelli delinea una concezione dell’esistenza al confine tra narratologia e teoria dell’universo olografico. Il testo, pieno di suggestioni, forse, invece di fornire delle risposte, genera nuovi interrogativi. Se la mente plasma la “realtà” spazio-temporale, chi o che cosa ha creato la mente e perché? La “realtà” sembra quindi essere solo un’illusione, come la vita il cui movimento è apparente, a guisa di quello dei fotogrammi di una pellicola, istantanee cui solo un complesso meccanismo percettivo, neuronale e psichico conferisce dinamismo. Esiste, nonostante ciò, uno zoccolo duro del "reale" e, se è così, in che cosa consiste? Sono domande destinate a rimanere senza risposta, eppure il loro senso risiede proprio in questo: nella loro fatale apertura al mistero.
Esiste una forza potentissima che ci attira verso il centro del Sole, tanto che gran parte della materia del sistema solare si trova effettivamente nel plasma ribollente della nostra stella. Quelle temperature, però, sono del tutto incompatibili con l'esistenza della vita: le condizioni minime si trovano solo in una ristretta fascia attorno a 150 milioni di chilometri, proprio quella dove si trova la Terra, con la materia che ci costituisce. Non è ancora caduta verso il Sole grazie a una forza centrifuga che la mantiene in equilibrio, controbilanciando la forza gravitazionale: una condizione assolutamente eccezionale e fortunata, ma evidentemente necessaria.
Esiste una forza sconosciuta ma formidabile che muove il tempo verso il futuro, verso la fine. Le condizioni compatibili con l'esistenza di una soggettività cosciente si trovano, però, solo nel ristretto intervallo tra la nascita e la morte di un essere umano: per quanto sia apparentemente del tutto improbabile, il presente si trova proprio lì, in quel prezioso francobollo di tempo. La sensazione di precipitare verso la Fine deve essere quindi necessariamente nient'altro che un'illusione ottica. Qual è allora l'equivalente della forza centrifuga, la "corda elastica" che neutralizza la nostra apparente caduta nel futuro?
La chiave del meccanismo è il nostro cervello, che costruisce la proiezione del movimento temporale a partire da una serie di dati sensoriali di cui evidentemente dispone già, come un film di animazione. Quella che viviamo come caduta verso la Morte è essenzialmente una fiction, una narrazione che il cervello racconta al nostro io in anteprima, nel teatro della coscienza. La realtà grezza, non ancora elaborata in forma narrativa, non ha alcuna scansione temporale, come non l'hanno i fotogrammi di un film. La "vita" che osserviamo con il distacco sufficiente ad apprezzarne l'andamento ed il movimento complessivo, come spettatori esterni, è un sofisticato playback prodotto dal nostro cervello, che nella realtà oggettiva è eternamente sospeso nello spazio-tempo e quindi dispone di tutte le informazioni sensoriali necessarie ad elaborare questi capolavori narrativi che chiamiamo "giorni". Il sonno (con e senza sogni) è l'indispensabile camera oscura e sala montaggio dove avviene questa elaborazione. E' il tunnel atemporale che li collega tutti indistintamente allo stesso spettatore, alla stessa soggettività puntiforme, sospesa eternamente nelle quattro dimensioni dello spazio-tempo.
Dal punto di vista soggettivo, per ogni giorno che si chiude, se ne apre automaticamente un altro, "fine" ed "inizio" sono lo stesso movimento di sipario; questo vale anche per l'ultimo giorno della sequenza cronologica, a cui ne succede un altro qualsiasi della sequenza. Il cinema ed il suo spettatore non è "lì", in un fotogramma qualsiasi della narrazione cronologica: li contiene tutti e non può far altro che proiettarli.
Il cinema della soggettività, esterno alla narrazione temporale, non chiude mai.
E' veramente penoso vedere gli sforzi grotteschi di una società asservita al culto del Futuro, del Progresso, della Salvezza, del successo, in cui l'unica cosa che conta è riuscire a "svoltare" e sapere che ogni giorno di questa "breve" vita è la nostra dimora eterna. Ogni giorno costituisce la nostra identità insieme con tutti gli altri e quelli brutti, quelli più opachi dell'infanzia sono anche i più densi. Vivano le piccole speranze alla ricerca di momenti di felicità, ma nessuna Farfalla potrà mai liberarsi dal bruco. Nemmeno con la pillola per dimenticare i traumi, che può solo fare a fette la vita. E' l'ultima, meschina utopia di un'umanità senza più saggezza.
Esiste una forza potentissima che ci attira verso il centro del Sole, tanto che gran parte della materia del sistema solare si trova effettivamente nel plasma ribollente della nostra stella. Quelle temperature, però, sono del tutto incompatibili con l'esistenza della vita: le condizioni minime si trovano solo in una ristretta fascia attorno a 150 milioni di chilometri, proprio quella dove si trova la Terra, con la materia che ci costituisce. Non è ancora caduta verso il Sole grazie a una forza centrifuga che la mantiene in equilibrio, controbilanciando la forza gravitazionale: una condizione assolutamente eccezionale e fortunata, ma evidentemente necessaria.
Esiste una forza sconosciuta ma formidabile che muove il tempo verso il futuro, verso la fine. Le condizioni compatibili con l'esistenza di una soggettività cosciente si trovano, però, solo nel ristretto intervallo tra la nascita e la morte di un essere umano: per quanto sia apparentemente del tutto improbabile, il presente si trova proprio lì, in quel prezioso francobollo di tempo. La sensazione di precipitare verso la Fine deve essere quindi necessariamente nient'altro che un'illusione ottica. Qual è allora l'equivalente della forza centrifuga, la "corda elastica" che neutralizza la nostra apparente caduta nel futuro?
La chiave del meccanismo è il nostro cervello, che costruisce la proiezione del movimento temporale a partire da una serie di dati sensoriali di cui evidentemente dispone già, come un film di animazione. Quella che viviamo come caduta verso la Morte è essenzialmente una fiction, una narrazione che il cervello racconta al nostro io in anteprima, nel teatro della coscienza. La realtà grezza, non ancora elaborata in forma narrativa, non ha alcuna scansione temporale, come non l'hanno i fotogrammi di un film. La "vita" che osserviamo con il distacco sufficiente ad apprezzarne l'andamento ed il movimento complessivo, come spettatori esterni, è un sofisticato playback prodotto dal nostro cervello, che nella realtà oggettiva è eternamente sospeso nello spazio-tempo e quindi dispone di tutte le informazioni sensoriali necessarie ad elaborare questi capolavori narrativi che chiamiamo "giorni". Il sonno (con e senza sogni) è l'indispensabile camera oscura e sala montaggio dove avviene questa elaborazione. E' il tunnel atemporale che li collega tutti indistintamente allo stesso spettatore, alla stessa soggettività puntiforme, sospesa eternamente nelle quattro dimensioni dello spazio-tempo.
Dal punto di vista soggettivo, per ogni giorno che si chiude, se ne apre automaticamente un altro, "fine" ed "inizio" sono lo stesso movimento di sipario; questo vale anche per l'ultimo giorno della sequenza cronologica, a cui ne succede un altro qualsiasi della sequenza. Il cinema ed il suo spettatore non è "lì", in un fotogramma qualsiasi della narrazione cronologica: li contiene tutti e non può far altro che proiettarli.
Il cinema della soggettività, esterno alla narrazione temporale, non chiude mai.
E' veramente penoso vedere gli sforzi grotteschi di una società asservita al culto del Futuro, del Progresso, della Salvezza, del successo, in cui l'unica cosa che conta è riuscire a "svoltare" e sapere che ogni giorno di questa "breve" vita è la nostra dimora eterna. Ogni giorno costituisce la nostra identità insieme con tutti gli altri e quelli brutti, quelli più opachi dell'infanzia sono anche i più densi. Vivano le piccole speranze alla ricerca di momenti di felicità, ma nessuna Farfalla potrà mai liberarsi dal bruco. Nemmeno con la pillola per dimenticare i traumi, che può solo fare a fette la vita. E' l'ultima, meschina utopia di un'umanità senza più saggezza.
Leggi qui l'articolo pubblicato da Ariannaeditrice.
Esiste una forza potentissima che ci attira verso il centro del Sole, tanto che gran parte della materia del sistema solare si trova effettivamente nel plasma ribollente della nostra stella. Quelle temperature, però, sono del tutto incompatibili con l'esistenza della vita.... sono del tutto incomatibili per la nostra scienza ma pensa recentemnte sono stati trovati dei batteri che vivono a temperature elevatissime, sono situati alle bocche di vulcani sottomarini con temperature elevatissime (certo non saranno mai come le temperature del sole).
RispondiEliminaQuindi la nostra scienza ci dice che è così ma qundo usciamo dal pianeta terra siamo sicuri che la scienza nostra sia quella giusta?........I numeri quantici ......ciao e buona domenica
Ciao Agostino, non escluderei che le "leggi" fisiche possano valere in questa dimensione, ma non in altre, come scrissi nel testo Il rasoio di Ockham ha perso il filo.
RispondiEliminaCiao e buona domenica anche a te.
salve, vi leggo da un po di tempo ed vi faccio i complimenti
RispondiEliminaquesto articolo mi ha ricordato la descrizione di TONAL e NAGUAL di don juan matus nei romanzi di castaneda
saluti e continuate cosi
sgammati
Ciao Claudio, probabilmente Vignodelli si è ispirato a Castaneda.
RispondiEliminaGrazie infinite.
A volte ciò che non ci è dato di concepire,è il risultato di un’interazione tra mondi consimili,ma sfortunatamente posti in modelli di spazio differenti. Credete voi forse che il tre-barre di Oscar Reutersvärd sia un oggetto impossibile da concepire per un individuo che si ritrovi a vivere in un modello di spazio iperbolico? (Provate a giocherellare con un suo modello in gommapiuma).La mente umana sarebbe in grado di concepire anche l’impossibile, se solo potesse uscire da determinati modelli (o strati) di spazio olografico entro i quali si trova costantemente intrappolata.La quantità immensa di informazione che costituisce la mente di un essere umano (di media età, intelligenza e cultura), è strettamente vincolata,nel modo di muoversi attraverso altre strutture olografiche della realtà ad essa circostante,da determinati schemi biofisici che hanno avuto modo di concretizzarsi e quindi di assumere un aspetto ben definito e più o meno costante nel tempo (mi riferisco ovviamente al fenomeno dell’autopoiesi e alle rispettive analogie con quello dei sistemi dissipativi di Prigogine),durante il susseguirsi di milioni di anni di evoluzione.Tali vincoli,tra la mente umana e le sue potenziali capacità migratorie attraverso altri strati olografici, si fanno comunque via via sempre più deboli e inconsistenti man mano che il grado di elaborazione analogica del pensiero umano assume valori più alti,a scapito della vecchia impronta mnemonica di stampo binario. Il giorno in cui a gran parte dell’umanità sarà concesso di accedere alle meraviglie della psicocinesi e della chiaroveggenza non è indubbiamente assai vicino,ma neppure molto lontano.L’evolversi del sistema mente-corpo-realtà ad esso circostante,è il risultato di una costante interazione tra questi tre elementi (integrati nell’olomovimento di Bohm),paragonabile a quella che definisce i fenomeni non lineari della dinamica classica e a quella che definisce i fenomeni non-locali della meccanica quantistica.Questo continuum evolutivo di tale modello olografico della realtà potrebbe tuttavia,in un futuro assai lontano,entrare in risonanza con altri modelli di stato olografico in cui ogni entità fisica (sia essa animata o inanimata)si presenterebbe,grazie ad una perfetta sintonia di frequenza (vibrazione) tra le parti interagenti del sistema, scevra da ogni vincolo inerente alla sua natura,in quanto a massa,densità,moto e posizione e da ogni vincolo inerente alla natura dell’ambiente ad essa circostante (attrazione gravitazionale,pressione atmosferica, ecc …) . Solo accettando questa premessa,possiamo immaginare un futuro in cui l’uomo sia in grado di spostare gli oggetti a distanza con la sola forza del pensiero o di visualizzare determinati eventi ancor prima che si verifichino.Ogni entità biologica altamente pensante(mi riferisco soprattutto al genere umano poichè,parafrasando Leibniz,non potremmo di certo includere le monadi nell’insieme delle entità biologiche altamente pensanti) di questo pianeta,la si può immaginare come un immenso accumulo di informazione (o bytes di memoria)super-organizzata,dinamica e in continuo evolversi, un’informazione che si rinnova costantemente e talvolta accresce entro determinati limiti;supporre quindi che possa innescarsi in un futuro assai lontano una sorta di interazione o risonanza energetica tra i vari stati olografici che compongono il nostro Universo, dando così luogo a dei fenomeni che trascendono ogni principio di ordine fisico tra le diverse forze elementari della natura (materializzazione degli oggetti con la sola forza del pensiero,psicocinesi,ecc…),non sarebbe a questo punto (a mio avviso)troppo azzardato.Tutti gli eventi fisici che rientrano nella categoria dei cosiddetti fenomeni paranormali,poichè sostanzialmente indefinibili e quindi inconcepibili da un punto di vista che rispecchi i canoni della fisica ortodossa, abbracciando l’ipotesi di un Universo olografico trovano immediatamente una spiegazione logica (difficile da capire e di non facile intuizione;a tal proposito vi consiglio vivamente la lettura del libro: The olographic Universe,di Michael Talbot,1991). È risaputo ormai da tempo immemorabile,che l’energia di un sistema dato si conserva sempre (nulla si crea e nulla si distrugge,tutto si trasforma),e ciò sta alla base del primo principio della termodinamica.Non tutte le forme di energia comunque sono in grado di auto-organizzarsi,ovviamente mi riferisco al calore e ad altre forme di energia dispersiva.La domanda da un milione che vi pongo quindi a questo punto è la seguente:se l’informazione rappresenta in definitiva il costituente fondamentale dell’energia,può essa stessa auto-organizzarsi attraverso strutture caotiche e dispersive di energia? Bè, accettando l’assunto che tutti i fenomeni di natura paranormale siano effettivamente del tutto reali per il soggetto che li percepisce, sembrerebbe proprio di sì.
RispondiElimina“Noi non siamo esseri umani che vivono un’esperienza spirituale.
Noi siamo esseri spirituali che vivono un’esperienza umana.“
Pierre Teilhard de Chardin
È l’informazione che crea le configurazioni energetiche ordinate e dinamiche (o strutture dissipative) „entro“(con) le quali sceglie di „vivere“;essa comunque potrebbe „sopravvivere“ benissimo anche attraverso… ma forse sarebbe meglio dire …con le sembianze del caos energetico,senza dover necessariamente creare delle strutture ordinate.Quindi quale potrà mai essere il „motivo“ che spinge l’informazione a creare determinate strutture energetiche? Bè,una risposta a questa domanda impossibile potrebbe essere la seguente: ogni tanto anche l’Universo,ossia Dio,pensa;e tutto ciò che ha forma e struttura quindi,non rappresenta nient’altro che una parte dei suoi ricordi. Incancellabili sino al giorno della sua morte (morte termica dell’Universo)? E se essi continuassero ad esistere in eterno assumendo altre forme e caratteristiche fisiche,una volta raggiunto il Punto Omega?Come sarà il prossimo Universo, anch’esso costituito da luce,stelle,pianeti e Buchi Neri, oppure soltanto da luce?Dio rinascerà sano o menomato?Su queste e tante altre domande appartenenti alla categoria dei processi psichici OTW (Out of This World) si potrebbe speculare all’infinito”.
„(…)tutte le entità presenti nell’Universo attuale,codificano una quantità di informazione di gran lunga inferiore alla quantità permessa dalla teoria quantistica dei campi. Per esempio,se un atomo di idrogeno dovesse codificare tutta l’informazione che gli è consentita dal limite di Bekenstein,potrebbe codificare circa 4 x 10^6 bit di informazione (…)Quindi un atomo di idrogeno potrebbe codificare all’incirca un megabyte di informazione,mentre di norma codifica molto meno di un bit.La massa dell’idrogeno non viene di certo utilizzata in modo efficiente!Se si assume che il raggio sia quello di un protone (R= 10^-13 cm),la quantità di informazione codificabile nel protone è costituita da soli 44 bit!Questo valore è davvero piccolo rispetto alla complessità del protone - tre quark valenza,innumerevoli quark e gluoni virtuali- che è di fatto tanto complesso che non siamo ancora riusciti a calcolarne lo stato di base dai principi fondamentali utilizzando il Modello Standard, anche utilizzando i supercomputer più avanzati!“ (Frank J. Tipler,fisico)
Fausto Intilla
(Inventore-divulgatore scientifico)
www.oloscience.com
Grazie Fausto Intilla, del dotto contributo, senza dubbio complesso e non alla portata di tutti, ma in linea con i più avanzati orizzonti, dove fisica e spiritualità si fondono e si confondono.
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