17 novembre, 2006

La satira ed i satiri

Absit iniuria verbis

L’arma più potente non è un ordigno nucleare ma il controllo delle coscienze e dell’inconscio.

Dino Boffo, direttore del funesto quotidiano, espressione dei vescovi italiani, Avvenire, ha censurato alcune scenette satiriche in cui si sbeffeggiavano padre Georg e B 16. Il tristo figuro ha manifestato la sua indignazione con le seguenti parole: "Credo che questa satira volgare nasconda una punta di vigliaccheria: si bersaglia un uomo che non può difendersi per la natura stessa della sua alta missione. Certo, i diritti della satira sono fuori discussione, ma la satira ha anche dei doveri che si incontrano con il diritto dei cittadini ad essere rispettati nei sentimenti più profondi. Mi chiedo se oggi c'è bisogno di una satira che offende il paese. Ne risente il sentimento stesso della democrazia".

Prescindo sia dalla sintassi vacillante della dichiarazione sia da valutazioni in merito all’ipocrisia ed all’ignoranza che trasudano da ogni sillaba del discorso. Molti, infatti, hanno già rilevato che i fiancheggiatori del Nazivaticano stigmatizzano indignati gli attori che motteggiano il papa rosso, ma tacciono colpevolmente sia circa i satiri che pullulano tra il clero sia a proposito delle letali ed abnormi emissioni elettromagnetiche di Radio Vaticana (non so se siano più letali le emissioni elettromagnetiche o i programmi). Ho citato solo due tra le innumerevoli benemerenze della Chiesa diabolica massonica romana. Non è il caso di riconsiderare le nefandezze di questa potentissima istituzione, argomento su cui mi sono soffermato in altre occasioni (si veda, ad esempio, La vita è sacra).

Vorrei, invece, riflettere sul significato della censura di Boffo: non mi pare soltanto la rampogna di un tartufo, quanto una prova, per così dire, di inquisizione. Infatti, mentre nel Regno Unito, si assiste alla creazione di uno stato orwelliano (1), in Italia, sede della Kaput mundi, la Chiesa, lungi dall’essere un’istituzione decadente, comincia ad attuare una strategia che persegue il fine di imporre un controllo censorio sulle varie forme d’espressione. Dopo aver già consolidato il suo dominio economico e quello sulle coscienze attraverso diversi strumenti, tra cui l’insidiosa ora di religione cattolica, il Nazivaticano si accinge ora a soffocare ogni forma di libera manifestazione del pensiero. Se la satira, quella vera, come giustamente notava Giovenale, scaturisce dall’indignazione, ridurla al silenzio significa privare le persone del diritto-dovere di indignarsi. Chi non prova più una sacrosanta indignazione di fronte alla nequizia ed all’impostura che deturpano il nostro mondo, è ormai un individuo incapace di agire, di reagire e di pensare. Questo è il vero, recondito scopo della Chiesa e delle istituzioni che da essa dipendono. La setta cattolica ha ideato il nefando Nuovo ordine mondiale: passo dopo paso essa lo attua, seguendo i vari punti di un programma concepito in modo diabolico e perseguito in maniera ancora più diabolica, perché surrettizia, occulta, dissimulata.

Se, però, preserveremo la capacità di indignarci, il malefico disegno della sinarchia forse non potrà essere attuato.

(1) Cfr A. Mannucci, Big brother U.K., 2006

5 commenti:

  1. La censura, in ogni sua forma è una delle più bieche iniziative attuabili dall'uomo perchè non solo ci impedisce di manifestare le nostre idee ma anche di poterle diffondere. Con il risultato che la condanna della satira su papalpatine (che ci volete fare, io lo chiamo così) ha sortito come effetto il renderla nota a chi ancora non ne aveva mai sentito parlare (e io ero tra questi).Ciao

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  2. Papalpatine... mi piace questo calembour. Sottoscrivo le tue parole. Ciao e grazie.

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  3. Grazie a te per aver commentato con il solito brio. Buona fine settimana!

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  4. Caro Zret,

    permetto di dissentire parzialmente da quanto scrivi. Non escludo innanzitutto la possibiltà che si tenti di rifondare la Santa Inquisiszione e qui hai ragione. Ma tale evento è piuttosto un segno di debolezza ed un estremo tentativo di sopravvivere di fronte ai terribili cambiamenti che incombono vieppiù ogni giorno che passa. La situazione non è quella dei secoli andati quando il Cattolicesimo, grazie all'introduzione dell'Inquisizione, riuscì a consolidarsi come struttura granitica e inattaccabile.
    Il contesto è mutato e non siamo lontani dal ' si salvi chi può'. Proprio in tali termini mi ero espresso non molto tempo fa rispondendo ad un tuo post.
    I più intelligenti in mezzo ai chiericuti si rendono sicuramente conto che anche per loro ormai il tempo stringe. Il massone Angelo Roncalli alias Giovanni XXIII ben se n'era accorto quando convocò il Concilio e quando pubblicò quell'ignobile documento - vero peana al Nuovo Ordine Mondiale prossimo venturo - che corrisponde all'Enciclica ' Pacem In Terris'.Come ben sai tale noiosissimo e soporifero scritto ridonda di idee illuministe e preconizza senza mezzi termini l'instaurazione di un Nuovo Ordine dei popoli, unica panacea possibile - secondo il Roncalli -in grado di curare tutti i mali del Pianeta e dell'Umanità.
    Giovanni XXIII l'aveva dunque ben capito: così come sono le cose non possono più stare e bisogna aggiornarsi fondando il Novus Ordo Seclorum con a capo al Chiesa di Roma. Ma ripeto: è troppo tardi e nessuna realtà in questo mondo appare duratura.
    Per finire ti cito la frase che una veggente cattolica - curiosa nemesi - disse circa un quarto di secolo fa( la veggente era spagnola). La frase così recita: ' Veo el Vaticano undirse ', cioè ' Vedo il Vaticano sommerso dai flutti'. Ti basta?

    Ciao, Paolo

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  5. Ciao Paolo, sul tema tornerò con altri indizi e considerazioni. Per ora mi limito a constatare che la maggior parte delle persone vede nella Chiesa più l'attrice che la regista. Credo, però, si tratti di una strategia dissimulatoria. Ti ringrazio del tuo contributo. Avremo occasione di confrontarci ancora. Ciao.

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