“La mia testa è piena di fantasmi”. Così rispose il fisico Ettore Majorana ad Enrico Fermi che vide lo scienziato siciliano intento a bruciare un quaderno di appunti. Il poliedrico Majorana era, come tutti gli spiriti magni, simile ad un parafulmine che attrae le idee più folgoranti. Chi, come lui, è in grado di vedere oltre, è accecato dalla luce del silenzio, attraversato dai raggi lancinanti della verità.
Viene in mente una sentenza del maestro gnostico Basilide: “L’uomo è un accampamento di demoni”. Che cos’è, infatti, l’uomo se non un catalizzatore di energie, un crocevia di mondi, di pensieri, di spettri? Da lì si dipartono i sentieri che conducono alla conoscenza ed all’infinito, ma la conoscenza è trafittura e l’infinito, contenuto nell’angusto tabernacolo dell’io, esplode in mille frantumi.
Una mente sublime come quella di Majorana e degli altri geni sublima il non-senso, si innalza oltre le vette delle intuizioni, esplora i templi siderei e le costellazioni delle particelle, ode la musica che non fu mai udita e pronuncia a fior di labbra la parola che partorì l’universo.
Uno spirito eccelso aborre dalla tranquilizzante normalità borghese: tuttavia se il piatto materialismo lo disgusta, non trova requie neppure traversando le sconfinate lande dell’anima. Qualcosa gli manca, sempre. Nulla sembra estinguere la sua sete di illimitato: anche l’immenso per lui è poco.
Il suo destino è la solitudine. Le sue risposte sbriciolano le domande: egli sa che non esistono né le une né le altre. Egli sa che il male non ha alcuna giustificazione.
E’ calzante la descrizione di Baudelaire: l’albatro, che si muove goffo sulla tolda tra gli scherni dei marinai, poco tempo prima volava maestoso nel cielo.
Da lassù la sua vista spazia. E’ una vista ancestrale: si spinge nell’abisso del principio là dove un nulla annoiato si protende nell’ignoto e nel futuro. Reduce dall’avventura ai margini dell’ineffabile, il genio proclama al gregge umano il vero, ma nessuno può capirlo e la sua voce subito si scioglie come neve al sole.
La sua dissonanza con il mondo è segno di inarrivabile grandezza. I fantasmi che si agitano in lui sono gli interlocutori di un dialogo incessante, mentre gli uomini sono larve evanescenti.
Un giorno Majorana si confidò con Edoardo Amaldi: “La Fisica è su una strada sbagliata. Siamo tutti su una strada sbagliata”. Forse è l’unica strada, quella su cui sdruccioliamo, tracciata sin dalla fondazione del mondo.
Viene in mente una sentenza del maestro gnostico Basilide: “L’uomo è un accampamento di demoni”. Che cos’è, infatti, l’uomo se non un catalizzatore di energie, un crocevia di mondi, di pensieri, di spettri? Da lì si dipartono i sentieri che conducono alla conoscenza ed all’infinito, ma la conoscenza è trafittura e l’infinito, contenuto nell’angusto tabernacolo dell’io, esplode in mille frantumi.
Una mente sublime come quella di Majorana e degli altri geni sublima il non-senso, si innalza oltre le vette delle intuizioni, esplora i templi siderei e le costellazioni delle particelle, ode la musica che non fu mai udita e pronuncia a fior di labbra la parola che partorì l’universo.
Uno spirito eccelso aborre dalla tranquilizzante normalità borghese: tuttavia se il piatto materialismo lo disgusta, non trova requie neppure traversando le sconfinate lande dell’anima. Qualcosa gli manca, sempre. Nulla sembra estinguere la sua sete di illimitato: anche l’immenso per lui è poco.
Il suo destino è la solitudine. Le sue risposte sbriciolano le domande: egli sa che non esistono né le une né le altre. Egli sa che il male non ha alcuna giustificazione.
E’ calzante la descrizione di Baudelaire: l’albatro, che si muove goffo sulla tolda tra gli scherni dei marinai, poco tempo prima volava maestoso nel cielo.
Da lassù la sua vista spazia. E’ una vista ancestrale: si spinge nell’abisso del principio là dove un nulla annoiato si protende nell’ignoto e nel futuro. Reduce dall’avventura ai margini dell’ineffabile, il genio proclama al gregge umano il vero, ma nessuno può capirlo e la sua voce subito si scioglie come neve al sole.
La sua dissonanza con il mondo è segno di inarrivabile grandezza. I fantasmi che si agitano in lui sono gli interlocutori di un dialogo incessante, mentre gli uomini sono larve evanescenti.
Un giorno Majorana si confidò con Edoardo Amaldi: “La Fisica è su una strada sbagliata. Siamo tutti su una strada sbagliata”. Forse è l’unica strada, quella su cui sdruccioliamo, tracciata sin dalla fondazione del mondo.
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Se solo fosse semplice capire qual'è la strada giusta non saremmo a questo punto della storia.
RispondiEliminaCiao.
Aggiungerei: Se c'è una strada giusta. Per ipotesi si può supporre solo un percorso da compiere. Giusto o sbagliato, bene o male.. in fin dei conti, cosa sono? I nostri demoni, le nostre fantasie, le nostre inclinazioni.. i nostri fantasmi.
EliminaProprio così, perché non solo si supera il dualismo, ma anche, non appaia paradossale, l'unità.
EliminaEra destino, Cresh? Esistono altre strade? Ci si parrà dinanzi una biforcazione? Non lo sappiamo.
EliminaCiao
Ciao Zret, mi ha colpito questo:
RispondiElimina"Uno spirito eccelso aborre dalla tranquilizzante normalità borghese: tuttavia se il piatto materialismo lo disgusta, non trova requie neppure traversando le sconfinate lande dell’anima. Qualcosa gli manca, sempre. Nulla sembra estinguere la sua sete di illimitato: anche l’immenso per lui è poco.
Il suo destino è la solitudine. Le sue risposte sbriciolano le domande: egli sa che non esistono né le une né le altre. Egli sa che il male non ha alcuna giustificazione."
Ora, non ritengo di possedere una mente particolarmente eccelsa. Ma mi riconosco in queste righe.
Solitudine sconfinata e tanta fame, fame dell'oltre. Mancanza di un costante adeguamento agli schemi sociali, anzi.. una maggiore consapevolezza è una maggiore volontà di superare i limiti e di distaccarsi ancor più dalla materialità. Spesso è delirante.
Una fortuna infernale.
DOcean, credo proprio che Tu abbia estratto il succo della riflessione. E' una condizione, quella del genio, che va oltre anche l'oltre. Difficile esprimerla a parole, anzi impossibile perché si situa nella regione incognita del Principio.
EliminaCiao