11 dicembre, 2007

Racconto

Quante volte abbiamo ascoltato il racconto di esperienze vissute da amici e conoscenti! Leopardi riteneva che il dolore si disacerbasse nel ricordo. Forse. Senza dubbio molti amano rievocare episodi e rendere partecipi gli altri di quanto hanno vissuto. Dalle saghe scandinave da cui originarono i poemi omerici sino ai dozzinali romanzi sfornati da scrittori falliti e da falliti scrittori di questi anni vuoti e ferrigni, è rimasto pressoché intatto il fascino dell'affabulazione.

Raccontare per essere ascoltati: quando ripercorriamo eventi del passato, li riviviamo. La sofferenza si stempera; una pallida allegria incurva le labbra in uno stanco sorriso. Ora ripensiamo, quasi rincuorati, alle passate sventure: "Se potei tollerare indicibili patimenti, riuscirò ad affrontare anche le atroci prove del presente". Ora ci illudiamo di recuperare almeno un’ombra delle gioie di un tempo, ormai livide larve. Il passato, una spina confitta nel cuore, ma mai straziante come le ore attuali. "Almeno eravamo giovani".

Si racconta per rivivere, per ridestare i fantasmi del tempo trascorso, per inventarci un'altra vita, per condividere un po' della nostra.

Intanto ci accorgiamo che l'interlocutore, dopo avergli narrato un'altra volta la storia di una vita senza storia, si distrae, vaga con la mente tra fantasticherie e ricordi, racconti senza intreccio.

Racconto come catarsi, sfogo, gioco, conoscenza, piacere, imitazione di una vita immaginaria, solo sognata. E' un'esigenza connaturata all'uomo che cerca di conferire un senso all'insensato, ma il racconto è anche conato e silenzio.

In una commovente ed introspettiva novella, Dino Buzzati descrive un viaggiatore che torna dai suoi familiari, dopo un'assenza durata molti anni. Ha vissuto esperienze intense, ha conosciuto ed amato donne bellissime, visitato città esotiche, maturato esperienze di ogni tipo, è stato protagonista di avventure emozionanti: vorrebbe rendere partecipi i parenti delle emozioni e delle sensazioni che ribollono nella sua anima. Invano. Il racconto gli muore in gola. Resta solo un assoluto silenzio. Perché? Perché, in fondo, chi può veramente capire ed immedesimarsi nel nostro mondo interiore? La sua natura più profonda è letteralmente inenarrabile anche a noi stessi. (...)

14 commenti:

  1. "Perché, in fondo, chi può veramente capire ed immedesimarsi nel nostro mondo interiore? La sua natura più profonda è letteralmente inenarrabile anche a noi stessi."

    Zret, sottoscrivo in toto; hai il dono di tradurre in parole molte delle cose che provo, ma non riesco ad esprimere lucidamente.
    Grazie per aver condiviso con noi parte delle tue sagge riflessioni, le quali portano un raggio di luce in questo tetro e buio baratro.
    Saluti, Nico

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  2. Ciao Nico... e se mi avessi dettato tu questa riflessione ed io l'avessi solo captata e trascritta?

    Restiamo sintonizzati.

    Ciao e grazie.

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  3. Zret, parole celestiali...

    Se la consapevolezza stesse nel silenzio e nel nulla, allora solo in quel piccolo istante potremo fonderci ed essere parte di qualcosa di più grande.

    Grazie per aver condiviso questi pensieri a me così vicini.

    Un abbraccio
    Freenfo

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  4. E' probabile Zret, anche perchè solo qui mi sento veramente in sintonia con altre menti; una sorta di ipercomunicazione ci unisce?
    Mi piace pensarlo... resterò sintonizzato.

    UN saluto a te e a tutti gli amici del blog

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  5. Condividere il proprio MONDO INTERIORE..Prima con noi stessi...E' l'inizio della nostra EVOLUZIONE...
    Con SINTONIA...Ciao a tutti!

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  6. Ciao fratelli,a giorni spedirò il cd,"scusate il ritardo".
    Un abbraccio.

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  7. Ciao Oldleon. Non preoccuparti. Ci mancherebbe. Un abbraccio a te e famiglia.

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  8. Ciao Mss G., evoluzione è parola-chiave.

    Ciao Oldleon, un abbraccio!

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  9. Ma il passato fu veramente migliore del presente? Solamente in apparenza se non siamo riusciti a 'fissare' ( termine caro agli Alchimisti) i momenti belli, le gioie di allora. E non li abbiamo fissati perchè non ne fummo capaci e pertanto eravamo massimamente incompleti. La maturazione ovvero la strada verso la pienezza dell'essere passa attraverso traversie inenarrabili.
    Forse non riusciremo mai nell'impresa, nemmeno tra centomila o un milione di anni. Che importa, almeno ci abbiamo provato. Ne abbiamo ad ogno modo afferrato l'idea, l'archetipo. Ma uno può vivere sereno lo stesso, senza troppe pretese e quasi 'contentus sui'.

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  10. E' possibile avere il tuo contatto email?

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  11. bene,bravi molti di voi sono arrivato all'io sono,complimenti. ed ora!
    guardare un palmo dal vostro naso,è molto saggio!!
    adesso provate ad andare oltre.

    un caro saluto.anto-az

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  12. Ciao Paolo, almeno ci abbiamo provato.

    Anto-az, Odisseo docet.

    Ciao

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  13. ingegno ed intelletto!!
    zret grandi insegnanti oserei dire arti ma,da qualle arte o cosa provengono??

    un sincero abbraccio a tutti.anto-az

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