02 agosto, 2005

Elogio di David

Con questo suo ultimo libro, David Icke ci fornisce le prove di ciò che realmente sta succedendo nel mondo e, senza paure e reticenze, ci mette di fronte a informazioni allarmanti che demoliscono il nostro sistema di credenze.In questi tempi difficili, oscuri, che sembrano veramente il preludio di Armageddon, molti si affannano per tentare di capire che cosa ci riserva il futuro, compulsando testi di indovini e profeti.
Premetto che forse è preferibile vivere, in una certa misura, nell’inconsapevolezza per evitare di rovinarsi il presente, quando si ripensa alle quasi sempre fosche predizioni dei chiaroveggenti, dalle Sibille dell’antichità ad Edgar Cayce, passando per i profeti dell’Antico testamento, Gioacchino da Fiore, Malachia, il celeberrimo Nostradamus, Basilio di Kronstad… solo per citarne alcuni.

Ad ogni modo, se veramente vogliamo conoscere i possibili sviluppi futuri della situazione internazionale, sul piano politico, economico, sociale, ambientale, senza nulla togliere ai veggenti prima citati, che, anche se in modo cifrato e, talora, astruso, mi sembra abbiano intuito eventi dell’avvenire, consiglio di leggere i saggi di un indefesso e valoroso scrittore britannico, David Icke.
Icke, ex giornalista della BBC, decise a un certo punto della sua vita, che non era più il caso di lavorare per una rete che, come moltissime altre, svolge il facile compito di inebetire i cittadini-sudditi con pseudo-notizie, soggiacendo alla sinistra volontà dei poteri politici ed economici. Così, mettendo tutto in gioco, in primis la sua reputazione e rispettabilità (ma, in fondo, sono “valori” di una società ipocrita con cui Icke ha tagliato i ponti), ha deciso di diventare un vero giornalista, indipendente, libero, che non si fida mai delle versioni ufficiali. Dopo anni di ricerche accuratissime e impegnative, ha raccolto una mole sterminata di dati, fonti, documenti... ricostruendo e portando alla luce una storia occulta e, per molti versi, inquietante, dell’umanità.

Si obietterà: non è stato il primo né è l’unico ricercatore controcorrente. È vero, ma il contributo di Icke nel profondo rinnovamento, anzi nella rivoluzione degli studi storiografici, è immenso ed incontestabile. Non solo, mutuando ed adattando il processo della dialettica hegeliana (tesi, antitesi, sintesi), ha messo a punto uno strumento interpretativo portentoso: mi riferisco a quello che egli sintetizza nelle tre parole PROBLEMA-REAZIONE-RISOLUZIONE. Con tale paradigma, molte apparenti contraddizioni del nostro mondo, soprattutto in politica internazionale ed interna, rivelano la loro natura nascosta, la loro inconfessabile essenza (Lo schema è stato applicato anche da M. Pamio, L’altro volto dell’immigrazione: vedi www.disinformazione.it).

Questo strumento, associato ad una potente intelligenza e ad un’ alacre attività di investigazione, ha consentito ad Icke di “predire” anni addietro quello che oggi sta accadendo: aveva preannunciato l’escalation di attentati “islamici” che stanno funestando Stati Uniti ed Europa; aveva “profetizzato” la messa a punto del sistema basato sui microprocessori sottocutanei prima per gli animali, poi per le persone, con il pretesto della rintracciabilità e della sicurezza; aveva predetto l’acquiescenza dell’Unione europea (da lui definita senza mezzi termini superstato fascista) alle pressioni delle multinazionali per l’introduzione dei perniciosissimi OGM; aveva preconizzato la graduale, ma irreversibile riduzione delle libertà, col paravento della “lotta” al terrorismo... (Potrebbero mai avere l’intenzione di lottare contro sé stessi?).

Anche Icke ha i suoi limiti: non voglio scriverne un panegirico; ad esempio, confida, a mio parere, un po’ troppo nella possibilità che gli uomini hanno di aprire gli occhi e di riappropriarsi della loro vita; a volte il tono di alcuni passi dei suoi libri diventa predicatorio. Comunque queste piccole mende non mi impediscono di apprezzare il suo coraggio leonino, la sua perseveranza di fronte a chi lo dileggia, lo ostracizza, lo isola, mentre mi nausea quella corporazione di pseudo-giornalisti, falsi editorialisti e cronisti d’accatto sussiegosi e vuoti come zucche (sia detto con rispetto per le zucche) che, nei loro lussuosi uffici, (magari affacciati su Central Park) scarabocchiano qualche foglio di carta o, in diretta televisiva, “commentano” i fatti del giorno, esibendo tutta la loro abissale ignoranza, i loro stantii pregiudizi, spacciando questo ciarpame per cultura ed informazione.

Il filosofo austriaco Feyerabend sostiene che l’incremento della conoscenza è il frutto dell’elaborazione di punti di vista eterodossi e del capovolgimento di teorie saldamente acquisite. Icke è la prova vivente di quanto è giusta questa teoria.

Concludo invitandovi a leggere i saggi del nostro autore e ad aprire gli occhi, che è poi la stessa cosa.

Chi, invece, volesse baloccarsi con le fole, acquisti il Nuovo(?) catechismo della Chiesa cattolica, curato dal nuovo(?) pontefice, Benedetto XVI.

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