Viviamo in un mondo dai connotati sovente inconcepibili. Così, in questi ultimi tempi, il tema della clonazione ha cominciato a gettare lunghe ombre sul futuro prossimo. Pare che qualche "scienziato" intenda clonare il Messia, usando le tracce ematiche della Sindone, il noto lenzuolo sulla cui autenticità è impossibile pronunciarsi. Alcuni ricercatori ritengono che la creazione di un falso Cristo non sia un'ipotesi tanto peregrina. La sceneggiatura è già stata scritta: più della regia, ammireremo gli effetti speciali. Se tra noi già vivono dei cloni, chi sono e chi li ha generati? L'ufologo Michael Rubens, nell'articolo They are among us, si richiama alle investigazioni di Budd Hopkins e di David Jacobs sui rapimenti alieni: egli crede che l'agenda dei Grigi preveda l'infiltrazione tra l'umanità di ibridi umano-alieni, mentre Corrado Malanga descrive le copie dei sequestrati.
Si pone anche un problema antropologico: come classificare questi presunti esseri ed in che cosa si differenziano dagli uomini? Non sarà inopportuno rispolverare quel concetto che lo scientismo odierno rigetta, l'idea di anima. Poi si tratta di comprendere il fine dell'ibridazione tratteggiata con dolente stupore anche da Katharina Wilson. Orientarsi non è punto facile: pare un'invasione silenziosa e letale come nel film per la regia di Don Siegel, L'invasione degli ultracorpi, ma è un'invasione più subdola. Gli ultracorpi erano cloni, nell'angosciante pellicola.
Rubens riprende in mano i libri di Nigel Kerner e ne ricorda alcune conclusioni: "Kerner è il più originale autore che si sia soffermato sull'intrusione del fenomeno extraterrestre. Egli propone una visione del piano elaborato dai Grigi (da non confondere con le E.B.E., n.d.r.) Suggerisce che il miglior modo per comprendere il loro comportamento apparentemente bizzarro è definire chi esattamente essi sono e soprattutto come diventeranno. Dopo aver esplorato questi temi, l'autore dà uno sguardo nuovo ai resoconti dei testimoni, alla luce delle più recenti scoperte scientifiche, specialmente nel campo della genetica e della fisica quantistica
Kerner è stato il primo autore a chiarire una connessione tra gli Arconti dei testi gnostici trovati a Nag Hammadi in Egitto ed i Grigi. Egli operò questo abbinamento nel suo primo libro del 1997... Siamo sull'orlo di una tragedia cosmica e la ragione è drammaticamente semplice: le nostre società sono alla ricerca disperata di un messia che sia in grado di unire la scienza con il senso intuitivo di un'invisibile realtà mistica. Per molte persone questo senso intuitivo non va oltre la superstizione: il problema è che il fenomeno dei Grigi è interpretato da molti autori carismatici e da imbonitori come qualcosa che offre quegli elementi scientifici intrecciati alla superstizione che essi stanno cercando.
Secondo Kerner, i Grigi sono messia meccanici. Non hanno empatia, non hanno anima. Sono entità bioniche programmate con lo scopo di perpetuare sé stessi ad ogni costo. E' ironico che i Grigi potrebbero diventare la soluzione ideale per chi aspira ad una risoluzione tecnologica e scientifica per i problemi umani. Non importa quanto intelligenti e sofisticati essi siano, i Grigi non sono della stessa natura degli uomini, poiché non hanno origini naturali, ma sono creazioni artificiali. Essi sono persi in una ricerca infinita per capire la differenza tra noi e loro. La differenza per Kerner giace lungo una linea di connessione che egli definisce Godverse: egli pensa all'anima e suggerisce che i Grigi sono alla disperata ricerca per capire che cos'è l'anima, poiché, senza di essa, è preclusa loro la via per una vita eterna".
Non credo gli Arconti coincidano con i Grigi che forse sono tra i loro emissari, ma sconcerta apprendere che solo qualche sparuta confraternita gnostica seppe riconoscere l’influsso dei Dominatori sull’esangue umanità.
Ancora una volta, attraverso il territorio impervio della xenologia, si imboccano strade che portano lontano, alla riflessione sulla meccanicità del male e persino alla metafisica: infatti questa ricerca dell'anima per opera dei Grigi ci rammenta la caducità della vita, murata in un mondo ordinario. Ci sentiamo viandanti in cammino verso l'altrove: lungo il sentiero non mancano le insidie. Questi fantomatici Grigi si interrogano sull'essenza e credono sia possibile catturarla con la tecnologia: un insegnamento, anche se ex contrario. La sfida è la rinuncia alla scienza inumana ed alle sue rutilanti promesse, in un'era che è avviata al gelido trionfo della tecnica.
Quante volte, camminando per le cimiteriali strade delle metropoli, abbiamo l'impressione di imbatterci in automi: i veri robot sono tra noi ed i Grigi non paiono costituirne la maggioranza.
Si pone anche un problema antropologico: come classificare questi presunti esseri ed in che cosa si differenziano dagli uomini? Non sarà inopportuno rispolverare quel concetto che lo scientismo odierno rigetta, l'idea di anima. Poi si tratta di comprendere il fine dell'ibridazione tratteggiata con dolente stupore anche da Katharina Wilson. Orientarsi non è punto facile: pare un'invasione silenziosa e letale come nel film per la regia di Don Siegel, L'invasione degli ultracorpi, ma è un'invasione più subdola. Gli ultracorpi erano cloni, nell'angosciante pellicola.
Rubens riprende in mano i libri di Nigel Kerner e ne ricorda alcune conclusioni: "Kerner è il più originale autore che si sia soffermato sull'intrusione del fenomeno extraterrestre. Egli propone una visione del piano elaborato dai Grigi (da non confondere con le E.B.E., n.d.r.) Suggerisce che il miglior modo per comprendere il loro comportamento apparentemente bizzarro è definire chi esattamente essi sono e soprattutto come diventeranno. Dopo aver esplorato questi temi, l'autore dà uno sguardo nuovo ai resoconti dei testimoni, alla luce delle più recenti scoperte scientifiche, specialmente nel campo della genetica e della fisica quantistica
Kerner è stato il primo autore a chiarire una connessione tra gli Arconti dei testi gnostici trovati a Nag Hammadi in Egitto ed i Grigi. Egli operò questo abbinamento nel suo primo libro del 1997... Siamo sull'orlo di una tragedia cosmica e la ragione è drammaticamente semplice: le nostre società sono alla ricerca disperata di un messia che sia in grado di unire la scienza con il senso intuitivo di un'invisibile realtà mistica. Per molte persone questo senso intuitivo non va oltre la superstizione: il problema è che il fenomeno dei Grigi è interpretato da molti autori carismatici e da imbonitori come qualcosa che offre quegli elementi scientifici intrecciati alla superstizione che essi stanno cercando.
Secondo Kerner, i Grigi sono messia meccanici. Non hanno empatia, non hanno anima. Sono entità bioniche programmate con lo scopo di perpetuare sé stessi ad ogni costo. E' ironico che i Grigi potrebbero diventare la soluzione ideale per chi aspira ad una risoluzione tecnologica e scientifica per i problemi umani. Non importa quanto intelligenti e sofisticati essi siano, i Grigi non sono della stessa natura degli uomini, poiché non hanno origini naturali, ma sono creazioni artificiali. Essi sono persi in una ricerca infinita per capire la differenza tra noi e loro. La differenza per Kerner giace lungo una linea di connessione che egli definisce Godverse: egli pensa all'anima e suggerisce che i Grigi sono alla disperata ricerca per capire che cos'è l'anima, poiché, senza di essa, è preclusa loro la via per una vita eterna".
Non credo gli Arconti coincidano con i Grigi che forse sono tra i loro emissari, ma sconcerta apprendere che solo qualche sparuta confraternita gnostica seppe riconoscere l’influsso dei Dominatori sull’esangue umanità.
Ancora una volta, attraverso il territorio impervio della xenologia, si imboccano strade che portano lontano, alla riflessione sulla meccanicità del male e persino alla metafisica: infatti questa ricerca dell'anima per opera dei Grigi ci rammenta la caducità della vita, murata in un mondo ordinario. Ci sentiamo viandanti in cammino verso l'altrove: lungo il sentiero non mancano le insidie. Questi fantomatici Grigi si interrogano sull'essenza e credono sia possibile catturarla con la tecnologia: un insegnamento, anche se ex contrario. La sfida è la rinuncia alla scienza inumana ed alle sue rutilanti promesse, in un'era che è avviata al gelido trionfo della tecnica.
Quante volte, camminando per le cimiteriali strade delle metropoli, abbiamo l'impressione di imbatterci in automi: i veri robot sono tra noi ed i Grigi non paiono costituirne la maggioranza.
APOCALISSI ALIENE: il libro
TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale
Già diversi anni or sono avevo letto in rete dell'eventualità che qualche scienziato pazzo tentasse la cosiddetta 'clonazione del Messia'.
RispondiEliminaTrattasi di una fantasticheria che non sta nè in cielo nè in terra, di una impossibilità che più impossibile di così non potrebbe essere.
Non escludo che il vero scopo dei prelievi fatti sul tessuto sindonico mirasse a tanto e che la cupola luciferina che presiede al governo della Chiesa Cattolica intendesse effettivamente collaborare con qualche scienziato che aveva smarrito la bussola.
Ma dal dire al fare c'è di mezzzo...il mare. Prima di tutto bisognerebbe dimostrare che la Sindone avvolse il corpo morto o morente del Gesù storico. Non tutti si trovano d'accordo su tale assunto dato per scontato.
E poi il Messia degli Ebrei è effettivamente esistito su questa terra? E se si, quando accadde, visto che la letteratura neo-testamentaria fa capolino alla fine del Terzo Secolo?
Qualcuno ha anche opinato che il lenzuolo sindonico avvolse il corpo non morto ma catalettico del pitagorico Apollonio di Tiana, ipotesi non poi tanto peregrina visto che tale 'miracle worker' si aggirava nelle terre dell'Impero proprio negli anni in cui si pretende sia esistito Gesù di Nazareth.
E se esistessero anche dei busti dell'Uomo della Sindone, omologabili a tale volto poichè contraddistinti dalle stesse caratteristiche facciali? E se tali busti - due per la precisione - si trovassero al Museo Archeologico Nazionale di Napoli?
Non vorrei che qualche cattolico di stretta osservanza, dopo tali pensieri, venisse a cercarmi per crocifiggermi...
Clonare Gesù…
RispondiEliminaSi clonerebbe anche la sua divinità? Sarebbe figlio di Dio comunque?
Se clonato porterebbe anche lui il peccato originale? Avrebbe un’anima?
E poi, la “sacra sindone” di Torino è più sacra delle altre sparse per il mondo o è più “vera”?
Mi chiedo se la sacralità di qualunque oggetto appartenuto a presunti “santi” sia frutto dell’innalzamento allo stato di reliquia dalla pietà popolare.
Buona vita.
Martino
Non mi pare improbabile che la Cabala intenda creare un falso Messia per far leva sull'attesa della Parousia di molti cristiani. Credo, però, che potrebbero riccorrere più a tecnologie olografiche che all'ingegneria genetica.
RispondiEliminaSulla Sindone il mistero è fitto: il volto assomiglia a quello di Leonardo, ma pure alle fattezze di Apollonio di Tiana. Vari aspetti cronologici, iconografici (si pensi ad altri mandylia) non combaciano e generano una ridda di ipotesi. Tracce di D.N.A. mitocondriale sulla Sindone indicano che...
Margius, non credo proprio che il Messia fosse divino, ma un profeta umano, quindi il problema, a mio avviso, non si pone.
Circa i cloni, inquietanti sono i saggi della Wilson: a che punto sono con la clonazione umana?
Ciao e grazie.
Ciò che è unico non può replicarsi, limiti metafisici, ontologici, limiti persino genetici. Cfr. da Parmenide a Guenon, passando per Tommaso l'aquinate, Duns Scoto e tutta la metafisica indiana, fino allo scienziato Sermonti. Che presso alcuni centri di ricerca avanzata, sparsi un po' dappertutto, si siano fatte improbabili mix di umanoidi e pezzi di robotica, con la partecipazione straordinaria di una ingegneria genetica priva di etica, non dubito. Anzi: gli USA hanno già realizzato una sorta di marine con viti e bulloni, dalle superiori prestazioni. Forse lo hanno già utilizzato in Iraq e presto sulle montagne afgane. Tuttavia non potranno mai costruire un essere umano. Da provetto alchimista ho potuto sperimentare che perfino l'acqua, sì, H2O, senza il fuoco non può essere fatta, figuriamoci homuncoli vari senza quel quid metacosmico. Lasciamo perdere l'uomo, poi. Ma ripeto, cari amici, la letteratura sci fi ci ha messo in guardia da decenni contro ogni tentativo dell'uomo di fabbricare se stesso. I mostri già circolano per l'orbe, non c'è bisogno di cloni.
RispondiEliminaAngelo Ciccarella
Sono esperimenti alla Dottor Frankestein, Angelo, e, come nel noto romanzo, i risultati sono monstra.
RispondiEliminaCiao e grazie.