27 luglio, 2011

Sanremo, il comune di Attila

Qualche anno addietro molti quotidiani liguri e del nord ovest titolarono “Strage di alberi a Sanremo”. Che cosa era accaduto? La scellerata amministrazione sanremese aveva deciso ex abrupto di sradicare decine di bellissime e maestose piante per mettere a dimora quasi esclusivamente palme, favorendo, in questo modo, qualche vivaista con aderenze presso il Comune. Fu addotto il pretesto che gli esemplari divelti erano malati: non era vero. Qualche matuziano protestò, ma gli amministratori, emuli di Attila, continuarono imperterriti nelle loro “deforestazioni” Le estirpazioni, specialmente di pini, seguitano ancora oggi, sebbene siano meno indiscriminate… perché ormai resta ben poco da distruggere.

Attualmente un parco come quello di villa Ormond, soprattutto nella parte che costeggia Corso Felice Cavallotti, è una deprimente sequela di stenti cespugli, di agavi improbabili, di palme di Chusan, un albero che con i suoi volgari pennacchi, pur con tutto l’amore per la natura, ci appare di una bruttezza assoluta. Il giardino di Piazza Colombo, tetra larva di quello coventrizzato per costruire dei posteggi sotterranei, è pietoso. Gli assessori competenti (si fa per dire) non hanno mai dimostrato né un briciolo di cultura né di buon senso: invece di abbellire gli spazi verdi con alberi ed arbusti della flora mediterranea o con essenze esotiche, ma frondose ed ornamentali, perpetrano scempi.

Ecco allora che i pochi angoli ancora ameni di Sanremo sono oasi di un tempo che fu, quando privati cittadini, soprattutto stranieri, e sindaci onesti ed accorti (oggi l’espressione “sindaco onesto ed accorto” è un ossimoro), su impulso di giardinieri dotati di fine senso estetico, crearono parterres incantevoli.

La situazione presente è molto diversa: nei parchi sanremesi non viene svolta un’idonea manutenzione, un po’ alla volta, molti arbusti rinsecchiscono, l’avifauna è pressoché estinta, le cartacce si accumulano nelle aiuole… Infine le turistiche bordure in cui occasionalmente vengono piantati dei fiori creano un contrasto stridente con il misero spettacolo tutto intorno.

Se poi si leva lo sguardo al cielo… meglio tacere.

Fonte: sciechimichesanremo

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