Da alcuni anni ormai, ricercatori indipendenti e giornalisti veri, tacciono, non scrivono più articoli, non compiono più inchieste. Una delle poche eccezioni è costituita da Maurizio Baiata, i cui editoriali, dopo che l'Area 51 è stata conquistata da personaggi legati ai poteri forti, sono pubblicati sul sito DNAmagazine. Gli altri dove sono finiti? Che cosa è successo? Intimidazioni, minacce o blandizie magari associate a qualche dono, hanno persuaso certi studiosi a chiudere baracca e burattini. Alcuni, nascondendosi dietro vari infingimenti, provano ora a stare col piede in due staffe con il rischio di cadere da un momento all'altro. Altri, infine, hanno compreso che indagare su temi scabrosi, oltre a richiedere una fatica improba nell'ambito di un'attività non scevra di pericoli e di vili attacchi per opera di cicappini e soci, è pressoché inutile.
E', infatti, come quando un naufrago affida un messaggio con richiesta di soccorso ad una bottiglia, sperando che qualcuno, un giorno o l'altro lo legga. E' come inviare un segnale verso una stella lontanissima, illudendosi che una civiltà possa captarlo e decodificarlo. E' come soprattutto confidare in qualche goccia di pioggia, mentre gli aerei chimici disfanno sin l'ultimo cumulo. La verità è sgradevole: meglio nutrirsi di dolci ed ipnotiche bugie.
Perché dunque un manipolo di ricercatori liberi continua a scrivere? Per esorcizzare certi fantasmi? Per abitudine? Per un'esigenza etica che prescinde dai riscontri? Perché spera che qualcuno con una coscienza possa agire, dopo aver appreso la verità? Per ciascuno di questi motivi o per qualche altra ragione? Poco importa. In fondo chi, nonostante le innumerevoli difficoltà, continua ad investigare ed a divulgare, per puro amore della verità, segue, anche inconsapevolmente, la parabola evangelica del seminatore: alcune sementi cadranno sul terreno fertile e germoglieranno.
Di questo non dubito, sebbene io creda che, se a seminare fossimo in molti, potremmo vedere spuntare prima le pianticelle.
E', infatti, come quando un naufrago affida un messaggio con richiesta di soccorso ad una bottiglia, sperando che qualcuno, un giorno o l'altro lo legga. E' come inviare un segnale verso una stella lontanissima, illudendosi che una civiltà possa captarlo e decodificarlo. E' come soprattutto confidare in qualche goccia di pioggia, mentre gli aerei chimici disfanno sin l'ultimo cumulo. La verità è sgradevole: meglio nutrirsi di dolci ed ipnotiche bugie.
Perché dunque un manipolo di ricercatori liberi continua a scrivere? Per esorcizzare certi fantasmi? Per abitudine? Per un'esigenza etica che prescinde dai riscontri? Perché spera che qualcuno con una coscienza possa agire, dopo aver appreso la verità? Per ciascuno di questi motivi o per qualche altra ragione? Poco importa. In fondo chi, nonostante le innumerevoli difficoltà, continua ad investigare ed a divulgare, per puro amore della verità, segue, anche inconsapevolmente, la parabola evangelica del seminatore: alcune sementi cadranno sul terreno fertile e germoglieranno.
Di questo non dubito, sebbene io creda che, se a seminare fossimo in molti, potremmo vedere spuntare prima le pianticelle.
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Ciao Zret,
RispondiEliminachi si ferma in realtà è chi non ha mai incominciato. Sappiamo che servire implica avere delle prove, e a volte c'è chi cambia lato.
Chi non parla tuttavia è colpevole.
Puntozero
Ciao Puntozero, Guénon affermava che la neutralità è già complicità. Quindi è vero che chi tace è colluso con i colpevoli.
RispondiEliminaCiao!
Non mi trovo completamente d'accordo. Bisogna prima di tutto sopravvivere e barcamenarsi fra i marosi. L'esperienza dimostra che non di rado colui che fa la voce grossa e picchia i pugni sul petto come Tarzan è poi il primo a farsela sotto.
RispondiEliminaAnche Guénon avrà avuto ragione in tal caso - per curiosità, dove hai pescato simile citazione?- ma i tempi che stiamo attraversando rivestono un carattere eccezionale come mai s'è verificato in passato.
'Basso profilo e vigile attesa' potrebbero dunque essere le parole d'ordine per la fase estrema del Kali Yuga. I Saggi del Taoismo forse mi darebbero anche loro ragione.
Ciao Paolo, non si tratta di fare la voce grossa, ma di continuare a studiare. Comunque ogni scelta è legittima, purché coerente con i propri principi. Purtroppo alcuni non ne hannno. Così hanno ingrossato le schiere degli ignavi.
RispondiEliminaCertamente viviamo tempi grami: il fallimento di varie banche statunitensi ed il tracolo delle borse sono segnali non rassicuranti. Ciò riguarda solo l'economia. Il resto?
Per la precisione Guénon scrive in errore dello spiritismo: "La neutralità nei confronti di certi errori è vicina alla complicità."
Ciao
Paolo scrive...
RispondiEliminaNon mi trovo completamente d'accordo. Bisogna prima di tutto sopravvivere e barcamenarsi fra i marosi. L'esperienza dimostra che non di rado colui che fa la voce grossa e picchia i pugni sul petto come Tarzan è poi il primo a farsela sotto.
Pienamente d'accordo, ma conosciamo gente che ora sta chinata a 90 gradi e non mi sembra una posizione definibile di "basso profilo".
Già, mi sembra in molti casi una posizione ad angolo... retto. Costoro pensano di salvarsi in codesto modo? Forse noi non ci salveremo, ma certi personaggi ricordano il Griso. Sappiamo quale fu la sua fine.
RispondiEliminaEppoi meglio morire dignitosamente piottosto che con ignominia.
RispondiEliminaCarissimo Zret,
RispondiEliminai flutti oscuri e le difficoltà della vita spesso ci avvolgono impedendoci di essere pienamente partecipi della comune strada, ma non per questo ci abbandoniamo gli uni con gli altri. ;|
Le tue parole infondono speranza e coraggio ... è dura e faticosa la "stretta via" ... ma POCHI son quelli che la percorrono, assumendosi la responsabilità.
Un giorno la storia dichiarerà apertamente la Verità.. e allora i saggi e i giusti RISPLENDERANNO come le stelle in una notte tersa.
E' vero che ognuno (come dice Paolo) si "barcamena" tra i flutti di questo six-tema meccanico e diabolico, ma non tutto il barcamenarsi é utile e/o vantaggioso per l'umanità.
Forse va bene solo per sè stessi, ma bisogna valutarne anche le conseguenze.
Il tacere e non dichiarare la Verità equivale all'omertà ... è difficile lo sò bene, ma la coscienza [addestrata] nella corretta via non può esimersi da questo elevato principio.
Detto questo.. rimane solo il fatto certo che nella "via larga" si perdono i molti e "pochi" con quelli che percorrono la via irta di difficoltà. D'altronde considera che il male si nutre e vive sulle paure e le debolezze dell'essere umano, e per questo la certezza di un piano "superiore" e lungimirante dona forza e coraggio nei frangenti più duri e incomprensibili alla mente umana.
Dopo la notte c'è SEMPRE un'alba.. SEMPRE..!!
Ti abbraccio insieme al carissimo e GRANDE Straker.
Con sincero affetto fraterno.
B O J S
Ciao carissimo BOJS. E' vero, il male si avvale della paura degli uomini e sin quando non si comprenderà questo, nulla cambierà. Speriamo bene.
RispondiEliminaUn caro saluto, amico.
Caro Paolo,
RispondiEliminanegli ultimi tempi esiste soltanto la sopravvivenza collettiva. Ognuno è chiamato a non stare in silenzio rispettando le proprie possibilità. Poi esiste il libero arbitrio...
A proposito di Kali Yuga, finalmente termina l'era dei Guru e dei Devoti, e così anche il "Vampirismo" che è molto diffuso nelle filosofie orientali.
Puntozero
Carissimo Bojs, ci si trova dinanzi ad un bivio: la strada larga è probabilmente senza uscita, mentre quella stretta conduce alla meta. Non è che sia facile percorrere la strada stretta ed erta, ma è proprio la paura lo strumento di cui si servono per indurre le persone a non ricercare la verità.
RispondiEliminaA volte si temono pericoli inesistenti, a volte le insidie sono reali, ma non è con il timore che si possono affrontare.
Un abbraccio.
Puntozero, veramente ci auguriamo che il vampirismo sia alla fine.
Ciao
se ogni seme lanciato sulla terra buona potrà germogliere e forse dare altri semi allora... prima o poi il momento giusto arriverà....
RispondiEliminaMi pare che il fatto che noi siamo qui a gridare frammenti di verità proibite stia ad indicare che almeno un abbozzo di spina dorsale ce l'abbiamo.
RispondiEliminaI timidi ed i pavidi non fanno come noi e si tengono in disparte nel timore di incorrere nelle grane, peritandosi essenzialmente di compiacere i poteri forti nell'eventualità di trarne anche dei vantaggi.
Ma, come mi scrisse anni fa un vecchio amico che partecipa di tanto in tanto a codesto forum, non bisogna farsi troppe illusioni ed è come se l'araldo della verità dovesse limitarsi ad assistere all'immane tragedia che ci si profila davanti. Quasi a voler dire: la maggior parte del lavoro di raddrizzamento non la dobbiamo compiere noi, ma le forze invisibili inviate dal Padre.
Un abbraccio all'infaticabile Zret.
Sì, Paolo, concordo con te. Siamo testimoni.
RispondiEliminaUn abbraccio.
P.S. Oggi sono un po' affaticato.