24 ottobre, 2005

L'asino e gli asini

Absit iniuria verbis.
Non è necessario leggere voluminosi saggi concernenti le teorie politiche per comprendere la realtà di oggi e di quasi ogni tempo. A che pro leggere i paludati ed accademici libri di Popper e di Bobbio? Tutte le loro elucubrazioni circa il sistema democratico e il liberalismo sono solo dei flatus vocis. Rileggiamo, invece, una favola di Fedro, l’autore latino originario della Tracia. La favola s'intitola L'asino e il vecchio pastore.

Nel mutamento di governo nulla cambiano gli umili, tranne il nome del padrone. Questa favoletta dimostra che ciò è vero. Un vecchio pauroso faceva pascolare in un prato un asinello. Quello, spaventato da un clamore improvviso di nemici, tentava di convincere l’asino a fuggire affinché non fossero catturati. Ma quello impassibile: “Di grazia, credi che il vincitore m’imporrà due basti per volta?” Il vecchio disse di no. “Perciò che cosa vuoi che m’importi chi io debba servire? Purché io porti la mia soma.”

In questo breve testo sembra essere compendiata la quintessenza delle concezioni politiche. Non di meno, Fedro è considerato un autorucolo, mentre, in occasione di blasonati quanto noiosissimi convegni, relatori di fama internazionale discettano, citando illustri politologi, sui valori e sulle prospettive della “democrazia”, forma di governo che non è mai esistita, non esiste, mai esisterà. Insomma, certi mostri sacri sono soltanto dei mostri di ignoranza, dei tronfi banditori di banalità.

Questo discorso vale anche per il giornalismo: prendiamo in considerazione, verbigrazia, alcune illustri firme, quali Magdi Allam, Gianni Riotta, Vittorio Zucconi, Sergio Romano, Emilio Fede, Giuliano Ferrara e via discorrendo. Sono dei pusilli, delle nullità, eppure dai loro pulpiti marmorei pronunciano le loro patetiche omelie a moltitudini di fedeli devoti. Chi sono costoro, se confrontati con un giornalista vero, come Massimo Mazzucco, che gestisce il sito luogocomune.net, autore, ad esempio, di alcune illuminanti e coraggiose inchieste sul 9 11? Pur essendo noto a pochi, sebbene egli non abbia la risonanza che merita, Mazzucco è un galantuomo ed un intellettuale di grandissimo valore: lo connotano l’onestà nella ricerca, lo spirito critico, l’apertura mentale e, qualità assai rara, il senso dell’umorismo. Purtroppo, poiché nemo propheta in patria, dobbiamo subire i perniciosi sermoni di quei farisaici apologeti dello status quo. Infine, come se non bastasse, spesso risuona anche la voce chioccia di “Benedetto” XVI, il vignaiolo.
Speriamo almeno che per Natale ci mandi una cassetta di vini pregiati.

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