I veri artisti ascoltano voci impercettibili, squarciano il velo del tempo, si addentrano nelle regioni inesplorate del mistero. I veri artisti sono vates: un demone, pervadendo la loro anima, mostra loro cieli colpiti da sciabole di luce, lande vibranti di silenzi, orizzonti di follia. Eugenio Montale è un vero artista: una sua celebre lirica, contenuta nella raccolta La bufera e altro, è Piccolo testamento. La poesia, risalente al 1953, è la testimonianza di una fede disperata ma incrollabile nella dignità dell’uomo che rifiuta falsi miti e credi banalmente compensatori. A distanza di più di mezzo secolo, gli accorati e tesi versi di Piccolo testamento, si incidono ancora nella coscienza come marchi di fuoco, mentre le immagini icastiche e fosche prefigurano il destino di un’umanità votata all’autodistruzione, per onorare empi dèi.
Se rileggiamo certi versi, alla luce di quello che accade in questi tempi ferrigni, ci attraversa un brivido e ci prende uno sgomento indicibile:…spenta ogni lampada / la sardana si farà infernale / e un ombroso Lucifero scenderà su una prora / del Tamigi, del Hudson, della Senna / scuotendo l’ali di bitume semi-/ mozze dalla fatica a dirti: è l’ora.
Senza dubbio, è solo una coincidenza se il Lucifero che spiega le ali di metallo, provenendo dal nord del pianeta, plana sopra le terre e gli oceani, proiettando un’ombra mortale, impenetrabile; è solo una coincidenza se l’angelo delle tenebre fu scorto per la prima volta, mentre sorvolava la baia del Hudson, in Canada, se, in seguito, si diresse verso l’Europa, aduggiando le metropoli solcate dal Tamigi e dalla Senna.
Eppure sembra che il poeta genovese presagisse, guatando nello specchio scuro della notte, l’olocausto celeste, l’inferno del firmamento, per annunciarci che sarebbe giunta l’ora… l’ultima.
Se rileggiamo certi versi, alla luce di quello che accade in questi tempi ferrigni, ci attraversa un brivido e ci prende uno sgomento indicibile:…spenta ogni lampada / la sardana si farà infernale / e un ombroso Lucifero scenderà su una prora / del Tamigi, del Hudson, della Senna / scuotendo l’ali di bitume semi-/ mozze dalla fatica a dirti: è l’ora.
Senza dubbio, è solo una coincidenza se il Lucifero che spiega le ali di metallo, provenendo dal nord del pianeta, plana sopra le terre e gli oceani, proiettando un’ombra mortale, impenetrabile; è solo una coincidenza se l’angelo delle tenebre fu scorto per la prima volta, mentre sorvolava la baia del Hudson, in Canada, se, in seguito, si diresse verso l’Europa, aduggiando le metropoli solcate dal Tamigi e dalla Senna.
Eppure sembra che il poeta genovese presagisse, guatando nello specchio scuro della notte, l’olocausto celeste, l’inferno del firmamento, per annunciarci che sarebbe giunta l’ora… l’ultima.
che ti devo dì?...
RispondiEliminaspero che Lucifero non scenda sulla prora del Tevere!!!
l'Italia chiusa nel bacino del Medititerraneo sarà da esso protetta!....o il"camioncino" l'ho dirottano giusto in testa a noi?
ciao Zret!!!
buona serata!
Mi unisco ai tuoi auspici: queste righe servano anche ad esorcizzare. Ciao!!!
RispondiEliminaData e ora... doveva essere il 2000, poi chissà quale altra data, se mi date qualche indicazione più precisa mi sputtano il mio conto il banca...
RispondiEliminaGrazie.