09 novembre, 2005

Lo sciopero delle cicale

Absit iniuria verbis
Oggi i “giornalisti” si astengono dal lavoro. Finalmente una buona nuova! Che cosa giova di più? Una “notizia” ammannita dalle cicale o un’assenza di notizie? Meglio il nulla delle fandonie dei gazzettieri, delle loro veline, dei loro dispacci degni della Pravda”.

Che Zucconi si dedichi pure alla coltivazione delle zucche, che Mai dire Magdi reciti qualche sura, che le Parodi vadano ad imbellettarsi, che Ferrara partecipi a qualche fiaccolata contro i dietologi, che G.Riotta si rechi a meditare in una grotta a mo’ di eremita, che Eco si sfianchi a rincorrere Narciso, che Del Noce vada a sgranocchiare qualche gheriglio…

Questi imbrattacarte, questi caudatari dei potenti hanno mai dedicato una riga o un riferimento alla strage di Falluja, alla Skull and bones, alle scie chimiche, all’imbroglio dell’otto per mille, al signoraggio, alla sinarchia, alle banche armate…?

No. Sono più importanti le tresche dei calciatori, delle soubrettes e le bizze del buon Bonolis…

Siamo arcistanchi delle loro menzognere versioni ufficiali, dei loro tronfi sermoni, dei loro ammaestramenti da cattivi maestri.

Questa giornata di sciopero delle cicale è un’ottima occasione per informarsi attingendo ad altre fonti. Speriamo che le cicale scioperino sempre più spesso.

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