31 agosto, 2008

Io sono leggenda

Io sono leggenda è un romanzo di Richard Matheson. Scritto nel 1954, l'omonima pellicola, con uno spento Will Smith ed una dozzinale regia, ha portato in auge la fatica dell’autore statunitense.

Il tòpos letterario del vampirismo al centro della storia, un centro molto decentrato, potrebbe indurre a pensare che Io sono leggenda sia una rivisitazione del tema stokeriano collocato in un futuro non distante, invece che in un milieu gotico.

Così non è: l'opera si segnala per la sua originalità e per la drammaticità cinematografica con la focalizzazione interna che diviene spesso soggettiva non solo nei pensieri, ma nello sguardo di Robert Neville, il protagonista, fisso sulla mano che stringe il bicchiere del solito whisky.

Cinematografiche sono pure le irruzioni dei flash-back, dolorose rievocazioni di un passato di affetti familiari, un passato per sempre perduto. Nel montaggio serrato stridono le sequenze introspettive con le azioni convulse di Neville mosso dall'istinto di sopravvivenza in un mondo letteralmente disumano. Ora che le persone, a causa di un misterioso contagio, si sono tramutate in morti semimorti ed in morti viventi, campeggia solitaria e disperata la figura di Neville. La sua solitudine è potente metafora della condizione non tanto dell'uomo nell'arida società contemporanea, quanto dell'uomo libero. La libertà è anatema e condanna in una "civiltà" gremita da scervellati e da mutanti. L'unica fuga dalla solitudine è nell'effimera amicizia di Robert con un cane e nell'amore impossibile con Ruth, un sentimento subito strozzato nell'inganno e nella tragedia.

L'epilogo, con Neville costretto in un cul de sac dell’intreccio, è prevedibile, ma a riscattarlo concorrono la caratura narrativa dell'autore, il ritmo nervoso, la scalfita pittura delle cose e dei personaggi, col suggello della fede assurda ma indomita nella propria dignità con cui il protagonista affronta la morte.

Profetico e terribile, con una punta di nichilismo, Io sono leggenda è un monito contro l'assuefazione all'orrore.



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3 commenti:

  1. "è un monito contro l'assuefazione all'orrore".......dove invece ci stanno portando dritti dritti,forse ci hanno già portato! viviamo in un film Horror,ma non so quanti ne sono consapevoli!quanti s'indignano,quanti almeno ci riflettono su!
    angela

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  2. consiglio anche il film
    "I figli degli uomini"

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  3. "I figli degli uomini" è pellicola che manda dei messaggi per chi può captarli.

    Ciao!

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