03 aprile, 2008

Ombre

E' difficile spiegare i veri motivi del diffuso pregiudizio contro l'arte impropriamente definita astratta, preconcetto tipico di molte persone. E' evidente che il pubblico spesso nell'opera d'arte cerca una riproduzione più o meno fedele del reale, come se non bastasse già la "realtà", con tutti i suoi spigoli taglienti e le sua dura assurdità.

Le correnti artistiche aniconiche ed antinarrative sono guardate con indifferenza o con malcelato disprezzo. "Che cos'è? Che cosa rappresenta? Che cosa vi dovrei riconoscere?" Queste sono le domande che parecchi pongono di fronte ad un quadro astratto, come se l'arte dovesse sempre e comunque raffigurare. Esistono opere il cui valore è nelle forme e nei colori stessi, avulsi da qualsiasi esigenza meramente riproduttiva.

E' vero che alcune opere aniconiche tendono al decorativismo o ad una cerebralità gratuita ed un po' snobistica. Ciò avviene anche nell’ambito della letteratura metanarrativa, di cui è esempio noto Come se una notte d’inverno un viaggiatore di Calvino, romanzo nel romanzo, testo aduggiato da un taglio intellettualistico e dall'ostentazione di una bravura intesa come perfetta padronanza delle regole del gioco. L’aridità è dietro l’angolo: la "realtà" espulsa dalla porta, prima o dopo, rientrerà da qualche feritoia.

In ogni caso gli effetti cromatici, le valenze formali e compositive dei dipinti creati dagli artisti astratti di maggiore levatura sono sillabe di un linguaggio che la gente comune rifiuta, poiché del tutto disabituata all'esercizio della percezione (letteralmente afferrare bene con i sensi), sostituita da una sensorialità ottusa, inadatta anche soltanto a permettere la visione. La mancanza di gusto e di cultura quindi possono spiegare la scarsa comprensione delle opere intransitive, il cui il codice linguistico rimanda solo o prevalentemente a sé stesso.

Non di meno credo che queste situazioni non possano spiegare l'ammirazione pressoché unanime al cospetto di quadri realistici, ammirazione incantata quanto più il soggetto assomiglia alla "realtà", quasi da confondersi con essa. Senza dubbio è un apprezzamento positivo della tecnica esibita dall'artista, della sua maestria, ma è forse anche qualcos'altro: la conferma, attraverso una riproduzione del mondo, che esso esiste. Il mondo, labile immagine, passibile di dissolversi da un momento all'altro, gamma di vibrazioni affioranti dal non essere e sempre in bilico sul nulla, è lì, solido e, in fondo, rassicurante. Non è forse il timore più o meno inconscio che dietro i fenomeni si celi il vuoto? Horror vacui.

Allora teniamo sulla scrivania il portafotografie con il ritratto della fidanzata o sulla parete appendiamo il quadretto in cui è dipinto l'ameno paesaggio della località in cui trascorremmo le vacanze estive: sono conferme che l'inconsistente possiede una sua consistenza, che le cose non sono soltanto vane ombre.

7 commenti:

  1. Ciao Zret!!

    Ma da dove prendi ogni volta spunti di riflessione??

    A parte la mia curiosità...
    A mio avviso il rifiuto di queste forme "particolari" d'arte è causato dal conformismo indotto dalla società moderna, con tutti i suoi annessi e connessi.
    Io non sono un esperto d'arte, anzi, ne sono proprio a digiuno, comunque effettivamente ad una prima occhiata l'assenza di forme "precise", "normali", lascia la maggior parte delle persone indifferenti, ma se solo si ci soffermasse ad osservare di più i piccoli particoalri (ormai oggi sono superflui, nessuno se ne interessa più) sì posso evincere molti dati importanti circa i sentimenti dell'artista.

    Tanti saluti a tutti!!

    NiCkErX

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  2. Nickerx, forse se fossimo tutti abituati ad osservare, a cogliere le sfumature e le campiture dei quadri astratti, capiremmo subito la differenza tra scie di condensa e scie velenose... ma � proprio quello che il six-tema non vuole.

    Ciao e grazie.

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  3. Mio caro Zret,

    pur non amando molte delle opere astratte e/o neorealistiche dell'arte (cosiddetta) moderna.. ho alle spalle due generazioni di artisti ..sic.. e sia mio nonno che mio padre hanno espresso in quelle opere qualcosa che comunica il loro spirito interiore, il loro modo di "parlare" al mondo.

    Che siamo digiuni di arte o meno essa rimane comunque una forma di "comunicazione non verbale".
    Trasmettere la propria interiorità al mondo.. e questa spesso non è compresa.

    Rimane comunque anche un'altro fatto accertato e vero.. che molti artisti surrealisti, neorealisti, etc. hanno utilizzato le loro opere d'arte per trasmettere messaggi di conoscenza segreta.

    Guardando 'oltre' le mere figure possiamo sentire la voce dell'atista e vedere la sua anima e il suo vero messaggio.

    Ti abbraccio fortissimo.

    #B O J S#

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  4. guarda la nuova vignetta che ho fatto a perle e crono ahahahah http://vid3oteka.blogspot.com/

    ps votate noeuro che è contro il signoraggio

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  5. credo che il problema stia nel fatto che chi osserva abbia il cuore chiuso all'amore che c'e' nell'opera d'arte astratta.

    col cuore aperto all'amore ogni cosa diventa meravigliosa...

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Nelle "opere qualcosa comunica il loro spirito interiore, il loro modo di "parlare" al mondo". Ogni volta in cui un'opera esprime il mondo interiore anche attraverso il mondo esterno, si avverte un afflato inconfondibile.

    E' vero pure che molti quadri ed affreschi di artisti contempranei e no codificano messaggi segreti, come nel caso di Jean Cocteau.

    Un abbraccio.

    Indopama, sottoscrivo.

    Ciao

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