09 agosto, 2005

Il Manifesto delle contraddizioni e dell'ipocrisia

Fonte: NexusSulle pagine del quotidiano Il Manifesto è stato pubblicato qualche giorno fa un articolo in cui si deplora l’incoerenza di Chris Martin, leader dei Coldplay, perché il solista del gruppo britannico, che, da anni, si batte per la difesa dell’ambiente, ha affermato che lui e gli altri componenti della band, per raggiungere le città delle loro tournées, impiegano un aereo privato, non capendo che i velivoli sono inquinanti.

I vari mezzi di trasporto, per un verso o per un altro, con le loro emissioni, i residui della combustione dei carburanti sono tra le cause della polluzione atmosferica: questo è fuor di dubbio. Tuttavia la rampogna del giornalista è veramente un esempio di ipocrisia, quando si pensa che il quotidiano ha ignorato e continua ad ignorare un problema ben più grave, se vogliamo rimanere nell’ambito dei voli aerei. Infatti le segnalazioni ad opera dei lettori riguardanti i continui, spudorati passaggi di velivoli che rilasciano nell’aria, con appositi erogatori, sostanze chimiche di natura per lo più imprecisata, ma certamente nocive sia per gli equilibri climatici del pianeta sia per salute delle persone, sono rimaste lettera morta. Alcuni giornalisti, come ad esempio, Tom Bosco, direttore della rivista “Nexus”, da tempo continuano a denunciare la questione alle autorità senza risultato alcuno, mentre quotidiani ed emittenti televisive tacciono colpevolmente.

Il Manifesto ospita pure, nella sua versione telematica, una rubrica dedicata ai temi ambientali, ma non mi risulta che qualche redattore si sia mai degnato di sfiorare il problema delle scie chimiche. Queste contraddizioni sono molto più evidenti di quelle denunciate, con tanta scandalizzata indignazione, dall’articolista. I “sepolcri imbiancati” sono sempre pronti a biasimare, ammonire, condannare, strappandosi le vesti, ma, quando si tratta di impegnarsi in un’inchiesta seria per portare alla luce qualche verità scomoda, ecco che il conformismo e l’inerzia hanno il sopravvento. Questi farisei se ne stanno nei loro confortevoli uffici climatizzati, senza mai nemmeno dare un’occhiata a quello che succede fuori, soprattutto in alto. Sanno solo attendere che qualche profeta si pronunci su un argomento qualsiasi, per diffonderne acriticamente il verbo. Costoro non sono più giornalisti ma pedissequi ripetitori di “verità” altrui, come il discepolo che ha ripreso, magnificandola, in un G.riottesco editoriale, l’ eccelsa concione del Blaiteratore sulla “tolleranza” e la “democrazia”. Forse vogliono dimostrare di essere più realisti del re.

Se il carisma e l’ascendente di questi messaggeri di versioni ufficiali non fossero così grandi, non avremmo motivo per essere tanto impensieriti, ma purtroppo essi sono considerati spesso maitres à penser.

Speriamo che un giorno venga qualcuno a scacciare tali mercanti della parola dal Tempio dell’informazione.

P.S. Ovviamente, se qualche lettore mi vuole informare di un’inchiesta sulle scie chimiche, indagine condotta da qualche quotidiano o canale televisivo a diffusione nazionale o, per lo meno, regionale, sarò lieto di rettificare le precedenti considerazioni.

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