31 ottobre, 2007

Insonnia

Considerazioni un po' profane di un profano

E' vero che Dio, se esiste o è, è più simile ad un padre severo e lungimirante, attento a temprare i suoi figli attraverso le prove della vita, che ad una madre compassionevole e dolce: così, ad esempio, Seneca concepisce l'Essere supremo. Nonostante ciò, credo sia facile per chi non alberga nella dimensione spazio-temporale, carcere gelido e buio, tollerare che nel terribile teatro del mondo e della storia, si succedano nel tempo eventi dolorosi. Anche un istante di atroce sofferenza può sembrare eterno e creare una cicatrice che non si rimargina. Qual è, però, la differenza tra un istante o un milione di anni per chi è al di fuori del tempo? Può capire ed immedesimarsi? Forse sì, ma in modo, un po' astratto, con la mente e non col cuore.

Poiché l'esistenza si svolge lungo una linea temporale che non concede molte digressioni, gli uomini hanno sempre accarezzato il sogno della reversibilità degli avvenimenti, convincendosi che il tempo è un'illusione, un inganno dei sensi, un fenomeno transeunte, un velo che cela un'essenza, più profonda, più vera. Probabilmente è così: solo alcuni fisici si ostinano a ritenere il tempo una costante universale, mentre ormai si sta affermando in vari ambiti culturali il concetto del tempo che non esiste, se non come fallace apparenza. Tuttavia finché siamo qui, è difficile immaginare una realtà del tutto svincolata da coordinate cronotopiche. Anzi percepiamo l'esatto contrario, costituito dal pànta rèi: dal cambiamento del pianeta, ormai divenuto una cloaca, al decadimento fisico, un intreccio di rughe e di capelli bianchi, mentre l'intelletto, a volte, si annebbia, la memoria vacilla e la volontà si affievolisce. Persino l'istinto di sopravvivenza, pur radicato e tenace, simile ad una pianta dalle radici profondissime, si indebolisce.

Molti ripetono: "Sono solo parvenze ininfluenti, in quanto siamo parti dell'Essere che non conosce cambiamenti”. Altri ammoniscono: "E' un ciclo naturale, poiché tutto proviene dal nulla ed al nulla ritorna". Ognuno ha la sua risposta, ora plausibile, ora meno, ora consolatoria ora integrata in una visione scientifica o filosofica o religiosa più o meno solida e persuasiva. Resta comunque il mistero di come l'Essere che, in quanto tale, ignora il divenire, il mutamento, l'entropia, - ed è un Essere che tendo ad antropormofizzare, ma soprattutto per comodità metaforica - possa tollerare la lacerante disgregazione che avviene nel tempo.(1) Se io fossi Dio, pensando talora a questa tragedia temporale, credo che, qualche volta, soffrirei di insonnia.

“Domani mattina…”: bisbigliò nel silenzio vellutato della notte.

(1) Il termine latino tempus, collegato al greco tèmno, tagliare contiene in sé, nella sua radice semantica, ma anche un po' nel suono tagliente della dentale, il senso della lacerazione, dello strappo nel tessuto dell'essere.

30 ottobre, 2007

Esiste un progetto consapevole per strappare l'anima del mondo (articolo di F. Lamendola)

Pubblico un articolo di Francesco Lamendola tra i tanti che questo studioso schivo e serio ha scritto. Un giorno, disgustato dalla lettura di banalità e menzogne, gabellate per profonde elucubrazioni, pasquinate scritte anche da intellettuali, a torto, ritenuti maitres à penser come Eco e Romano, decisi di scrivere al Dottor Lamendola, per testimoniargli la mia stima. Avevo trovato, infatti, finalmente un'oasi di luce tra le tenebre fitte dell'ignoranza e della spocchia. Non sempre condivido le idee di questo autore, ma chi avrà l'occasione di leggerne gli studi, ne apprezzerà la penetrante e limpida intelligenza, lo stile cristallino, soprattutto la partecipe, sincera attenzione verso temi eterni, intento com'è ad auscultare, tra lo strepito assordante del mondo, la silenziosa voce dell'Essere. Quando scrissi a Lamendola, che mi rispose con affabile modestia, evitai di sfiorare il tema delle scie chimiche, che, pure, con qualche accorgimento, avrei potuto insinuare, perché ritenevo che una persona sagace, prima o dopo, da sola sia in grado di prendere coscienza del vero volto della realtà. Nel testo che propongo Lamendola si accosta a quella che, impropriamente, è definita teoria della cospirazione, cogliendone inquietanti indizi in figure ed eventi della storia contemporanea, ma, con intuizione ammirevole, intravede anche, oltre le battute ed i gesti degli attori che recitano la tragedie humaine, l'azione e la regia di creature malefiche il cui scopo è quello di "strappare l'anima del mondo", dopo averlo perduto.

In uno degli ultimi articoli, In un mondo dominato da problemi tecnici l’esigenza ontologica si affievolisce e muore, abbiamo sostenuto, sviluppando una notevole (e profetica) intuizione del filosofo Gabriel Marcel, che la nostalgia dell’Essere inevitabilmente si spegne laddove gli esseri umani, ridotti a rotelle impersonali e sostituibili di un ingranaggio tecnico, sono totalmente assorbiti dal meccanismo produttivo e tutte le loro attività siano subordinate ad esso.

Vogliamo ora riprendere quelle riflessioni, spingendoci fino alla domanda se, dietro una tale, crescente disumanizzazione della vita, il cui punto d’arrivo è l’oblio dell’Essere, ci sia “soltanto” una conseguenza del modo di produzione capitalistico (come direbbe Marx) o del dominio dell’apparato tecno-scientifico (come dice Severino) o se essa non celi una verità ancora più sconvolgente e cioè un disegno consapevole e deliberato di distruzione dell’elemento spirituale presente nei singoli individui così come nelle cose e nei luoghi che formano il nostro mondo.
Cominceremo citando un altro passo notevole di Marcel, tratto – questa volta – dalla sua opera fondamentale Il mistero dell’essere (Torino, Borla Editore, 1971, 2 voll., II, Fede e realtà, pp. 127-128):

“Più le attuali condizioni sociali fanno sì che l’umanità venga considerata e di conseguenza trattata come massa, cioè come aggregato i cui elementi sono destinati a sostituirsi semplicemente gli uni agli altri nella vicenda temporale, più vengono trascurati i valori di unicità e dignità che, nel passato, erano gli attributi dell’anima umana, in quanto immagine di Dio. Non solo tali valori vengono lentamente trascurati e persi di vista: a volte essi sono anche esplicitamente negati. L’uomo giunge persino a convincersi di poter dimostrare, con il suo stesso comportamento, di non corrispondere affatto alla definizione data d lui dai teologi. In realtà si tratta di un circolo vizioso: più i suddetti valori umani saranno negati e più l’uomo sarà trattato come una macchina capace di un determinato rendimento e tale rendimento diventerà la sola ragione comprensibile della sua esistenza, non solo, ma l’unica sua realtà: la conclusione logica di tale concezione è costituita dal campo di lavoro ed dal forno crematorio. A questo punto, dobbiamo fare attenzione al pericolo del paradosso: si potrebbe, infatti, supporre che, teoricamente, in una società simile, gli uomini potrebbero cessare di credere ad una vita ultraterrena, in quanto questa non avrebbe più, dati i presupposti, nessuna ragione d’essere affermata; per cui la vita presente acquisterebbe più valore e sarebbe più rispettata. In realtà, non è accaduto nulla di simile, anzi è vero esattamente il contrario: la vita terrena è apparsa sempre più come un fenomeno privo di valore, senza un'intrinseca giustificazione, suscettibile di qualsiasi tipo di manipolazioni che, con altre premesse metafisiche, sarebbero apparse sacrileghe.



“A questo punto siamo in dovere di mettere in risalto la stretta connessione fra ragionamento metafisico propriamente detto (se preferite fra una Weltanschauung la quale resta sempre un po’ confusa) ed un certo tipo di comportamento disumanizzato che, nel nostro mondo, sempre più sottomesso ad esigenze tecnocratiche, non può non diventare, a poco a poco, generale. Di conseguenza, per gli spiriti che hanno perso progressivamente l’abitudine alla riflessione e che non sanno che cosa sia la fede, un certo sistema di apparenze diventa consistente come la realtà stessa; si consolida sempre più presentando un carattere di sempre maggiore e temibile irriducibilità. L’estendersi del fenomeno della schiavitù è, senza dubbio, la caratteristica più saliente di un mondo siffatto, un mondo che si è votato così alla morte; sottolineo che non sono affatto i paesi totalitari quelli che detengono il monopolio della schiavitù, perché essa si presenta sotto svariate forme, tutte innegabilmente mostruose. Dicendo che questo mondo si è votato alla morte, intendo dire che è incapace d resistere al fascino che la morte esercita su chi la considera come atto finale del suo essere.”

Citiamo un altro passo notevole di Marcel (op. cit., II, pp. 129-130), un passo che fa venire i brividi e che, tuttavia, appare perfettamente logico e coerente rispetto alle premesse, specie per chi crede che il Male non sia solo una carenza ontologica del Bene, ma un principio autonomo, attivo e operante nella storia umana così come (sotto forma di tentazione) nell’animo dei singoli individui.

“In un mondo in cui, sotto l’influsso inaridente della tecnica, le relazioni intersoggettive fossero scomparse, la morte cesserebbe di essere un mistero: essa diventerebbe un fatto bruto come la rimozione di qualsiasi oggetto. Ma per fortuna questo tipo di mondo, abbandonato dall’amore, non è ancora il nostro e dipende da noi che non lo diventi, benché io veda addensarsi su di esso, ogni giorno di più, una coalizione di forze consapevoli e malefiche (malefiche appunto perché consapevoli) che sembrano essersi prefisse come scopo l’instaurazione di un mondo senza anima, un mondo che si presenta come il teatro di una sacrilega volontà di contro-creazione. Proprio in funzione di questa idea, che converrebbe analizzare nei particolari, potremo comprendere meglio l’affermazione da me postulata alla fine dell’ultima lezione, là dove identificavo il male con la morte.”

Marcel teneva queste conferenze (Gifford Lectures), poi raggruppate in volume col titolo Il mistero dell’essere, nel maggio del 1949 e del 1950, presso l’Università di Aberdeen, nella Scozia settentrionale, che lo aveva invitato da Parigi. È dunque trascorso più di mezzo secolo e molti fenomeni della “civiltà della tecnica”, che hanno invaso con tanta forza le nostre vite e le nostre strutture sociali, erano allora inimmaginabili. Tuttavia l’occhio profetico del filosofo francese ha saputo cogliere, con lucida precisione, una tendenza in atto che già aveva dato eloquenti prove di sé ad Auschwitz ed Hiroshima e che poi stava insinuandosi, in forme poco appariscenti e magari apparentemente edonistiche, nel tessuto della modernità: la distruzione dell’anima mediante l’affermazione del fatto brutale e definitivo della morte.

Non possiamo non ricordare che, durante la Rivoluzione francese, evento-cardine della modernità, nasce il primo tentativo di imporre l’ateismo come credo ufficiale dello Stato e, soprattutto, di imporre “per decreto” la negazione dell’immortalità dell’anima. Nel 1793 Joseph Fouché (futuro ministro di polizia di Napoleone), commissario della Convenzione nel dipartimento della Loira - ove si macchia di crudeltà inaudite ai danni dei "contro-rivoluzionari"– sale sui pulpiti delle chiese sconsacrate per predicare che Dio non esiste e che l’anima immortale è un’invenzione dei preti; e, dopo aver fatto scalpellare via i simboli religiosi delle tombe, ordina che sulle porte dei cimiteri di Nantes venga posta la famosa iscrizione:

LA MORTE È UN SONNO ETERNO

Fouché, l’anno dopo, sarebbe stato il regista occulto della rovina di Robespierre mediante il colpo di Stato del 9 Termidoro (27 luglio) del 1794.

Sarà forse un caso che ciò avvenne subito dopo che il deista Robespierre, il quale detestava l’ateismo (da lui considerato “aristocratico” e pertanto contro-rivoluzionario), aveva tuonato, dalla tribuna della Convenzione, non solo contro profittatori e commissari sanguinari, ma anche, esplicitamente – pur senza mai nominare Fouché – contro l’iscrizione fatta scolpire sulle porte dei cimiteri di Nantes? Sta di fatto che, dai banchi dell’Assemblea, qualcuno aveva gridato all’incorruttibile di pronunciarsi sulle azioni di Fouché in provincia, nelle vesti di commissario straordinario. Robespierre, pallido in volto, aveva risposto: “Di Fouché parlerò domani”; ma non avrebbe fatto in tempo: l’indomani, repentinamente, la Convenzione gli si sarebbe rivoltata contro e lo avrebbe tratto in arresto, per poi mandarlo alla ghigliottina.

Se andassimo a scrutare dietro le quinte della storia contemporanea, a nostro avviso, troveremmo molti piccoli Fouché la cui missione è stata quella di diffondere la persuasione che la vita umana è frutto del caso e che tutto finisce con la morte del corpo. Scopriremmo, ad esempio, che potenti società segrete, come la Massoneria, perseguivano un disegno complessivo tendente ad un tale obiettivo e che tali società, mutatis mutandis, ancor oggi esistono e continuano a lavorare per i loro scopi, seminando a piene mani nichilismo, scoraggiamento e confusione morale. Si tratta di gruppi potenti ed altamente organizzati che dispongono di capitali immensi e le cui cellule sono ramificate nei gangli vitali della politica, della finanza e dell’informazione mondiale. Si ricordi la celebre affermazione di Dostojevskij che, per bocca di Ivan Karamazov, a un certo punto dice: “Se Dio non esiste, allora tutto è permesso!”.

Disraeli, primo ministro all’epoca della pax britannica imperiale, ebbe a dire una volta: “Il mondo resterebbe assai sorpreso se conoscesse chi sono i veri protagonisti della storia umana; si tratta di personaggi completamente diversi da quelli che governano in apparenza”. Quanti sono i personaggi come Fouché, che passò indenne attraverso rivoluzioni e contro-rivoluzioni (mentre altri, più “puri” di lui, lasciavano la testa sulla ghigliottina, l’uno dopo l’altro), sempre stringendo saldamente il potere fra le mani e sempre facendo in modo da apparire defilato e quasi nascosto? Quante altre eminenze grigie vi sono state nella storia, legate tra loro da un patto segreto e volte al perseguimento di una medesima strategia, capaci di manipolare politica, economia ed informazione ai massimi livelli mondiali? Alcuni studiosi, come Leo Talamonti, hanno ipotizzato che le fila di questa congiura mondiale siano manovrate, in ultima analisi, da un ristretto gruppo di Maestri Sconosciuti, i quali sarebbero essi stessi o sarebbero dominati, da entità non-umane.

Fantasie, esagerazioni? Forse. Ma è certo che, in un mondo senz’anima e senza amore, maturano le condizioni adatte perché si realizzi un completo asservimento degli esseri umani a quelle forze malefiche che, facendo leva sull’instaurazione del convincimento che la morte è la fine di tutto, tolgono alla vita la sua unicità, la sua dignità, il suo senso ultimo e, in definitiva, la sua armonia ed il suo splendore. A tali forze occorre, pertanto, reagire, in nome di un progetto d speranza, fede e amore, che preservi l’anima del mondo e la pregnanza di significato del nostro esistere, qui e ora.

29 ottobre, 2007

Portali (ottava parte)

Anche la Turchia è terra di portali: secondo l’ufologa Farah Yurduzu, “la Turchia è situata lungo una ley line molto attiva. Per questo gli U.F.O. vengono a farci visita da 5.000 anni… Un luogo importante è il Monte Nemrut, situato nella parte orientale della Turchia, sulla cui vetta si aderge una piramide composta da milioni (?) di pietre. E’ un luogo considerato un portale dimensionale". Le conclusioni della ricercatrice turca, autrice di Confessions of a Turkish ufologist, sono spesso azzardate e superficiali, ma è indubbio che l’antica Asia Minore fu terra di misteri. Alcune saghe sumere e di altri popoli sono ambientate in quella regione medio-orientale, il Monte Ararat (5165 m.) su cui si incagliò, secondo la Bibbia, l’arca di Noè, sorge in Turchia. Di Catal Huyuc, reputata una delle più antiche città del mondo insieme con Gerico, sono colà visibili ancor oggi le vestigia. Gli enigmatici Popoli del mare, forse provenienti dal Nord Europa o discendenti di Atlantidei, si insediarono in Anatolia, prima di sciamare verso Cipro, la Palestina, l’Egitto, la Sicilia e la Sardegna.

Recentemente il ricercatore Massimo Fratini ha riferito di "una foto satellitare che mostrerebbe la presenza di un O.V.N.I. mentre penetra all'interno di un tunnel (wormhole) spazio-temporale nel cielo, a 50 kilometri da Lisbona (Portogallo). Si riapre quindi, in attesa di ulteriori dettagli e fotografie, la faccenda dei tunnel spaziali o portali dimensionali. Infatti, in questi giorni, si stava per pubblicare sulla rubrica On-Line, un articolo sul portale dimensionale che alcuni ricercatori hanno fotografato sul Monte Foltrone (Teramo) poco distante dal Gran Sasso d'Italia." Gran Sasso... non a caso.

Barbara Marciniak è una canalizzatrice statunitense. Dal 1988 riceve i messaggi di presunti Pleiadiani, esseri provenienti dall'ammasso che è parte della costellazione del Toro. La Marciniak è autrice di Bringer of the dawn: teaching from the Pleiadians, pubblicato in lingua originale nel 1992 e, in italiano, nel 1997 con il titolo Tu hai scelto di essere qui. Il libro contiene degli accenni ai portali.

Secondo la Marciniak, sulla Terra molti stargates hanno consentito l'accesso a specie diverse, "dèi" creatori provenienti dallo spazio. Uno degli immensi "cancelli celesti" per il quale si sta attualmente lottando è quello del Medio Oriente. Si legge nel testo della Marciniack: “Se ripensate alla storia della Terra, riconoscerete quanti drammi religiosi e civili sono stati introdotti da lì. È un portale enorme con un raggio di migliaia di chilometri. Ecco il motivo di tanta attività nel Medio Oriente: è il portale usato dai Tili (i Rettiliani, n.d.r.) In un certo senso, i Tili hanno controllato questo portale: hanno usato quest'area per creare basi sotterranee e caverne dalle quali operare. L'antica Mesopotamia, situata tra i fiumi Tigri ed Eufrate, era una colonia spaziale in cui è stata introdotta una certa civiltà".


Leggi qui la settima parte.

28 ottobre, 2007

Una magistrale macchinazione

La situazione sembra semplice da interpretare: da un lato, un giudice integerrimo e determinato; dall'altra, alcuni uomini politici che vogliono impedire che il magistrato scopra verità compromettenti sui legami tra uomini delle istituzioni e logge massoniche. Con chi si schiererà mai l'opinione pubblica? Con De Magistris.

Sia ben chiaro: credo che egli sia una persona corretta e rispettosa della Costituzione, ma penso pure sia l'attore inconsapevole di un dramma la cui trama è stata scritta da un regista occulto. Costui ha deciso che è venuto il momento di screditare una casta "politica" già poco credibile, per far posto (Si vedano I protocolli dei savi di Sion) ad una nuova classe dirigente (in realtà non dirige né comanda alcunché) autorevole e carismatica, ma in realtà non solo scelta e comandata dalle solite èlites invisibili, ma anche assai peggiore perché infinitamente più scaltra, nonostante sia formata da persone che appaiono stupide. De Magistris è solo uno strumento per quanto inconsapevole: servirà forse ad eliminare qualche cariatide presto sostituita da una cricca di "salvatori". Non furono i magistrati milanesi ad affossare tutta quella classe politica che ruotava attorno a Craxi, Andreotti e Forlani, cui subentrarono poi barattieri ancora più sfacciati? L'operazione "mani pulite" fu gattopardesca: ieri, come oggi, la folla si infiamma per sostenere i suoi beniamini, ma non sa che è tutto un imbroglio architettato dai soliti ignoti.

Svegliamoci! Queste nuove figure sono dei pifferai magici: da Veltroni a Grullo, dall'idolo di Pietro al Pecoraro. Sono figuri che presto diverranno insigni esponenti di una genia polarizzata attorno all'aborto del Partito Demoncratico. Mentre il volgo si entusiasma e si infervora, acclamando i magistrati onesti, i burattinai, compiaciuti, si fregano le mani. Il popolino ancora una volta è stato gabbato: non sarà più costretto a sorbire una minestra insipida, perché è pronta una deliziosa pietanza... avvelenata.

Non si spiegherebbero altrimenti i messaggi in codice lanciati dal Dottor Balanzone e dal suo capo Hans: gesti cornigeri mostrati, in modo più o meno palese, gesti che sono un segno di appartenenza e non hanno un valore scaramantico, come potrebbero pensare gli ingenui. Questi messaggi, di solito, sono mandati in concomitanza di momenti cruciali, di punti di svolta. Il petrolio ha superato i 92 dollari al barile, l'E.N.E.L. preannuncia interruzioni dell'energia elettrica per il prossimo inverno, l’inflazione è sempre più inarrestabile, l'avvelenamento della biosfera continua serrato, divampano sempre nuove crisi e conflitti... e la gente si illude che, con le primarie, si possano risolvere i problemi e manifestare la propria volontà di partecipare alla vita "politica". Intanto il Pecoraro, sorriso ebete e voce suadente, raduna le sue mansuete, candide pecorelle per... sgozzarle.

26 ottobre, 2007

Lettera dal futuro

Sul sito Angels of Mars è riportato un testo che è molto simile ad un racconto (epistolare) di fantascienza, il genere narrativo popolato dai nostri peggiori incubi, dalle paure più raggelanti. Se si esclude qualche autore, che si proietta in un futuro di mirabolanti invenzioni e di possibilità quasi illimitate per un’umanità trasumanata, i narratori privilegiano la prefigurazione di un mondo distopico ora dominato da automi che hanno sopraffatto le persone, ora snaturato dall’abuso della tecnologia, ora stravolto da distorsioni spazio-temporali…

La novella in questione, di tragica attualità, se si pensa, ad esempio, agli incendi in California, dipinge uno scenario che potrebbe pure diventare reale nei prossimi decenni: un pianeta in cui le risorse idriche sono scarsissime e per lo più inquinate, con l’attività economica principale consistente nella dissalazione dell’acqua marina, uomini che invecchiano precocemente, con la pelle adusta e coperta di piaghe, a causa dell’assottigliamento dello strato di ozono e della carenza di liquidi. E’ un quadro desolante di devastazione dominato da colori aridi, dal giallo della sabbia ed il rosso-arancio di un cielo dalla luce abbacinante, infernale. In questa realtà prosciugata echeggia la voce, in bilico tra presente e futuro, del narratore che ammonisce sui pericoli connessi alla distruzione ed alla polluzione di Gaia.

Immaginare un avvenire del genere non è poi così difficile, anche se forse una situazione come quella tratteggiata nell’apologo, potrebbe manifestarsi in modo graduale e quindi ancora più insidioso, poiché le variazioni lente non sono percepite nella loro gravità e sottovalutate, fino a quando succede l’irreparabile. È anche possibile, invece, che il crollo economico, sociale ed ambientale avvenga all’improvviso, preceduto solo da qualche inavvertito scricchiolio. In ogni caso, bisogna adoperarsi per contrastare il declino ed una crisi definitivi. L’impresa è ardua, perché bisogna anche capire che l’annichilimento della cultura e dell’ambiente non è tanto la conseguenza di un modello di sviluppo errato, ma specialmente uno scopo perseguito deliberatamente da un'èlite che considera la Terra una discarica ed i suoi abitanti tutti bestiame. L’impresa è difficile, ma tentare è un obbligo morale per noi e per le generazioni future.



Leggi qui il testo Lettera dal futuro

24 ottobre, 2007

Automi

Sempre intenti a digitare un numero sulla tastiera del cellulare o a conversare con il diabolico congegno attaccato all'orecchio, anche alla guida, per distruggere quelle due o tre sinapsi rimaste loro, bighellonano tutto il giorno, affollando le vie delle città-necropoli. Questi sono gli automi, un tempo, forse, uomini: a che serve diffondere nanomacchine o sostanze che inebetiscono? Gli automi sono già completamente controllati: sono hollow men, involucri senz'anima che si muovono solo per inerzia.

Assomigliano agli oziosi affaccendati descritti da Seneca nel De brevitate vitae. E' dunque una tara antica, anche se oggi i poltroni sono ancora più inerti, passivi. Usciamo: li vedremo ciondolare senza meta, lo sguardo vuoto, l'andatura innaturale, meccanica, come inebetiti. Il contatto con questa folla volgare è peggio di una contaminazione: da quei volti inespressivi, lividi promana un sentore di morte. Ci sembra di aggirarci nell'oltretomba dei Sumeri, dove larve esangui aleggiano tra nebbie grigiastre e lande sterili.

E' per questo motivo che è un vero portento, quando scorgiamo uno sguardo brillare tra la bruma densa della normalità. Un miracolo! Un'oasi di intelligenza e di humanitas nell'arido, sconfinato deserto del mondo.

22 ottobre, 2007

72 (prima parte)

Per anticrittografia si intende una tecnica volta a creare un codice che, pur nella sua complessità, possa essere decifrato attraverso i millenni. Poiché i papiri, le pergamene e la carta sono supporti deteriorabili col tempo, antichi popoli, per assicurarsi che importanti messaggi fossero trasmessi attraverso i millenni, li inserirono nelle costellazioni astrologiche e nell'architettura, che, pur non essendo immutabili ed eterne, sono comunque molto più durevoli di un testo scritto.

La crittografia, invece, è un sistema cifrato che solo pochi iniziati, in possesso di una chiave interpretativa, possono comprendere. Il tema è di grande rilevanza perché rivelerebbe un del tutto inatteso interesse di alcuni dei nostri progenitori per il futuro dell'umanità. In questo ambito, l'Apocalisse detta di Giovanni, si può considerare un libretto anticrittografico, ma soprattutto possiede questa valenza il disegno astrologico delle costellazioni zodiacali in cui, ad esempio, i segni del Sagittario e dello Scorpione indicano il centro della Galassia, da dove, stando a Paul La Violette, provenne una disastrosa onda energetica che causò il diluvio universale. Sia il Sagittario sia lo Scorpione, nel loro glifo stellare mostrano, non a caso, una freccia che punta verso il centro della Via lattea. La Violette ed altri si chiedono in che modo i nostri antenati attinsero a conoscenze scientifiche tanto precise (astronomiche, cosmologiche, biologiche, chimiche etc.): attraverso una civiltà antidiluviana progredita? Per mezzo di canali percettivi extrasensoriali? Grazie a visitatori provenienti da altri sistemi stellari e che usavano radiotelescopi e rilevatori elettronici di microonde?

E' una domanda che mi pongo anch'io, ma un altro quesito mi assilla: com'è possibile che esistettero dei gruppi in ansia per il futuro anche lontanissimo dell'umanità, quando da millenni coloro che dominano (èlites politiche e "culturali" ed i loro fiancheggiatori) il pianeta mirano a tenere gelosamente custodite le conoscenze che possono rivelarsi utili per tutti e, contemporaneamente, a diffondere menzogne di ogni tipo? Bisogna pensare che alcune confraternite minoritarie, marginali e perseguitate furono sollecite del benessere comune e tramandarono alcuni segreti alle generazioni successive, mettendo a repentaglio la propria stessa vita. Altrimenti si rischia di considerare tutto quanto una mistificazione, compresa l'Apocalisse. Suscita sorpresa pensare ad "oracoli" che si proiettarono in tempi lontanissimi da loro, invece di riferirsi alle generazioni a loro immediatamente posteriori, ricordando altresì che ai profeti biblici, per esempio, non interessava tanto predire l'avvenire (in ebraico neanche esisteva il futuro nel sistema verbale), ma ammonire il popolo a rispettare il patto stipulato con YHWH.

Scartiamo l'ipotesi che gli antichi codici siano imbrogli e consideriamo la possibile valenza anticrittografica del numero 72. Il 72 adombra gli anni che il Sole impiega per percorrere un grado nel suo moto precessionale: lo si rintraccia anche nel Vangelo di Luca, dove si racconta: “Dopo questo, il Signore designò altri 72 discepoli e li inviò a due a due innanzi a sé, in ogni città o luogo dove egli stesso voleva andare”. Tale cifra è codificata in molti miti e tradizioni: infatti la precessione degli equinozi, lungi dall'indicare soltanto il passaggio da un'era astrologica ad un'altra, si collega a cambiamenti cosmici di notevole incidenza sul destino della Terra e di chi la abita.

Il numero 72, però, oltre a trasmettere questo valore astronomico, potrebbe alludere a qualcos'altro: lo vedremo nella seconda parte.

20 ottobre, 2007

Senza nome e cognome

Lo scrittore portoghese Pessoa è noto per aver scritto usando diversi pseudonimi: non è tanto uno stratagemma letterario, ma il rispecchiamento di una condizione esistenziale, di uno Zeitgeist. Pressappoco nello stesso periodo Pirandello (ri)scopriva, oltre la maschera delle persone, mille identità contraddittorie e quindi nessuna.

Così come la vera conoscenza di sé stessi coincide con la coscienza della propria insignificanza, l'unico vero lavoro su sé stessi è quello difficilissimo che conduce alla distruzione dell'ego. Chi intende rinunciare però al proprio io? Non siamo forse fatui, presuntuosi, superbi, egocentrici, egolatri, individualisti? Non rinunciamo alla nostra identità e ci immedesiamo con essa, ma che cos'è l'identità, se non un guscio durissimo ma vuoto? Pessoa rinunciò al suo nome e cognome per immergersi nelle infinite possibilità dell'essere, per smarrirsi nelle cose e negli altri, in sogni evanescenti, consapevole che siamo ombre che fluttuano nel vento.

Un efficace, ma arduo lavoro su sé stessi è in primo luogo contro sé stessi, contro le passioni più volgari e gli impulsi più egoistici, neppure per correggere i nostri errori, poiché la creatura umana è un errore in sé (non so il motivo di questa intrinseca corruzione dell'essere umano né qui mi interessa indagarlo) di cui bisogna imparare ad accettare l'imperfezione, cercando nell'imperfezione qualcosa di pregevole, come chi si aggira nell'oscurità, orientandosi con il tenue chiarore della falce lunare.

Perciò mi pare esemplare il percorso estetico ed umano di Pessoa, teso a ritrarsi dall'io, a negarlo, a smussarne pazientemente gli angoli taglienti, con silenziosa modestia, senza la pretesa di trovare verità assolute, sapendo che, pur così piccolo ed insignificante, nell'uomo, perduto in un universo immenso di cui ignora il senso ultimo, albergano sentimenti infiniti di nostalgia e di insoddisfazione.

Di Pessoa, riporto un’intensa lirica e due aforismi, testimonianze di una visione disincantata e struggente dell'esistenza.

Così presto passa tutto quanto passa!
Muore così giovane davanti agli dèi tutto quanto.
Muore! Tutto è così poco!
Niente si sa, tutto si immagina.
Circondati di rose, ama, bevi
e taci. Il resto è niente.

Non credere o cercare: tutto è occulto.

I sentimenti più dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi: l'ansia di cose impossibili, proprio perché sono impossibili, la nostalgia di ciò che non c'è mai stato, il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro, l'insoddisfazione per l'esistenza del mondo.

19 ottobre, 2007

Sveglio e risveglio!

Eccovi una serie di suggerimenti utili da tenere a mente nel caso un bel dì dovremo trovarci ad avere a che fare con un realtà assai differente dalla nostra, chiamiamolo ottimisticamente un "ritorno alle origini" ^_^
Credo che un po' di sana preparazione a cavarsela in circostanze piuttosto difficili non sia da disprezzare ad ogni modo.

Oggi giorno siamo troppo dipendenti dall'industria che ci fornisce sui banconi dei supermarket tutto ciò di cui una volta la gente creava e utilizzava grazie alle conoscenze da sempre tramandate di generazione in generazione.
Prima i padri insegnavano ai figli ad accendere un fuoco, a coltivare la terra e raccogliere i frutti, ora invece i padri insegnano ai propri figli ad usare il computer.
Non che l'innovazione sia sbagliata, ma nemmeno rinnegare o guardare come a tempi giurassici gli anni appartenuti già solo ai nostri nonni neanche.

Un giorno qualunque della settimana, un tiepido mercoledì di novembre, la mattina mi sveglio, e per la miseria mi accorgo che la sveglia non ha suonato.
Per una volta ci ha pensato il mio orologio biologico, che oramai regolato ogni mattino con fredda precisione ad alzarsi all'ora programmata dalla nostra cara sveglia, non ha sgarrato nemmeno un centesimo dopo!
Tentennando un po' a fatica mi reco verso i servizi ma ahime vado per premere l'interruttore della luce ma niente.
Premo e ripremo il pulsante più volte, ma mi accorgo che manca la luce, ed è cosi per tutta la casa.
Con il mio caro
cellulare allora ancora carico, attraverso il suo bellissimo e amichevole schermo luminoso mi dirigo verso il bagno ancora un po' intontito.
Come sono solito ogni mattino, una delle prime cose che faccio è sciacquarmi il viso con della bella acqua fresca così per riprendermi subito.
Mi dirigo ad aprire il rubinetto e...
Manca anche l'acqua!
"Caspita qui mi è saltata tutta la casa" penso!
Ma vabbè per un mattina mi laverò con un po' di acqua minerale il viso ed i denti, e meno male che la cassetta del water era piena d'acqua dalla sera prima, quindi per certi bisogni sono salvo. Phew!

Mi accingo a vestirmi, ma a dir la verità mi sento un po' infastido da cotanto disagio.
"Ora mi preparerò una bella colazione con caffè e cornetto caldo che ho una gran fame" penso.
Ma non appena mi reco per mettere la caffettiera sul gas, la fiamma non si accende, e lo stesso vale per il fornelletto elettrico..
"Pazienza per una mattina farò colazione al bar" borbotto.
Prendo la giacca, saluto mia moglie ancora assonnecchiata sul letto, mentre i bimbi riposano ancora ed esco di casa, ma nel sistemare il cellulare nella tasca noto che non c'è segnale di campo.

Mi fiondo al lavoro, prendo la mia auto, salgo inserisco le chiavi e noto subito che è in riserva!
"Ah già, dovevo fare il pieno ieri sera ma non avevo voglia" penso subito.
Però non posso andare a rifornirmi subito o arriverò tardi al lavoro.
Un incrocio, due, sbuco nel corso e niente semafori accesi, procedo con molta attenzione quando un brontolio dal motore mi avvisa che la benzina è terminata, pochi metri e poi stop..
Sono a piedi...
"Che idilliaca giornata" penso, sembra di essere tornati al medioevo, senza luce, acqua e gas e adesso pure a piedi!
Metto in moto allora la mia personalissima trazione posteriore, le mie due stanche e poco usate gambe che non esercito pressoché mai per una corsa o un uscita in bicicletta, nemmeno il fine settimana poiché sempre preso da un italianissima domenica a casa a riposare!

Con un po' di fatica raggiungo la sede del lavoro a piedi.
Mentre mi avvicino noto un piccolo assembramento di persone.
Riconosco fin da subito i miei colleghi, scambio due parole e scopro fin da subito che la corrente è mancata in tutta la città.
Alcuni parlano di un black out su scala nazionale, fatto stà che il cartello fuori dalla porta dice: "Oggi l'azienda rimarrà chiusa" !
"Wow" pensiamo e dopo un generale senso di felicità, la preoccupazione e qualche dubbio inizia a farsi sentire, ma con la confusione generale e la totale indifferenza di noi piccoli lavoratori freddi e solitari che lavoriamo senza mai socializzare, l'argomento sembra preoccuparci forse tutti un po' dentro ma nessuno trova la forza di parlarne, come se fossimo tramortiti o semplicemente rincoglioniti dalla rottura della nostra cara, dolce, amata, calorosa e protettiva routine di ogni giorno.

Ci salutiamo ben presto, e come macchine programmate ci diamo appuntamento al giorno dopo.
Pochi minuti e il piazzale si libera.
Sono solo le sette e mezza di mattina, "cosa faccio ora, tutti i bar sono stranamente chiusi" penso.
Vado al bancomat a prelevare un po' di soldi così farò il pieno alla mia auto.
Pochi metri mi avvicino alla sede della banca e noto già un piccola coda, una strana coda.
Incuriosito mi metto in fila anche io.
Nel frattempo sento una signora due posizioni davanti la mia che parla a gran voce, afferma che il figlio operatore in una finanziaria fuori città, ha detto che le banche sono tutte chiuse sino a data da destinarsi e che i bancomat non hanno più soldi.
Ben presto un po' tutta la coda composta da una trentina di persone inizia a preoccuparsi, qualcuno innervosito tenta di chiamare a casa la famiglia inutilmente con il proprio cellulare, ma dal momento che non c'è linea il tentativo risulta vano. Una coppia si fionda in macchina in cerca di un altro sportello, pochi istanti ed il panico generale inizia a dilagare.
Sono preoccupato.
Anzi ho paura!
"Ho sempre tenuto tutti i miei risparmi nella banca, e ora come farò nei prossimi giorni!"...
"E come mangeremo io e la mia famiglia?. In casa ho della pasta e qualche scatoletta, ma come faremo tra due o tre giorni se la situazione continuerà?"
Passa casualmente lì vicino una pattuglia, la piccola folla, ora sempre più grande, si butta contro l'auto sino a farla fermare.
Subito scende dal lato passeggero un'ufficiale.
Dice a tutti di radunarsi un istante.
Quel che dice getta un vampata di terrore e paura su tutti noi, che ci prende e colpisce allo stomaco manco fossimo saliti sul ring a combattere con un campione di pesi massimi!
Ci dice che ci sono state nella notte diverse esplosioni a centrali nucleari nel vicino stato!
Ci avverte di non bere acqua che non sia di bottiglia minerale poiché contaminata.
Ci avverte che non sà per quanto mancherà la luce non solo in Italia ma in tutta Europa.

Qualcuno chiede cosa sia successo, ma il militare sinceramente parlando non sà rispondere.
Il collega lo interrompe ben presto per dirgli di tornare dentro la volante, attraverso il finestrino giù sentiamo di scene di panico, crisi e violenza al supermercato poco distante.
I due schizzano, la gente urla, qualcuno piange, io sono lì fermo incredulo, non ci posso credere, cosa diavolo è successo?
Cosa?

E ora?!

Corro verso casa, ma un uomo mi spintona fortemente contro il muro, pochi secondi e svengo..

Mi risveglio...
"Cavolo dove sono?"
mi guardo in giro per qualche istante e...
"Sono a casa!"
Accendo la luce del comodino, sono le sei di mattino, cavolo era solo un sogno!
Mia moglie un po' preoccupata mi chiede come stessi e mi chiede se avessi avuto un incubo.
Rispondo di sì, ma nella vita mai ricordo di aver fatto un'esperienza tanto forte da sembrare vera!
^_^


E'un racconto di pura fantasia questo, con il seguente articolo non voglio allarmare niente e nessuno solo dare qualche piccolo consiglietto su oggetti di utilità in caso di qualche black out improvviso, pensiamola così ^_^ .
Ho fantasticato di esplosioni a centrali nucleari, ma una situazione del genere potrebbe verificarsi anche con terremoti, disastri naturali e quant'altro.
Insomma con questo articolo voglio cercare di dire che niente è scontato né impossibile!
Siamo uomini non macchine.
I nostri antenati erano di certo molto più in grado di vivere in contatto e armonia con il pianeta di quanto non lo siamo noi da mezzo secolo a questa parte!
Ciò che siamo ora è evidente!
Guardiamo sulle nostre televisioni al plasma da cinquanta pollici documentari in alta definizione su tribù nomadi, quasi quelle persone provenissero da un'altro pianeta!

Per iniziare....

Svegliamoci!

Poiché se mai qualcosa dovesse capitare, non sarà un litro di acqua in più a salvarci, nè del denaro a garantirci la salvezza..
Poiché non si tratta di sola salvezza materiale.
C'é ben altro oltre la materia!
Per prima cosa occorre essere pronti dentro, aprire il nostro cuore come un grandissimo portone a sentimenti di fratellanza, fiducia nel prossimo e tanto Amore!

Prendendo come spunto il discusso articolo
qui di Bojs ho pensato che una piccola guida da tenere per materiali da acquisire in caso di necessità non sia una cattiva idea, "poiché il corpo non sopravvive senza mente" (cit. "Matrix")

Pensate al vostro penultimo cellulare, la vostra auto, le 4 paia di scarpe o al set di orologi che avete, insomma quelli sono soldi messi lì e inutilizzati che giacciono in casa in attesa di essere buttati.
Se ora volete procurarvi anche un po' di queste cose che vi elencherò non sentitevi così titubanti o esagerati, poiché non aspettatevi un comunicato alla telegiornale che vi posso avvisare di certi eventi anzi tempo!
Mal che vada tra un po' di anni se niente accadrà butterete bicarbonato di sodio e candele come buttate il vostro cellulare pagato anche a caro prezzo di qualche anno fa giusto ^_^

● Acquistare farina, cibi in scatola, gallette secche e tutti quei cibi a lunghissima conservazione che non abbisognano della catena del freddo per essere conservati

● Un piccolo generatore di corrente (a gasolio) che fornisca energia sufficiente per far funzionare le cose basilari

● Acqua potabile per quanta se ne può mettere da parte

● Mettere da parte quantità di olio di semi che servirà da carburante per il generatore

● Candele

● Torce a dinamo o a pannello solare

● Rotoli di alluminio

● Una bicicletta, in buono stato.
Fate due conti, se non c'è benzina e occorre coprire distanze medio lunghe questo mezzo si rivelerà senz'altro il migliore!

● Bicarbonato di sodio in buone scorte, di grandissima utilità ad esempio:

Per problemi di digestione basta scioglierne un cucchiaino in un bicchiere con qualche goccia di limone.

● Shampoo:
Basta mescolare nel palmo della mano un cucchiaino di bicarbonato di sodio con lo shampoo abituale per avere sempre capelli puliti e morbidi

Aggiunto all'acqua per lavare frutta e verdura, favorisce l'eliminazione di antiparassitari e impurità (magari contaminata per qualche motivo, non vi assicurerà un cibo esenti da contaminazioni ma un'importante funzione la svolge!)

Una vaschetta con dell'acqua e un po' di bicarbonato disciolto assorbe gli odori circostanti in maniera egregia

● Dentifricio di basilare importanza e non va sottovalutato.

Fare scorta di quello che si trova in commercio (magari scegliere quello senza fluoro) oppure produrselo con pochi e semplici mezzi

Primo metodo
Ingredienti:
10 cucchiai di bicarbonato - 5 cucchiai di acqua - 4 cucchiai di alcool alimentare - foglie di menta, basilico, rosmarino
Preparazione: lasciare le foglie di menta\basilico\rosmarino in infusione nell'alcool per 2\3 giorni filtrare, miscelare bicarbonato, acqua e alcool fino ad ottenere una consistenza cremosa.

Un altro metodo per creare del
dentifricio:

2 cucchiai di argilla bianca
1 cucchiaio di bicarbonato
1 cucchiaino di tè verde (foglie tritate)
10 gocce di olio essenziale di menta
Mescolare insieme tutti gli ingredienti.
Sterilizzare il barattolino dove conservare il dentifricio.

● Un fornelletto da campeggio elettrico da collegare al generatore

● Una coperta termica (molto utile e facilmente reperibile presso i negozi che vendono attrezzatura da alpinismo)

● Taniche

● Lente di ingrandimento (magari per accendere un fuocherello)

● Pietra focaia, Ago e filo

● Amo da pesca e filo

● Abbigliamento da montagna (come giaccone invernale, guanti, maglioni, scarponi da camminata in montagna etc...) nel caso l'interruzione di corrente dovesse prolungarsi oltremodo.

e poi se avete anche altri validi suggerimenti, che di certo avrò dimenticato comunicateli pure con grande piacere.
Sarò felice di aggiornare questa piccola guida ogni volta.
e ricordate di stamparla, fossi in voi non farei troppo affidamento ai vari hard-disk o computer ;-)

Un Saluto
-= AcquaEmotion =-

18 ottobre, 2007

Il Dalai lama appartiene alla sinarchia

Il Dalai lama è stato recentemente ricevuto dal presidente-fantoccio dell'Impero di USAtana: è stato quindi immortalato mentre, sorridendo in modo svenevole, stringe la mano a Bush junior, in occasione di un incontro tra i due impostori. Non è che l'esponente più insigne del Buddhismo tibetano non possa essere ricevuto dal burattino dello S.M.O.M., ma un abboccamento tra i due dovrebbe assomigliare al colloquio tra padre Cristoforo e don Rodrigo, con il primo che ammonisce il secondo a recedere dai suoi infami propositi. Visto che, però, il rendez-vous tra i due ciarlatani è stato tutto salamalecchi e leziosità, abbiamo la prova che anche il Dalai lama, così smanceroso ed ipocrita, appartiene alla laida, ignobile sinarchia.

La pantomima che ha suscitato - così raccontano i media di regime - l'ira dei Cinesi, è uno dei tanti stratagemmi delle élites per convincere la popolazione che Cina e Stati Uniti sono ai ferri corti, “l'un contro l'altro armati”, laddove i governi delle due nazioni sono perfettamente sintonizzati, ostaggi dell'esecutivo occulto sempre attivo quando si tratta di creare attriti tra i vari paesi e di fomentare conflitti (ex chaos ordo). Nell’opinione pubblica viene inculcata l’idea che gli Stati Uniti sono, nonostante alcuni "errori" nella politica internazionale, i difensori della civiltà contro la barbarie cinese. Non assistiamo alla lotta tra il Bene ed il Male, ma alla solita tragica farsa, ossia alla finta contrapposizione tra due superpotenze i cui vertici sono sulla stessa lunghezza d’onda. A questo sporco gioco si presta il bonzo avvolto in paludamenti rosso-arancio: è vero che la popolazione tibetana vede i suoi diritti e la sua identità culturale conculcata da Pechino, ma gli Stati Uniti sono una nazione totalitaria, sebbene sotto le apparenze della “democrazia”, almeno quanto la Cina. Eppure il Congresso, che ha conferito la medaglia d'oro (la massima onorificenza concessa ad un civile negli Stati Uniti) al leader tibetano, pretende di pontificare e di insegnare che cos’è la democrazia. E’ come se Er monnezza volesse dare lezioni di bon ton.

Ormai non ci stupiamo più di nulla: il premio Nobel per la “pace” è stato assegnato ad uno pseudo-ambientalista, un bugiardo patentato come Al Gore, ma suscita pur sempre ribrezzo il Dalai lama che si esprime nei seguenti disgustosi termini: «Ci conosciamo ed abbiamo creato, credo, una vera, profonda amicizia - ha detto parlando di Bush - è come una riunione di famiglia». Uno che rilascia una tale dichiarazione o è totalmente idiota o è, ipotesi molto più probabile, una pedina degli Oscurati. Se la guida "spirituale" del Lamaismo fosse una persona integerrima ed amante della pace, tuonerebbe contro tutti i plutocrati, i signori della guerra ed i dittatori, invece di chiedere solo per il Tibet una larga autonomia.

Bisogna veramente guardarsi, come ammonisce il Vangelo, dai lupi travestiti da agnelli, anzi, in questo caso, dai lupi travestiti da carote.

17 ottobre, 2007

Croce e nequizia


Il 14 agosto del 2005 nei cieli della Florida una squadriglia di oggetti volanti sferici formò una croce latina. La croce è stata per lo più interpretata da frange contattiste mariane come un simbolo della vicinanza dei “fratelli dello spazio” all’umanità ed anche come segno dell’imminente parousia del Cristo. Purtroppo temo che, in questo, come in molti altri casi, il simbolo comparso nel firmamento sia solo la pantomima di una razza ingannatrice o un'icona disegnata con una tecnologia terrestre, sebbene avveniristica. Chi può stabilire, infatti, se certi globi che, sempre più spesso, sono avvistati, fotografati e ripresi sono sonde aliene o, come opina il fisico e cosmologo Paul La Violette, degli ordigni volanti creati dai militari?

A proposito di situazioni al confine tra terrestre ed extraterrestre, vorrei dedicare un breve excursus ai rapimenti: alcuni ricercatori ritengono che essi siano perpetrati dai militari e non da alieni. Non intendo scagionare entità esterne o, meglio, interdimensionali, ma, in effetti, si può ritenere che certe abductions siano opera di terrestri: questo spiega il reperimento di impianti nelle vittime dei sequestri, vittime che possono essere condizionate a tal punto da percepire circostanze aliene con astronavi, lettini metallici, orribili esperimenti in vivo. Il controllo mentale ed elettromagnetico, la creazione di scenari olografici, la somministrazione di droghe, l'impianto di microprocessori etc. potrebbero essere strumenti usati dai militari per lo meno per demonizzare quel paio di civiltà extraterrestri non ostili in modo da diffondere tra gli studiosi la perniciosa e blasfema ipotesi monopolare. Lammer e Boylan sono i sostenitori, invece, delle MILABS, ossia military abductions, configurazioni di scenari virtuali che simulano sequestri alieni. E' un tema controverso, spinoso, ma non ci si può esimere dal ricordare non solo il livello assai sofisticato delle tecnologie terrestri, ma anche la nequizia e la totale mancanza di scrupoli che contraddistinguono i vertici degli eserciti avvezzi a giocare i loro pericolosi giochi di guerra, incuranti della libertà e della dignità umana, dimentichi di qualsiasi valore. Non sorprendiamoci allora se centri occulti di potere e le strutture ad essi collegate compiono scelleratezze di ogni tipo, esibendo, nel contempo, un'ipocrita facciata incentrata su Dio, patria e famiglia.

Tornando alla croce, ricordando che la sinarchia ama esibire e, nel contempo, celare simboli spesso antichi, quasi ancestrali, sarei tentato di congetturare che, in ultima istanza, tale segno non alluda al Cristianesimo né alla vagheggiata Parousia di Gesù, ma al "pianeta" dell'attraversamento o dell'incrocio, il famigerato Nibiru, quantunque la croce con cui veniva adombrato tale corpo celeste nella cultura sumera, abbia i bracci di eguale lunghezza. Una croce niburiana spicca sulla fronte dello stigmatizzato contattista mariano, Giorgio Bongiovanni. È un caso?

Si potrebbe trattare di una provocazione e di un inganno: l'uso di un noto simbolo istintivamente collegato da miliardi di persone nel mondo al Cristianesimo, potrebbe essere la firma degli Oscurati, assai addentro alle concezioni apocalittiche forse da loro elaborate o manipolate. Infatti alcune confessioni cristiane attendono l'imminente avvento del Cristo sulle nubi: i tempi sembrano loro maturi. Anche numerosi veggenti o presunti tali all'interno del Cattolicesimo o ai suoi confini, evocano un ormai prossimo Giorno del Giudizio. Il Doomsday ed il periodo che lo precederà sono sovente concepiti come qualcosa di spettacolare, di grandioso, di scenografico, poiché ci si basa su un'interpretazione letterale di passi appartenenti al Libro di Daniele, all'Apocalisse ed a lettere del Nuovo Testamento.

Che cosa ci dobbiamo attendere dunque? False invasione aliene per nascondere reali ed antiche, ma anche nuove intrusioni? Il 2012 sarà l'anno del contatto e della palingenesi o quello dell'instaurazione del Nuovo ordine mondiale? I Romani affermavano che la religione era instrumentum regni: questo è ancor oggi vero. Anche oggi, infine, viviamo il tempo degli “dei falsi e bugiardi”, anche se, naturalmente, non sono dei.

16 ottobre, 2007

Minimalismo

Parva, sed apta mihi

Durante una delle mie scorribande tra i siti della Rete, mi sono imbattuto in un articolo scritto da N.W.O., Break uno, e dedicato ad un semplice incontro con un signore che distribuiva quotidiani gratuiti. Noto che alcuni si attendono rimedi, risoluzioni: non siamo taumaturghi ed i consigli sono quelli, ad esempio, suggeriti da Bojs, adatti a chi possa e voglia seguirli.

Il fresco, commovente articolo, cui sopra accennavo, inoltre fornisce una piccola grande risposta: un sorriso, uno sguardo di reale comprensione, un saluto sincero e cordiale sono la risposta. Sono il segno di una reale volontà di cambiare, di un approccio solidale col mondo: a poco servono il tanto decantato ed egocentrico lavoro su sé stessi, i corsi organizzati ispirandosi agli insegnamenti, spesso volgarizzati e fraintesi, di qualche guru, da Gurdjeff (arido e sussiegoso maestro) a Ramtha, becera parodia dell'iniziato. Un po' di meditazione e di libri sulla medicina naturale renderanno gli uomini migliori, ammesso che gli uomini siano perfettibili, laddove sono incline a pensare che neanche mille vite potrebbero purificare un homo humus? Ne dubito assai.

Dunque torniamo a ciò che è basilare, idoneo ai principianti e, nonostante ciò, arduo: non si tratta di essere deamicisiani, ma di capire che, a volte, è sufficiente un piccolo gesto, purché spontaneo e disinteressato, per diffondere un po' di armonia, per creare un'intesa fondata sul silenzio e sull'empatia. Ci dedichiamo a sfibranti studi filosofici e scientifici, dimenticando quanto affermava provocatoriamente (?) André Gide: “Contiene più verità un carretto di verdura che l’opera omnia di Cicerone”. D'altronde cerchiamo di scoprire i segreti della vita e del cosmo, sezionando il D.N.A. o facendo collidere le particelle subatomiche negli acceleratori, mentre il significato (o il non senso, ma la differenza è labile) dell'universo si annida nelle screpolature dell’intonaco su una parete.

15 ottobre, 2007

Programma U.S.A.C. ottobre-dicembre

Leggi qui il programma dell'U.S.A.C. per il periodo ottobre-dicembre.

14 ottobre, 2007

Alieni bugiardi (quinta parte - articolo di Bojs)

Premessa

Concludiamo la serie degli articoli dedicati alle manipolazioni aliene, proponendoli a chi vuole vedere oltre le operazioni 'false flag' a copertura della verità. Rimane al lettore di buona volontà andare a verificare e trarre le debite conclusioni, [avendo letto completamente tutti e cinque gli articoli].
Ribadisco ancora una volta di stampare e rilegare insieme gli articoli in sequenza e di leggerli con calma su carta. In questo articolo troverete tutte le note ed i riferimenti elencati. Un ringraziamento a quanti hanno seguito gli articoli tratti da una conferenza di Luigi Caratelli, io non ho fatto altro che adattarla a chi legge e dividerla in serie... sperando che oltre le parole e i dubbi possa nascere nei cuori una nuova visione della realtà sugli alieni... buona lettura”.




Il ritorno del Messia


L’azione e la personalità di queste entità malvagie erano già state profetizzate proprio dalla Bibbia: si capisce perché le stesse abbiano tentato di screditarla. Gli scritti sacri ci informano che lucifero e i suoi demòni-alieni hanno come scopo la distruzione delle creature di Dio.

I ricercatori che abbiamo fin qui citato, sono quasi tutti collocabili filosoficamente in un’area laica e spesso ateistica. Purtuttavia hanno tutti intuito l’esistenza di un ‘piano occulto’, e di una ‘intelligenza’ misteriosi che si propongono di distogliere gli sguardi degli uomini da una fonte certa di salvezza.

Ogni uomo, che sia religioso o no, cerca spesso con ansia di darsi risposte circa il significato della sua esistenza terrena, la morte, la possibilità di un'altra vita, l’esistenza o no di un Dio Creatore. Questa umanità alla ricerca, risulta insopportabile per lucifero e per i suoi demòni-alieni.

E’ il caso di notare che la dottrina cristiana rivela che in un giorno lontano nel remoto passato, in Eden, lucifero partì alla carica per sedurre le prime creature; utilizzò proprio il trucco, ormai scoperto, dell’immagine “parlante ed in movimento”. I secoli successivi ci hanno mostrato dello stesso ‘Regista Occulto’ innumerevoli e svariate altre immagini parlanti.
Nell’oscurità lucifero, il dio e padre di questo mondo, utilizzando un “paravento ingannatore”, si è “mascherato” prendendo a turno le sembianze di un nostro caro defunto, per convincerci della possibilità di entrare in contatto con gli spiriti e così offrirsi ‘in vece’; si è poi travestito da occultista, per i palati più raffinati, tentando di solleticarli nel grande desiderio di conoscenza insito nella natura umana e ‘rivelando’ vuote e farraginose conoscenze esoteriche, occultistiche, cabalistiche, gnostiche, ermetiche; rimpinzando la mente di pseudoscoperte sui numeri, sui metalli, sulle pietre, sui fiori, sulle piramidi, sulle stelle, sulle acque: su tutto, tranne che sul nostro Padre e Dio vivente e vero. Da Lui ci ha distolti; riempiendoci di nebbia e fumo.

Per i meno esigenti, questo nemico del Padre e degli uomini, si è travestito da paragnosta, da mago, da medium, da cartomante; ha indossato gli abiti della santità nevrotica e allucinata; quelli del taumaturgo, avendo capito che miracoli e guarigioni sono più convincenti di sole parole.

Si è travestito da “angelo di luce”, per distribuire a mo’ di gettoniera grazie e miracoli; pur di rapire lo sguardo dell’uomo sia fisico sia spirituale: rapire ipnotizzando, suggestionando, magnetizzando per indirizzare sempre altrove, nei cieli, davanti ad una grotta o sotto un albero frondoso, nel buio della trance, tra le nuvole… purché sia sempre 'altrove'. Affinché l’uomo continui a camminare, di secolo in secolo, sino alla fine del sistema mondiale, non verso la meta, ma incontro all’illusione; non come padrone e protagonista della sua vita, ma come in trance, appeso ai fili di un “burattinaio invisibile”.

La Bibbia rivela che un giorno Dio tornerà sulla terra (28), per ricondurre finalmente l’uomo al suo luogo d’origine. Il luogo ove non si udranno più pianti né urla di guerra; ove non sarà più possibile vedere scorrere sangue né piangere morti ammazzati. Un luogo ove poter vivere in amore, pace, libertà, solidarietà non più come sogni dolorosi e passeggeri, ma come momenti eterni, indistruttibili.
Tutta la Bibbia indirizza lo sguardo dell’uomo verso questo grandioso evento; avere lo sguardo rivolto ‘altrove’ può costarci caro.

La Bibbia inchioda questo “Regista Occulto”, smascherandolo. Ecco perché esso escogita mille e più trucchi per tenerci lontani da quelle informazioni salvifiche. Angelo di luce, dunque. Ma nella troppa luce si può nascondere l’inferno. L’apostolo Paolo ci ricorda che Satana: “…ha accecato le menti degli increduli affinché la luce della buona notizia della Gloria del Cristo che è l’immagine di Dio, non risplenda loro... (29). La luce dell’angelo ribelle abbaglia; quella di Cristo e del vangelo, invece, rischiarano.
Una luce, quella del Cristo, che non ha bisogno di palcoscenico per poter risplendere, a differenza di lucifero che non può farsi notare senza colpi eclatanti e segni bizzarri.

Qualcuno ha definito il demonio “la scimmia di Dio”. L’apostolo Pietro lo ha dipinto quale “leone ruggente”. Satana ruggisce perché sa che ha poco tempo; sa che il ritorno di Cristo metterà fine al suo dominio e alla sua crudeltà. L’ultimo colpo che gli rimane da assestare è imitare lo stesso ritorno di Cristo. Ma ci ha già pensato: Gesù lo aveva profetizzato ed ai discepoli che gli chiedevano di rivelare la data del suo ritorno aveva detto: “Guardate che nessuno vi seduca. Poiché molti verranno sotto il mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e ne sedurranno molti… Allora, se alcuno vi dice: ‘Il Cristo eccolo qui, eccolo là, non lo credete…perché, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figliuol dell’uomo” (30). E Paolo aveva avuto cura di aggiungere: “Perché il Signore stesso, con potente grido, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo insieme con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria…” (31).

Sembra soltanto un gioco di parole: “incontrare il Signore nell’aria”; eppure queste parole sono profezia e sono anche una salvaguardia. Ci salveranno dalle migliaia di presunti messia che tormentano il nostro tempo. Messia coreani, messia extraterrestri, messia new-agers, messia arancioni o neri. Messia che dovrebbero apparire via satellite, in diretta televisiva; o che dovrebbero costruire una nuova O.N.U., a Gerusalemme e dintorni; cristi che si dilettano a sfornare ceneri o diamanti a mo’ di souvenir; che mangiano chiodi o vetri; che camminano sui carboni ardenti.

Esattamente la situazione indicata dalle profezie bibliche in relazione al tempo in cui il vero messia apparirà. Notava, forse esageratamente, Pinotti, che nei giorni 24-26 giugno 1982, a Medjugorje c’è stata un’esplosione di fenomeni eclatanti ed un’apparizione pubblica della Madonna:
Questo avvenimento l’hanno visto tutti coloro che erano presenti in chiesa come anche sul monte e nei cortili, sulle strade e sui campi di Medjugorje…dalle ore 6.30 alle 7 del mattino…Uno show in piena regola…e quando? A partire dal 24 giugno, festa solstiziale di San Giovanni Battista, anticipatore della venuta di Cristo; ma anche data di inizio, nel 1947, degli avvistamenti di UFO. Tutto questo ha davvero valenze simboliche comuni? Verrebbe in effetti da pensarlo, tanto più che i fenomeni di Medjugorje hanno appunto avuto inizio il 24 giugno del 1981 (32).
Se Pinotti non esagera, allora il “Regista Occulto” sta preparando, come annunciato dalle profezie bibliche, un falso ritorno del Cristo (33). Ma non potremo essere ingannati: perché la mappa ci dice che il vero Cristo non poserà i piedi sulla terra al suo ritorno; non istituirà nuove leggi o case di preghiera; non potrà apparire in nessun luogo geografico della terra. Accertatevene, studiando di persona. A che scopo inscenare un falso ritorno di Cristo, se non per contraffare quello vero?

Forse la liberazione del genere umano non è una pia illusione; probabilmente è più vicina di quanto si possa immaginare. Resta sospesa come avvertimento e guida sicura, una frase di Gesù: “Guardate che nessuno vi seduca…”.

B O J S


Note bibliografiche:
1–“Gli Arcani”, n°8, gennaio 1973, p. 6
2–Idem
3–Schedl Claus: “Storia del Vecchio Testamento”, vol. XIII, Ed. Paoline, 1959. p. 12
4–Vorilhon Claude: “Gli extraterrestri mi hanno portato sul loro pianeta”, Ed. Mediterranee, Roma, 1975, p. 46
5–Idem: p. 66
6–Deuteronomio 18:11
7–Esodo 20:14
8–Vorilhon: op. cit. p. 83
9–Genesi capitolo 19
10-Vorilhon: op. cit. p. 88
11-Grosso-Sartorio : ‘’ I nostri amici extraterrestri’’, MEB, Torino, 1977, p. 151
12-Idem: p. 125
13-Dibitonto Giorgio: “Angeli in astronave”, Ed. Mediterranee, Roma, 1986, p. 134
14-Pinotti-Malanga: “I fenomeni BVM Le manifestazioni mariane in una nuova luce”, Mondadori, Trento, 1990, pp. 11-12
15-Idem: p. 20
16-Idem: p. 183
17-Vedere “Stargate”, luglio-agosto 2000, pp. 28-35
18-Idem: p. 20
19-Idem
20-Idem: p. 197
21-Idem
22-Vedi ’’I libri dell’ignoto“: ’’Le apparizioni mariane“, Hobby e Work, 1993
23-Idem: p. 71
24-Del Amo Magdalena: “Abitanti occulti del pianeta”, Hobby e Work. p. 10
25-Idem: p. 112
26-Talamonti: op. cit. p. 212
27-Idem: p. 109
28-Per lo studio sul ritorno di Cristo sulla terra vedere i seguenti testi biblici: Matteo capp. 24 e 25; Giovanni 14:1-3; Apocalisse 1:7; Apocalisse capp. 21 e 22; I Tessalonicesi 4:16; Luca 21:28-31,36
29-II Corinzi 4:4
30-Matteo 24:4,5,23-27
31-I Tessalonicesi 4:13-18
32-Pinotti Roberto: “UFO. Contatto Cosmico”, Ed. Mediterranee, Roma, 1991, pp. 19-20

Liberatoria: il presente materiale non è coperto da nessun copyright e può essere liberamente usato riportando correttamente il contenuto in tutto o in parte e citando l'autore. Il Blog che ospita queste informazioni non è affatto responsabile del loro contenuto.


Leggi qui la quarta parte.

Uno più uno uguale zero

Non cercare Dio nel numero e nella geometria.

Recentemente alcuni scienziati italiani del C.N.R. hanno compiuto un esperimento, dimostrando, per la prima volta, che, quando si aggiungono e sottraggono fotoni da un campo di luce, le regole dell'aritmetica non valgono più. Ciò avviene in un ambito, quello della fisica quantistica, in cui le “leggi” naturali, considerate in genere universalmente valide ed oggettive, sono a volte violate, poiché certe particelle sembrano obbedire a principi alogici e controintuitivi.

Le scoperte all'interno della fisica quantistica, alcune delle quali hanno trovato anche applicazioni pratiche, non sono prive di conseguenze sul piano ontologico. Filosofi e matematici si interrogano, cercando di stabilire se i rapporti numerico-proporzionali, come pensavano Pitagora, Platone e molti altri, siano strutture del cosmo, oppure se siano concetti che la mente umana introduce nel reale per conferirgli un ordine.

Ordine, in greco kòsmos: ecco la questione cruciale. In un universo cui soggiacciono delle regole che si esplicano in costanti, in armoniche relazioni, si intravede l'immagine di una Mente, laddove in un cosmo caotico, imprevedibile, disordinato ed irrazionale, domina, almeno all'apparenza, l'assurdo. Poiché l'uomo, però, non può rassegnarsi all'assurdo, si impegna ad introdurre elementi di equilibrio nel caos, per sentirsi rassicurato, per non avvertire lo sgomento pascaliano di fronte all'immensità degli spazi siderali, per ricondurre ad un lògos qualsiasi l'arbitrarietà degli e-venti, dalla nascita alla morte, passando per il percorso ad ostacoli della vita.

E' vero che la natura scoperta (o inventata?) dai fisici quantistici è infinitamente più creativa e stimolante del perfetto, ma ripetitivo meccanismo di newtoniana memoria, meccanismo simile ad un orologio dagli ingranaggi che non si logorano mai. Tuttavia se uno più uno non dà più due, ma zero o tre, quale spazio resterà per una verità vera, non opinabile? Si rischia di scivolare in un relativismo assoluto, in cui due verità coesistono, come i volti della stessa erma bifronte. Se “di ogni verità è vero anche il contrario” (Hesse), ogni strada verso una conoscenza che sia probabile è preclusa. Ci si perde così in un labirinto senza uscita.

Il tema ha, però, un'altra implicazione che oltrepassa la sfera dell'incomprensibile destino umano. Se la struttura più profonda della realtà è alogica, creativa, scevra di regole, allora tutta la presunta armonia dell'universo, testimoniata dalla sezione aurea, dalle forme a spirale che si ripetono identiche o simili dalle galassie ai vortici di etere, dalle conchiglie al D.N.A., non promana da Dio, ma dal demiurgo.

Si assisterebbe allora alla possibilità di differenziare il dio-architetto dal Dio-artista: il primo dominato da una razionalità infallibile, ma algida, il secondo, di gran lunga superiore, capace di unire l'ars (la tecnica) all'ingenium (l'ispirazione, l'afflato), preso dall'amore per la bellezza e la cui anima vibra delle e-mozioni più pure.

Non si può escludere che le forme dell’ordine siano poste dalla mente umana attraverso una sorta di credenza, così come, se il fuoco brucia non è perché contenga un intrinseco (e misterioso) potere che lo porta a bruciare, ma a causa di una "fede" umana in questo suo potere. Questa fede determina poi una legge: se un grave precipita è perché così ci attendiamo che accada o forse perché così abbiamo inconsciamente deciso. La già enigmatica forza gravitazionale altro non sarebbe, secondo tale ragionamento, un'abitudine del soggetto che osserva a constatare la ripetizione del fenomeno e non una costante fisica. E' questa, pressappoco, anche se sul versante del più radicale empirismo, la conclusione cui giunse David Hume e che le acquisizioni della scienza di frontiera sembrano, in qualche modo, confermare. E' una conclusione che confligge sia con la logica sia con il senso comune, mentre si squaderna una realtà ancora più complessa ed inconcepibile di quella ipotizzata dalle scienze “esatte”.

Si disvelano ogni giorno di più situazioni paradossali, antinomiche, mitiche per cui gli strumenti del nostro povero raziocinio si rivelano come delle grosse tenaglie usate per estrarre una finissima spina.

12 ottobre, 2007

Il mito del D.N.A.

L’azzimato Rutelli si è pronunciato a favore della creazione di una banca genetica contenente il D.N.A. dei carcerati e di persone indagate a vario titolo. Il tutto, come è ovvio, nel nome della "sicurezza" e col beneplacito del garante per la protezione dei dati personali. L'orrida idea, nata sotto il segno del controllo più mostruoso ed invadente eretto a sistema, rispecchia un'analoga diabolica iniziativa attuata nel Regno Unito e che porterà alla schedatura genetica di milioni di sudditi britannici. Non occorre ricordare che quello della sicurezza e della possibilità di individuare assassini, è solo un pretesto: ai potenti non cale uno iota di assicurare alla giustizia i criminali più pericolosi, anzi più la delinquenza si diffonde, più essi sono certi che dilagherà la paura tra la popolazione, incline a rivendicare, contro i suoi stessi interessi e diritti, misure sempre più coercitive e liberticide.

Quello del D.N.A. è un mito, anzi una fola: non è vero che l'analisi delle tracce genetiche può condurre con certezza assoluta all'identificazione dell'autore di un delitto. I margini di errore sono notevoli, soprattutto se le tracce reperite sulla scena del crimine sono state aggredite dagli agenti atmosferici o se è passato del tempo da quando le tracce sono state lasciate. Eppure i media ed i vari R.I.S. vogliono che noi crediamo l’esame sia infallibile: ammesso e non concesso che i sedicenti nuclei investigativi sappiano indagare, resta il fatto che il D.N.A. non è la prova regina. Le analisi del materiale genetico devono essere accuratissime e non possono sostituire in toto altri riscontri.

In questi ultimi tempi, si tende a sopravvalutare il D.N.A.: è vero che è un'antenna biologica, in grado di ricevere e trasmettere informazioni; è anche plausibile che il D.N.A. silente abbia delle potenzialità quasi prodigiose, ma credere che esso coincida con l'anima, mi pare il risultato di una visione biologista, se non materialista. In alcuni settori pionieristici si specula sulla comparsa di una nuova elica in alcuni bambini delle ultime generazioni. Qualcuno opina che siano in atto cambiamenti genetici della specie homo sapiens sapiens (?), mutamenti che le élites tentano di ostacolare in ogni modo, in primis con le scie chimiche. Sono ancora numerosi i misteri codificati nella doppia elica: veramente in origine le eliche erano dodici? Esiste, però, il rischio di indietreggiare sino a Descartes che pensava di poter identificare l'anima nella ghiandola pineale. Si potrebbe semmai ipotizzare che il D.N.A. sia una sorta di manifestazione spazio-temporale, una specie di pro-iezione di un'essenza spirituale, essenza svincolata dalle coordinate cronotopiche, oppure un trait d'union tra una dimensione naturale-virtuale ed una ontologica. Mi pare significativo che, con ottusa e sospetta pervicacia, "scienziati" e folli fautori dell'immortalità ad ogni costo si ostinino a concentrasi sul genoma, aspirando ad una larvale e miserrima prosecuzione della vita, convinti che l'evoluzione sia un fatto esclusivamente biologico.

La vera evoluzione, ammesso che l'uomo possa progredire e non restare impantanato nelle velleità, è una conquista faticosa, ardua, tormentosa, costellata di sconfitte, umiliazioni ed arretramenti: è un'improba conquista spirituale.

10 ottobre, 2007

Portali (settima parte)

Secondo il ricercatore Massimo Fratini ed altri studiosi, i creatori dei pittogrammi nel grano stanno trasmettendo nozioni tecniche e scientifiche, ma anche metafisiche, sul modo in cui funzionano i worm holes, dei fori nel tessuto spazio-temporale del cosmo che gli scienziati stanno cercando di riprodurre, in scala assai più ridotta, all’interno di un potentissimo acceleratore di particelle costruito all’interno del C.E.R.N. Questi worm holes potrebbero essere ingressi verso altre dimensioni, galassie e pianeti.

Un sigillo mesopotamico, risalente al 2.300 a.C. circa, raffigura il viaggio di Gilgamesh di là dalla porta che segna il confine della Terra. Ai lati degli stipiti, circondati da linee ondulate (acqua?) sono effigiati due guardiani. Durante il suo viaggio, secondo l’antica epica sumera, Gilgamesh incontrò Utnapishtim (il cosiddetto Noè sumero), alla fonte delle acque dell’immortalità. Sembra che gli “dei” fossero i depositari di conoscenze relative ad accessi a sfere di realtà invisibili.

Un altro stargate è quello peruviano denominato la Porta di Aramu Muru sulle montagne Hayu Marca nel Perù meridionale. I nativi della regione narrano ancora antiche leggende che citano un ingresso verso le terre degli dei, custodi dell’immortalità. Un’altra leggenda ricorda l’avventura di un sacerdote inca che, quando approdarono nella regione i conquistadores spagnoli, fuggì dal suo tempio, portando con sé un disco sacro d’oro. Lo ierofante si nascose tra le impervie montagne di Hayu Marca per dirigersi verso la porta sorvegliata da alcuni sciamani. Egli allora mostrò ai custodi il disco: all’improvviso dalla porta fluì una luce azzurra (etere?) in cui sparì il sacerdote. Il ricercatore Paul Demon riferisce di alcune persone che, poggiate le mani su un incavo circolare grande come una mano, depressione nella porta di pietra, percepivano una sensazione di energia che li pervadeva, scorgevano astri e colonne di fuoco ed udivano strani suoni.

La regione del Lago Titicaca è da circa vent’anni caratterizzata da numerosi avvistamenti di U.F.O.: sono per lo più sfere azzurre ed oggetti bianchi brillanti a forma di disco. La narrazione prima riferita si conclude con la profezia, secondo la quale la porta degli dèi un giorno si aprirà “molte volte più grande di quanto sia ora” e permetterà agli dei di tornare sulle loro navi solari.

Leggi qui la sesta parte.

Leggi qui la prima parte.

09 ottobre, 2007

Affiches

Nelle opere di Mimmo Rotella, uno degli esponenti del Nouveau Realisme, corrente promossa dal pigmalione e critico Pierre Restany, brandelli di manifesti pubblicitari in cui ammicca spesso un'avvenente attrice ridotta ad un volto incompleto o ad una spalla nuda, denotavano il carattere "estetico" della civiltà dei consumi.

Rotella, di solito, si limitava a riportare l'accozzaglia di lacerti, risultato degli strappi dei passanti. Il gesto nevrotico, istintivo, ma anche iconoclasta, forse in modo inconscio, del passante che lacera le rutilanti affiches, può diventare la potente metafora del modo di scoprire, strato dopo strato, la nuda, sconvolgente verità. Che significato può avere tutto il bric a brac della politica ed il ridicolo carrozzone delle istituzioni per chi ha capito come funziona il mondo?

Il giorno in cui scopri, ad esempio, che i governi, ostaggi della sinarchia, permettono ed avallano con la loro omertà ed il loro colpevole silenzio, il genocidio occulto attraverso l'operazione "scie chimiche", quale può essere l'interesse per le pantomime dei politicanti? E' come se avessimo strappato il manifesto con le immagini di donne bellissime e di paesaggi tropicali dai cieli tersi e dalle spiagge dorate, per portare alla luce un'accozzaglia di lembi stinti, di visi sfigurati, di arti disarticolati, di rottami corrosi dalla ruggine...

Nel nostro mondo è in atto un'azione di imbellettamento: la pubblicità ed i media ufficiali, ma anche molti enti pubblici ostentano una realtà meravigliosa, costituita da automobili lussuose, cellulari avveniristici, mulini bianchi che più bianchi non si può, famiglie felici che consumano il pranzo nella loggia di una villa affacciata sul lago, bimbi vispi che corrono su prati verdeggianti, scuole linde ed ariose, soldati che sorridono, mentre sono impegnati in missioni di "pace"...

Tutto questo è una fragile, fallace apparenza che serve a nascondere un verminaio. La realtà è ben diversa: distruzione deliberata della natura, guerre sanguinarie, uranio impoverito, carestie, epidemie, siccità, onde elettromagnetiche, ospedali dove i pazienti vengono ricoverati per malattie orribili, mai diagnosticate in passato... La realtà è un tumore prossimo alla metastasi. Tutto ciò ricorda una prostituta laida, rugosa ed incanutita, di cui il trucco pesante e la tinta cercano invano di mascherare il triste, irreversibile decadimento fisico.

Ebbene, tutti voi che siete attratti, magnetizzati da questo spettacolo di miti di plastica, dalla scenografia di merci più dannose che inutili (cellulari in primis, armi di distruzione di massa), dalle passerelle di attricette e veline ritoccate per nascondere l'ingiuria del tempo, dagli stucchevoli ed edulcorati riti dello sport mercificato, siete simili a quel discepolo del Buddha che si era invaghito perdutamente di una donna stupenda. Quando ella morì, Siddharta condusse il giovane presso il letto dove, da alcuni giorni, era adagiata la donna. Il discepolo notò con orrore come la decomposizione cominciasse a deturpare quel corpo, fino a poco tempo prima, dalle forme armoniose e perfette, dalla pelle liscia e profumata.

Ecco: la realtà che ci nascondono è un cadavere putrefatto. E' doveroso strappare i veli che la occultano ed additare delle possibili vie d'uscita. La via d'uscita non è certamente quella indicata da chi ci "governa" o da chi vuole sostituirsi ai governanti: mostri abominevoli e bavosi in sembianze di persone normali, vestiti con giacca, cravatta e gemelli d'oro ai polsini della camicia.

07 ottobre, 2007

Lògos

Lungi da me voler sviscerare il vero messaggio del celebre incipit appartenente al Quarto vangelo. Non intendo neppure passare in rassegna il significato filosofico e teologico del Lògos nell'antichità. Vorrei soltanto riflettere sui possibili significati del Lògos, cercando di coglierne alcune sfumature. Si ritiene in genere che il Verbo "giovanneo" sia il risultato dell'influsso esercitato dal pensiero ellenistico sull'ignoto autore del Vangelo spirituale nonché delle speculazioni di Filone Ebreo. Ai fini del mio discorso, ciò non è molto rilevante, perché desidererei tentare in primo luogo di confutare le rese correnti e corrive che si rintracciano nelle traduzioni in italiano del libretto: In principio era il Verbo o In principio era la Parola. Ipso facto, il Verbo è poi identificato con Cristo, non ancora la seconda persona della Trinità, nel II secolo dell'era volgare, quando presumibilmente il testo in esame fu redatto o rielaborato sulla base di precedenti stesure. Sia la traslazione del termine greco Lògos, con Verbo sia quella Parola, sono, a mio parere, insoddisfacenti ed anche forvianti.

Lògos è dal verbo "lego", (infinito "legein") "dire, pronunciare". La radice indoeuropea leg significa "raccogliere, esporre", da cui "dire", in greco e "leggere" in latino. Credo che Lògos debba intendersi come Suono. Il Suono è la voce che creò le cose: "per mezzo di lui tutte le cose furono create". Pensiamo al potere magico del suono che modella le forme, che è tutt’uno con la materia-energia, all'osmosi tra significante e significato, all'empatia tra segno ed oggetto, con buona pace del dogma relativo all'arbitrarietà dei segni linguistici. La cimatica dimostra, infatti, che i suoni sono strettamente correlati alle immagini. Studi recenti hanno stabilito che il D.N.A. è una microantenna, in grado sia di captare sia di ricevere informazioni, di sintonizzarsi su particolari frequenze. Le frequenze sono vibrazioni nell'etere. Come il Suono, il più immateriale e spirituale quasi dei fenomeni fisici possa generare le forme energetiche resta un mistero, come è un enigma il fascino esercitato dall'armonia sugli esseri viventi: ritmo, melodia, orchestrazione di note penetrano nell'anima come l'acqua permea una spugna. Sembra quasi che una conoscenza antichissima inerente al carattere primigenio e genetico del Suono sia stata trasfusa, attraverso una serie di passaggi, nel prologo "giovanneo". Dio disse: Sia la luce e la luce fu. Disse, appunto: la luce fu creata con la voce. Oggi, la pur controversa teoria delle stringhe pare essere il suggello degli orientamenti speculativi incentrati sul Suono. Il cerchio si chiude nel segno del significante.

Esiste anche un'altra interessante interpretazione del Lògos: si deve al chimico svizzero Albert Hofmann che sintetizzò l'LSD o acido lisergico. Egli reputa che il Lògos sia l'Idea, il Principio da cui promanano gli enti, il Pensiero che pro-getta le cose. E' un'esegesi quasi mistica quella di Hofmann, comunque lontanissima dalle letture chiesastiche e dogmatiche che trasformano il Lògos in una Creatura increata o in una Persona. Queste letture sono il risultato di una visione un po' grossolana.

Un'altra osservazione. Il testo recita: In principio era il Lògos. L'imperfetto "era" è strano, poiché colloca nel passato un'azione che è incessante, ricorrente, atemporale ossia l’ipotetica creazione dal nulla degli enti, sebbene l'imperfetto col suo valore aspettuale durativo, esprima una continuità dell'azione.

Il prologo resta comunque enigmatico, anzi tautologico, perché essendo il Lògos il Principio, la frase potrebbe essere resa paradossalmente con In principio era il Principio. La verità è sigillata. E' il destino del linguaggio e della conoscenza ad esso intrecciata, di rispecchiare sé stesso, solo sé stesso.

Come Narciso crediamo che l’immagine riflessa nello specchio d’acqua sia di un altro, ma è la nostra.