Interrogandomi sulla possibile origine del Male, mi sono anche imbattuto nella meccanicità. La macchina segue un algoritmo nel suo funzionamento, una serie di istruzioni. Di per sé la macchina è di là dal bene e dal male: funziona oppure si guasta. Quel che di ripetitivo inerisce ai fenomeni naturali parve a Hegel, filosofo da chi scrive non molto apprezzato, ma che pure ebbe qualche intuizione, una mancanza di creatività. Ora, sappiamo come la natura sappia essere estrosa e sorprendente, eppure nella materia sono insiti modelli che rivelano una tendenza alla ripetizione. E' all'opera un imprinting che lega le specie e gli individui a schemi di comportamento che denotano un progetto. Infrangere gli schemi può coincidere con un'evoluzione individuale o della specie? Evolvere è un atto creativo, una digressione dalla via tracciata, un tuffo nell'imprevisto con tutti i rischi connessi.
In fondo alcune persone che consideriamo per alcuni versi censurabili non sono malvagie, ma irretite in tòpoi comportamentali: la mancanza di immaginazione le spinge a riprodurre meccanicamente i soliti programmi. Introdotti dati, si limitano a seguire delle istruzioni. Da dove provengono queste istruzioni? Da memorie ancestrali, genetiche e non solo. Chi di noi può affermare di essere del tutto libero da impronte? Un archivio di esperienze e di conoscenze potenziali appartiene già al feto: già nel D.N.A. sono incluse informazioni ataviche (Qualcuna risale alla stessa origine della vita?). In "cellule" non fisiche si trovano frammenti di altre realtà. Il confine dell'io è più apparente che reale. L'io assomiglia più ad una nuvola sempre diversa da sé stessa, modellata dal vento e dal calore, che ad un sasso immobile, circoscritto ad una precisa porzione di spazio.
Molti frammenti si riferiscono all'istinto di conservazione ed a quel programma che dalla nascita porta allo sviluppo, alla vecchiaia ed alla morte. "E' un ciclo naturale", si suole asserire. Certo, ma è un ciclo che possiede alcunché di meccanico. Perché invecchiare? Perché morire? La natura (in questa parola è contenuto il suffisso "ura" che indica una crescita spontanea, un ininterrotto impulso creativo, un dinamismo incessante) pare aver inglobato una meccanicità forse di origine esterna. A questo alludeva Shaul-Paolo (o chi per lui) quando agognava la redenzione per la stessa natura sofferente? La redenzione potrebbe significare recuperare quella forma di libertà dalle "leggi" che costringono a reputare naturale ciò che è, invece, ripetitivo. [1]
Oggi avvertiamo che le forze oscure sempre più, avvalendosi della tecnologia, spesso surrogato della creatività, intendono esercitare il loro controllo, producendo un meccanismo perfettamente oliato in cui l'individuo sia ingranaggio. E' questo il lato meccanico del male: la macchina mondiale tende verso una sorta di moto perpetuo, un moto cieco, tautologico. Continuare a muoversi per continuare a muoversi: non importa quanti saranno stritolati nel meccanismo. La macchina "vuole" continuare a funzionare: le categorie etiche non rivestono alcuna importanza. Il male può assumere questo aspetto metallico, asettico.
Si spiega come il tramonto dell'arte, l'eclissi della letteratura, il crepuscolo della spontaneità consuoni con la fondazione del mondo ipertecnologico, efficiente ma gelido.
Immaginare altri universi, generare pensieri creativi, spezzare la catena della necessità, soprattutto credere nell'impossibile è, invece, la via della Vita.
[1] Sul tema della natura che attende la redenzione, si legga il recente articolo del Professor Francesco Lamendola, Se non ci fosse stato bisogno della Redenzione, vi sarebbe stata egualmente l'Incarnazione?, 2009
In fondo alcune persone che consideriamo per alcuni versi censurabili non sono malvagie, ma irretite in tòpoi comportamentali: la mancanza di immaginazione le spinge a riprodurre meccanicamente i soliti programmi. Introdotti dati, si limitano a seguire delle istruzioni. Da dove provengono queste istruzioni? Da memorie ancestrali, genetiche e non solo. Chi di noi può affermare di essere del tutto libero da impronte? Un archivio di esperienze e di conoscenze potenziali appartiene già al feto: già nel D.N.A. sono incluse informazioni ataviche (Qualcuna risale alla stessa origine della vita?). In "cellule" non fisiche si trovano frammenti di altre realtà. Il confine dell'io è più apparente che reale. L'io assomiglia più ad una nuvola sempre diversa da sé stessa, modellata dal vento e dal calore, che ad un sasso immobile, circoscritto ad una precisa porzione di spazio.
Molti frammenti si riferiscono all'istinto di conservazione ed a quel programma che dalla nascita porta allo sviluppo, alla vecchiaia ed alla morte. "E' un ciclo naturale", si suole asserire. Certo, ma è un ciclo che possiede alcunché di meccanico. Perché invecchiare? Perché morire? La natura (in questa parola è contenuto il suffisso "ura" che indica una crescita spontanea, un ininterrotto impulso creativo, un dinamismo incessante) pare aver inglobato una meccanicità forse di origine esterna. A questo alludeva Shaul-Paolo (o chi per lui) quando agognava la redenzione per la stessa natura sofferente? La redenzione potrebbe significare recuperare quella forma di libertà dalle "leggi" che costringono a reputare naturale ciò che è, invece, ripetitivo. [1]
Oggi avvertiamo che le forze oscure sempre più, avvalendosi della tecnologia, spesso surrogato della creatività, intendono esercitare il loro controllo, producendo un meccanismo perfettamente oliato in cui l'individuo sia ingranaggio. E' questo il lato meccanico del male: la macchina mondiale tende verso una sorta di moto perpetuo, un moto cieco, tautologico. Continuare a muoversi per continuare a muoversi: non importa quanti saranno stritolati nel meccanismo. La macchina "vuole" continuare a funzionare: le categorie etiche non rivestono alcuna importanza. Il male può assumere questo aspetto metallico, asettico.
Si spiega come il tramonto dell'arte, l'eclissi della letteratura, il crepuscolo della spontaneità consuoni con la fondazione del mondo ipertecnologico, efficiente ma gelido.
Immaginare altri universi, generare pensieri creativi, spezzare la catena della necessità, soprattutto credere nell'impossibile è, invece, la via della Vita.
[1] Sul tema della natura che attende la redenzione, si legga il recente articolo del Professor Francesco Lamendola, Se non ci fosse stato bisogno della Redenzione, vi sarebbe stata egualmente l'Incarnazione?, 2009
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Scrivi: "Oggi avvertiamo che le forze oscure sempre più, avvalendosi della tecnologia, spesso surrogato della creatività, intendono esercitare il loro controllo, producendo un meccanismo perfettamente oliato in cui l'individuo sia ingranaggio. E' questo il lato meccanico del male...Si spiega come il tramonto dell'arte, l'eclissi della letteratura, il crepuscolo della spontaneità consuoni con la fondazione del mondo ipertecnologico, efficiente ma gelido.
RispondiEliminaImmaginare altri universi, generare pensieri creativi, spezzare la catena della necessità, soprattutto credere nell'impossibile è, invece, la via della Vita"...è ciò di cui sono convinto...la facoltà dell'introspezione nell'uomo, la sua capacità di comprendere la struttura profonda delle cose, attraverso i millenni ha solo variato la sua direzione ma non assolutamente la sua sostanza...vi sono circostanze indefinite che ci muovono incontro e ci sussurranno determinate "ragioni"...ma questo ancora non può essere accettato come paradigma di comprensione del reale...qui l'analisi fenomenologica s'arresta davanti a quel fattore indicibile ed ignoto che è il principio stesso dal quale dipendono le varie manifestazioni delle diverse Civiltà e loro degrado nelle cosiddette "società"...oggi per nostra incomprensione degli eventi sottili che determinano la trama del reale visibile, peraltro, argomento questo ad uso indiscriminato di molteplici cialtroni venditori di fumo e divenuto campo di proprietà indiscusso della new-age...insomma, questa nostra assoluta incomprensione del principio superiore che governa la vita in una gradazione assai vasta di partecipazioni sensibili e non propriamente conoscibili con l'ausilio degli strumenti, appunto, solo meccanici che ne favoriscono l'assoluta incomprensione rendendoci, proprio per tal motivo, massimamente esposti all'ingerenza malevola di tali determinate forze che si sottragono ad ogni deduzione dall'avvento stesso dell'età positivista e della successiva era tecnologica in cui s'è come superato un punto di non ritorno e la disumanità crea regola al divenire attraverso l'artefazione delle forme...forme che sono inscindibili dall'essere nostro materiale. In questo Zret uno è davvero incompreso, profondamente incompreso...il dominio dell'industria, intesa nel suo significato massimamente estensibile e tale come noi lo subiamo e dal quale siamo oltremodo massimamente dipendenti...questo dominio riconoscerlo come parte di un ispirazione malevola che mira al dominio della nostra interiorità con una modalità mai riscontrata prima nella storia, non è credibile...non è ascoltabile...non udibile...il nuovissimo, illusorio MECCANICO FACITORE DI FATO E DI DESTINO dovrà pur inceppare i suoi ingranaggi...la gente ne sia consapevole o no...per ora anche nelle giornate di sereno il sole è velato...permane in sospensione la natura inconfondibile di un particolato lattiginoso...la finalità incoffessata è atrofizzare le nostre possibilità recettive.
Hai individuato il cuore del problema...il cuore dell'essenza dell'idea "progresso"...questa nostra volontà d'appartenere ad una reale Cavalleria spirituale...per ciò che ricerchiamo, un domani è sicuro, non ci faranno un busto nella piazza cittadina...esposto all'indifferenza dei passanti, alle intemperie e alle cacche dei piccioni.
Scavi nel profondo, molto nel profondo, con questo tuo commento, Giovanni. Sondi una realtà orribile ed indicibile.
RispondiEliminaCredo che Shaul-Paolo (o chi per lui) intuì qualcosa di atroce nella natura, forse la sua meccanicità. Se anche nella natura, imprigionata nella ripetizione delle "leggi" fisiche, si annidasse un alcunché di meccanico, come traccia di una creazione demiurgico-meccanica (il numero diverrebbe traccia di un artiglio)?
Poi l'industrialismo e l'ipertecnologia sfociata nella nanotecnologia che ci penetra invisibile (e ci trasforma) sono le tappe più recenti. Opponiamo la coscienza e l'anima, senza sapere che cosa veramente siano, ma confidando nella loro assoluta alterità alla materia. Catari docent.
Lasciamo i monumenti ai disinformatori: le deiezioni dei piccioni, che li ricopriranno di strati mefitici, sono più pure del loro essere.
Ciao e grazie.
Bellissimo post Zret che condivido punto per punto.
RispondiElimina"Immaginare altri universi, generare pensieri creativi, spezzare la catena della necessità, soprattutto credere nell'impossibile è, invece, la via della Vita."
Grazie che puoi intuire, presagire la verità che nella sua pienezza non può essere detta ma solo vissuta.
Questo per me, adesso che dolci energie mi sono entrate dentro e mi spingono a scrivere, il dono più bello che si possa concedere a dei fratelli solitari accomunati dallo stesso sentire.
Timor, la tua scrittura è un'ascensione verso le stelle, il segno di uno spirito sublime ed è una vera fortuna aver incontrato il tuo universo... in espansione.
RispondiEliminaCiao e grazie.