Davvero viviamo in quel di un'immane esplosione in corso d'opera…?
Mai parola fu più usata a sproposito. Essa fa nascere in noi l'idea di un qualcosa che occupa uno spazio più grande estendendosi entro un luogo preesistente. E' chiaro che tutto ciò non può applicarsi all'universo. Infatti qual è il contenitore in cui l'universo si espanderebbe? L'origine di questo termine è da imputarsi ad alcuni fisici-matematici, noti con il nome di “cosmologi relativistici”, che hanno pensato il normale spazio tridimensionale [quello in cui passiamo la vita di tutti i giorni] immerso in uno a quattro dimensioni. E in questo ipotetico spazio quadrimensionale essi fanno espandere l'universo. Ma esiste davvero una quarta dimensione… e come tutto questo è venuto dal caso o chi lo ha voluto? Ma andiamo con ordine.
L'evoluzione
Dall'ameba all'uomo: questo è, in due parole, il tragitto evolutivo della vita che il biologo 'cerca' di ricostruire. Non sappiamo come è iniziata: possiamo solo ragionevolmente [?] “supporre” che complesse reazioni chimiche hanno preparato il terreno “PRIMA” della comparsa della vita sulla terra. Non conosciamo nemmeno i vari passi che hanno portato da organismi monocellulari a creature complesse come i dinosauri fino ad arrivare all'uomo. Possiamo ancora con una certa ragionevolezza ipotizzare che l'ambiente “ESTERNO” abbia plasmato e guidato i processi evolutivi. Sottolineiamo le parole “PRIMA” ed “ESTERNO”, poiché in esse si racchiude il succo della differenza tra evoluzione biologica ed evoluzione del Cosmo. In cosmologia non c'è posto né per il “PRIMA” né per “L'ESTERNO”.
Alla base c'è da sempre, inconfessato, il timore che un processo evolutivo, una qualche storia universale presupponga una “nascita”, con tutte le implicazioni filosofiche e religiose che essa comporta. CHI ha determinato questa nascita? In una parola CHI HA CREATO L'UNIVERSO?
Ma tralasciando il momento primo, torniamo all'evoluzione del cosmo. Quindi, qualunque siano i meccanismi evolutivi, essi debbono avere continuato ad operare indisturbati fin dalle lontane origini. E' come se, tanto per restare in paragoni biologici, la fine dei dinosauri non fosse stata determinata da mutamenti ambientali, ma scritta nel codice genetico della prima cellula che ha cominciato a moltiplicarsi sulla superficie del nostro pianeta. Per capirci meglio, si tratta della stessa situazione che permette a un astronomo di prevedere, con millenni di anticipo, le orbite dei pianeti che procedono indisturbati nei cieli, ma non gli consente di indovinare esattamente le quotazioni di borsa neanche per il giorno dopo.
La totale mancanza di influenze esterne nell'universo rende perciò totalmente indeterminata la risposta della teoria. Così la relatività generale è destinata a produrre una varietà “infinita” di Universi. Essa non può indovinare in quale universo viviamo, fino a quando non diamo qualche informazione aggiuntiva, finché, tanto per fare un esempio, non fissiamo la densità della materia e della radiazione per una qualche epoca della storia cosmica. Ma CHI… HA FATTO QUESTA SCELTA? Perché viviamo proprio in questo Universo e non in un'altro?
L'evoluzione dell'Universo conduce “inevitabilmente” al mistero della sua nascita: è possibile trovare delle “motivazioni naturali” per le condizioni iniziali? O dobbiamo prendere atto che QUALCUNO o qualcosa ha deciso?
La biologia ha lentamente rimosso l'intervento divino nella nascita della vita, tanto che vari esponenti religiosi e teologi accettano che la vita abbia avuto origini chimico-fisiche. Il problema così è scivolato lentamente indietro nel tempo, fino alla nascita dell'Universo. Per comprendere la portata della questione dobbiamo ricorrere alla teoria della relatività appena sopra citata e provare che, tra una infinità di Universi possibili, solo UNO abbia la capacità di ospitare la vita [in ogni sua forma], ma che la sua probabilità di esistere sia infinitamente piccola rispetto a tutti gli altri Universi possibili e che non vi sia NESSUNA spiegazione ovvia o percentuale di successo perchè “questo” e non altri è nato; non potrebbe questa essere considerata una prova a favore di una “creazione intelligente”, di una SCELTA VOLONTARIA?
Il cosmo si espande?
Agli inizi del nostro secolo un certo numero di astronomi, tra i quali primeggia il nome dello svedese Knut Lundmark, si erano resi conto che la nostra galassia, per quanto grande e luminosa, non era isolata dal cosmo. Lundmark aveva anche misurato la velocità relativa tra la terra ed una decina di galassie, trovando una strana tendenza all'allontanamento. E' qui che entra in scena Edwin Hubble che, utilizzando il più grande telescopio allora costruito, quello di Monte Wilson, raccolse la prova [?] che le galassie esterne non solo tendono ad allontanarsi da noi, ma che la velocità è più alta per le galassie più lontane.
Fino ad ora abbiamo parlato di “allontanamento” ed è proprio quando tentiamo di focalizzare il fatidico “centro” di questo cataclismico evento che siamo costretti a ricorrere all'espansione e, per far questo, dobbiamo ricorrere alle osservazioni di George Gamow. Egli è stato uno dei migliori divulgatori scientifici di tutti i tempi ed era solito, per illustrare l'idea dell'espansione, ricorrere all'esempio dei palloncini di gomma.
L'esperimento istruttivo consiste nel disegnare tanti puntini neri sulla superficie di un palloncino sgonfio, questi puntini rappresentano le galassie dell'universo. Poi, soffiando nel palloncino, vediamo che i puntini che giacciono sulla superficie tendono ad allontanarsi gli uni dagli altri man mano che il volume aumenta. Per un abitatore bidimensionale che viva sulla superficie, “NON ESISTE” un centro dell'espansione. Il centro, infatti, è all'interno del palloncino e solo un “essere tridimensionale” può immaginarne “l'esistenza”. Per Gamow gli uomini sono gli abitatori tridimensionali dell'Universo che si sta “gonfiando” in uno spazio a “quattro dimensioni” per noi INIMMAGINABILE. Per questo motivo non esiste un “centro” dell'espansione dell'Universo. Esso si trova al centro dell’iper-sfera nello spazio a quattro dimensioni. Ma c'è proprio bisogno di introdurre una quarta dimensione? La risposta è affermativa e non dipende dalle teorie dei cosmologi relativistici, ma dal modo stesso in cui la mente umana visualizza gli spazi. E' stato Bernhard Riemann, grande matematico della fine dell'Ottocento a “intuire” questo punto. Seguendo le sue intuizioni, ci si rende conto che il vero problema non è nell'incapacità di “vedere” uno spazio quadrimensionale, ma nel fatto che noi non siamo neppure capaci di visualizzare correttamente uno spazio a tre dimensioni, come quello in cui viviamo. Qualcuno potrebbe protestare a questo punto: ognuno di noi ha il senso della tridimensionalità degli oggetti. Ci viene il dubbio che i cosmologi relativistici vogliano indurci a credere che anche questa è una “illusione”!?
Niente paura, nessuno mette in discussione la nostra capacità di creare oggetti a tre dimensioni e di osservarli o interagire con essi. La vera questione riguarda l'intero spazio e non le cose in esso contenute.
Il nostro processo mentale per la visualizzazione dello spazio è chiamato dai matematici “immersione”. E' come se la nostra mente avesse bisogno di un contenitore ideale dove “immergere” gli spazi che vuole rappresentare ed il contenitore ha sempre una dimensione in più. Esso ha certo dei vantaggi: basta pensare a quali raffinate eleganze il metodo ha condotto gli antichi geometri greci… ma presenta anche un grosso inconveniente. Quando arriviamo allo spazio a tre dimensioni e lo vogliamo rappresentare, sia esso euclideo o no, lo dovremmo “immergere” in uno euclideo con una dimensione in più; purtroppo la nostra mente si rifiuta di immaginare uno spazio euclideo a quattro dimensioni.
ECCO DOVE NASCE IL PROBLEMA. Il metodo di rappresentazione degli spazi per “immersione” [che ci è stato inculcato] non ci consente di visualizzare spazi tridimensionali, poiché richiede di immergerli in uno euclideo a quattro dimensioni e NON SAPPIAMO VEDERE QUEST'ULTIMO.
Scopriamo così che i cosmologi relativistici o sono vanitosi oppure hanno conoscenze diverse da quelle pubblicamente insegnate quando usano la parola “espansione” per descrivere l'allontanamento delle galassie: essi credono di vedere o vedono quello che gli uomini normali non riescono nemmeno ad immaginare. L'Universo che fluttua liberamente in uno spazio euclideo a QUATTRO DIMENSIONI e che, in esso, si espande. L'ostacolo che abbiamo descritto non è da poco, in quanto esso ha “impedito” la nascita della geometria a più dimensioni fin dagli inizi del secolo presente. Ha anche tratto in “inganno” i più bravi matematici dell'antichità, i quali non riuscivano a pensare ad uno spazio tridimensionale NON-EUCLIDEO, a causa dell'incapacità di rappresentarlo.
Quanto è complesso il Multiverso… e chi lo ha fatto così… il caso o qualcuno??
To be continued...
B O J S
Liberatoria: il presente materiale non è coperto da nessun copyright e può essere liberamente usato riportando correttamente il contenuto in tutto o in parte e citando il Blog e l'autore.
Mai parola fu più usata a sproposito. Essa fa nascere in noi l'idea di un qualcosa che occupa uno spazio più grande estendendosi entro un luogo preesistente. E' chiaro che tutto ciò non può applicarsi all'universo. Infatti qual è il contenitore in cui l'universo si espanderebbe? L'origine di questo termine è da imputarsi ad alcuni fisici-matematici, noti con il nome di “cosmologi relativistici”, che hanno pensato il normale spazio tridimensionale [quello in cui passiamo la vita di tutti i giorni] immerso in uno a quattro dimensioni. E in questo ipotetico spazio quadrimensionale essi fanno espandere l'universo. Ma esiste davvero una quarta dimensione… e come tutto questo è venuto dal caso o chi lo ha voluto? Ma andiamo con ordine.
L'evoluzione
Dall'ameba all'uomo: questo è, in due parole, il tragitto evolutivo della vita che il biologo 'cerca' di ricostruire. Non sappiamo come è iniziata: possiamo solo ragionevolmente [?] “supporre” che complesse reazioni chimiche hanno preparato il terreno “PRIMA” della comparsa della vita sulla terra. Non conosciamo nemmeno i vari passi che hanno portato da organismi monocellulari a creature complesse come i dinosauri fino ad arrivare all'uomo. Possiamo ancora con una certa ragionevolezza ipotizzare che l'ambiente “ESTERNO” abbia plasmato e guidato i processi evolutivi. Sottolineiamo le parole “PRIMA” ed “ESTERNO”, poiché in esse si racchiude il succo della differenza tra evoluzione biologica ed evoluzione del Cosmo. In cosmologia non c'è posto né per il “PRIMA” né per “L'ESTERNO”.
Alla base c'è da sempre, inconfessato, il timore che un processo evolutivo, una qualche storia universale presupponga una “nascita”, con tutte le implicazioni filosofiche e religiose che essa comporta. CHI ha determinato questa nascita? In una parola CHI HA CREATO L'UNIVERSO?
Ma tralasciando il momento primo, torniamo all'evoluzione del cosmo. Quindi, qualunque siano i meccanismi evolutivi, essi debbono avere continuato ad operare indisturbati fin dalle lontane origini. E' come se, tanto per restare in paragoni biologici, la fine dei dinosauri non fosse stata determinata da mutamenti ambientali, ma scritta nel codice genetico della prima cellula che ha cominciato a moltiplicarsi sulla superficie del nostro pianeta. Per capirci meglio, si tratta della stessa situazione che permette a un astronomo di prevedere, con millenni di anticipo, le orbite dei pianeti che procedono indisturbati nei cieli, ma non gli consente di indovinare esattamente le quotazioni di borsa neanche per il giorno dopo.
La totale mancanza di influenze esterne nell'universo rende perciò totalmente indeterminata la risposta della teoria. Così la relatività generale è destinata a produrre una varietà “infinita” di Universi. Essa non può indovinare in quale universo viviamo, fino a quando non diamo qualche informazione aggiuntiva, finché, tanto per fare un esempio, non fissiamo la densità della materia e della radiazione per una qualche epoca della storia cosmica. Ma CHI… HA FATTO QUESTA SCELTA? Perché viviamo proprio in questo Universo e non in un'altro?
L'evoluzione dell'Universo conduce “inevitabilmente” al mistero della sua nascita: è possibile trovare delle “motivazioni naturali” per le condizioni iniziali? O dobbiamo prendere atto che QUALCUNO o qualcosa ha deciso?
La biologia ha lentamente rimosso l'intervento divino nella nascita della vita, tanto che vari esponenti religiosi e teologi accettano che la vita abbia avuto origini chimico-fisiche. Il problema così è scivolato lentamente indietro nel tempo, fino alla nascita dell'Universo. Per comprendere la portata della questione dobbiamo ricorrere alla teoria della relatività appena sopra citata e provare che, tra una infinità di Universi possibili, solo UNO abbia la capacità di ospitare la vita [in ogni sua forma], ma che la sua probabilità di esistere sia infinitamente piccola rispetto a tutti gli altri Universi possibili e che non vi sia NESSUNA spiegazione ovvia o percentuale di successo perchè “questo” e non altri è nato; non potrebbe questa essere considerata una prova a favore di una “creazione intelligente”, di una SCELTA VOLONTARIA?
Il cosmo si espande?
Agli inizi del nostro secolo un certo numero di astronomi, tra i quali primeggia il nome dello svedese Knut Lundmark, si erano resi conto che la nostra galassia, per quanto grande e luminosa, non era isolata dal cosmo. Lundmark aveva anche misurato la velocità relativa tra la terra ed una decina di galassie, trovando una strana tendenza all'allontanamento. E' qui che entra in scena Edwin Hubble che, utilizzando il più grande telescopio allora costruito, quello di Monte Wilson, raccolse la prova [?] che le galassie esterne non solo tendono ad allontanarsi da noi, ma che la velocità è più alta per le galassie più lontane.
Fino ad ora abbiamo parlato di “allontanamento” ed è proprio quando tentiamo di focalizzare il fatidico “centro” di questo cataclismico evento che siamo costretti a ricorrere all'espansione e, per far questo, dobbiamo ricorrere alle osservazioni di George Gamow. Egli è stato uno dei migliori divulgatori scientifici di tutti i tempi ed era solito, per illustrare l'idea dell'espansione, ricorrere all'esempio dei palloncini di gomma.
L'esperimento istruttivo consiste nel disegnare tanti puntini neri sulla superficie di un palloncino sgonfio, questi puntini rappresentano le galassie dell'universo. Poi, soffiando nel palloncino, vediamo che i puntini che giacciono sulla superficie tendono ad allontanarsi gli uni dagli altri man mano che il volume aumenta. Per un abitatore bidimensionale che viva sulla superficie, “NON ESISTE” un centro dell'espansione. Il centro, infatti, è all'interno del palloncino e solo un “essere tridimensionale” può immaginarne “l'esistenza”. Per Gamow gli uomini sono gli abitatori tridimensionali dell'Universo che si sta “gonfiando” in uno spazio a “quattro dimensioni” per noi INIMMAGINABILE. Per questo motivo non esiste un “centro” dell'espansione dell'Universo. Esso si trova al centro dell’iper-sfera nello spazio a quattro dimensioni. Ma c'è proprio bisogno di introdurre una quarta dimensione? La risposta è affermativa e non dipende dalle teorie dei cosmologi relativistici, ma dal modo stesso in cui la mente umana visualizza gli spazi. E' stato Bernhard Riemann, grande matematico della fine dell'Ottocento a “intuire” questo punto. Seguendo le sue intuizioni, ci si rende conto che il vero problema non è nell'incapacità di “vedere” uno spazio quadrimensionale, ma nel fatto che noi non siamo neppure capaci di visualizzare correttamente uno spazio a tre dimensioni, come quello in cui viviamo. Qualcuno potrebbe protestare a questo punto: ognuno di noi ha il senso della tridimensionalità degli oggetti. Ci viene il dubbio che i cosmologi relativistici vogliano indurci a credere che anche questa è una “illusione”!?
Niente paura, nessuno mette in discussione la nostra capacità di creare oggetti a tre dimensioni e di osservarli o interagire con essi. La vera questione riguarda l'intero spazio e non le cose in esso contenute.
Il nostro processo mentale per la visualizzazione dello spazio è chiamato dai matematici “immersione”. E' come se la nostra mente avesse bisogno di un contenitore ideale dove “immergere” gli spazi che vuole rappresentare ed il contenitore ha sempre una dimensione in più. Esso ha certo dei vantaggi: basta pensare a quali raffinate eleganze il metodo ha condotto gli antichi geometri greci… ma presenta anche un grosso inconveniente. Quando arriviamo allo spazio a tre dimensioni e lo vogliamo rappresentare, sia esso euclideo o no, lo dovremmo “immergere” in uno euclideo con una dimensione in più; purtroppo la nostra mente si rifiuta di immaginare uno spazio euclideo a quattro dimensioni.
ECCO DOVE NASCE IL PROBLEMA. Il metodo di rappresentazione degli spazi per “immersione” [che ci è stato inculcato] non ci consente di visualizzare spazi tridimensionali, poiché richiede di immergerli in uno euclideo a quattro dimensioni e NON SAPPIAMO VEDERE QUEST'ULTIMO.
Scopriamo così che i cosmologi relativistici o sono vanitosi oppure hanno conoscenze diverse da quelle pubblicamente insegnate quando usano la parola “espansione” per descrivere l'allontanamento delle galassie: essi credono di vedere o vedono quello che gli uomini normali non riescono nemmeno ad immaginare. L'Universo che fluttua liberamente in uno spazio euclideo a QUATTRO DIMENSIONI e che, in esso, si espande. L'ostacolo che abbiamo descritto non è da poco, in quanto esso ha “impedito” la nascita della geometria a più dimensioni fin dagli inizi del secolo presente. Ha anche tratto in “inganno” i più bravi matematici dell'antichità, i quali non riuscivano a pensare ad uno spazio tridimensionale NON-EUCLIDEO, a causa dell'incapacità di rappresentarlo.
Quanto è complesso il Multiverso… e chi lo ha fatto così… il caso o qualcuno??
To be continued...
B O J S
Liberatoria: il presente materiale non è coperto da nessun copyright e può essere liberamente usato riportando correttamente il contenuto in tutto o in parte e citando il Blog e l'autore.
Molto complicata la faccenda Bojs..forse se non siamo in grado di capire la realtà ci sarà un motivo..
RispondiEliminaO i soliti arconti che ci soggiogano con le loro favole e menzogne?
Sempre assieme per la verità!!
Un grosso saluto a tutte le persone di buon animo come voi!!
"non potrebbe questa essere considerata una prova a favore di una “creazione intelligente”, di una SCELTA VOLONTARIA?"
RispondiEliminaNo. Il "sì" mi sembrerebbe una risposta ingenua, di comodo diciamo.
Continuare a credere nell'esistenza di un demiurgo per avere la rsiposta pronta a tutto. La ricerca della scienza continua.
Tra l'altro, come lascia intendere Bojs, la teoria del Big bang è errata: infatti tempo fa alcuni cosmologi italiani la falsificarono.
RispondiEliminaCiao
Mauro, il problema è non tanto CHI o CHE COSA, ma PERCHE'? Qui posso solo tacere.
RispondiEliminahttp://www.altrogiornale.org/news.php?extend.1473.7
RispondiEliminaCiao Amici! Tutto ciò che è stato detto si sta realizzando
Ciao Soulliving, avevo letto l'inquietante articolo che segnali.
RispondiEliminaCiao e grazie
Perchè ti alzi la mattina? perchè hai bisogno di esporre i tuoi pensieri?..perchè fremi quando una donna ti si avvicina?..
RispondiEliminaPerchè cerchi risposte?..
Perchè?
Perchè sei vivo, questo in se è già una risposta..
più elaborata la puoi creare con tutte le parole e segni dell'universo. Ma a quel punto davanti ad una risposta cosa farai? Farai altre domande..
Rispondere a cose più semplici ci si mette già in difficoltà(come ti chiami?Che lavoro fai?Sei sposato?).
Il punto e che non si vuole arrivare ad un punto, perchè in tal caso la ruota smette di girare..ed il criceto incomincia a dover vivere. Perchè cerchi risposte e perchè le ami esporre?
Si continua a girare in tondo..poi casca la terra e finalmente ci ritroviamo come uomini semplici e bisognosi quali siamo per terra!!
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaScusa ancora l'Ot Zret. Apro il giornale che ha il nome con integrata la parola sorrisi e che mi ritrovo? Giacobbo che dice che mostrerà un geroglifico che raffigura un essere extraterrestre
RispondiEliminaPrima trovo alla radio parlare di agarthi e dell'uno ora questo.Questi sono "segni" che ormai si avvicinano
Ciao a tutti
Riuscireste a immaginare un mondo senza sinarchia?
RispondiEliminaRiuscireste a immaginare un mondo con una perfetta forma di governo?
Riuscireste ad immaginare un mondo senza paura, senza gente avida, senza povertà, violenza?
Dove la gente vive in modo pacifico, sereno per generazioni?
Provate solo a immaginare.. avrebbe un senso un mondo del genere?
Mi sono scervellato parecchio in cerca di una soluzione ai problemi che affliggono l' umanità, io credo che non esistano..
Stasera ho visto "Leoni per agnelli", alcune situazioni economiche in famiglia mi hanno convinto che l' essere umano medio va nel panico per delle inezie.. Mentre scrivo cè un documentario di History Channel sulla vittoria di Roma su Cartagine.. "L' unica cosa che teneva unita e in ordine la città era la paura di cartagine" Queste le parole che mi sono giunte all' orecchio.
O paura o disordine sociale
Se cè paura, di conseguenza guerra, dolore
Se cè disordine sociale ci sono agitazioni, violenza criminalità dolore
E' possibile un umanità senza dolore? Se così fosse, cosa penseremmo del Paradiso? Del "risveglio"? Dell' Anima? Dell' amore infinito? Di Dio?
E' forse il dolore la prigione? Diciamo che il mondo è illusorio ma il dolore reale. Ce il mondo è una prigione dei sensi, ma il dolore reale.
Dolore è la parola chiave, di quale porta però?
Scusate eventuali errori, ho scritto di getto.
Donnie.
Il dolore a mi o parere aiuta a far riflettere, se tutto fosse già scritto se già ogni domanda avesse risposta.. mancherebbe la controparte spirituale sentimentale emotiva, necessaria come accostamento per una visione corretta.Questa parte non è scrivibile, leggibile, visibile...un'intelligenza emotiva è necessaria quanto e più di un'altra forma..
RispondiEliminafenice, a che scopo se alla conclusione di ogni vita perdiamo coscienza di ciò? Da individui per lo meno..
RispondiEliminaSiamo noi che abbiamo coscienza o è la coscienza ad avere noi? La "nostra" coscienza è "nata" con noi? o è eternamente parte dell Etere? o "è" l' Etere? Che ruolo avremmo noi come individui se così fosse? Se la coscienza non ha bisogno di evolvere, che scopo ha l' uomo? Esisterebbe la coscienza senza l'uomo? E l'uomo senza coscienza? Perchè solo in alcuni essa è vigile mentre in altri sembra sopita? Manipolazione? E per i pochi "svegli"? Bugs nel sistema? Se si, perchè? Da parte di chi?
Chi o cosa cè al di là del velo? Perchè pensiamo ci sia qualcosa? O perchè ne siamo sicuri? Perchè ci poniamo queste domande?
Donnie.
Donnie, sono cruciali queste domande che ti poni. Circa il dolore, credo che, in una certa misura, esso sia utile ed anche "piacevole". La sua superfetazione, il suo straripamento non si spiegano. Si Deus, unde malum? E' il quesito di Agostino cui nessuno ha ancora risposta.
RispondiEliminaSono le domande che si pone Stirner in Grammatica della creazione, un saggio magnifico, anche se misconosciuto. "La risposta soffia nel vento".
Ciao a tutti.
Ci poniamo domande perchè senza di esse come faremmo ad evolverci?Ma con supposizioni, idee rilegate, ricerche, darai risposta? Se si solo a ciò che l'uomo già sa.. Da scettico potrei dire che la coscienza rimane solo a livello collettivo ed ognuno di noi ne partecipa passivamente o attivamente per contribuirne. Se così fosse nn ci sarebbero comportamenti sbagliati o giusti, ma solo tentativi.. L'etere, c'è, impossibile negarne il contrario, come di fatti la quarta dimensione o come si voglia chiamare influisce dapprima a livello geometrico sulla forma e ne ordina le forze polari ecc(Soluto soluzione?!?)... La coscienza è rilegata ad ogni forma vivente, vi è una coscienza genetica una coscienza intellettiva emotiva ecc.. Ma è dono di pochi, poiché noi ancora quanti siamo inconsci di tutto? Più andrai avanti nel cercare e più capirai che eri ignaro del tutto. Il velo è tutto ciò che vi è di incomprensibile ed è logico aver la certezza di non aver capito tutto,la oltre coscienza, oltre al conoscere l'essere(Ma siamo già?Boh;)... l’essere porta ad un altro cammino, silente e sconcertante, per chi vuole davvero non per chi occupa il suo tempo…
RispondiEliminaPotrò dire sciocchezze, anzi dico sciocchezze, prendetemi come un vaneggiatore ne sarò lusingato..
Ognuno prima di tutto ha una ricerca personale e di questo ne ho la convinzione totale.
l'uomo è coscienza ed la coscienza è l'uomo,il problema se cosi lo si puo chiamare,e che si è dato nomi non perfettamente esaustivi alle cose conosciute/sconosciute,a l'essere,all'etere ecc,che poi sono la stessa cosa.
RispondiEliminasiamo incapaci di immaginare,di visualizare altre possibilita,e questo che ci inducono a fare,esso è il vero inganno.
come lo fanno?nè stiamo parlando da un pò,inutile elencare.
l'evoluzione è l'inganno.
perche lo fanno?per paura!!!
la realta è immaginazione concretizata,un concentrato di energia pura.
siamo capaci di concretizarne altre,infinite, dobbiamo solo volerlo.
quando siamo felici,pensiamo al dolore?
zret il male è nello stesso posto dove si trova il bene.
scegliete,chiedete e vi sarà dato.
non vado oltre è scusate per il commentaccio.
un abbraccio.anto-az
Aliud ets dicere, aliud est facere
RispondiEliminaSereno Natale dai campi profughi palestinesi del Libano del sud.
RispondiEliminaNasruddin, cittadino del mondo
http://campolibanosci.wordpress.com/2007/12/24/milioni-di-promesse/on
se ti dicessi e il dire ed il fare sono la stessa cosa?
RispondiEliminaarduo e il compito,ma nn impossibile!!
almeno per i fisici,inteso come scienza,quando un cosa non è impossibile,entra nelle cose fattibili,bisogno solo che si trovi il modo giusto per operare.
come per fare il pane,mica tutti lo sanno fare ma,con impegno si riesce in toto.
fenice,ti abbraccio forte.tuo fratello anto-az
Un particolare saluto a Nasruddin, cittadino del mondo. Che la risposta diventi presto per tutti certezza di un senso.
RispondiEliminaCiao a tutti.
Ho letto tempo fa' una presunta rivelazione extraterrestre dove si diceva che il Big Bang altro non sarebbe che l'esplosione cosmica causata dalla 'ribellione'di Lucifero che era un angelo della 4a dimensione(alta).Personalmente la ritengo plausibile considerando che a mio avviso,L dopo la caduta rappresenta l'Ego Umano.
RispondiEliminaSaluti
Guido, potrebbe anche essere. In effetti sappiamo che esistono molte dimensioni (forse 11) e non si può escludere che L. sia un essere interdimensionale.
RispondiEliminaCiao!
esso è un parte del tutto scintosi,il famoso 5% il restante 95% è il resto,comunque uno con il tutto.
RispondiEliminaè lo specchio dove viene riflesso il tutto,solo in modo piu piccolo.
come del resto maschio/donna,emisfero sinistro/destro ecc.....
diciamo che il cosmo altro non è,che la rappresentazione dell'emisfero sinistro,detto in modo molto riduttivo s'intende.
in effetti voi siete lui cioè "L" e quindi esseri interdimensionali.
un saluto a tutti.anto-az
Mi chiedo se esista una corrispondenza tra il 95 per cento dell'universo che non vediamo e la più o meno corrispondente percentuale di DNA silente.
RispondiEliminaComunque non tutto è energia: credo esista qualcos'altro.
Ciao a tutti e grazie dei vostri ottimi contributi.
..Per iniziare a comprendere il "Nagual"..
RispondiEliminaBisogna aver riordinato quantomeno il "Tonal"..
.. Comunque concordo con anto-az:
RispondiEliminaLa nostra arma più potente è l'Immaginazione..
Che noi abbiamo immolato sull'altare del "copia incolla"..
Con l'Immaginazione si possono raggiungere "Mondi" ed intervenire attivamente sulla Realtà..
La Cultura da sola, senza Immaginazione,dopo un pò diventa un Limite..
L'Uomo, prima o poi, può "concretizzare" tutto ciò che riesce ad immaginare..
A quel punto forse dovremo stare attenti a "Cosa" immaginare..
.. Però ,purtroppo, mi sembra che siano preoccupazioni ancora molto premature..
Siamo ancora molto primitivi, Anto.az.
RispondiEliminaCiao
Errata corrige, Mr R.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina...Hai ragione Zret..
RispondiElimina:)