Il ricercatore Cristoforo Barbato ha pochi giorni or sono pubblicato una corposa ricerca intitolata Dossier U.F.O. e Vaticano: Cristianesimo, angeli e vita extraterrestre. L'autore ha colto nel segno: quelle da lui analizzate sono questioni cruciali, sebbene possano sembrare, di primo acchito, temi evasivi. L'indagine, frutto di un minuzioso studio, spazia dal lontano passato alle più recenti posizioni del Vaticano su un eventuale contatto con esseri di altri pianeti. Definirei il dossier dell'autore, che negli ultimi tempi ha concentrato la sua attenzione sul significativo binomio Chiesa di Roma-U.F.O., un accurato testo di Paleoastronautica, con numerose digressioni in ambito storico, archeologico e teologico.
Lo scrittore adotta un taglio empirico, trascurando le interpretazioni simboliche e sapienziali della Bibbia e di altri testi antichi (le opere sumeriche, il Libro di Enoch etc.): ciò sarà reputato da alcuni un limite, ma ritengo sia preferibile un'onesta e seria analisi clipeologica alle sottili e talora oscure dissertazioni su valori e tradizioni esoteriche. Non che queste disquisizioni non abbiano diritto di cittadinanza nel variegato panorama culturale, ma occorrono senso del limite e finezza: si rischia altrimenti di impancarsi a ierofanti, di invischiarsi in elucubrazioni su significati reconditi ed allegorici da cui si può distillare tutto ed il contrario di tutto. Certo, la disamina storiografica e documentaria non esaurisce i problemi, ma, se condotta con rigore, non mancherà di fornire utili indicazioni.
Consapevoli quindi dei confini testè accennati, la fatica di Barbato diviene notevole proprio là dove si sfrangia in ardui interrogativi: che cos'è la conoscenza citata in Genesi? Chi furono i Nephilim? Gli angeli? I Vigilanti? I popoli del Medio Oriente furono inciviliti (o corrotti) da visitatori di altri mondi? Per quanto attiene al primo quesito, è possibile che l'albero della conoscenza del bene e del male sia imparentato con l'idea di autocoscienza, intesa come percezione incipiente di un sé diviso. Alcuni d’altronde pensano che il peccato originale sia stato il momento della nascita del libero arbitrio, dell’ego e quindi dell’uscita dalla coscienza collettiva. In tedesco peccato è Sunde ed ha uno stretto legame con il verbo “absondern”, “separare”. Pare essere la reminiscenza di un distacco dalla Fonte, comunque lo si interpreti. Molti esegeti vi vedono, invece, una connotazione sessuale, essendo nella Bibbia il verbo "conoscere" usato come eufemismo per designare la copula. Altre interpretazioni sono, a mio parere, poco plausibili. Vero è che tentare di stabilire l'indole del peccato compiuto dai protoplasti è determinante: da quell'errore dipende la caduta, con tutto lo strascico di male che esperiamo.
Circa gli angeli ed i Nephilim, l'autore tende a rilevare, pur senza avventurarsi in affermazioni apodittiche, la loro presunta natura fisica. La lettura di quei passi biblici in cui gli angeli (malachim) sono raffigurati come creature che mangiano e bevono può avallare questa interpretazione, ma soprattutto il corpus dei libri apocrifi (letteralmente segreti e non spuri) e dei rotoli reperiti a Qumran sembra gettare una luce concretamente "aliena" su certi episodi e personaggi.
Nell'ampia investigazione non mancano riferimenti ad un'antica congiura volta a censurare ed ad escludere i testi i cui contenuti furono considerati pericolosi dai Padri della Chiesa e dai rabbini. Restano un po' sullo sfondo, altre e più recenti trame, di cui il Vaticano (e non solo) è artefice. Dietro la "questione extraterrestre", infatti, si nasconde molto di più che una "semplice" acclimazione all'incontro con gli Altri, con il corollario dei problemi inerenti all'Incarnazione. I Gesuiti più che osservare gli astri, scrutano le dimensioni astrali.
Sono dunque ignorati i retroscena arcontici e, di converso, gli orizzonti spirituali, di cui un'esplorazione clipeologica ed astronomica non può dar conto, se non in modo sporadico. Nondimeno, sebbene altri preferisca usare una sonda che vada in maggiore profondità per scandagliare la stupefacente situazione odierna, il lavoro di Barbato apre dei sentieri che sarà giovevole percorrere.
Leggi qui il dossier.
Lo scrittore adotta un taglio empirico, trascurando le interpretazioni simboliche e sapienziali della Bibbia e di altri testi antichi (le opere sumeriche, il Libro di Enoch etc.): ciò sarà reputato da alcuni un limite, ma ritengo sia preferibile un'onesta e seria analisi clipeologica alle sottili e talora oscure dissertazioni su valori e tradizioni esoteriche. Non che queste disquisizioni non abbiano diritto di cittadinanza nel variegato panorama culturale, ma occorrono senso del limite e finezza: si rischia altrimenti di impancarsi a ierofanti, di invischiarsi in elucubrazioni su significati reconditi ed allegorici da cui si può distillare tutto ed il contrario di tutto. Certo, la disamina storiografica e documentaria non esaurisce i problemi, ma, se condotta con rigore, non mancherà di fornire utili indicazioni.
Consapevoli quindi dei confini testè accennati, la fatica di Barbato diviene notevole proprio là dove si sfrangia in ardui interrogativi: che cos'è la conoscenza citata in Genesi? Chi furono i Nephilim? Gli angeli? I Vigilanti? I popoli del Medio Oriente furono inciviliti (o corrotti) da visitatori di altri mondi? Per quanto attiene al primo quesito, è possibile che l'albero della conoscenza del bene e del male sia imparentato con l'idea di autocoscienza, intesa come percezione incipiente di un sé diviso. Alcuni d’altronde pensano che il peccato originale sia stato il momento della nascita del libero arbitrio, dell’ego e quindi dell’uscita dalla coscienza collettiva. In tedesco peccato è Sunde ed ha uno stretto legame con il verbo “absondern”, “separare”. Pare essere la reminiscenza di un distacco dalla Fonte, comunque lo si interpreti. Molti esegeti vi vedono, invece, una connotazione sessuale, essendo nella Bibbia il verbo "conoscere" usato come eufemismo per designare la copula. Altre interpretazioni sono, a mio parere, poco plausibili. Vero è che tentare di stabilire l'indole del peccato compiuto dai protoplasti è determinante: da quell'errore dipende la caduta, con tutto lo strascico di male che esperiamo.
Circa gli angeli ed i Nephilim, l'autore tende a rilevare, pur senza avventurarsi in affermazioni apodittiche, la loro presunta natura fisica. La lettura di quei passi biblici in cui gli angeli (malachim) sono raffigurati come creature che mangiano e bevono può avallare questa interpretazione, ma soprattutto il corpus dei libri apocrifi (letteralmente segreti e non spuri) e dei rotoli reperiti a Qumran sembra gettare una luce concretamente "aliena" su certi episodi e personaggi.
Nell'ampia investigazione non mancano riferimenti ad un'antica congiura volta a censurare ed ad escludere i testi i cui contenuti furono considerati pericolosi dai Padri della Chiesa e dai rabbini. Restano un po' sullo sfondo, altre e più recenti trame, di cui il Vaticano (e non solo) è artefice. Dietro la "questione extraterrestre", infatti, si nasconde molto di più che una "semplice" acclimazione all'incontro con gli Altri, con il corollario dei problemi inerenti all'Incarnazione. I Gesuiti più che osservare gli astri, scrutano le dimensioni astrali.
Sono dunque ignorati i retroscena arcontici e, di converso, gli orizzonti spirituali, di cui un'esplorazione clipeologica ed astronomica non può dar conto, se non in modo sporadico. Nondimeno, sebbene altri preferisca usare una sonda che vada in maggiore profondità per scandagliare la stupefacente situazione odierna, il lavoro di Barbato apre dei sentieri che sarà giovevole percorrere.
Leggi qui il dossier.
Ottimo lavoro di Barbato nell'ottica clipeologica, sebbene la parte non sia il tutto, il lavoro è onesto e ben costruito. L'esistenza e la presenza di esseri provenienti da altri mondi, che agiscono direttamente o meno sul corso delle umane vicende, sono temi già riportati dai Veda. Ora, bisogna intenderci su chi o cosa sono tali esseri e da quali mondi provengono. Mondi fisici? esseri come noi, fatti di carne e coscienza? Oppure le cose sono più complesse? Peter Kolosimo fece già un lavoro eccezionale, rimanendo entro un recinto interpretativo abbastanza abbordabile per tutti, senza voli metafisici, sulla scorta di Fort. Il rischio è quello riduzionistico, però, poiché si esclude la complessità della realtà, i suoi livelli e dimensioni, e ciò indubbiamente ci fa perdere di vista proprio il significato ultimo della nostra esistenza, le molteplici dimore dell'essere, le gradazione dell'energia, l'emanazioni dello spirito (Gregorio Palamas). Angeli in astronave, è un'espressione sintesi del tentativo di alcuni studiosi, per la verità spiritualisti e contattisti, ma da rispettare comunque, che ben si addice alla possibilità di rendere intellegibile un fenomeno che ha più le caratteristiche delle categorie usate in storia delle religioni e in mitologia. Sono tracce, certo, semi da far fruttare. Per me è stata illuminante la lettura ufologica di John Keel, parziale ma capace di allargare l'interpretazione di casistiche altrimenti astruse, oscure, ingannevoli. Non usiamo però la lente deformante e miope extraterrestre con i testi sacri, o almeno non escludiamo a priori altri punti di vista. Ezechiele non incontrò una navetta interstellare né un VTOL, ma forse gli alieni presero spunto da alcuni carri di fuoco celesti per progettarne di propri. Spionaggio industriale...
RispondiEliminaSì, Angelo, sottoscrivo. E' giusto non escludere altri punti di vista ed ampliare il più possibile gli orizzonti, usando il cannochiale per scrutare anche le dimensioni invisibili.
RispondiEliminaDa rilevare anche che il dossier di Barbato delinea alcuni scenari esopolitici che possono essere integrati con una visione ai raggi X.
Ciao e grazie.
Zret, a quando un tuo saggio sui retroscena arcontici?
RispondiEliminaSe ne hai già parlato, non per accenni ma in maniera specifica, potresti fornire indicazioni?
Grazie!
Altair, esistono autori molto più qualificati di me. Ad esempio, sulle tradizioni gnostiche scrisse saggi pregevoli il rumeno Culianu.
RispondiEliminaQua e là ho dedicato riflessioni agli Arconti, ma in fondo è sufficiente attendere, anzi tendere l'orecchio.
Ciao e grazie.
Alcuni passi del Vecchio Testamento si prestano in effetti ad una interpretazione di tipo clipeologico. E questo sia detto con buona pace dei cultori di esoterismo alla cui schiera tuttavia mi onoro di appartenere.
RispondiEliminaAnche la Genesi riporta alcuni episodi che danno adito all'ipotesi di visitazione di matrice ufologica di quell'umanità arcaica.
Tutto sta a vedere quale relazione può intercorrere fra certe manifestazioni di tipo extraterrestre e la sfera del Sacro.
In altri termini: può esistere una collegamento fra almeno una parte della fenomenologia ufologica e la dimensione trascendente?
Personalmente ho meditato per un sacco di tempo su tale argomento e non ho raggiunto alcuna conclusione. E nemmeno penso che qualcuno 'out there' sia in grado di fornire risposte soddisfacenti.
Paolo, è veramente questione difficile da dirimere. E' arduo trovare un addentellato tra l'ambito extraterrestre e la sfera del Sacro. Esistono forse esseri evoluti che si manifestano con astronavi? Neanch'io ho trovato una risposta soddisfacente al quesito e considero la discrepanza da te rilevata una delle fratture del reale.
RispondiEliminaCuriosa quella sura del Corano in cui è scritto: "Egli è il Signore di Sirio". Anche qui si potrebbe andare molto lontano.
Ciao e grazie.
Altair, puoi leggere anche gli studi di Mead e quelli di Albrile. Quest'ultimo mi pare che abbia la Gnosi "in gran dispitto".
RispondiEliminaCiao
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