28 gennaio, 2016

Truffe linguistiche



Quando i maneggioni, chiamati in modo improprio “politici”, cominciano ad abusare di termini e diciture in inglese, bisogna cominciare a drizzare le antenne, perché i tragici buffoni sono in procinto di escogitare qualche altro colossale imbroglio.

Qualche anno addietro, Matto Morti, l’esponente di una classe tanto ignorante quanto arrogante, sdoganò vocaboli nella lingua della perfida Albione: campeggiava su tutti il funesto mantra spending review, la “revisione della spesa pubblica” spacciata per una panacea, laddove il debito è per definizione e finalità inestinguibile.

Oggi persino la scuola, che dovrebbe essere il tempio della cultura, è invasa da lessemi allotrii: si vaneggia di "mission d’istituto", di "steps nel programma", di "digital trainer", di "imput (sic!!!) educativi" e castronerie simili. Pare che usare la corrispondente parola italiana e rifiutare tale imbarbarimento lessicale configurino un delitto di lesa maestà.

Sembra di vivere la situazione di Renzo che il viscido don Abbondio cerca di abbindolare e confondere con il suo latinorum. Oggi imperversa l’inglesorum, un abominevole ibrido tra un italiano sciatto ed un inglese improbabile. Purtroppo dietro queste barbare locuzioni, si nasconde sempre qualche insidia, ad esempio il totale svuotamento dei residui contenuti culturali a favore di una pseudo-didattica egemonizzata da tecnologie demoniache, da insopportabili chiacchiere.

In questo periodo il popolino è frastornato da un altro monstrum, step child adoption: le persone, quando non si pongono la domanda di dove vogliano andare a parare i para… con codeste idiozie lessicali, restano quasi incantate di fronte alla padronanza che i pagliacci dimostrano degli idiomi esteri. Una volta il cittadino medio-basso commentava: “Non condivido le sue idee, ma parla bene”; al giorno d’oggi esclama: “Non condivido le sue idee, ma sa l’inglese che oggi è la lingua internazionale”.

Sempre in tema di frodi linguistiche che si fondono a frodi ben più gravi, suscita raccapriccio e preoccupazione il recentissimo bail-in, una trappola per i titolari di conti correnti, un vero ladrocinio gabellato per sistema volto a garantire i risparmiatori. Che pensare a proposito del bail-in? I Liguri risponderebbero: “Avete veramente rotto il… !”

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6 commenti:

  1. Perfettamente d'accordo Zret.
    Ma a me quello che manda il sangue alla testa è la giustificazione "in inglese rende meglio l'idea", "in italiano non abbiamo un termine equivalente", detto chiaramente da persone che magari l'inglese nemmeno lo sanno e senza considerare che l'equivalente italiano c'è sempre ma si è forse troppo ignoranti per conoscerlo. O forse fa più forbiti buttare qua e là qualche parola di inglese. Probabilmente si pensa di mostrarsi più sofisticati e professionali... professional, scusa, detto in italiano non rende l'idea. :(

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    1. Sì, è pure questione di snobismo, di vanagloria. In ogni caso abbiamo l'opportunità di imparare un po' di inglese grazie a Matto Renzi la cui pronuncia è oxfordiana.

      Ciao

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  2. Hai dimenticato di citare la 'Bad Bank', altra colossale truffa ... però anche l'italianorum viene utilizzato per confondere le idee, pensiamo alla 'cartolarizzazione' per esempio. Indipendentemente dalla lingua usata il significato emerge comunque, forte e chiaro! Ciao

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  3. Molte volte viene sottovalutato come la lingua influenzi la psiche. In questo caso, oltre agli invadenti inglesismi, abbiamo questi "social" che riducono tutto a poche parole, o a frasi fatte. La perdita della capacità di argomentare e conseguentemente dello spirito critico (e viceversa) è dovuto anche (se non soprattutto) a queste invasioni.

    Per questo Renzi ha un tale appiglio sul volgo, perché parla usando slogan, usando il linguaggio di twitter e compagnia, i suoi discorsi sono privi di qualsivoglia argomentazione, addirittura sono contraddittori ma fanno presa su un popolo che, ormai rimbambito dallo yes, we can, vede e trova in facebook l'unica e possibile modalità di comunicazione con il prossimo.

    Buona notte

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    1. Sono d'accordo con te. Tra l'altro dalle frasette monche e sciancate di Twitter si sta passando all'afasia delle piattaforme dove si inseriscono solo fotografie. Altro che neo-lingua orwelliana! Il declino della lingua accompagna la putrefazione della società e del pensiero.

      Ciao

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    2. Uno dei primi 'stupri' linguistici che io ricordi si deve al compianto Craxi. La sua prosa mussoliniana (forte e chiara) strideva in modo insopportabile con la realtà dei fatti (debole e torbida). Significante e significato erano in netto contrasto. Ciao

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