21 giugno, 2007

Il rasoio ha perso il filo

L’espressione alquanto logora “usare il rasoio di Ockham” si riferisce ad un principio, secondo il quale si afferma la non opportunità di formulare più assunti di quelli strettamente necessari per spiegare un fenomeno. È quindi un criterio che rifugge dalla moltiplicazione di enti inutili. Tale metodo è adottato, spesso a sproposito, da scienziati o sedicenti tali, più che altro per “confutare” le affermazioni di ricercatori indipendenti, con argomenti debolissimi, almeno sul piano epistemologico. In realtà, se il rasoio di Ockham poteva avere una sua giustificazione all’interno di un quadro conoscitivo positivista di stampo ottocentesco, pare proprio che non si adatti alla situazione epistemologica contemporanea.

Nella sua spaventosa crisi attuale, la scienza, lacerata tra i revanscismi galileiani e newtoniani, da un lato, le fughe quasi metafisiche della fisica quantistica, dall’altro, percorsa da crepe che rischiano di far crollare l’intero edificio (si pensi alla teoria dell’universo olografico o a quella, per alcuni versi simile, dell’universo tetraedrico), è l’ambito culturale in cui più si rileva l’inadeguatezza del rasoio.

Le teorie, per quanto si tenti, di ricondurle ad un unico modello, sembrano in contraddizione tra loro e soprattutto implicano, non di rado, quella moltiplicazione degli enti che il filosofo medievale disapprovava. Materia, materia oscura, energia, etere, coscienza, mente, anima, quinta forza, gravitoni, stringhe, Dio… è tutto un pullulare di “sostanze”, un mosaico incomprensibile di elucubrazioni, di sistemi interpretativi, di formule matematiche, matrici, equazioni. Forse questo mosaico ci risulta non intelligibile, perché, osservandolo troppo da vicino, non cogliamo il disegno nel suo complesso: fatto sta che, più passa il tempo e più si ha la sensazione di aggirarsi in un dedalo inestricabile. Inoltre, se il numero è l’essenza del cosmo, la sua ratio ultima, come pensano alcuni, allora la comprensione del cosmo è preclusa a gran parte di noi.

Sempre a proposito di numeri e di leggi, forse di Ockham dovrebbe essere ricordata e riportata in auge una sua idea: egli riteneva che le leggi fisiche ed i principi dell’aritmetica non fossero preesistenti a Dio, ma da lui liberamente determinati. Il Creatore avrebbe anche potuto stabilire che la somma degli angoli di un triangolo non desse 180 gradi, ma di più o di meno. Le cosiddette costanti fisiche universali, se non sono nella mente umana, sono nella mente di Dio e non sono leggi assolute. Sono identiche in un cosmo parallelo? Valgono anche nell’ambito del noumeno? Credo di no.

Al di fuori dei paradigmi scientifici, il rasoio di Ockham si rivela altrettanto inadatto: si consideri il pensiero tradizionale che non contempla generalmente una “semplice” dicotomia tra corpo ed anima, tra materia e spirito, ma che postula e riconosce tutta una serie di dimensioni da quella più densa, coincidente con la materia, a quella spirituale, passando per la realtà sottile, eterica, astrale etc. Tra una sfera e l’altra dell’essere, esistono traits d’union oppure no? Se esistono, gli enti dovranno essere ulteriormente moltiplicati.

Rebus sic stantibus, è evidente che il rasoio, se mai è stato tagliente, ha ormai perso il filo. In questo spazio-tempo inconcepibile ed enigmatico, ridondanza di Dio, superfetazione del nulla, spazio-tempo che le varie teorie tentano invano di spiegare, magari con un intrico di formule su una lavagna, come nota Malanga, "il periodo degli scienziati è passato".

8 commenti:

  1. Come è che si dice!? Ah si:
    Non ci capisco più una cippa lippa.
    Ciao a tutti

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  2. Chissà se almeno gli Arconti e gli Illuminati sono arrivati a qualche "conclusione"

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  3. sssììì!
    bellissimo post!
    da leggere,rileggere per concludere... che hai perfettamente ragione!
    ...forse nel campo scientifico stiamo naufragando,perso bussola,troppa carne a cuocere come suol dirsi,troppe teorie e nessuna certezza....sbaglio?
    Forse non è nella Scienza la risposta,poichè essa invece di chiarirci le idee ce le ingarbuglia!...(e allora la risposta dov'è?)
    E' un mosaico che non rappresenta nulla!tasselli disordinati,indipendenti,contraddittori......troppi!
    La rasoiata non si può più fare!perchè sembrano essere tutti necessari a causa della loro diversità...
    dalla Puglia infuocata un caldo
    abbraccio
    Angela

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  4. Ciao Stefano, forse gli Arconti sanno qualcosa, ma non credo abbiano interessi speculativi.

    Ciao Angelotta, la risposta è solo un'altra domanda. Un abbraccio dall'infocata Liguria.

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  5. La scienza ha fatto il suo tempo come la psichiatria... non c'è più spazio per questo tipo di approccio alla conoscenza vera del mistero della vita e del suo ineffabile e armonioso funzionamento. Ricordo l'intervista a Piero Angela, quella della premiata ditta Angela & Angela, nell'ambito della trasmissione " Che tempo che ti Fazio " e, in particolare, la domanda fatta dal conduttore - nel senso che da quando ingeriamo tutti questi metalli volatili siamo tutti dei conduttori e, finalmente lo sono diventati anche quelli che si erano spacciati tali da decenni - sui cristalli di quarzo - allora Fazio sa? - e l'energia orgonica. Ebbene, il quarquero affermò che non credeva in queste cose. Possibile? Come mai, allora, con l'energia orgonica tutto cresce più velocemente e in maniera rigogliosa? Come mai l'acqua si pulisce e diventa trasparente? Come mai il cielo si pulisce dalle scie e l'aria è fresca e vibrante? Si vede che la scienza non sa spiegare queste cose. O non le vuole spiegare? Ma questo è solo un piccolo esempio. Io penso che è col il cuore che possiamo percepire il vero motore dell'universo. Un sahariano abbraccio dal sud. Ciao.

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  6. Certi paradigmi scientifici sono gusci vuoti. Ormai sono decine i ricercatori che hanno reintrodotto nei loro sistemi speculativi l'etere. Tra breve l'etere sarà riconosciuto come elemento vitale dell'universo, checché ne pensino gli scienziati attardati ed in mala fede.
    Ciao!

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  7. Quando penso alla scienza in questi termini, mi viene spesso in mente un aneddoto di Eddington, un astrofisico. Il succo dell'aneddoto è che quanto si riesce a pescare dal mare (della conoscenza) dipende esclusivamente dalla rete che si utilizza. La consegueza logica è che per quanto questa possa essere fitta le sfuggirà sempre qualcosa!
    Il suo ragionamento è anche più sottile, non servirebbe nemmeno utilizzare quella rete per capire "che pesci prendiamo", basterebbe analizzarla...
    Però, dico io, se questa rete è un "O grande" rispetto all'uomo rimarrà comunque impossibile analizzarla in tutti i punti per eventualmente intuire cosa e come le sfugge...
    PS: visto che sono insonne, concedetemi il beneficio del dubbio visto che non riesco a spiegarmi meglio...

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  8. Nella rete poi si può restare impigliati, Kitik.
    Ciao!

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