Pubblico un illuminante e pregevole testo sul Silenzio: in un’epoca così frastornante e caotica come quella in cui viviamo, sarà utile soffermarsi a riflettere sul significato profondo e -direi- quasi mistico del Silenzio. È vero che il Quarto vangelo comincia nel modo seguente: “In principio era il Lògos"(il vocabolo greco Lògos è reso con Parola, Verbo, Idea…), ma per gli gnostici “In principio era il silenzio”. Riscopriamo allora il vero principio grazie alle meditate, limpide parole di Mordekhài Mekubal.
“La conoscenza universale può essere rivelata solo ai nostri fratelli che hanno affrontato le nostre prove. La verità va dosata a misura dell’intelletto, dissimulata ai deboli, che renderebbe pazzi, nascosta ai malvagi, che solo potrebbero afferrarne qualche frammento di cui farebbero arma letale. Racchiudila nel tuo cuore, e che essa parli attraverso le tue opere. La scienza sarà la tua forza, la fede la tua spada ed il silenzio la tua corazza impenetrabile.”
Questa frase è di Ermete Trismegisto, che può essere considerato l’Archetipo della dottrina Esoterica.
E’ indubbio che esiste un unico filo conduttore che unisce la tradizione filosofico-spirituale nel corso dei secoli.
E’ stata formulata un’ipotesi etimologica del nome secondo cui Ermete deriverebbe dal Copto “Ermeth” che significa “Essere Vero” da “Er - Essere” e “Meth - Verità”.
Nell’ “Asclepio” Ermete Trismegisto parla di Dio, entità inconoscibile ed invisibile, e dice che: “Egli può, in verità, concedere a qualche eletto la facoltà di innalzarsi al di sopra delle cose naturali, così da percepire un barlume della sua somma perfezione.”
Quindi la “Percezione Spirituale” è la base di ogni conoscenza esoterica.
Il Mondo Antico affidava questa esperienza al Rito Iniziatico, a cui erano ammessi solo quelli che se ne mostravano degni, avendo dimostrato di possedere le necessarie attitudini fisiche, morali ed intellettuali.
Conseguenza dell’Iniziazione era la capacità da parte dell’Iniziato di percepire la propria Vera Natura e quindi di riuscire ad interagire con le Forze Occulte dell’Universo.
L’Iniziazione implicava un cambiamento netto nel modo di pensare e, conseguentemente, di agire da parte dell’ Iniziato.
L’Iniziazione ai Misteri, secondo quanto si credeva nell’Antica Grecia, comportava la Metànoia, il Ripensamento, il Pentimento, e come afferma Platone, la Conversione-Rivoluzione.
L’Iniziato iniziava un nuovo stile di vita che non aveva più nulla a che fare con il vecchio Mondo Profano.
Si può dire che l’Iniziato, pur continuando a vivere nel mondo, entrava a far parte di un Mondo Nuovo ed allo stesso tempo Diverso.
La Conoscenza del Profano fa riferimento al Mondo dei Fenomeni quindi deriva dalla Dimensione dell’Opinione ed è propria del Mondo Sensibile Corporeo, e la sua Conoscenza dell’Epistème, del Sapere in senso lato, è praticamente nulla.
Il Profano è un conoscitore della Condizione Materiale e per questo motivo deve essere distolto dal cosiddetto Mondo della Quantità, e deve riuscire a tralasciare il suo bagaglio di Archetipi della Conoscenza-Comportamento propri dell’Inconscio Collettivo.
L’Insegnamento è: ascolta, raccogli, analizza, assimila, diventa e solo allora parla.
L’Insegnamento Profano è nozionistico, infatti all’allievo è richiesta un’intelligenza conforme alla necessità dell’apprendimento ed una buona memoria.
L’Insegnamento Iniziatico è viceversa diretto al cuore e non al cervello, non alla Mente ma alla Nòesis, all’Intelletto, e deve far emergere ciò che è già in noi, deve far risvegliare la Consapevolezza della Coscienza.
Ecco l’importanza di un atteggiamento ricettivo che, oltre a farci comprendere-apprendere, ci permetta di far sì che ciò che apprendiamo diventi parte attiva della nostra Coscienza.
Per l’Iniziato è poi fondamentale saper vivere nel e del Silenzio.
Nell’Antichità il Candidato doveva rimanere in silenzio a volte anche per parecchi anni, e saper vivere nel Silenzio è una cosa molto difficile.
Nella scuola Pitagorica il Neofita osservava l’assoluto silenzio, per sviluppare la capacità di penetrare il Mistero attraverso l’osservazione interiore, che, inizialmente, consentiva di apprendere senza dover impartire alcun insegnamento.
A questo compito erano preposti gli Epopti, coloro i cui occhi sono aperti, che avevano già superato i livelli di Mathematikoi e di Phisokoi.
E’ solo nel Silenzio del cuore che è possibile raggiungere certi obiettivi.
Il Silenzio è il Fondamento di ogni Via Iniziatica.
Per Silenzio, però, non si intende solo il non parlare ma anche il riuscire a far tacere la propria mente, perché chi intraprende una nuova via non ha nulla da dire, ma deve solo ascoltare per imparare, infatti si dice che la Via inizia nel Silenzio.
Una delle fasi più importanti della crescita dell’Iniziato è anche quella dell’apprendimento delle tecniche per imparare a tacitare gli Impulsi della Mente derivanti dagli Istinti legati alla Natura Inferiore.
Spesso il non parlare diventa un privilegio, perché dà la possibilità di entrare più facilmente in simbiosi con l’armonia che regna all’interno di un Eggregoro.
Il Neofita si può infatti concentrare sul tentativo di comprensione dei Simboli, perché solo così gli è possibile arrivare a percepire la perfezione e la regolarità di un Rito.
Il Silenzio può essere inteso come cessazione del rumore, del suono, di ogni attività dispersiva.
La percezione stessa del Silenzio consente il suo avverarsi, inteso tra l’altro come un qualcosa di positivo.
Il Silenzio può essere colto come un momento creativo di trasformazione.
Il dovere di un Iniziato è quello di continuare a trasformarsi, senza interruzione, perché il suo fine ultimo dovrà essere quello dell’Edificazione del Tempio Interiore.
Guarda caso si è portati a dire che la verità è relativa quindi destinata a trasformarsi.
Il Silenzio può anche essere inteso come il luogo, lo spazio in cui si ricevono le percezioni che giungono dall’esterno ed in questo modo può diventare il tramite, il filtro di ogni dialogo.
La Coscienza è già in noi ma solo la Voce del Silenzio ci consente di trovarne la sorgente che portiamo dentro di noi.
Il Silenzio è anche sinonimo di Modestia, dove quest’ultima è una condizione interiore, è l’essere coscienti che non si saprà mai a sufficienza.
Il Silenzio è simbolo di Ignoranza: certe cose sono a conoscenza solo di determinate persone, quindi è a loro che si deve rivolgere l’attenzione, anche se è inutile chiederle perché non saranno mai svelate.
Sta all’Iniziato carpirne il segreto con la sua capacità d’intuizione.
Il Silenzio è simbolo della Proibizione: anche se si sanno certe cose, queste non possono essere dette perché significherebbe svelarne il segreto, quindi esporre la Conoscenza Iniziatica, Esoterica ad un pericolo di contaminazione.
Il Vero Sapere è riservato agli Iniziati, a coloro che sanno farne buon uso, e va quindi tramandato di bocca in bocca, per tempo.
Il Silenzio è, infatti, il Silenzio dell’Ineffabilità: non tutto può essere detto finché manca la capacità di Discernimento.
Se manca la capacità di lettura, di interpretazione tutto rimane oscuro, senza significato, perché dietro al significato “Profano” ne esiste un altro “Esoterico” che solo l’Iniziato può comprendere.
Il Silenzio, però, non deve essere inteso solo come capacità di Apprendimento e di Autocoscienza, ma va inteso anche come Prova, come capacità di conservare la Conoscenza cui il Neofita è sottoposto.
La Conoscenza è potere, quindi deve essere controllata e distinta tra i diversi livelli di Iniziazione che uno ha.
Il Silenzio Iniziatico non crea certezze, anzi, mette in discussione le certezze per sostituire ad una Verità definita una Verità in perenne scoperta.
Il Silenzio genera quesiti.
Il Silenzio può essere inteso anche come Sofferenza, al sofferenza del controllo sulla parola e, visto che la sofferenza può essere vista come il confine tra la realtà vissuta e quella immaginata, si può usare il Silenzio per definire il rapporto con il mondo.
Questo è il percorso dell’apprendistato, che darà la capacità, attraverso il Silenzio Rituale, di arrivare alla Conoscenza Iniziatica.
Altra fase di crescita dell’Iniziato è il Controllo della Parola che serve a tenere a freno ed a dirigere correttamente il pensiero.
Il Profano usa la parola senza badare troppo a ciò che dice, quindi senza preoccuparsi in maniera eccessiva delle conseguenze provocate dal proprio parlare.
Esiste anche un uso Exoterico della parola, enciclopedico, dove viene privilegiato il rumore provocato dalla parola rispetto al significato intrinseco.
L’uso Esoterico della parola comporta invece il trasferimento sia della “Conoscenza” che del vero e proprio “Carisma Iniziatico”, che si trasmette con il “Suono della Parola”, il cosiddetto “Potere della Parola” soprattutto quando questo si verifica in un’Entità Collettiva.
La Parola può essere sacra, quindi in questo caso non è neutra: essa provoca ciò che evoca.
La Parola Sacra trova amplificazione dentro l'ambiente del Silenzio Rituale di un Eggregoro.
E’ la trasmissione controllata della Saggezza che impedisce la deformazione della parola.
Essa deve essere articolata con precisione e correttezza, senza errori, per evitare che si faccia confusione tra significante e significato.
La “Parola” deve essere accompagnata da quelli che nei secoli sono diventati i Segnali Rituali che possono essere solo detti e manifestati in presenza della Fiamma Mistica.
È evidente il Valore Sacrale che può acquisire l’uso della Parola in certe situazioni.
La Parola ha in sé potenza, quindi il suo uso deve tenere conto di ciò, sia da parte di chi parla sia da parte di chi ascolta.
L’attitudine ad imparare ad ascoltare è un’altra arte che bisogna apprendere.
Essere capaci di costruire il proprio Silenzio Interiore significa anche essere in grado di far posto alle altrui parole, per poter condividere la Verità, intesa come capacità di riconoscere come vero ciò che un altro sta dicendo.
Ma questo è possibile solo quando avremo imparato a percepire solo la Parte Luminosa che brilla in ogni Essere Umano, quindi avremo fatto nostra la Temperanza.
La Temperanza, la Tolleranza, la Capacità di Regolare la Parola, la Ricerca della Verità dovranno segnare e guidare sempre e comunque il cammino dell’Iniziato.
P.s. Ringrazio sentitamente l'amico Mordekhài Mekubal per aver dato il suo consenso alla pubblicazione di questo articolo.