L’inettitudine è dissonanza con il mondo. Impossibile adeguarsi: siamo noi i veri alieni, alieni al pianeta. Stranieri senza patria, apolidi dell’universo, abbiamo incontrato gli dèi, ascoltato i loro austeri silenzi. Gli dèi sono coloro che non ricordano.
Ci orientiamo nel dedalo di cristallo con bussole spaccate il cui ago impazzito smania il limitare dell’oscurità. La fronte sbatte contro pareti invisibili. Siamo estranei a noi stessi, sdoppiati nell’identità, doppiati da una voce non sincronizzata.
Quando il destino, raschiatoio che scortica una cute già spellata, non si accanisce, possiamo contemplare il soffitto della notte crivellato di stelle e lasciarci cullare dal vento di un’elegia.
Incapaci di comprendere il senso e di prendere l’istante infinito, sappiamo che l’unico successo è non succedere a sé stessi, l’unica via da percorrere è quella che scende nel crepuscolo, fra le ombre di una luce immemore.
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RispondiEliminaCiao Zret,
RispondiEliminacondivido in pieno,:"...siamo noi i veri alieni, alieni al pianeta. Stranieri senza patria, apolidi dell’universo, abbiamo incontrato gli dèi, ascoltato i loro austeri silenzi."
Forse è proprio dal silenzio che dobbiamo ricominciare, da quel centro che pulsa flebile, ma ancora vivo, in chi anela alla Sorgente, al ritrovare la Via, persa da tempo immemore.
Sincronizzare la voce interiore potrebbe essere un passo importante per riascoltare l'antico suono?
un caro saluto
Andrea
Petali di stelle, l'automiglioramento è possibile, ma arduo. E' come se dovessimo salire una china non solo molto ripida, ma pure scivolosa. Purtroppo poi spesso si ricade nei soliti errori. Forse un giorno un reale rinnovamento consentirà agli uomini di diventare Uomini.
RispondiEliminaCiao e grazie.
Perfetto, Andrea, dobbiamo ricominciare dal silenzio. D'altronde il silenzio non è la voce di Dio? In principio era il Logos? No. In principio era il Silenzio, il Suono prima del rumore.
RispondiEliminaCiao e grazie.
eppure magari fosse cristallo...a me sembra avere pareti di polestirolo 'sto labirinto qui...a me sembra che siamo ridotti ad essere sorprese posticce dentro sacchetti di patatine pure avariate...è questo l'uomo...è chistu l'omm?
RispondiEliminaper fortuna ancora molti agiscono per il bene...ma questa contaminazione acrilica iperavvolgente non si sa bene dove porterà...forse straborderà i confini dimensionali più cogniti per sporcare anche il dominio spirituale? le scie chimiche anche rete metafisica...o almeno tentativo d'ingabbiamento assoluto? i dominii si intrecciano tra loro...a me sembra che qui potremmo configurare la più aberrante delle visioni...più aberrante d'ogni fosca visione gnostica...sembrerò assai pessimista
Giovanni, come si dice: Non praevalebunt. Non posso credere che il cosmo precipiti nell'Eblis, nell'inferno della notte eterna. Eppure tutto questo strazio lascerà dietro di sé uno strascico. Occorrerà una gomma, come scrivevo in "Testamento", titolo che è eloquente più di mille parole.
RispondiEliminaCiao e grazie.
@Giovanni
RispondiEliminaSi è affermato in alto loco che le realtà spirituali autentiche sono inattingibili e non contaminabili da ciò che si trova più in basso.
L'espressione 'non prevalebunt' esprime dunque tale concetto.
effettivamente non potrebbe essere altrimenti...il mio è stato un reflusso di pessimismo anche se meditando sulla frase come in cielo così in terra, tutta questa ipercontaminazione e disordine interiore per forza di cose deve essere riflessa in noi da un piano invisibile della realtà...dico invisibile, non inautentico...credo sia oggettivo che gli antichi vivessero sotto il favore di un cielo astrologico che infondeva loro le più sublimi ispirazioni...domenica il mare e la spiaggia grigi di Ostia qui a Roma presentavano tutti i segni di una consumazione totale, di una contaminazione assoluta, il cielo plumbeo e striato di scie manifestava il più realistico dei presagi...non sò forse il Sole è malevolo in questa parte di età...comunque l'impulso formatore che è l'impronta di amore determinante le risonanze della vita...non saprei ora definirlo altrimenti...permane incontaminato e tutte le più alte tensioni poetiche che tanto hanno prodotto debbono giacere in latenza in qualche punto di quest'universo...effettivamente non possono essersi dissolte le tensioni visionarie di Omero o Dante e di altri miriadi di artefici...vaneggio sull'essenza delle Muse...eppure uno schermo buio di radiofrequenze dissonanti interposto tra noi e il loro canto deve esserci perché il loro fascino non raggiunge più i nostri cuori...non ha senso sopravvivere intimamente spenti, tesi unicamente ad appagare impulsi materiali...grazie
RispondiEliminaBellissima ed ispirata replica, Giovanni.
RispondiEliminaGrazie
Hai scritto una pagina dolente ed accorata, Giovanni, in cui filtra il barlume di una speranza come da uno spazio sperduto.
RispondiEliminaInfatti codesta è sopravvivenza o esistenza, non Vita.
Ciao e grazie.
Come in alto così in basso.....
RispondiEliminaBello il tuo Blog, e placidamente e soffusamente tragica la tua prosa.
Più che incapaci di coglierlo siamo orfani di senso.
Forse nelle ultime righe incombeva un plurale di maestà.
M.M.G.
"Soffusamente tragica": sintagma quanto mai adatto a rendere la prosa che ogni tanto sgorga dalla penna. Non avresti trovare una dicitura migliore, Manuel.
RispondiEliminaCiao e grazie.