Si intitola I segreti della Sistina un saggio scritto a quattro mani, da Roy Doliner, studioso di religioni comparate e di storia dell'arte, e dal rabbino Benjamin Blech. Secondo i due autori, gli affreschi dipinti da Michelangelo, nella Sistina occulterebbero un codice cabalistico e significati esoterici. Fu un chirurgo dell’Indiana, Frank Mershberger, a notare per primo che la celebre raffigurazione di Dio avvolto in un mantello rispecchia la forma della sezione cerebrale. Gli studiosi di cui sopra hanno scovato altri particolari eccentrici: nella pittura di Giuditta ed Oloferne sarebbe codificata la lettera ebraica Chet, nella rappresentazione di Davide che si accinge ad uccidere Golia, il grafema Ghimel. E' una lettura per molti versi rivoluzionaria: non indugerò sulla plausibilità di tale tesi interpretativa, ma è evidente che il capolavoro michelangiolesco è un testo iniziatico.[1] Quanto poi la simbologia ebraica e neo-platonica sia permeata nell'iconografia cristiana degli affreschi ed in quale misura valori esoterici contraddicano e minino l'"ortodossia" cattolica dei contenuti, non spetta a chi scrive né asserire né negare.
E' in ogni caso significativa la chiusura degli accademici al cospetto delle esegesi non allineate: Antonio Paolucci, insigne storico dell'arte e direttore dei Musei Vaticani dal 2007, ospite della scadente e pretenziosa trasmissione condotta dal fatuo Corrado Augias, Enigma, ha fermamente rigettato qualsiasi approccio non canonico alla figura ed all'opera di Michelangelo. Egli ha affermato che il profilo del mantello che riproduce l'encefalo è casuale, mentre altri tratti eccentrici (ad esempio, la presenza di ebrei non convertiti, dal tipico copricapo, tra i beati) sono aspetti riconducibili ad una "normalissima tradizione giudaico-cristiana". Alcuni biblisti sostengono al contrario che la continuità tra giudaismo e cristianesimo non esiste, essendo per lo più il risultato di forzature posteriori e di arbitrarie correlazioni figurali. Tuttavia, ammettendo pure tale continuità come costruzione culturale, non ci sbaglieremo, se vedremo nelle più inclite testimonianze letterarie e figurative dei testi iniziatici.
Esemplare la Commedia che, volgarizzata come poema cattolico è, invece, un "trattato" alchemico, numerologico ed astrologico: in particolare il Purgatorio, come correttamente osservò l'acuto René Guénon, è cantica esoterica par excellence, con le sette cornici della montagna, adombranti i gradi dell'iniziazione. Non dimenticherei, a titolo di breve ma piccolo saggio di quanto si espone, la descrizione dei tre gradini che precedono la porta del secondo regno: il primo gradino è bianco, il secondo nero, il terzo rosso. Sono l'Albedo, la Nigredo e la Rubedo di alchemica valenza. Che poi Umberto Eco definisca sciocchezze le osservazioni di Guénon e di altri interpreti, può solo, stante l'ignoranza profonda che il semiologo dimostra dei valori cifrati, confermarci nel convincimento che il capolavoro dantesco fu scritto da un Fedele d'Amore, criptotemplare e forse addirittura criptocataro, non da un agiografo alla Jacopo da Varagine.
Certamente nei critici ufficiali difficilmente reperiremo qualche nota circa i significati velati della Commedia. Così non troveremo in Vasari cenni al Michelangelo "eretico": Vasari fu meticoloso biografo di artisti, attento allo stile, ai dati iconologici ed iconografici, alle linee di sviluppo di pittura, scultura ed architettura, ma poco sensibile ai fermenti neo-platonici che ribollirono nella cultura rinascimentale. Le vene sotterranee restano celate ai profani. Pertanto dovremo cercare di aguzzare lo sguardo e di ampliare gli orizzonti, anche con il rischio di veder crollare i dogmi degli eruditi.
Veramente a volte non sappiamo vedere quel che è dinanzi agli occhi: così non dovrebbe destare stupore se Michelangelo affrescò come Albero della Conoscenza un fico: il fico è, in varie tradizioni, l'albero della Gnosi (si pensi al Buddhismo ed anche nei Vangeli). E' immagine esoterica. Appunto.
[1] Chi volesse approfondire l’argomento, può leggere A. Forgione, Segreti cabalistici nella Sistina, in Fenix n. 1, novembre 2008
Esemplare la Commedia che, volgarizzata come poema cattolico è, invece, un "trattato" alchemico, numerologico ed astrologico: in particolare il Purgatorio, come correttamente osservò l'acuto René Guénon, è cantica esoterica par excellence, con le sette cornici della montagna, adombranti i gradi dell'iniziazione. Non dimenticherei, a titolo di breve ma piccolo saggio di quanto si espone, la descrizione dei tre gradini che precedono la porta del secondo regno: il primo gradino è bianco, il secondo nero, il terzo rosso. Sono l'Albedo, la Nigredo e la Rubedo di alchemica valenza. Che poi Umberto Eco definisca sciocchezze le osservazioni di Guénon e di altri interpreti, può solo, stante l'ignoranza profonda che il semiologo dimostra dei valori cifrati, confermarci nel convincimento che il capolavoro dantesco fu scritto da un Fedele d'Amore, criptotemplare e forse addirittura criptocataro, non da un agiografo alla Jacopo da Varagine.
Certamente nei critici ufficiali difficilmente reperiremo qualche nota circa i significati velati della Commedia. Così non troveremo in Vasari cenni al Michelangelo "eretico": Vasari fu meticoloso biografo di artisti, attento allo stile, ai dati iconologici ed iconografici, alle linee di sviluppo di pittura, scultura ed architettura, ma poco sensibile ai fermenti neo-platonici che ribollirono nella cultura rinascimentale. Le vene sotterranee restano celate ai profani. Pertanto dovremo cercare di aguzzare lo sguardo e di ampliare gli orizzonti, anche con il rischio di veder crollare i dogmi degli eruditi.
Veramente a volte non sappiamo vedere quel che è dinanzi agli occhi: così non dovrebbe destare stupore se Michelangelo affrescò come Albero della Conoscenza un fico: il fico è, in varie tradizioni, l'albero della Gnosi (si pensi al Buddhismo ed anche nei Vangeli). E' immagine esoterica. Appunto.
[1] Chi volesse approfondire l’argomento, può leggere A. Forgione, Segreti cabalistici nella Sistina, in Fenix n. 1, novembre 2008
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molto interessante, grazie !
RispondiEliminaIn effetti, le figure di David e del filisteo Goliath paiono disegnare la lettera ebraica che assomiglia alla lambda greca.
RispondiEliminaCiao e grazie!
Vasari non ci capiva niente di esoterismo e, nel caso di Michelangelo, ha evidentemente glissato sul lato occulto, mistico dell'artista.
RispondiEliminaProviamo a pensare che nel caso della passione del Parmigianino per l'Alchimia operativa Vasari aveva parlato di 'insana mania' e di 'comportamenti lunatici'.
Lo storico aveva senz'altro ragione ma non sapeva che il Parmigianino si era rovinato il fisico inalando i vapori di mercurio.
Io sono stato più tenero con Vasari, Paolo. In ogni caso, avessimo oggi dei critici dell'arte che, pur con tutti i limiti, potessero competere con il Vasari. Oggi abbiamo bolsi dilettanti la cui... Lista è lunga.
RispondiEliminaCiao e grazie.
Naturalmente lì dove scrivo che Paolucci "è un insigne critico dell'arte" sono ironico. Colui è, al massimo, un erudito.
RispondiEliminaaspetto a gloria il giorno in cui la parola "esoterismo" non farà più paura né tanto meno verrà associata a Vanna Marchi o alle zampe di gallina.
RispondiEliminanel frattempo mi leggo con piacere articoli come il tuo, Zret , che spianano la strada.
Tommaso, moltissimi non si accostano neppure al livello essoterico, figuriamoci a quello esoterico. "Porci in brago", leggeranno i libri di qualche dozzinale romanziere come baricco.
RispondiEliminaCiao e grazie.