19 marzo 2006: è l’anniversario dell’aggressione statunitense all’Iraq. Sono numerose le manifestazioni che sono state organizzate per protestare contro la prosecuzione di questo scellerato conflitto che ha provocato la morte di migliaia di iracheni, soldati della coalizione, devastazioni, inquinamento ambientale a causa dei proiettili contenenti uranio impoverito. Tra l’altro, le correnti atmosferiche hanno portato le microscopiche particelle radioattive anche in Europa.
È giusto e doveroso mostrare il proprio dissenso, la propria riprovazione nei confronti di una politica sanguinaria perseguita dalle tre malefiche B, ma bisogna sia chiaro una volte per tutte che costoro sono soltanto degli esecutori per quanto cinici e spietati, poiché i mandanti sono altri.
Non è accettabile che si distingua tra le vittime di bombardamenti e le vittime di attentati “suicidi”: infatti i poteri oscuri che fanno divampare ed alimentano le conflagrazioni belliche sono gli stessi che ideano e perpetrano le carneficine nelle stazioni ferroviarie, nelle metropolitane, dirottano gli aerei per farli schiantare contro gli edifici, indottrinano ed armano i kamikaze, fanno esplodere moschee e sedi di ambasciate.
Una vera manifestazione per la pace deve individuare con chiarezza, senza ambiguità, i signori della guerra, che, non di rado, coincidono con coloro che si atteggiano orgogliosamente a paladini della “democrazia”, della sicurezza, del dialogo tra le civiltà. Una vera manifestazione per la pace deve additare all’opinione pubblica i responsabili dello sfacelo in cui versa il pianeta: non solo la vituperata NATO, ma anche l’ONU tanto ingenuamente celebrata. Non ci si deve accanire contro gli Stati Uniti d’America tout court, in quanto gli statunitensi sono vittime, come in quasi tutto il mondo, di governi corrotti, infami e criminali. Non è un caso se ignari cittadini statunitensi furono negli anni ‘50 del XX secolo usati come cavie per verificare la nocività delle radiazioni nucleari, così come, dalla metà degli anni ’90 ad oggi, sono avvelenati con le scie chimiche.
È giusto e doveroso mostrare il proprio dissenso, la propria riprovazione nei confronti di una politica sanguinaria perseguita dalle tre malefiche B, ma bisogna sia chiaro una volte per tutte che costoro sono soltanto degli esecutori per quanto cinici e spietati, poiché i mandanti sono altri.
È giusto e doveroso inalberare cartelli in cui compaiono, in caratteri cubitali, frasi di condanna delle guerre che si combattono in molte aree del pianeta, ma è necessario pure gridare la propria indignazione contro il terrorismo di stato, ossia contro tutti gli attentati orchestrati e compiuti dalle élites con la longa manus dei servizi segreti, dal 9 11 (New York) al 3 11 (Madrid), dal 7 7 (Londra) all’11 9 (Giordania)...
Non è accettabile che si distingua tra le vittime di bombardamenti e le vittime di attentati “suicidi”: infatti i poteri oscuri che fanno divampare ed alimentano le conflagrazioni belliche sono gli stessi che ideano e perpetrano le carneficine nelle stazioni ferroviarie, nelle metropolitane, dirottano gli aerei per farli schiantare contro gli edifici, indottrinano ed armano i kamikaze, fanno esplodere moschee e sedi di ambasciate.
Una vera manifestazione per la pace deve individuare con chiarezza, senza ambiguità, i signori della guerra, che, non di rado, coincidono con coloro che si atteggiano orgogliosamente a paladini della “democrazia”, della sicurezza, del dialogo tra le civiltà. Una vera manifestazione per la pace deve additare all’opinione pubblica i responsabili dello sfacelo in cui versa il pianeta: non solo la vituperata NATO, ma anche l’ONU tanto ingenuamente celebrata. Non ci si deve accanire contro gli Stati Uniti d’America tout court, in quanto gli statunitensi sono vittime, come in quasi tutto il mondo, di governi corrotti, infami e criminali. Non è un caso se ignari cittadini statunitensi furono negli anni ‘50 del XX secolo usati come cavie per verificare la nocività delle radiazioni nucleari, così come, dalla metà degli anni ’90 ad oggi, sono avvelenati con le scie chimiche.
È ora, infine, di battersi non solo per i diritti e le libertà dei popoli vessati e martoriati dalle cricche dei prepotenti potenti, ma anche, superando un logoro antropocentrismo, per migliori condizioni di vita per gli animali e le piante di Gaia.
Osserviamo il precetto biblico: “Rispetta il padre e la madre”. La madre è la Terra, genitrice di tutti gli esseri viventi.
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