In altri articoli ho tentato di stabilire come si possa considerare la realtà materiale. E' necessario, però, chiedersi se, per caso, il mondo fenomenico non abbia, in contrasto con quanto si ipotizzava, una sua autonomia. Che cos'è dunque il “reale”? Un pensiero cristallizzato? Un quid che è sfuggito alla Mente simile ad una forma-pensiero di cui si è perso il controllo? Se il reale è apparente, lo possiamo ritenere un'illusione di primo grado, da cui si possono generare illusioni di secondo grado (cinema, arte iconica, "realtà" virtuale, ologrammi...). Attesa la fallacia ed inconsistenza delle illusioni di secondo grado, evanescenti chimere, resta da stabilire per quale motivi, invece, i fenomeni caduchi, collocati nello spazio-tempo, appaiano tanto concreti.
E' forse la nostra abitudine a concepire il “reale” reale a conferirgli tale concretezza e tangibilità o è un Nous a proiettare il film in cui gli attori recitano un ruolo, senza sapere che stanno recitando e che sono fotogrammi? Il movimento dei fotogrammi (lo scorrere del tempo) è solo un altro inganno sensoriale. Sebbene sia contrario al senso comune, è probabile che il mondo sia (è la linea di pensiero da Platone a Bohm) poco più di un'apparenza.
Ci muoviamo ed interpretiamo un dramma, simili ad ombre cinesi stagliate su un fondo: il dramma, alla fine, è finzione e fiction. Più che un film, a volte, appare un videogioco, con differenti quadri, con ruoli precisi e regole, ignote, però, quasi sempre ai giocatori.
E' possibile che Maya abbia, invece, una sua sostanza, basata su spazio, tempo e “leggi” di natura, come pensano alcuni cosmologi? Se ciò fosse vero, sarebbe il risultato di un progetto o di un errore? L’errore potrebbe consistere nell’aver permesso ad altre menti di plasmare porzioni dell’universo, secondo schemi imperfetti. In questo modo si spiegherebbe la prevalenza del Male in un pianeta come la Terra.
La manifestazione dell'essenza è quanto mai misteriosa e polimorfa, in bilico tra l'essere, (sebbene sia un essere sconfinante nell'esistenza), ed il nulla.
Come un Mandala, il reale, definisce un intrico di figure, colori, dimensioni, ma, come un Mandala è un'immagine effimera, destinata ad essere distrutta.
E' forse la nostra abitudine a concepire il “reale” reale a conferirgli tale concretezza e tangibilità o è un Nous a proiettare il film in cui gli attori recitano un ruolo, senza sapere che stanno recitando e che sono fotogrammi? Il movimento dei fotogrammi (lo scorrere del tempo) è solo un altro inganno sensoriale. Sebbene sia contrario al senso comune, è probabile che il mondo sia (è la linea di pensiero da Platone a Bohm) poco più di un'apparenza.
Ci muoviamo ed interpretiamo un dramma, simili ad ombre cinesi stagliate su un fondo: il dramma, alla fine, è finzione e fiction. Più che un film, a volte, appare un videogioco, con differenti quadri, con ruoli precisi e regole, ignote, però, quasi sempre ai giocatori.
E' possibile che Maya abbia, invece, una sua sostanza, basata su spazio, tempo e “leggi” di natura, come pensano alcuni cosmologi? Se ciò fosse vero, sarebbe il risultato di un progetto o di un errore? L’errore potrebbe consistere nell’aver permesso ad altre menti di plasmare porzioni dell’universo, secondo schemi imperfetti. In questo modo si spiegherebbe la prevalenza del Male in un pianeta come la Terra.
La manifestazione dell'essenza è quanto mai misteriosa e polimorfa, in bilico tra l'essere, (sebbene sia un essere sconfinante nell'esistenza), ed il nulla.
Come un Mandala, il reale, definisce un intrico di figure, colori, dimensioni, ma, come un Mandala è un'immagine effimera, destinata ad essere distrutta.
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Se anche un giorno la fisica scoprisse delle ottime leggi che giustificano (ossia permettono di dedurre) non solo la gravitazione, l'elettromagnetismo, le forze nucleari, ma anche la sincronicità, la telepatia, l'interconnessione fra coscienza e "materia" sarebbero lo stesso leggi non "vere in assoluto" ma al più "relativamente corroborate" e di cui da un momento all'altro un esperimento potrebbe dimostrare l'imperfezione (falsificandole).
RispondiEliminaPer altro sembra che la fisica e la biologia di frontiera si stiano avvicinando ad una descrizione di questo tipo, basata sull'interazione delle particelle "reali" con vuoto quantistico o campo di punto zero, quell'incredibile ribollire di particelle virtuali che appaiono e scompaiono in coppie di materia/antimateria per tempi infinitesimi (minori di 10 elevato a -20 secondi).
In base a tali fenomeni si è riuscito a dedurre persino la legge fondamentale delladinamica F=ma; la massa inerziale che rallenta l'accelerazione dei corpi non sarebbe altro che l'effetto dell'interazione tra le vibrazioni del campo associato al vuoto e le particelle stesse.
Sembra che si possa descrivere l'universo come un "vuoto quantistico" (campo di punto zero) nel quale vengono registrate le memorie di ogni evento e nel quale potrebbero collocarsi le anime/coscienze, in costante relazione con quei "grumi" di energia vibratoria che noi associamo alle particelle subatomiche.
Come il moto degli elettroni sembra incomprensibile fin quando non si considera la continua interazione fra l'elettrone ed il campo di punto zero, così forse non si riesce a comprendere il rapporto fra la coscienza e la materia fin quando non si immagina che la coscienza risiede nel campo di punto zero e da lì interagisce con un cervello/mente che funziona da "antenna ricetrasmittente".
In quanto "realtà" legata al campo di punto zero la coscienza avrebbe per definizione la capacità di interagire con le particelle e quindi con la materia, nonchè la capacità di sperimentare momenti di sincronicità e telepatia con le altre coscienze.
non so se sono riuscito a dare l'idea ... :)
Una spiegazione chiara anche per i profani. Certo, resta la domanda di Leibnitz, ma è già molto aver intuito qualcosa del reale.
RispondiEliminaCiao
se in fondo siamo monadi?
RispondiEliminanon direi
Esatto.l'illusione è un illusione.
RispondiEliminaCiao
Un'illusione non sempre piacevole.
RispondiEliminaCiao
ciao zret,proporei una attenta e riflessiva lettura di schelling, molto vicino alla realta delle cose,questo dovrebbe anche rispondere alle domande poste da leibnizt.
RispondiEliminacome lascia intendere corrado,non e semolice spiegare tutto in poche parole,ciò è vero ma.........
un abbraccio.
Ciao Anto-az, Schelling è uno dei pochi filosofi che ha tentato di dare una risposta plausibile al problema del Male. Certo, la sua interpretazione può dispiacere, perché egli vede nella luce la sorgente delle tenebre, ma almeno non si invischia nelle spiegazioni ridicole di Agostino e di altri.
RispondiEliminaCiao!
ma agostino dice anche che "ogni uno è ciò che ama"........
RispondiEliminaC'è una favoletta indiana che narra di cinque ciechi che incontrano un elefante.
il primo tocco la proboscide,e credette che fosse un serpente.
il secondo una zanna e credette che fosse una spada.
il terzo toccò una zampa e credette che fosse il tronco di un albero.
il quarto toccò il fianco e credette che fosse un muro.
infine il quinto tocco la coda e credette che fosse un corda.
i cinque ciechi toccarono lo stesso elefante e lo descrissero in cinque modi diversi.
tutti anelano alla verita assoluta e tutti ne colgono un aspetto...
"credo di aver dato in passati commenti tale concezione,forse con parole diverse,ma la stessa sostanza."
potresti proseguire tu zret.
"Non attraverso una sola strada si perviene ad un così grande segreto". Amo ripetere questa frase di Simmaco. E' proprio un segreto e le vie sono molteplici.
RispondiEliminaCiao
Ciao. Ho appena letto il tuo commento su Mercalli postato su come Don Chisciotte e l'ho pubblicato sul mio nuovo blog:
RispondiEliminaAmbientalismo di Razza
Se ci dovessero essere problemi posso rimuoverlo.
Io sono sempre questo:
Pandemia 1918
Ciao e grazie per l'attenzione
Ciao Noalgore, ti ho risposto con uun messaggio di posta elettronica. Mercalli è un fiancheggiatore dei globalizzatori.
RispondiEliminaCiao e grazie!
Ok, grazie. Comunque il messaggio non l'ho ricevuto, perciò ti inviterei a ripeterlo tentando di inviarlo attraverso il mio blòg Pandemia 1918. Grazie e ciao.
RispondiEliminaFin che uno, nel tentativo di conoscere se stesso ed il mondo, non sarà in grado di compiere il salto dalla fallace distinzione soggetto-oggetto fino a comprendere l'identità di colui che conosce e dell'oggetto conosciuto, tutti i suoi sforzi si riveleranno vani. In pratica conoscerà il fenomeno considerato come esterno a se stesso e non il noumeno inerente ad esso.
RispondiEliminaTemo che tutte le teoriemoderne che si leggono in giro siano poco più che storie romanzate. Uno deve compiere l'esperienza dell'abolizione della separatività ma la mentaità moderna questo non è in grado di capirlo e pertanto tutte le sue aspirazioni verso il conoscere rimarranno frustrate.
"Fino a quando non farete dell'interno l'esterno e dell'esterno l'interno, non entrerete nel Regno dei Cieli", è un concetto del Vangelo detto di Giuda Tommaso.
RispondiEliminaCiao