Non esistono più i fatti: esistono solo le televisioni.
In questi tempi non esplodono solo gli ordigni reali o fittizi che siano, ma pure le “argomentazioni” capziose ed eristiche di chi, invece di combattere le macroscopiche scelleratezze del sistema, si ostina a cercare, senza trovarlo, il classico pelo nell’uovo nell’ambito dell’informazione non allineata. Ciò è paradossale oltre che deprecabile.
Usando le stesse strategie linguistiche dei disinformatori, ghettizzano i pochi redattori liberi usando quel termine becero che comincia per “c”: E’ un vocabolo che ci rifiutiamo di adoperare sia perché è scorretto da un punto di vista semantico sia poiché è un insulto alla lingua italiana, già stuprata impunemente dai giornalisti di regime.
Purtroppo queste mosche cocchiere, codesti sofisti da quattro soldi bucati non solo ignorano quanto abbiamo scritto in questi anni, ma sono pure inetti a capirlo. Si chiedono, ad esempio, perché i registi degli pseudo-attentati commettano tanti errori quando girano i film, per quale ragione la sceneggiatura sia piena di buchi e di incongruenze. Da un lato, come abbiamo già osservato, le più recenti pantomime culminate nei “fatti” di Bruxelles, sono una sfida, una provocazione nei confronti di una massa sempre più stupida. Per la feccia mondialista le iniziative "politiche" le guerre, le stragi, i disastri ambientali... sono dei giochi di ruolo dove vince chi è più scaltro ed audace. Inoltre per quale ragione perpetrare attentati reali con tutto il loro strascico di problemi negli spostamenti e nelle comunicazioni, tumultuosi soccorsi, ricoveri in ospedali, indennizzi, inchieste… quando è possibile mandare in onda un altro, stuzzicante episodio di una serie grandguignolesca?
Il pubblico non esige la verità, ma sensazioni forti, personaggi caratterizzati in modo icastico, avventure al fulmicotone: eccolo dunque accontentato con le mirabolanti imprese del terrorista “islamico” che zampetta da un paese all’altro, portandosi dietro stendardi dell’I.S.I.S., esplosivi, documenti d’identità, mappe, registrazioni video, orsacchiotti di peluche. Che cosa conta se la trama non è del tutto credibile, a condizione che sia intrigante? La “cronaca” oggi è narrazione: è un romanzo d’appendice, anzi d’appendicite. La geopolitica non si studia e non si comprende più con gli strumenti concettuali della storiografia, della sociologia e dell’economia, quanto con le categorie narratologiche. I media ufficiali ogni giorno pubblicano una nuova, coinvolgente storia delle "Mille e una botte" e vai col liscio!
Se poi le tragicommedie hanno successo, perché sostituirle con la realtà? L’importante è il risultato: il mercato delle menzogne tira? Consente di conseguire gli obiettivi delle tre C, controllo, coercizione, centralizzazione? Sì, allora, vada in scena l’atto successivo.
E’ inutile replicare ai discorsi dell’egregio Paolo Ferraro (e di altri) non perché siano basati su fallacie logiche, ma in quanto privi di qualsiasi logica. Sono frasi del tutto insensate, a vanvera. Non è certo la moltiplicazione dei caratteri cubitali e dei punti esclamativi ed interrogativi a conferire anche solo una parvenza di dialettica ai vaniloqui, a collages dadaisti. Questi sproloqui ci ricordano i temini scritti da quelle adolescenti che, incapaci di esprimere le loro superficiali emozioni, infarciscono i testi di puntini sospensivi e di faccine.
Purtroppo mentre le adolescenti sono innocue, i cattivi maestri rischiano di far scuola.
In questi tempi non esplodono solo gli ordigni reali o fittizi che siano, ma pure le “argomentazioni” capziose ed eristiche di chi, invece di combattere le macroscopiche scelleratezze del sistema, si ostina a cercare, senza trovarlo, il classico pelo nell’uovo nell’ambito dell’informazione non allineata. Ciò è paradossale oltre che deprecabile.
Usando le stesse strategie linguistiche dei disinformatori, ghettizzano i pochi redattori liberi usando quel termine becero che comincia per “c”: E’ un vocabolo che ci rifiutiamo di adoperare sia perché è scorretto da un punto di vista semantico sia poiché è un insulto alla lingua italiana, già stuprata impunemente dai giornalisti di regime.
Purtroppo queste mosche cocchiere, codesti sofisti da quattro soldi bucati non solo ignorano quanto abbiamo scritto in questi anni, ma sono pure inetti a capirlo. Si chiedono, ad esempio, perché i registi degli pseudo-attentati commettano tanti errori quando girano i film, per quale ragione la sceneggiatura sia piena di buchi e di incongruenze. Da un lato, come abbiamo già osservato, le più recenti pantomime culminate nei “fatti” di Bruxelles, sono una sfida, una provocazione nei confronti di una massa sempre più stupida. Per la feccia mondialista le iniziative "politiche" le guerre, le stragi, i disastri ambientali... sono dei giochi di ruolo dove vince chi è più scaltro ed audace. Inoltre per quale ragione perpetrare attentati reali con tutto il loro strascico di problemi negli spostamenti e nelle comunicazioni, tumultuosi soccorsi, ricoveri in ospedali, indennizzi, inchieste… quando è possibile mandare in onda un altro, stuzzicante episodio di una serie grandguignolesca?
Il pubblico non esige la verità, ma sensazioni forti, personaggi caratterizzati in modo icastico, avventure al fulmicotone: eccolo dunque accontentato con le mirabolanti imprese del terrorista “islamico” che zampetta da un paese all’altro, portandosi dietro stendardi dell’I.S.I.S., esplosivi, documenti d’identità, mappe, registrazioni video, orsacchiotti di peluche. Che cosa conta se la trama non è del tutto credibile, a condizione che sia intrigante? La “cronaca” oggi è narrazione: è un romanzo d’appendice, anzi d’appendicite. La geopolitica non si studia e non si comprende più con gli strumenti concettuali della storiografia, della sociologia e dell’economia, quanto con le categorie narratologiche. I media ufficiali ogni giorno pubblicano una nuova, coinvolgente storia delle "Mille e una botte" e vai col liscio!
Se poi le tragicommedie hanno successo, perché sostituirle con la realtà? L’importante è il risultato: il mercato delle menzogne tira? Consente di conseguire gli obiettivi delle tre C, controllo, coercizione, centralizzazione? Sì, allora, vada in scena l’atto successivo.
E’ inutile replicare ai discorsi dell’egregio Paolo Ferraro (e di altri) non perché siano basati su fallacie logiche, ma in quanto privi di qualsiasi logica. Sono frasi del tutto insensate, a vanvera. Non è certo la moltiplicazione dei caratteri cubitali e dei punti esclamativi ed interrogativi a conferire anche solo una parvenza di dialettica ai vaniloqui, a collages dadaisti. Questi sproloqui ci ricordano i temini scritti da quelle adolescenti che, incapaci di esprimere le loro superficiali emozioni, infarciscono i testi di puntini sospensivi e di faccine.
Purtroppo mentre le adolescenti sono innocue, i cattivi maestri rischiano di far scuola.
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Paolo Ferraro, Massimo Mazzucco, i comandanti delle truppe cammellate che vengono in soccorso dei negazionisti classici ora che molti si sono accorti che la "realtà" dei media ufficiali è un circo.
RispondiEliminaFaccio un po' fatica ad arrivarci anche se mi considero abbastanza smaliziato. Non capisco bene che bisogno c'era di creare un 'false flag' in larga parte 'staged', come si dice in Inglese.
RispondiEliminaAgli organizzatori di simili episodi non gliene frega della vita della gente. Per loro ammazzare centinaia o migliaia di persona è come ammazzare delle mosche. Perché si sono inventati simili commedie? Francamente non so rispondere.
Ovviamente non è la prima volta. Leggevo tempo fa che pure nell'evento 'terroristico' di Sandy Hook negli USA non è morto nessuno, a dispetto delle informazioni ufficiali.
Meglio così, certo. Da tutto ciò si deduce che il livello di follia dei manipolatori delle masse ha raggiunto vette inimmaginabili. Siamo immersi in una dimensione massimamente virtuale.
Una replica a Massimo Mazzucco: pare proprio che sulla Luna ci siano stati anche se non sappiamo con precisione in che modo nè quando. Si leggono 'report' di qua e di là su un argomento interessante quale la composizione delle rocce lunari. E si fanno confronti con la composizione delle rocce terrestri. I risultati sono sorprendenti (con buona pace del Mazzucco).
Pensiamo a tutto il polverone creato dalla morte, quella sì reale, di Giulio Reggeni. Con il cinema si evitano inchieste interminabili, richieste di indennizzi, movimenti per la verità etc. Tanto Essi massacrano in mille altri modi. Sull'argomento comunque tornerò, se mi sarà possibile.
EliminaCiao
In effetti del caso Regeni non se ne può più. Da circa un paio di mesi i Tg scoppiano di servizi riguardanti quel personaggio assurdo che immagino sia stato il Regeni. (Un 'ricercatore'...ma di che?).
EliminaIl quale si vede che era talmente sprovveduto da pensare di fare i comodi suoi in un Paese arabo. Pazzesco. Si vede che il malcapitato non aveva afferrato come funziona con quella gente.
Tuttavia, fosse stato di un altro colore politico se lo sarebbero dimenticato assai presto.
Scusami la digressione. Ciao
Ho sempre pensato che l'arte dell'illusionismo consistesse nel mescolare vero e falso, naturale con artificioso... una piccola esplosione per creare scompiglio, attori nascosti in mezzo alla folla o in attesa in veicoli dissimulati che, ad un segnale convenuto, si posizionano in posti chiave, facendosi riprendere (da altri attori?) per pochi istanti in modo da causare un impatto emotivo, ma mai tanto a lungo da far sorgere il sospetto di artificiosità. Le foto poi, possono essere prodotte anche dopo la farsa, adeguandosi al volere del pubblico/massa.
EliminaNon mi è piaciuto il post di Mazzucco, così come non mi è piaciuto il video/risposta di Tommix, e nemmeno la replica al video di Mazzucco.
Mazzucco è un gatekeeper? Non lo so, ma penso di no, spero solo che questo non sia un'occasione per creare una ulteriore divisione nell'ambito della contro informazione.
Ciao
Presto pubblicheremo un articolo che fugherà ogni dubbio.
EliminaCiao
Sono tutti a libro paga di qualche potentato. Hanno tutti bisogno di soldi e si vede che in questo settore vengono elargiti validi incentivi. I divulgatori onesti sono delle mosche bianche si possono contare sulle dita di una mano semi-chiusa.
RispondiEliminaConcordo in toto. Conosco anche i datori di lavoro di certi autori, ma non posso scriverli.
EliminaCiao
Digressione più che doverosa, Paolo.
EliminaErrata corrige: Regeni non Reggeni.
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