10 marzo, 2012

Kòsmos

“Cosmo” - dal greco kòsmos - significa “ordine”, eppure se contempliamo dalla terra un angolo di universo in una notte limpida, più che restare ammirati per l’armonia con cui le costellazioni trapuntano il firmamento, siamo presi dalla vertigine, quasi dall'angoscia.

Astri, galassie, nebulose, ammassi…: se potessimo veleggiare lungo i meandri intersiderali, il senso di stupefazione che proviamo dinanzi alla notte stellata si accentuerebbe sino a tramortirci. Si è che la bellezza dell’universo è spaventevole ed i fenomeni che occorrono negli "interminati spazi" hanno alcunché di terribile nella loro grandiosità: ora nasce una stella, ora un corpo celeste deflagra, ora un buco nero divora la luce; qui glauchi pianeti, là cadaveri di astri…

Si ha l’impressione che il cosmo sia un gigantesco diorama, un sogno rutilante sognato da chissà chi. Può apparire paradossale, ma questo spettacolo mirabile e sublime più che lasciare intuire una presenza divina, ci getta nella più abissale solitudine, ricordandoci la nostra piccolezza di esseri aggrappati ad un piccolo, insignificante atomo che ruota nell’infinito.

E’ il mare dove Leopardi “naufraga” dolcemente, la dimensione in cui Tommaseo scorge l’impronta della Provvidenza e, di converso, Pascoli avverte solo un glaciale silenzio.

L’infinito, però, è anche in un granello di sabbia o in una goccia d’acqua. L’infinito si espande nell’anima che inspira, con un brivido, l’eco del tempo e dell’eterno.

APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

6 commenti:

  1. Quando scrivi così Zret, mi sciolgo. Semplice e profondo, è come il tocco del pennello sulla tela.
    Arte.

    Per me l'Universo è un casino, un casinò, e Dio fa il suo gioco.

    Buon fine settimana

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  2. Ciao Zret,
    hai citato i grandi poeti italiani, voglio legarmi a loro con un "mago" Giordano Bruno, che nel suo: "De la causa, principio e uno"; conferma e rimanda all'originaria sapienza ermetica ed egizia.

    "L'intrusione di questo nuovo "Cosmo" infinito, mette fuori gioco la vecchia metafisica e la religione cristiana e le mostra essere delle verità rovesciate, coerenti con il Cosmo finito ("Candelaio, Spaccio, Cabala del cavallo pegaso").

    La nuova metafisica rende possibile e necessaria una nuova tavola dei valori ("Spaccio, De gl'heroici furori").

    Il post che hai scritto sembra essere sgorgato dal grande mago ed iniziato Giordano ... molto bello complimenti.

    Ciao,

    wlady

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  3. E' vero: l'universo sembra una casa da gioco. Chissà dove finiranno i dadi.

    Ciao

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  4. Ciao Wlady, ottimo l'aggancio a Giordano Bruno. Il filosofo nolano fu uomo di grande sapienza, di animo nobile ed indomito. A lui e ad altri "spiriti magni" ho dedicato qualche riflessione che pubblicherò quanto prima, calamità permettendo.

    Ciao

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  5. Ciao Zret.
    Condivido l'ideale Romantico del sublime che trascende la bellezza.
    Sublime era per i romantici tutto quello che suscitava sentimenti dello straordinario, tremendo e spaventoso, anche qualcosa che andava al di là della comprensione umana. Ho sempre trovato affascinante questa concezione dell'arte (e della vita), in cui alla tradizione, alla semplicità, alla perfezione delle forme e all'organizzazione razionale dei classici si opponeva la tensione, l'emozione, la spontaneità, e tutto ciò che era pittoresco, grottesco, primitivo, imperfetto, istintivo, passionale, malinconico, mistico dei romantici.
    Buona serata, Sharon

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  6. Sì, Sharon, anch'io preferisco il sublime al pittoresco. Sui paesaggi solitari, silenziosi, selvaggi, che ispirano una tensione irrisolta ed inquietudine, scrisse delle belle pagine Schopenauer nel libro "Il mondo come volontà e rappresentazione".

    Ciao

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