Qualche giorno addietro si è svolto un convegno (o qualcosa del genere) organizzato dall'Unione, schieramento di “centro-sinistra”, cui è ovviamente intervenuto il professor (?) Romano Prodi.
Lo slogan del convegno era “Vola il Sud, decolla l’Italia”. Evidentemente il leader dell’Unione ha pronunciato uno di quei vieti e tediosi discorsi, trasudanti la solita retorica meridionalista. Ma la concione non m’interessa: vorrei soffermarmi sull’immaginifica ed alata metafora dello slogan, che, come è ovvio, non evoca una ripresa economica e civile per il nostro paese, ripresa del tutto impossibile ed utopica, piuttosto ricorda la sinistra politica dell’onorevole D’Alema. L’ex segretario dei DS, infatti, quando era presidente del Consiglio, con un’ignominiosa condotta basata su infingimenti, bugie, sotterfugi, legittimò la guerra della NATO contro la Serbia, conflitto fortemente voluto da quel sant’uomo di Clinton. Gli esponenti del governo guidato dall’imperscrutabile nocchiero dichiararono che l'aviazione militare italiana partecipava al conflitto solo in operazioni logistiche. Si scoprì, in seguito, che gli aerei avevano, invece, preso parte anche a bombardamenti di obiettivi militari e civili.
Visti i trascorsi, speriamo che D’Alema continui a bordeggiare con la sua barca a vela e che non approdi mai più sui lidi d'Esperia. Tra l’altro, è questo il messaggio della trasmissione “Blob” andata in onda ieri sera. Il programma passava in rassegna le principali gesta del navigato uomo politico durante gli anni del suo pernicioso governo, mentre sull’angolo dello schermo si leggeva l’esorcistica formula “D’Alemai”.
Vola il sud, decolla l’Italia? Oggi a decollare sono soltanto le aviocisterne che, con appositi erogatori, spargono nell’atmosfera sostanze chimiche varie, non propriamente innocue. Quei velivoli sì che decollano, altro che l’Italia! L’Italia, e non solo, non potrà che precipitare sempre più nell’abisso.
P.S. Absit iniuria verbis.
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