Mens agitat molem Lo spirito permea di sé la materia (Virgilio)
La psicologia ha tradito sé stessa, dimenticando la psiche, l’anima nel momento in cui si è concentrata sul cervello, sulla fisiologia.
Che cos’è l’anima? Se dovessimo considerare come è stata concepita da filosofi, teologi e da qualche scienziato, ci perderemmo in un ginepraio. L’etimologia ci dà un suggerimento evocativo e lirico: il vocabolo “anima” è collegato al greco “ànemos”, vento. Come il vento, la sua natura intima non si lascia afferrare. Forse sbagliamo se la concepiamo come un quid contrapposto al corpo: il dualismo corpo-anima di origine platonica e poi mutuato da Agostino, è alla base di altre pericolose dicotomie. Non potrebbe l’anima essere qualcosa di analogo ad un fascio di fotoni o di altre particelle subatomiche o, al contrario, il corpo non potrebbe essere un simulacro generato da un principio spirituale?
Forse l’errore consiste nella di-visione: siamo inclini a separare, a dis-tinguere, mentre dovremmo cercare una sintesi, un superamento della logica del terzo escluso. Forse a questo alludeva il Messia sacerdotale, quando insegnava: "Quando farete dei due uno, quando farete l'interno come l'esterno e l'esterno come l'interno e il sopra come il sotto, quando farete di uomo e donna una cosa sola, così che l'uomo non sia uomo e la donna non sia donna, … entrerete nel Regno” o "Dove ci sono tre divinità, esse sono divine”. Il Messia del Vangelo di Giuda Tommaso, questo prezioso scrigno di saggezza e di conoscenza, esorta ad oltrepassare ogni antitesi ed a ritrovare l’unità perduta per celebrare le nozze “junghiane” tra animus ed anima.
Non è un caso se, prima della bipartizione platonica, si considerasse un’essenza triadica dell’individuo: gli antichi egizi si riferivano al ka, al ba ed all’akh. Il ka si può intendere come il corpo astrale, il ba è assimilabile a quello eterico, l’akh è lo spirito. Sono queste le tre divinità adombrate nel lòghion del Maestro? Molti secoli più tardi, sempre in un’ottica triadica, ma di diverso tenore, il filosofo Duns Scoto pensò che un ente dovesse congiungere l’anima ed il corpo: chiamò quell’ente haecceitas. Cartesio collocò l’anima nella ghiandola pineale e, nel contempo, negò, con superbia antropocentrica, che gli animali possedessero un’anima. Oggi qualcuno crede che tale misterioso principio non sia appannaggio di tutti gli uomini, ma solo di alcuni e che esseri interdimensionali ne siano privi.
Anima e spirito coincidono o sono due essenze distinte? Siamo tutti scintille di un immenso fuoco, onde di un oceano, bolle (immagine della fisica quantistica) di un universo fondamentalmente inconoscibile? Siamo anime dell’anima del mondo? Dopo la morte gli atomi che la compongono si disperderanno nel cosmo, come pensavano Democrito, Epicuro e Lucrezio o una luce la accoglierà in un luogo meraviglioso, come credono altri?
Sull’anima un’infinità di domande, mentre ”la risposta soffia nell’… ànemos”.
La psicologia ha tradito sé stessa, dimenticando la psiche, l’anima nel momento in cui si è concentrata sul cervello, sulla fisiologia.
Che cos’è l’anima? Se dovessimo considerare come è stata concepita da filosofi, teologi e da qualche scienziato, ci perderemmo in un ginepraio. L’etimologia ci dà un suggerimento evocativo e lirico: il vocabolo “anima” è collegato al greco “ànemos”, vento. Come il vento, la sua natura intima non si lascia afferrare. Forse sbagliamo se la concepiamo come un quid contrapposto al corpo: il dualismo corpo-anima di origine platonica e poi mutuato da Agostino, è alla base di altre pericolose dicotomie. Non potrebbe l’anima essere qualcosa di analogo ad un fascio di fotoni o di altre particelle subatomiche o, al contrario, il corpo non potrebbe essere un simulacro generato da un principio spirituale?
Forse l’errore consiste nella di-visione: siamo inclini a separare, a dis-tinguere, mentre dovremmo cercare una sintesi, un superamento della logica del terzo escluso. Forse a questo alludeva il Messia sacerdotale, quando insegnava: "Quando farete dei due uno, quando farete l'interno come l'esterno e l'esterno come l'interno e il sopra come il sotto, quando farete di uomo e donna una cosa sola, così che l'uomo non sia uomo e la donna non sia donna, … entrerete nel Regno” o "Dove ci sono tre divinità, esse sono divine”. Il Messia del Vangelo di Giuda Tommaso, questo prezioso scrigno di saggezza e di conoscenza, esorta ad oltrepassare ogni antitesi ed a ritrovare l’unità perduta per celebrare le nozze “junghiane” tra animus ed anima.
Non è un caso se, prima della bipartizione platonica, si considerasse un’essenza triadica dell’individuo: gli antichi egizi si riferivano al ka, al ba ed all’akh. Il ka si può intendere come il corpo astrale, il ba è assimilabile a quello eterico, l’akh è lo spirito. Sono queste le tre divinità adombrate nel lòghion del Maestro? Molti secoli più tardi, sempre in un’ottica triadica, ma di diverso tenore, il filosofo Duns Scoto pensò che un ente dovesse congiungere l’anima ed il corpo: chiamò quell’ente haecceitas. Cartesio collocò l’anima nella ghiandola pineale e, nel contempo, negò, con superbia antropocentrica, che gli animali possedessero un’anima. Oggi qualcuno crede che tale misterioso principio non sia appannaggio di tutti gli uomini, ma solo di alcuni e che esseri interdimensionali ne siano privi.
Anima e spirito coincidono o sono due essenze distinte? Siamo tutti scintille di un immenso fuoco, onde di un oceano, bolle (immagine della fisica quantistica) di un universo fondamentalmente inconoscibile? Siamo anime dell’anima del mondo? Dopo la morte gli atomi che la compongono si disperderanno nel cosmo, come pensavano Democrito, Epicuro e Lucrezio o una luce la accoglierà in un luogo meraviglioso, come credono altri?
Sull’anima un’infinità di domande, mentre ”la risposta soffia nell’… ànemos”.
poche volte sui blog, ma sui libri molto di più, ho letto per il piacere che provoca in me la parola, il suo suono legato ad un concetto e che mi guida a quel salto intuitivo che permette la mia conoscenza
RispondiEliminaIl quid e il quod di ciò che scrivi non soffrono certo del dualismo che accusi, e il tutto prova un piacere estetico di non poco conto. Alla fine sarà proprio la bellezza a salvare il mondo.
Pace e Bene
Ciao Freddie, è vero la bellezza e la comprensione forse sono più importanti della stessa conoscenza. Grazie delle tue alate ed evocative parole. Ciao
RispondiElimina"anima" come "coscienza" sono due termini per esprimere lo stesso concetto: il mistero della "scintilla di vita" che non ci lascia fredde macchine ma individui (potenzialmente) in grado di pensare. Difficilmente si può ricondurre il tutto a una serie di reazioni chimiche (e infatti questo non è mai stato dimostrato).
RispondiEliminaCiao a tutti, le vostre parole sono la dimostrazione che siete ad un livello superiore, checché ne pensi la Montalcini, messaggera della "scienza" ufficiale. Ciao e grazie.
RispondiEliminaIl problema della "rarità" dell'anima negli esseri viventi (umani e non) mi ha sempre incuriosito ma non convinto.
RispondiEliminaSecondo me la differenza sta nell'essere coscienti di ESSERE anima e nel non essere coscienti, come se avessimo l'anima addormentata e quindi non la utilizziamo.
Sappiamo che l'uomo è formato da 4 parti ben distinte: corpo mente spirito e anima.
Volevo sapere se i termini corpo astrale e corpo eterico che si utilizzano parlando di viaggi astrali sono semplicemente dei sinonimi di spirito e anima oppure sono altre parti distinte?
Ciao Trunskz, astrale ed eterico non sono sinonimi. Non sono mai riuscito a trovare definizioni concordanti su questi diversi enti. Alcuni esoteristi indicano sette enti che corrispondono ai sette livelli dell'al di là. Il sette è numero simbolico. Mi chiedo in che cosa possa consistere la differenza tra anima e spirito: che cosa ne pensi? Ciao
RispondiEliminaDefinire correttamente le varie parti è importante. Me ne sto facendo ancora un idea.
RispondiEliminaAd intuito posso dire questo:
Il corpo è il veicolo che ci permette di interagire con la realtà virtuale attraverso i 5 sensi e non ha coscienza di se.
La mente,che erroneamente tendiamo ad identificarla nel nostro cervello, è formata dall'insieme dei nostri pensieri e non ha energia.
Lo spirito,posso identificarlo come un corpo sottile che ci permette di interagire con la multidimensionalità dell'universo, esso non ha la concezione dello spazio perchè può essere ovunque.
L'anima,è l'unico componente che ha completa coscienza di se ed è Reale, possiamo identificarla nelle nostre emozioni o nella nostra personalità;
essa non ha la concezione del tempo poichè è immortale.
Per quanto riguarda il corpo astrale lo vedo più come una unione delle 3 componenti senza il corpo.
Nei racconti di viaggi astrali o di esperienze di premorte infatti ci si identifica con tutte e 3 le componenti. (salvo per chi non ha anima, se fosse veramente cosi).
Infatti sappiamo che esistono esseri (lux) formati solo da mente e spirito.
Le questioni e le implicazioni sono tantissime ed ancora aperte.
C'è da lavorare =)
Ciao
Grazie della tua utilissima delucidazione: mediterò e cercherò di capire. L'argomento è complesso ma affascinante. Ciao
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