15 novembre, 2005

La vedova nera

Absit iniuria verbis

Bisogna riconoscere che, rispetto ai tradizionali mezzi d’”informazione”, invasi da menzognere ed ignominiose versioni ufficiali, da bazzecole, da logorroiche cronache sportive e da mille altre turpitudini, la Rete, non di rado, consente di reperire delle notizie non censurate, delle informazioni sui vari campi dello scibile, anche su argomenti ingiustamente ignorati o banditi dai maitres à penser dell’establishment “culturale”. Certamente, occorre saper separare il grano dal loglio (le ramificazioni di quotidiani cartacei, i siti ministeriali, istituzionali etc.), ma, nel complesso, Internet offre delle opportunità per tenersi aggiornati su quello che, più o meno, veramente succede, mette a disposizione un’enciclopedia virtuale utile per studiosi, ricercatori e semplici appassionati.

Tuttavia nella ragnatela si può rimanere impigliati: non voglio riferirmi, in tale occasione, al limite connaturato ad un mezzo come questo in cui trovi tutto ed il contrario di tutto, il pericolo che in seguito ad una spaventevole esplosione d’informazioni restino, alla fine, solo brandelli d’ignoranza. Intendo, invece, mettere in guardia dalle insidie di certi siti apparentemente innocui, ma in realtà pericolosissimi, perché volti, dietro pretesti vari, a rafforzare e a legittimare il sistema oppressivo e mendace del mondo contemporaneo.

Porto qualche esempio, sulla base della mia esperienza.
Un attivissimo autore, in un suo patetico sito, riporta ed esamina una serie d’imbrogli, di raggiri per evitare che persone sprovvedute siano truffate: fin qui l’iniziativa è lodevole. Poi, però, si avventura nel tentativo di demolire “ipotesi”, secondo lui, risibili e fantasiose. Ad esempio, si cimenta nel compito non improbo, ma impossibile di dimostrare che i fatti del 9 11 accaddero, grosso modo, come ce li raccontarono Belzebush e i sodali della sua setta, la Skull and bones. Ci vuole una dose infinita d’improntitudine e d’ignoranza per ammannire una siffatta congerie di corbellerie in cui ormai possono credere solo gli ebeti. Ovviamente le balorde argomentazioni di codesto beota non meritano neanche di essere confutate, poiché si confutano da sole.

Ad ogni modo questo sito è da visitare, per sbellicarsi dalle risa.

Pullulano poi i siti cattolici: finché vendono santini, libri d’ore, ammennicoli papisti, passi, ma quando alcuni pseudo-storici e pseudo-teologi si inoltrano nell’esegesi dei vangeli, allora la riprovazione deve essere totale. Qualche giorno fa, visitando uno di questi portali cattolici, mi sono imbattuto in una serie di articoli in cui, facendo riferimento, esclusivamente al Quarto vangelo e ad alcune Lettere paoline, si vorrebbe “dimostrare” che Gesù è Dio, in ossequio ai dogmi niceni e post-niceni, posteriori di almeno tre secoli al periodo in cui vissero i due Messia. A parte che l’interpretazione proposta fa acqua da tutte le parti, gli estensori degli articoli non sono stati sfiorati dal dubbio che il Quarto vangelo originariamente era un testo gnostico, un libello accettato nel canone tardi e soltanto dopo mille controversie e polemiche, spesso veementi, fra i padri della chiesa? È come voler confermare la correttezza del sistema geocentrico tolemaico, basandosi su Copernico.

Insomma, quando ci si muove, sui fili di questa rete invisibile, immensa, è necessario essere circospetti, attenti alla più lieve vibrazione: una vedova nera può stare in agguato.

3 commenti:

  1. C'è ancora chi scambia i ratti per nutrie.
    Buona giornata.

    Giancarlo

    RispondiElimina
  2. Ai posteri, l'ardua sentenza.

    RispondiElimina
  3. http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=868

    RispondiElimina

ATTENZIONE! I commenti sono sottoposti a moderazione prima della loro eventuale pubblicazione.

AddThis

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...