31 dicembre, 2011

Un inno manicheo

In un inno manicheo, tratto dalla raccolta Angad Rosnan, è descritta l’unio mystica tra l’anima e la Luce divina. Finalmente libera dal carcere mondano, l’anima, che era stata esiliata sulla terra, si ricongiunge all’ineffabile Scaturigine.

In questi tempi tetri e scellerati, l’ode sprigioni qualche favilla di speranza.


Luce
lieta e bella,
colma di beatitudine,
pervade la mia mente.
Mi parla
in illimitata beatitudine
il mio io sollevato
da profonda oppressione
ed a me dice:
“Vieni, anima, non temere!
Sono il tuo Intelletto,
messaggio di speranza.
Tu sei il mio corpo e la mia veste…
Sono la tua Luce
anticamente raccolta,
l’Intelletto supremo e la speranza compiuta. [1]

[1] L’inno è riportato in G. Widengren, The great Vohu Manah, p. 17

APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

6 commenti:

  1. Tre aforismi semplici semplici per il nuovo anno:

    E' possibile cambiare completamente la propria vita cambiando il proprio modo di comportarsi.

    La felicità consiste nell'apprezzare, nel prolungare e nel saper ritrovare le gioie dell'esistenza,

    Solo una persona può impedirci di andare là dove vogliamo arrivare, noi stessi.

    Ciao.

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  2. Ciao Zret,
    auguriamoci dunque che la luce abbia finalmente ragione delle tenebre che ci circondano, e che la notte si animi di nuovo chiarore.
    Buon pomeriggio e buon anno, Sharon.

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  3. Che la Luce, sia per noi la via. Sempre.

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  4. E' difficile in questi tempi ardui non essere tentati dalla disperazione o, di converso, non indulgere a sdrucciolevoli speranze. Troveremo il centro?

    Buon anno a tutti voi.

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  5. Inno manicheo di profonda bellezza e di grande interesse per colui che è in cerca.

    Sulle ali della poesia lo sconosciuto asceta descrive in semplici frasi la 'unio mystica' ovvero i segreti sponsali fra l'anima ed il suo Sè.
    L'anima è 'corpo e veste' della 'Luce' ovvero del Sè trascendente e da questo viene essa irresistibilmente attratta.

    Con questa esperienza di vertice si conclude il viaggio, la peregrinazione dell'anima verso la sua fonte, la sua scaturigine originaria.

    A quel punto le ferite dell'umana natura sono per sempre rimarginate e il fortunato sperimentatore - una volta colà giunto - non ha più nulla da desiderare.

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  6. Bellissimo commento, Paolo. Hai proprio compenetrato l'inno.

    Ciao

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