In realtà quindi il cosmo pare un sogno sognato da una Mente che non sa di sognare. Noi stessi siamo sogni sognati, in cui tutto ed il contrario di tutto, proprio come nelle dimensioni oniriche, può accadere, dal sincronismo alla reversibilità, dalla creazione alla distruzione, dal viaggio interstellare a quello nel tempo. Ogni cosa è possibile: basta che la Mente sogni. Nulla la lega veramente alle cosiddette "leggi di natura".
In un universo siffatto la responsabilità e la libertà personale tendono a sgretolarsi, poiché, anche se gli uomini credono di agire, essi sono agiti, quando credono di scegliere sono scelti, quando credono di decidere sono decisi. Vita, gioia, dolore, morte sono fotogrammi montati dal Regista. Perché allora darsi tanta pena, se tutto è un gioco? Il fato, come predeterminazione assoluta, non esiste, ma si tramuta in un insieme di eventualità, di biforcazioni labirintiche dove l’io può solo perdersi. Rispetto ai contenuti, risaltano i meccanismi e le strutture della storia. Il Narratore è più interessato all'originalità ed all'efficacia della trama che al destino dei personaggi: per giunta non sembra del tutto conscio dell'intreccio che sta, con magistrale attitudine, dipanando. Si scivola così in una teologia debole, dove Dio non è perfetto, perché gli manca l’attributo dell’onniscienza, essendo in gran parte inconsapevole delle sue fantasticherie notturne. La presenza del Male, in tutte le sue molteplici forme, non solo suscita altri inquietanti interrogativi, ma, da un punto di vista teoretico, è la tessera che non si incastra in alcun modo nel mosaico.
Sono ricorso alla gruccia delle metafore per tentare di rendere l'idea, ma sono concetti difficilissimi da evocare e forse sarò frainteso. La difficoltà maggiore consiste nel carattere autocontraddittorio del reale che costringe a puntellarsi sul linguaggio comunque debole. Perché il reale è autocontraddittorio? Perché, assimilato il reale a 1, esso è diverso da 0, ossia il nulla, ma non si spiega come dal nulla assoluto possa scaturire il reale. Bisogna quindi accettare che 1 è uguale a 0 e viceversa. Il paradosso è il seguente: lo 0 è più denso di 1, il nulla più creativo del tutto. Il cosmo è simile ad un enorme macigno in bilico su un abisso infinito. La sostanza del reale è il nulla.
Non sappiamo né a causa di chi né come né per quale motivo dall'oceano del niente siano emerse le isole delle galassie. Non sappiamo che cosa potrà accadere, se mai accadrà (forse è già accaduto), allorquando, simile ad una chiocciola che si ritira nel suo guscio, ad una risacca silenziosa, l'universo rifluirà nel nulla (l’Essere) da cui è irrazionalmente ed in modo incomprensibile affiorato.
Leggi qui la prima parte.
In un universo siffatto la responsabilità e la libertà personale tendono a sgretolarsi, poiché, anche se gli uomini credono di agire, essi sono agiti, quando credono di scegliere sono scelti, quando credono di decidere sono decisi. Vita, gioia, dolore, morte sono fotogrammi montati dal Regista. Perché allora darsi tanta pena, se tutto è un gioco? Il fato, come predeterminazione assoluta, non esiste, ma si tramuta in un insieme di eventualità, di biforcazioni labirintiche dove l’io può solo perdersi. Rispetto ai contenuti, risaltano i meccanismi e le strutture della storia. Il Narratore è più interessato all'originalità ed all'efficacia della trama che al destino dei personaggi: per giunta non sembra del tutto conscio dell'intreccio che sta, con magistrale attitudine, dipanando. Si scivola così in una teologia debole, dove Dio non è perfetto, perché gli manca l’attributo dell’onniscienza, essendo in gran parte inconsapevole delle sue fantasticherie notturne. La presenza del Male, in tutte le sue molteplici forme, non solo suscita altri inquietanti interrogativi, ma, da un punto di vista teoretico, è la tessera che non si incastra in alcun modo nel mosaico.
Sono ricorso alla gruccia delle metafore per tentare di rendere l'idea, ma sono concetti difficilissimi da evocare e forse sarò frainteso. La difficoltà maggiore consiste nel carattere autocontraddittorio del reale che costringe a puntellarsi sul linguaggio comunque debole. Perché il reale è autocontraddittorio? Perché, assimilato il reale a 1, esso è diverso da 0, ossia il nulla, ma non si spiega come dal nulla assoluto possa scaturire il reale. Bisogna quindi accettare che 1 è uguale a 0 e viceversa. Il paradosso è il seguente: lo 0 è più denso di 1, il nulla più creativo del tutto. Il cosmo è simile ad un enorme macigno in bilico su un abisso infinito. La sostanza del reale è il nulla.
Non sappiamo né a causa di chi né come né per quale motivo dall'oceano del niente siano emerse le isole delle galassie. Non sappiamo che cosa potrà accadere, se mai accadrà (forse è già accaduto), allorquando, simile ad una chiocciola che si ritira nel suo guscio, ad una risacca silenziosa, l'universo rifluirà nel nulla (l’Essere) da cui è irrazionalmente ed in modo incomprensibile affiorato.
Leggi qui la prima parte.
APOCALISSI ALIENE: il libro
TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale
Secondo gli insegnamenti orientali dello Yoga del sogno la differenza che noi poniamo tra la realtà della veglia e quella dei sogni è puramente fittizia, ed imparare ad essere pienamente coscienti nei sogni permette di capire di converso come la "realtà della veglia" abbia la consistenza di un sogno
RispondiEliminaIl libro cui mi riferisco, che descrive antichissimi insegnamenti della tradizione tibetana, non parla solo di come essere coscienti nel sogno, ma anche di come sbarazzarsi delle illusioni e delle programmazioni culturali della società, della scuola, delle istituzioni.
La vita è sogno, si potrebbe ripetere con Calderon de La Barca.
RispondiEliminaGrazie della segnalazione, Corrado.
Cassiopea, lettrice di OKnotizie, ha commentato nel modo seguente:
RispondiElimina"Secondo alcuni (e condivido) viviamo in una simulazione computerizzata programmata da uno o più elaboratori "alieni". Questo spiegherebbe non solo i fenomeni paranormali e gli ufo ma anche la natura stessa dell'universo che è un ologramma. In quale universo reale i miei pensieri influenzerebbero gli eventi? (alla fine Papi Silvio ha ragione quando parla di essere ottimisti), in quale Universo reale i momenti di piacere durerebbero così poco (pensa per esempio ad un profumo), in quale Universo reale esisterebbe un'umanità tanto omologata da agire all'unisono ?(pensa alle guerre ed alle persecuzioni contro le minoranze). Se non siamo in una simulazione computerizzata, siamo in qualcosa di molto molto molto simile. Il problema è definire la natura degli esseri coscienti (pochi) rispetto alla massa: chi sono costoro e dove andranno a finire quando il programma computerizzato arriverà al termine?"
E' molto probabile che Cassiopea abbia ragione.
RispondiEliminaMatrix è il manifesto Hacker Underground che aspettavo da anni, sin da bambino. Matrix è quella che in Oriente chiamano Maya, l'illusione.
Nell'ambiente cyber e underground già anni prima di Matrix, si parlava e ragionava in questo senso. Noi organismi bio elettrici penta-sensoriali ( di base, ma non solo penta ) connessi ad una realtà condivisibile ma allo stesso tempo unica, soggettiva ed irripetibile.
Connessi da un sistema a 5 ingressi e 5 uscite ( il tipico sistema 5.1 del Dolby Surround casalingo connesso alla TV ;)
Zret, quando torno dalla missione su in UK per esaminare i Crops che faranno la prossima settimana farò un post sulle varie interfacce che ci connettono alla realtà materiale.
Bel post ZrET.
Ciao.
Ubi.
Buongiorno Zret, e buongiorno a tutti gli interlocutori.
RispondiEliminaSono un lettore di questo blog da molto tempo e di altri come "Altro Giornale", "ComeDonChisciotte", EdicolaWeb, ecc.
Questa seconda parte di questo post, completa, lasciando un grosso punto interrogativo sull'essere e la sua irrazionalità (che condivido pienamente) da dove possa essere scaturita.
Gentilissimo Signor Zret, è vero che Calderon De La Barca, oltre che ad essere un Buon (Gesuita) Teologo, nonchè Militare, Marito e Prete, Uomo di Stato, in ultimo "Teologo,Filosofo", abbia scritto "La Vita è un sogno"; senza dubbi per Lui lo è stato; in quegli stessi anni Giordano Bruno venne bruciato.
Non voglio dilungarmi oltre, per non dare la sensazione di uscire fuori tema, ma una cosa è certa, il dolore è la sofferenza è reale per tutte le creature che vivono in questo Matrix o universo olografico.
Cordialmente, wlady
Ciao Wlady, il reale è irrazionale, altrimenti Leibnitz non si sarebbe posto la celebre domanda: "Perché l'essere, invece del nulla?".
RispondiEliminaPare che in questo cosmo fallace, olografico, alcune illusioni siano molto "concrete", tra cui il tempo, l'entropia e la sofferenza, che poi sono aspetti legati tra loro.
Giordano Bruno ebbe delle intuizioni sbalorditive.
Ubi, in fondo il film Matrix, pur con alcune oscurità, riprende la cultura platonica e tradizionale. Resta sempre poi il quesito: qual è la matrice della matrice?
Leggerò volentieri il tuo reportage sui crops. Richard Boylan, a mio parere, non a torto, reputa che alcuni pittogrammi di questa ultima stagione possano essere di origine "umana, troppo umana", cioè militare.
Congratulazioni per l'ottimo blog Sphaeralux.
Ciao e grazie.
Non mi pare che si possa sottoscrivere appieno la prima parte del tuo articolo. Non metto in dubbio che anche la cosiddetta vita reale appaia, se osservata dalla stella Sirio, come una specie di sogno. Ma le leggi che caratterizzano il sogno da addormentati ed il sogno da svegli sono ben diverse.
RispondiEliminaProva tu con la forza della mente a riempire un piatto ed un bicchiere vuoti od a guarire dal morbo incurabile che ti affligge. L'imbracatura mi sembra talmente ferrea che più ferrea non si può. E poi le leggi che regolano l'attività onirica si dipanano con modalità alquanto differenti da quelle che reggono la vita di ogni giorno.
Il sogno, appartenendo alla dimensione sottile, è relativamente plastico, malleabile. Entro certi limiti si riesce a dirigerlo ed anche ad uscirne con la forza di volontà quando all'interno di esso si crei una situazione troppo frustrante, dolorosa.
Personalmente e da molti anni a questa parte, durante la proiezione del film onirico riesco a ragionare ed anche a commentare dentro me stesso le varie scene.
Il sogno non di rado ha il gusto del paradosso e del teratologico. Figure mostruose si mostrano alla mente del sognatore. Da dove sbucano queste
entità? Chi le ha suscitate, evocate dal nulla?
Scene e situazioni strane illuminate da una luce quasi sempre grigia, crepuscolare. A volte un rilassamento ed un abbandono che sfiorano la beatitudine con netta percezione o di un chakra o dell'altro.
Mai purtroppo la sensazione di trovarsi nel Centro dell'Essere, di essere finalmente tornati a casa.
Infatti, Paolo, lo scarto che evidenzi (e non è l'unico) è quello che tempo fa definii "frattura" e che altri hanno denominato "emergenza". E' come se i sogni fossero contenuti in altri sogni. La vita reale appare un po' come il precipitato di una soluzione e qui il verbo "precipitare" viene proprio a taglio. Alla fine si genera un dualismo (uno dei tanti) che resta un enigma.
RispondiElimina"A volte un rilassamento ed un abbandono che sfiorano la beatitudine con netta percezione o di un chakra o dell'altro.
Mai purtroppo la sensazione di trovarsi nel Centro dell'Essere, di essere finalmente tornati a casa".
E' una situazione che qualcuno esperisce, ma appunto, come chiosi, siamo ancora esuli.
Ciao e grazie.