“Equilibrium” è un film del 2002 scritto e diretto da Kurt Wimmer. Le vicende sono collocate in una società distopica del futuro i cui tetri connotati evocano classici della letteratura come "Fahrenheit 451" (i roghi dei libri), "1984" (lo stato-padrone), "Il mondo nuovo" (la sostanza assunta dagli individui per sopire le emozioni). Le scene sono state girate quasi interamente nello Olympiastadion di Berlino, inaugurato nel 1936 da Adolf Hitler per l'undicesima Olimpiade.
La storia è ambientata a Libria, la capitale di un mondo post-atomico, governata con pugno di ferro dal regime di un carismatico e misterioso dittatore, Il Padre. Infatti, dopo uno rovinoso conflitto nucleare che ha quasi sterminato la razza umana, i pochi superstiti hanno deciso di creare un nuovo ordine e di eliminare la guerra, cominciando dalle radici, le emozioni, per estirpare dall'essere umano l'aggressività e gli istinti distruttivi ad essa collegati. Ogni cittadino è tenuto per legge ad assumere quotidianamente una droga, il Prozium (quasi citazione di un famigerato psicofarmaco) che inibisce le emozioni. I ricordi della civiltà del passato sono ugualmente vietati: libri, vecchi dischi, balocchi, ninnoli, profumi, se scoperti, devono essere immediatamente bruciati. Il loro semplice possesso può essere punito con la pena capitale.
Al fine di preservare il sistema, è stato creato il Tetragrammaton, a metà tra polizia segreta ed ordine monastico, con i suoi micidiali Cleric addestrati alle discipline di combattimento più raffinate, come il letale kata della pistola (Gun kata). John Preston è il più zelante tra i Cleric, ma un giorno, dopo che il suo migliore amico e collega, "contagiato" dalle emozioni, è stato condannato a morte, salta la razione quotidiana di Prozium per scoprire un mondo inesplorato di sensazioni e sentimenti che gli infondono il coraggio di lottare per la libertà.
La produzione cinematografica, pur essendo in parte un mélange di libri già letti e trasposti sul grande schermo, si apprezza, soprattutto per la fotografia contornata da gelide ombre e per le scene di incombente monumentalità. Questi tratti ben rendono l'atmosfera minacciosa, irrespirabile di una società ipercontrollata ed algida. L'unico calore, che si sprigiona in un mondo il cui freddo è marmoreo, è quello funebre della cremazione. I dissidenti, infatti, sono condannati ed essere arsi vivi, dopo un processo sommario. E' un riferimento ai forni crematori del Terzo Reich, ma sarebbe un'allegoria scontata, se nella pellicola non fossero disseminati altri indizi adombranti scenari storici e mitici assai più nascosti. Il Padre ed il Tetragrammaton (in greco significa “Quattro lettere”) paiono alludere ad una coercizione molto antica. Anche la croce che campeggia sulle facciate degli edifici ricorda qualcosa di ben noto... non lo swastica invertito del nazionalsocialismo.
Il montaggio dell’intreccio spezzato da un paio di analessi memoriali, la compresenza di intimismo ed azione denotano un senso del cinema come narrazione iconica, ormai rara nelle produzioni attuali. “Equilibrium” vuole essere una riflessione sul tema delle emozioni: la domanda se esista un bilanciamento possibile pare implicare una risposta negativa, con buona pace di coloro (tra cui molti filosofi) che accettano le emozioni, solo se temperate. Dov'è, però, il confine tra misura e dismisura e quale il modo per mantenersi in limine, per non oltrepassare la soglia? E' un po' come il piacere degli epicurei, "un piacere da moribondi" (G. Perrotta). Si è che le emozioni, in primis l'ira, sono sovente oggetto di biasimo: il regista Wimmer affida ai bravi attori del film - anemotiva quanto basta la recitazione di Christian Bale che interpreta il protagonista, John Preston - il compito di dominare i sentimenti, lasciando affiorare una vena di asettica crudeltà. Così l'eclissi dei sentimenti è sostituita solo dal sadismo programmato dei politici e degli agenti di polizia. La realtà di oggi ci offre innumeri esempi di queste genie, accoppiate in un connubio abominevole: governanti senza alcuna compassione, soldati manciuriani.
Infine la visione del film, attraverso la monocromia di Libria, ci permette di riscoprire il potere ed i colori delle emozioni e sia pure il grigio ferrigno della malinconia (Durer docet) o il nero compatto della disperazione o il rosso effimero, come raggio di sole al tramonto attraverso una fitta coltre di nuvole, dell'amore. Ancora riviviamo il pallido grigio del senso di colpa dilavato, anche se solo per un istante, dal pianto della pioggia, finalmente contemplata dopo anni di oblio.
Ringrazio Pirata Pantani per la segnalazione.
La storia è ambientata a Libria, la capitale di un mondo post-atomico, governata con pugno di ferro dal regime di un carismatico e misterioso dittatore, Il Padre. Infatti, dopo uno rovinoso conflitto nucleare che ha quasi sterminato la razza umana, i pochi superstiti hanno deciso di creare un nuovo ordine e di eliminare la guerra, cominciando dalle radici, le emozioni, per estirpare dall'essere umano l'aggressività e gli istinti distruttivi ad essa collegati. Ogni cittadino è tenuto per legge ad assumere quotidianamente una droga, il Prozium (quasi citazione di un famigerato psicofarmaco) che inibisce le emozioni. I ricordi della civiltà del passato sono ugualmente vietati: libri, vecchi dischi, balocchi, ninnoli, profumi, se scoperti, devono essere immediatamente bruciati. Il loro semplice possesso può essere punito con la pena capitale.
Al fine di preservare il sistema, è stato creato il Tetragrammaton, a metà tra polizia segreta ed ordine monastico, con i suoi micidiali Cleric addestrati alle discipline di combattimento più raffinate, come il letale kata della pistola (Gun kata). John Preston è il più zelante tra i Cleric, ma un giorno, dopo che il suo migliore amico e collega, "contagiato" dalle emozioni, è stato condannato a morte, salta la razione quotidiana di Prozium per scoprire un mondo inesplorato di sensazioni e sentimenti che gli infondono il coraggio di lottare per la libertà.
La produzione cinematografica, pur essendo in parte un mélange di libri già letti e trasposti sul grande schermo, si apprezza, soprattutto per la fotografia contornata da gelide ombre e per le scene di incombente monumentalità. Questi tratti ben rendono l'atmosfera minacciosa, irrespirabile di una società ipercontrollata ed algida. L'unico calore, che si sprigiona in un mondo il cui freddo è marmoreo, è quello funebre della cremazione. I dissidenti, infatti, sono condannati ed essere arsi vivi, dopo un processo sommario. E' un riferimento ai forni crematori del Terzo Reich, ma sarebbe un'allegoria scontata, se nella pellicola non fossero disseminati altri indizi adombranti scenari storici e mitici assai più nascosti. Il Padre ed il Tetragrammaton (in greco significa “Quattro lettere”) paiono alludere ad una coercizione molto antica. Anche la croce che campeggia sulle facciate degli edifici ricorda qualcosa di ben noto... non lo swastica invertito del nazionalsocialismo.
Il montaggio dell’intreccio spezzato da un paio di analessi memoriali, la compresenza di intimismo ed azione denotano un senso del cinema come narrazione iconica, ormai rara nelle produzioni attuali. “Equilibrium” vuole essere una riflessione sul tema delle emozioni: la domanda se esista un bilanciamento possibile pare implicare una risposta negativa, con buona pace di coloro (tra cui molti filosofi) che accettano le emozioni, solo se temperate. Dov'è, però, il confine tra misura e dismisura e quale il modo per mantenersi in limine, per non oltrepassare la soglia? E' un po' come il piacere degli epicurei, "un piacere da moribondi" (G. Perrotta). Si è che le emozioni, in primis l'ira, sono sovente oggetto di biasimo: il regista Wimmer affida ai bravi attori del film - anemotiva quanto basta la recitazione di Christian Bale che interpreta il protagonista, John Preston - il compito di dominare i sentimenti, lasciando affiorare una vena di asettica crudeltà. Così l'eclissi dei sentimenti è sostituita solo dal sadismo programmato dei politici e degli agenti di polizia. La realtà di oggi ci offre innumeri esempi di queste genie, accoppiate in un connubio abominevole: governanti senza alcuna compassione, soldati manciuriani.
Infine la visione del film, attraverso la monocromia di Libria, ci permette di riscoprire il potere ed i colori delle emozioni e sia pure il grigio ferrigno della malinconia (Durer docet) o il nero compatto della disperazione o il rosso effimero, come raggio di sole al tramonto attraverso una fitta coltre di nuvole, dell'amore. Ancora riviviamo il pallido grigio del senso di colpa dilavato, anche se solo per un istante, dal pianto della pioggia, finalmente contemplata dopo anni di oblio.
Ringrazio Pirata Pantani per la segnalazione.
Adesso al cinema c'è "Il mondo dei replicanti" ne consiglio la visione! traccia uno spaccato della nostra sempre più virtuale società portandola all'estremo della dissociazione dell'uomo da se stesso. Solo un film? no, non penso, l'uomo è ahimè davvero troppo debole e i segnali di oggi dove leggo sul giornale che un ragazzo ha accoltellato il padre per una lita a causa della Playstation non sono che un riscontro di come questi film riescano a descrivere il lato più miserevole della nostra miserevole società
RispondiEliminaIniziato, ho letto le recensioni di questa pellicola che tratta temi su cui sovente, nel mio piccolo, mi sono soffermato. Il Leit motiv è simile a quello di altri lavori cinematografici che dovrebbero indurci a riflettere su come sia disgregata e straziata la natura umana. Purtroppo Il mondo dei replicanti, in quanto produzione della Walt Disney, annacqua i contenuti e rende il tutto quasi bambinesco.
RispondiEliminaCiao e grazie.
Curiosa propensione per i nomi di alcuni psicofarmaci quella dello sceneggiatore di codesta pellicola.
RispondiEliminaAveva infatti in mente non soltanto il Prozac - droga caduta ormai in disuso - ma anche una vecchissima benzodiazepina in voga alcune decadi or sono - il Librium, appunto - che viene echeggiato sia nel nome della capitale di tale fantomatico regno sia nel titolo stesso del film.
Comunque il regista ha ragione: si tenterà di instaurare una società di tal fatta solo dopo che si sarà consumata la Terza Guerra Mondiale, guerra senz'altro atomica e molto altro ancora. Le menti dei superstiti saranno allora talmente smarrite e sconvolte da accettare tutto quanto verrà loro proposto: microchip e quindi società di tipo poliziesco a controllo totale. In parole povere il cosiddetto regno anticristico.
La terza guerra mondiale è già cominciata, riporto qui sotto (virgolettato) una parte dell'articolo apparso oggi su disinformazione.it, un articolo da leggere tutto in un fiato, molto retrospettivo, ed attuale.
RispondiEliminaBuona lettura, wlady
"Una guerra mondiale-ambientale già cominciata
Il progetto originario diventa troppo importante e passa dalla NASA al Pentagono, dove diventa un sistema integrato di guerra ambientale, come confermato dal citato articolo Owning the weather, dove il generale Fabio Mini ( già Capo di Stato Maggiore della NATO e Medaglia d’oro al Merito dalla Presidenza degli Stati Uniti), parla di una guerra mondiale ambientale già cominciata, e cita pure gli studi dell’Ing. Thomas Bearden, scienziato di elettronica, fisica quantistica, onde longitudinali, nonché autore del testo America at the brink (America sull’orlo dell’abisso)."
Da: http://www.disinformazione.it/terza_guerra_alla_salute.htm
Il film è molto cool tra l'altro ;o)
RispondiEliminaE' da notare come nella cinematografia determinati attori (anche se non "prime donne" di hollywood) finiscano sempre per recitare ruoli particolari film dopo film.
Di alcuni film è anche interessante la data di uscita.
http://wakeupneo.blogspot.com/2010/01/il-9-tra-cinematografia-e-sciamanesimo.html
Donnie
Non ho visto questo film, ma dalla trama, questa pellicola sembrerebbe il remake di un film rimasto sconosciuto ai più: L'uomo che fuggì dal futuro (THX 1138). Nel 1970, un imberbe George Lucas, prospettava un finale ai tempi ancora possibile. Il fuggitivo riusciva a riemergere dall'abisso fisico e coscienziale (un post-atomico sotterraneo in cui le menti e i sentimenti sono controllati dalle droghe) e a rivedere la luce del sole quale metafora della ritrovata libertà.
RispondiEliminaPaolo, ho pensato che il nome dello stato alludesse per antitesi (neo-lingua orwelliana) alla libertà perduta. D'altronde è ironico e paradossale che l'avanguardia del NWO sia nella "terra dei liberi", alias Impero di USATana. La tua glossa aggiunge un'utile tessera.
RispondiEliminaWlady, grazie della segnalazione. E' un articolo di cui potremo pubblicare alcune parti. Certo, non si può né deve dimenticare che anche Gog e Magog sono coinvolti nello scempio.
Donnie, è un film poco noto, ma migliore di molte altre blasonate pellicole.
Trotterella, è probabile che il film cui ti riferisci sia la fonte principale di Equlibrium. In fondo dai tempi di Omero e dei fratelli Lumieres, è stato scritto rispettivamente un solo libro e girato un solo film.
Ciao e grazie.
Dimenticavo il realistico il dato della 'damnatio memoriae' che ricorre nel film. Dunque si cercherà, al momento dell'instaurazione del Superstato giudaico-massonico, di annientare tutte le vestigia e così i ricordi del vecchio mondo, di un passato divenuto ormai ingombrante.
RispondiEliminaD'altronde tale formula viene preannunciata nel testo di H.G.Wells 'Brave New World'ovvero 'Costruisci un Mondo Nuovo'.
Quante volte, nel corso della Storia, non si è tentato di sopprimere le testimonianze relative ad un mondo che tramontava e che si tentava di cancellare in modo radicale dal cervello della gente.
Ci si proverà ancora una volta e per l'ultima volta. Si dice che il loro sgangherato regno sarà breve ed effimero, il più instabile a memoria d'uomo.
Sì, il fine è quello di abradere il passato, di costruire ex novo una storia in gran parte fittizia.
RispondiEliminaIl crollo del loro tetro regno potrebbe significare anche la fine della storia, così come la intendiamo.
Ciao e grazie.
Paolo e zret: questa citazione ci sta a pennello
RispondiEliminaPrice: [Voiceover, during the loading screen of Endgame, the game's final mission. On Shepherd] "This is for the record. History is written by the victor. History is filled with liars. If he lives and we die, his truth becomes written-and ours is lost. Shepherd will a hero. 'Cause all you need to change the world is one good lie and a river of blood. He's about to complete the greatest trick a liar ever played on history... But only if he lives, and we die."
- cpt Price in "Modern Warfare 2"
Donnie, esistettero nel passato storici veritieri e fededegni, non ostante limiti oggettivi, ma oggi la storia coincide con le tragiche storielle del sistema.
RispondiEliminaCiao e grazie.