In una caustica pagina del monumentale “Così parlò Zarathustra”, Nietzsche distrugge lo stato che egli bolla come “nuovo idolo”. Eppure il pensatore tedesco, che con parole implacabili e profetiche demolì il mito dello stato, fu ed è da taluni visto come l’anticipatore dei regimi totalitari. Invero, il filosofo tedesco fu strenuo avversario del potere costituito. Si condividano o no alcune sue idee o tutte, egli resta uno spirito magno, tra l’altro per il coraggio con cui mise a nudo la cattiva coscienza ammantata di perbenismo borghese nonché la miseria del Positivismo trionfante. Nietzsche, a differenza degli “intellettuali” di oggi, organici al sistema, anche e soprattutto quando sfoggiano pose critiche, dichiarò, apertis verbis, la sua esecrazione delle istituzioni che, di là da una facciata di rispettabilità, nascondono un volto sfigurato e turpe. Quanti oggi sono capaci di un’analisi tanto corrosiva ed intemerata? Quanti oggi riescono a coniugare profondità di pensiero ad uno stile affilato e raggiante come folgore?
“Da qualche parte esistono ancora popolazioni e greggi, ma non da noi, fratelli miei; noi abbiamo gli Stati. Stato? Che cosa è mai? Ebbene! Aprite le orecchie, perché sto per dirvi la mia parola sulla morte dei popoli. Stato si chiama il più freddo di tutti i freddi mostri. Freddo anche nel mentire; una menzogna che lingueggia dalla sua bocca: 'Io, lo Stato, sono il popolo. È una menzogna! Creatori erano coloro che crearono i popoli e trasmisero in loro una fede ed un amore: e così servirono la vita. Ma distruttori sono questi che tendono trappole e le chiamano Stato e vi appendono sopra una spada con cento avidità. Dove esiste ancora un vero popolo, questi non ammette Stato, che anzi odia come una iettatura ed un peccato contro il costume e il diritto. […] Lo Stato mente in tutte le lingue circa il bene ed il male: mente, qualunque cosa dica; e anche ciò che ha lo ha rubato. Tutto in lui è falso; con denti rubati morde, il mordace. Persino le sue interiora sono false. La corruzione delle espressioni sia del bene sia del male è il contrassegno dello Stato. Invero, questo contrassegno indica volontà di morte. E in realtà attrae i predicatori di morte! Molti, troppi sono stati messi al mondo: per i superflui è stato creato lo Stato! Guardate, dunque, come esso li alletta, i superflui! Come li inghiottisce e li mastica e li rimastica!
'Sulla terra nulla vi è più grande di me: io sono il dito ordinatore di Dio': così rugge la belva. Cadono in ginocchio non soltanto coloro che hanno lunghi orecchi e vista corta! Ohimé, anche a voi, grandi anime, mormora le sue tristi bugie! Ohimé, individua i cuori ricchi che si sanno prodigare! Sì, ha individuato anche voi, o vincitori dell'antico Dio! Voi vi siete stancati nel combattimento e ora la vostra stanchezza serve al nuovo idolo! 'Desidera circondarsi di eroi e uomini d'onore, il nuovo idolo! Ben volentieri si delizia della luce solare delle coscienze pulite, la fredda bestia!
Tutto vi vuole dare, se voi lo adorate, il nuovo idolo: così acquista la magnificenza delle vostre virtù e lo sguardo dei vostri occhi orgogliosi. E con voi egli vuole adescare le moltitudini in eccesso! È un'opera infernale che così è stata inventata, un cavallo di morte, tintinnante nelle guarnizioni di onorificenze divine! Una morìa per molti è stata così ideata che si pavoneggia come vita: ma in realtà è un servizio reso dal cuore a tutti i predicatori di morte! Ecco lo Stato, dove tutti bevono veleno, buoni e cattivi: lo Stato, dove tutti si perdono, buoni e cattivi: lo Stato, dove il lento suicidio di tutti si chiama 'vita'. Guardateli, questi superflui! Essi si rubano le opere degli inventori ed i tesori dei saggi: chiamano istruzione il loro furto e tutto diviene per causa loro malattia e sconcezza! Guardateli, questi superflui! Sono sempre malati, vomitano la loro collera e la chiamano 'giornale'. Si divorano l'un l'altro e non riescono neppure a digerirsi. Guardateli, questi superflui! Si procurano ricchezze e con queste divengono più poveri. Vogliono autorità e prima ancora la leva del potere, molto denaro; gli impotenti! Guardate come si arrampicano, le agili scimmie! Si avviticchiano l'una sull'altra e così si trascinano nella melma e nell'abisso. Tutti vogliono giungere al trono: questa è la loro follia; come se la felicità fosse sul trono! Spesso sul trono c'è invece la melma; spesso anche il trono è nella melma.
[...] Fuggite sulla strada al cattivo odore! Fuggite l'idolatria dei superflui! Fuggite sulla strada al cattivo odore! Fuggite dal vapori di questi sacrifici umani! Ancora oggi la terra è libera per le grandi anime. Liberi sono anche molti luoghi per i solitari e le anime gemelle, intorno a cui soffia l'odore di tranquilli mari. C'è ancora una vita libera per le grandi anime. Chi poco possiede, tanto meno è posseduto: sia lodata dunque la piccola povertà! Dove lo Stato finisce, comincia l'uomo che non è superfluo: comincia il canto della necessità, la melodia singolare e irrepetibile. Là dove lo Stato finisce, guardate dunque là, fratelli miei! Non vedete l'arcobaleno ed il ponte dell'oltreuomo?"
“Da qualche parte esistono ancora popolazioni e greggi, ma non da noi, fratelli miei; noi abbiamo gli Stati. Stato? Che cosa è mai? Ebbene! Aprite le orecchie, perché sto per dirvi la mia parola sulla morte dei popoli. Stato si chiama il più freddo di tutti i freddi mostri. Freddo anche nel mentire; una menzogna che lingueggia dalla sua bocca: 'Io, lo Stato, sono il popolo. È una menzogna! Creatori erano coloro che crearono i popoli e trasmisero in loro una fede ed un amore: e così servirono la vita. Ma distruttori sono questi che tendono trappole e le chiamano Stato e vi appendono sopra una spada con cento avidità. Dove esiste ancora un vero popolo, questi non ammette Stato, che anzi odia come una iettatura ed un peccato contro il costume e il diritto. […] Lo Stato mente in tutte le lingue circa il bene ed il male: mente, qualunque cosa dica; e anche ciò che ha lo ha rubato. Tutto in lui è falso; con denti rubati morde, il mordace. Persino le sue interiora sono false. La corruzione delle espressioni sia del bene sia del male è il contrassegno dello Stato. Invero, questo contrassegno indica volontà di morte. E in realtà attrae i predicatori di morte! Molti, troppi sono stati messi al mondo: per i superflui è stato creato lo Stato! Guardate, dunque, come esso li alletta, i superflui! Come li inghiottisce e li mastica e li rimastica!
'Sulla terra nulla vi è più grande di me: io sono il dito ordinatore di Dio': così rugge la belva. Cadono in ginocchio non soltanto coloro che hanno lunghi orecchi e vista corta! Ohimé, anche a voi, grandi anime, mormora le sue tristi bugie! Ohimé, individua i cuori ricchi che si sanno prodigare! Sì, ha individuato anche voi, o vincitori dell'antico Dio! Voi vi siete stancati nel combattimento e ora la vostra stanchezza serve al nuovo idolo! 'Desidera circondarsi di eroi e uomini d'onore, il nuovo idolo! Ben volentieri si delizia della luce solare delle coscienze pulite, la fredda bestia!
Tutto vi vuole dare, se voi lo adorate, il nuovo idolo: così acquista la magnificenza delle vostre virtù e lo sguardo dei vostri occhi orgogliosi. E con voi egli vuole adescare le moltitudini in eccesso! È un'opera infernale che così è stata inventata, un cavallo di morte, tintinnante nelle guarnizioni di onorificenze divine! Una morìa per molti è stata così ideata che si pavoneggia come vita: ma in realtà è un servizio reso dal cuore a tutti i predicatori di morte! Ecco lo Stato, dove tutti bevono veleno, buoni e cattivi: lo Stato, dove tutti si perdono, buoni e cattivi: lo Stato, dove il lento suicidio di tutti si chiama 'vita'. Guardateli, questi superflui! Essi si rubano le opere degli inventori ed i tesori dei saggi: chiamano istruzione il loro furto e tutto diviene per causa loro malattia e sconcezza! Guardateli, questi superflui! Sono sempre malati, vomitano la loro collera e la chiamano 'giornale'. Si divorano l'un l'altro e non riescono neppure a digerirsi. Guardateli, questi superflui! Si procurano ricchezze e con queste divengono più poveri. Vogliono autorità e prima ancora la leva del potere, molto denaro; gli impotenti! Guardate come si arrampicano, le agili scimmie! Si avviticchiano l'una sull'altra e così si trascinano nella melma e nell'abisso. Tutti vogliono giungere al trono: questa è la loro follia; come se la felicità fosse sul trono! Spesso sul trono c'è invece la melma; spesso anche il trono è nella melma.
[...] Fuggite sulla strada al cattivo odore! Fuggite l'idolatria dei superflui! Fuggite sulla strada al cattivo odore! Fuggite dal vapori di questi sacrifici umani! Ancora oggi la terra è libera per le grandi anime. Liberi sono anche molti luoghi per i solitari e le anime gemelle, intorno a cui soffia l'odore di tranquilli mari. C'è ancora una vita libera per le grandi anime. Chi poco possiede, tanto meno è posseduto: sia lodata dunque la piccola povertà! Dove lo Stato finisce, comincia l'uomo che non è superfluo: comincia il canto della necessità, la melodia singolare e irrepetibile. Là dove lo Stato finisce, guardate dunque là, fratelli miei! Non vedete l'arcobaleno ed il ponte dell'oltreuomo?"
In parte inerente ...
RispondiEliminahttp://anoldseed.blogspot.com/2009/03/lo-stato-di-natura.html
Ciao Iniziato, grazie del contributo.
RispondiEliminaE dove sta la via d'uscita al problema sollevato da Nietzsche riguardante l'intrinseca malvagità dello Stato?
RispondiEliminaIl filosofo tedesco, nella sua tagliente spietata analisi che rasenta il prolisso, precorreva le prese di coscienza che sarebbero venute dopo. Quanti,infatti, nel frattempo non hanno creduto a ciò che veniva loro propinato dagli infami Governi delle Nazioni i quali si sono avvicendati nei decenni solamente per far il male dei cittadini sudditi?
Nella mia pochezza non scorgo alcuna via d'uscita ad uno dei mali - o si tratta forse dell'unico vero male dal quale tutti gli altri discendono? - che affligge l'Umanità di questo eone decaduto.
Ma esistono o sono forse esistiti o esisteranno altri eoni migliori di questo? Arrivato a questo punto non saprei. Le utopie non hanno funzionato. Nessuna di esse, religioni comprese.
Rimane comunque l'utopia del Regno futuro. I Buddhisti lo chiamano ' la Terra Pura', gli Induisti il Satya Yuga, i Cristiani il 'Regno Messianico'. Che stia per irrompere da qualche parte? E' qui o è là?
L'autore del Vangelo Di Tommaso,da buon gnostico, getta acqua sul fuoco lasciando fraintendere che il 'Regno di Dio è dentro di noi'.
Sì, va bene. Ma la sua concretizzazione esterna nel macrocosmo risulta possibile? Su questo Tommaso non ci informa forse perchè nemmeno lui sapeva rispondere a tale domanda.
Paolo, tocchi molti nervi scoperti. Che cosa ha consentito allo stato di assurgere a quel monstrum horrendum che è oggi e che sarà tosto?
RispondiEliminaAhinoi, Nietzsche poteva solo baloccarsi con l'annumzio dell'era in cui avrebbe dominato l'oltreuomo, mentre vediamo in ogni dove dei sub-uomini e degli automi menomati.
Credo che il Regno dei Cieli (vero è che forse il Messia intendeva qualcos'altro) sia destinato a venire, ma a quale prezzo? Se fosse un'utopia, non avremmo speranze.
La risposta, pur profonda del Vangelo di Tommaso, è un po' elusiva ed è simile alle esortazioni a cogliere l'adesso, per non guardare nell'abisso del passato e nella voragine del futuro. Che importa se il tempo è illusione? Non siamo esseri temporali, almeno qui? Peccato che cogliere l'adesso talora sia afferrare il vuoto. Il destino nichilista di filosofie che non sembrano esserlo.
Ciao e grazie.
Così parlò Zarathustra è poesia dell'anima per l'anima.
RispondiEliminaTutti dovrebbero leggerlo per capirne almeno una parte, per dirsi uomini.
Per me è stato vitale, io lo chiamo L'"aulin" per lo spirito: quando le cose non vanno e questo mondo mi deprime, è l'unico libro che sana le mie pene.
W.B., sì l'opera di Nietzsche è in primis poesia, sublime poesia.
RispondiEliminaCiao e grazie.