29 luglio, 2006

L'intelligenza in Rete nascosta nel DNA

Grazyna Frosar e Franz Budorf sono fisici, matematici ed ipnoterapeuti autori di un saggio che merita l’attenzione dei lettori. Il testo, intitolato L’intelligenza in Rete nascosta nel DNA, ci introduce ad una nuova e, per certi versi, rivoluzionaria visione dell’universo, spaziando “da presupposti apparentemente lontanissimi, come la trasmissione delle informazioni all’interno della fisica quantistica e la scoperta di una forza antigravitazionale o le recentissime teorie riguardanti le funzioni del DNA fantasma”. Non sono, quelli illustrati dai due scienziati, concetti semplici, ma il taglio divulgativo e, al tempo stesso, rigoroso, consente anche ai profani di comprendere le linee salienti dei temi esposti.

Il fulcro di quest’opera è in un eterodosso e dinamico approccio a contenuti culturali di ampio respiro, di là dalla tradizionale ed obsoleta separazione tra sapere umanistico e sapere scientifico. La tesi centrale degli autori è nella consapevolezza che ”l’umanità non è solo un insieme di singoli individui (di monadi direbbe Leibniz), ma compone, proprio come accade per Internet, una vera e propria rete di coscienza comune a cui tutti siamo collegati e dalla quale si possono attingere informazioni e conoscenze sorprendenti”.

È, in fondo, la riscoperta di convinzioni appartenenti alla Tradizione (si pensi soprattutto al Tat tvam asi, Questo sei tu dell’India vedica), coniugate con una concezione del mondo in cui i confini tra spazio e tempo, fra gli esseri viventi, tra situazioni empiriche e stati “metafisici” diventano labili, incerti. Si squaderna così un continuum di fenomeni per intendere il quale, l’atteggiamento analitico, anzi da anatomista o peggio da anatomopatologo, peculiare di molti “scienziati” dal metodo arrugginito, si rivela del tutto inadatto. Se la realtà è viva, complessa, misteriosa, occorre smettere di tentare di segmentarla, di sezionarla, se si vuole intuirne l’essenza profonda, magica.

Nella consapevolezza di un cambiamento è il pregio maggiore del libro, ma anche, in una certa misura, il suo limite: ho l’impressione, infatti, che una crepa New age, in senso deteriore, incrini il tempio magnifico della nuova scienza (mi viene in mente soprattutto Giuliana Conforto): l’umanità sta veramente entrando in un’epoca straordinaria? Davvero è possibile un salto quantico, lato sensu, nonostante le oscure minacce che incombono su una società letargica? Siamo alle soglie di un’evoluzione cosmica o l’illuminazione e la saggezza che essa sottendono sono soltanto delle illusioni? Sintomatica, a tale proposito, la percezione, a mio parere edulcorata ed ingenua, del problema relativo ai rapimenti, indagato, invece, con viva inquietudine da ricercatori come Corrado Malanga, Budd Hopkins, David Jacobs, Karla Turner ed altri. Si può ampliare il proprio orizzonte anche con esperienze estreme e, in molti casi, traumatiche, ma certe conoscenze ci fanno capire che la magia del cosmo, così tanto decantata, è magia nera.

Singolare, a tale proposito, è la politica di alcune meritorie case editrici che pubblicano contemporaneamente libri agli antipodi: testi che ti offrono su un piatto d’argento la salute, la felicità e l’ascensione accanto a saggi in cui si mettono a nudo gli aspetti più abominevoli ed orrendi della realtà. Sogni ed incubi in brossura e con rutilanti illustrazioni. Un punto spesso accomuna questi due orientamenti antitetici: il convincimento che l’universo è maya, una proiezione di ombre cinesi su un sipario invisibile, il convincimento che ogni essere si cimenta in un gioco… Un gioco comunque assurdo e crudele.


Nota: le frasi tra parentesi sono tratte dalla quarta di copertina del libro.

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