14 luglio, 2009

E' possibile educare?

Se si entra in una libreria, su alcuni scaffali sono in bella mostra libri che potrebbero cominciare a cambiare la sclerotica visione del mondo propria di moltissime persone: sono testi sugli scandali del Vaticano, sulle stragi e gli attentati di stato, sulle guerre fomentate da multinazionali e governi, sulle innumerevoli trame dei poteri forti per controllare i cittadini. Bisogna sottolineare che molti di questi volumi indicano verità parziali o intrecciate ad errori ed incongruenze, a causa o dei pregiudizi ideologici dell'autore o per via dell'intenzione di depistare i lettori, additando uno scenario dietro le quinte oltre il quale, però, se ne nasconde uno assai più inconfessabile.

Questi libri coesistono, fianco a fianco, con gli scartafacci vergati dai gazzettieri in cui sono enfatizzate le versioni ufficiali. La politica editoriale è questa: è evidente, tra l'altro, che i titoli di scrittori non allineati sono destinati a prender polvere ed a finire in qualche mercatino sepolti da cumuli di paccottiglia. Per ora, il sistema, soprattutto per ammantarsi di tolleranza, lascia che certi saggi scabrosi siano pubblicati e venduti, d'altronde più efficace della censura è l'autocensura con cui i cittadini negano o minimizzano tutto ciò che potrebbe turbarli, incrinare la loro rassicurante, anche se falsa Weltanschauung.

Se, però, abbiamo guadato il Rubicone, principiare, con gradualità e prudenza, a diffondere verità scottanti è utile: se una persona riceve degli stimoli idonei, un po' alla volta, delineerà il diagramma degli eventi reali e, qualora superi fasi di rigetto e di autoinganno, potrà divenire più consapevole. Certo, la meta finale, almeno di questo percorso di auto-apprendimento, ossia la convinzione che il sistema opera sempre ed in maniera deliberata contro la popolazione, non sarà raggiunta facilmente e, se avverrà, ci vorrà moltissimo tempo. Tuttavia instillare dubbi che portino ad una revisione dei propri pre-concetti è già un buon risultato.

Si pone il problema per chi ha dei figli di quale strategia pedagogica adottare di fronte alla realtà. Le opzioni sono due: o si occulta loro la realtà, lasciando che la scuola e le altre istituzioni plagino le menti dei bambini, oppure li si educa in modo critico, si trasmettono loro le conoscenze che consentono di non essere manipolati e divorati dal potere. Si può temere che i bambini, nel secondo caso, restino sconvolti. E' un timore comprensibile, ma che va ridimensionato: in primo luogo, la verità è sempre migliore di una menzogna, inoltre i piccoli, almeno sino a sei anni, sono da soli in grado di intuire. Essi desiderano sapere: ingannarli, anche a fin di bene, è deplorevole e controproducente. I piccoli, in modo quasi istintivo, comprendono che un aereo chimico è un pericolo o, per lo meno, qualcosa di anomalo. Con il loro sesto senso, inquadrano le questioni e reagiscono nel modo più efficace, purché non siano stati programmati dalla televisione, dal cinema o da solerti ma ignoranti maestre.

Naturalmente le nuove generazioni dovrebbero essere istruite con moderazione e promuovendo l'innata curiosità: non si possono, ex abrupto, squadernare loro le situazioni più conturbanti. A mio avviso, un impegno quotidiano dei genitori che, alla fine, si traduce in un'accorta e sincera educazione al rispetto di sé stessi, degli altri, della bellezza e dell'onestà, darà i suoi frutti. Altrimenti il rischio è il seguente: che preadolescenti ed adolescenti, lasciati in balia dell'"istruzione" e della propaganda di stato, finiscano tra le grinfie di quel canagliume rigurgitante edonisti, scervellati, disinformatori, pseudo-esperti, psichiatri prodighi di velenosi psico-farmaci, petulanti e protervi professori universitari...

Il pericolo reale è l'annullamento della coscienza, la seconda morte.



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13 commenti:

  1. l'amore che nutri per l'uomo traspare da queste righe...
    ...trasmette consapevolezza ai fanciulli è una gioia immensa!!

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  2. Consiglio di leggere "Educare alla vita" di J. Krishnamurti.

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  3. Ersandro, hai segnalato un testo valido. Naturalmente, anche se non l'ho scritto nell'articolo, oggi viviamo nell'età della menzogna, nell'ultima epoca, dunque educare ed istruire sono quasi sempre due attività impossibili. Di dura cervice sono gli "uomini" di questa età crepuscolare, ormai prossima alla rovina totale.

    Ciao

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  4. Forse un tempo questo accadeva, da padre in figlio ma anche lo zio e il nonno che era il nonno di tutti.

    Sicuramente maggiore è il livello di istruzione specializzato e maggiormente si perde l'insieme delle cose.

    Specializzandoci disimpariamo che l'uomo in quanto Uomo è in grado di fare tutto.

    Ricordo Papalagi un altro stupendo libro, dove il capo del villaggio della samoa criticava severamente l'istruzione occidentale dove chi impara benissimo una cosa disimpara completamente tutte le altre.

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  5. Iniziato, hai toccato il problema della parcellizzazione del sapere e della disintegrazione della cultura operata dalla scuola e dalle università, centri per il controllo mentale.

    Sulla trasmissione di un sapere distillato dal maestro all'allievo, ha scritto delle belle pagine Hillmann.

    Viviamo l'età dell'avidya.

    Ciao e grazie.

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  6. Come trasmettere le giuste dritte valoriali ai nostri figli, senza farli sentire paria nei riguardi del mondo che li circonda? Col mio ho cercato di dargli quei strumenti, dati ed elementi utili per sviluppare una personale griglia interpretativa della realtà. Ho sempre cercato di indurgli principii spirituali, oltre le confessioni religiose, poi a lui le scelte eventuali. Noi genitori abbiamo il compito di indicare una via ai nostri ragazzi, se possibile avvertendoli dei pericoli, ma soprattutto testimoniando il senso del dovere. È dura, molto dura per noi padri e madri in un mondo in disfacimento. Una cosa sono riuscito a far capire a mio figlio: l'io è il peggior pronome dell'universo.
    Angelo Ciccarella

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  7. E' proprio così, Angelo. Si cerca di essere di esempio, di creare un'empatia, anche se educare è un compito improbo. "L'io è il più lurido dei pronomi", scriveva Gadda e non si sbagliava.

    Ciao e grazie.

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  8. Non ho una gran fiducia nella possibilità di una educazione dei giovani intesa in senso classico.
    Questi sono anni del tutto particolari o, per meglio dire, eccezionali. La 'paideia' dell'Antichità nonchè dei secoli andati è saltata una volta per tutte e, almeno per quan to riguarda la palestra spirituale additata in passato dal Cattolicesimo, di ciò non mi dolgo.

    Ho sempre sperato che almeno uno dei miei figli venisse fuori con la passione per l'esoterismo ovvero per la cultura dell'interiorità ma, per il momento, non ho visto ancora nulla.
    Da diversi anni mi lascio andare a certi discorsi che vertono su determinati argomenti a me cari e mi pare che qualcosa questi concetti riescano a smuovere, ma ce ne vuole perchè riaffiori in essi il ricordo ovvero l'anamnesi platonica che li porti a cercare il risveglio, la palingenesi.

    La principale chiave di volta della situazione attuale mi pare si possa individuare nella crisi o addirittura nel collasso dell'autorità paterna, diretto riflesso dello sgretolarsi a monte dell'Autorità spirituale. La conclusione è che il singolo dovrà orientarsi nel mondo attuale quasi senza l'ausilio di alcuno, in pratica dovrà arrangiarsi. L'unica voce che veramente ci potrà aiutare rimane infatti quella del nostro Sè spirituale.

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  9. Redi in te ipsum, diceva Agostino, ma è appunto un cammino da intraprendere e sovente non si riesce a compiere neppure il primo passo.

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  10. purtroppo ingannare è anche far credere ai bambini che la carne sia cibo non rivelandogli da dove arrivi e cosa sia in realtà_

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  11. Magic, per sincronismo hai anticipato la riflessione che pubblicherò oggi, se possibile.

    Ciao

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  12. Leggo con piacere i tuoi scritti e questo mi tocca in modo particolare in quanto madre di un bambino di quasi 2 anni. Io stessa ho impiegato 35 anni per risvegliarmi dalla ipnosi, spero che mio figlio riuscirà a scamparla del tutto. "Spero" impegnando ove mi è possibile. Abbiamo per esempio deciso di non vaccinarlo, in quanto le vaccinazioni condizionano anche il carattere, oltre alle altre influenze negative. Abbiamo anche deciso di non dare in mano allo stato la sua educazione mandandolo all'asilo nido. Ma la cosa più importante penso sia non creargli paure e traumi, risparmiandogli anni di lavoro su se stesso. Il "no" per esempio non ha senso prima che il bambino compie 2 anni / 2 anni e mezzo. In questo modo, per ora, speriamo che possa crescere libero fino al prossimo ostacolo che sarà, appunto, la scuola... Ma sono fiduciosa, abbiamo ancora 4 anni ;)

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