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Alcune persone provano un’indefinibile nostalgia per quello spazio lontano, silenzioso e solenne, cosparso di milioni di atomi lucenti. Desiderium si definisce in latino il rimpianto, ossia il dispiacere nel sentirsi lontani dagli astri, (sidera), forse perché lassù è la nostra patria perduta.
Hegel affermò che lo spettacolo del firmamento stellato diventava, con il passare del tempo, noioso. Credo, invece, che tale disincanto sia un segno di aridità, mentre i popoli antichi non solo sapevano scoprire nelle costellazioni i segni ed disegni del destino, ma anche il fascino del mistero.
Oggi qualcuno ancora si perde, lo sguardo e la mente sgomenti ed incantati, cercando una risposta che forse aleggia tra le galassie e le nebulose, da dove provengono messaggeri invisibili e geni sinistri.
Colui che tiene gli occhi fissi a terra rischia davvero di cadere nel pozzo, non chi, avendo intuito le nostre vere origini, contempla il cielo.
Ricordo che anni fa vidi in Basilicata la Via Lattea, ma oggi l'inquinamento luminoso è incredibile. La luce spegne la luce, a volte. Purtroppo da Alpha Draconis si trasferirono qui. Dicono...
RispondiEliminaCiao!!!
Mi chiedo se davvero ci sia ancora qualcuno che guarda il cielo.. è così che ci nascondono le scie chimiche. Ciao
RispondiEliminaGiusto, Capitano Nemo, è per quello che rischiamo di cadere nel pozzo, perché la cospirazione è in alto come in basso. Ciao
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