26 novembre, 2005

Fatti mandare dalla mamma...

Il sequestro di confezioni contenenti latte prodotto dalla Nestlé, latte contaminato da una sostanza chimica usata come fotofissatore sul cartone, ha dimostrato una volta ancora, anche se non era certo necessario, che le multinazionali non sono così diaboliche come spesso sono dipinte, ma molto di più.

Il ruolo giocato nella vicenda dei vari governi, in primis quello italiano, alla luce di quanto successo, è il solito: quello del compagno di merende che, quando è scoperto dalla nonna con le dita nel vasetto della confettura, accusa l’amichetto che con lui ha aperto il barattolo.

Il ministro delle malattie, storace (la minuscola è voluta), ha, infatti, sdegnosamente smentito il rappresentante della Nestlé il quale aveva affermato che la società svizzera produttrice di veleni gabellati per alimenti, concordò con l’esecutivo di vendere lo stock dei prodotti già sul mercato, prima di intervenire in qualche modo. Mi pare che poi l’ineffabile dirigente della Nestlé abbia smentito sé stesso. Insomma, sarebbe una commedia delle parti, se non fosse una tragedia, che vede come vittime i consumatori.

Di fronte a questo scandaloso esempio del turpe intreccio tra “politica” ed economia, di una classe dirigente asservita ai loschi interessi di banchieri, finanzieri, imprenditori, a loro volta controllati dagli esponenti della sinarchia, diventa del tutto anacronistica l’immagine casereccia e naif di quella celebre canzone interpretata da Gianni Morandi, il cui ritornello diceva “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”. Oggi bisognerebbe cantare “Non farti mandare dalla mamma a prendere il latte…” anzi “i latti”, come sagacemente dicono quei bontemponi di “giornalisti”, raramente a loro agio con la lingua italiana.

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