12 ottobre, 2009

Nel bosco

Recarsi oggi in un bosco significa vivere un'esperienza disperante. Il silenzio spettrale è solo di rado rotto da un cinguettio o dal brivido del vento. I castagni e gli aceri, dalle chiome quasi del tutto spoglie, sono tetre colonne: in lontananza gli abeti sembrano guglie di grigio granito. Nel sottobosco crescono solo pochi ciuffi d'erba ed i corbezzoli, con il verde smagliante delle foglie, contrastano con il suolo scorticato, giallastro. Sulle rocce non si abbarbicano più i licheni e la volta del cielo, percorsa da profonde fenditure, incombe pericolante e minacciosa sul passeggero. I costoni sono scalfiti da ombre nerastre, i ruscelli agonizzano. Sui crinali si impigliano lembi di nuvole sbranate.

Si avverte che il crollo è ormai prossimo: chi sa osservare intuisce che ormai il pianeta è sull'orlo dell'abisso e che l'umanità è vicina alla resa dei conti. Hodie tibi, cras mihi: oggi a te, domani a me. Resta solo da comprendere se la rovina si abbatterà con estenuante lentezza o se improvvisa, come una frana, travolgerà tutto. Tutto è perduto, fuorché… Ora ci si confronta con il vero timore che abbiano rimosso o cercato di esorcizzare.

Chissà, forse quel giorno mostreremo un coraggio inatteso oppure - ed è più probabile - riveleremo i nostri lati peggiori. E' certo, però, che non potremo sfuggire alla prova suprema. Anche se ci siamo turati le orecchie per non sentire il grido dei sepolti vivi, quell'eco nera e squassante si riverbererà su di noi, atterrandoci, come fossimo fragili arbusti percossi dalla bufera.



APOCALISSI ALIENE: il libro

9 commenti:

  1. Ciao, sono @ice del Blog "Oltre lo Specchio" ( http://aliceoltrelospecchio.blogspot.com ).

    Questo tuo articolo sui boschi mi ha fatto venire in mente una cosa: io, studio Scienze Naturali, e mi è capitato di dare tempo fa un esame di "Zoologia Acquatica" che parlava di Indicatori Biologici (cioè di animali o piante che possono aiutare a capire se un ambiente è inquinato e, alcune volte, da quali sostanze), non solo riferiti ai fiumi ma anche di Indicatori Biologici utili x rilevare gli inquinanti dispersi nell'aria.

    In particolare in una sezione si parlava dell'uso di certe piante (molto facili da far crescere e da analizzare) poer monitorare la qualità dell'aria nelle città e vicino a industrie ecc..e ho notato che alcune piante sembrano avere la capacità di rilevare/accumulare il tasso di metalli pesanti e/o di allumionio...

    Quindi mi è venuto in mente che poteva forse esserti utile avere i dati su queste piante e su "come usarle", poichè aiuterebbero a capire quanto particolato metallico si trova negli strati di atmosfera che respiriamo, e si avrebbero anche eventuali dati da usare x roimpere i colgiono alle autorità cittadine se come credo i lrevelli di metalli e alluminio sono sopra la norma. Inoltre andando a confrontare dati di adesso con ricerche simili fatte 10-20-30 ..anni fa si potrebbe far notare come i valori siano cambiati nel tempo...

    Se la cosa può interessarti scrivimi in privato e io ti mando quella parte di dispensa x Email.
    La dispensa parla anche di altri indicatori e delle ricerche di questi tipi fatte in italia negli ultimi 30-40 anni.

    ciao
    by
    @lice (Oltre lo Specchio)
    ______________________________
    ..segui il ConiglioBianco!
    http://aliceoltrelospecchio.blogspot.com

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  2. Alice, so che la Tillandsia assorbe molti inquinanti: ne avevo due che sono morte dopo pochi mesi, nonostante le amorevoli cure. Sarà colpa del microclima di Sanremo.

    Anche le piante del genere Chlorophytum sono in grado di assorbire molti veleni.

    Il materiale cui accenni è molto interessante. Ti scriverò quanto prima.

    Ciao e grazie.

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  3. Faber, è un testo di taglio prevalentemente letterario. Tuttavia non mancano agganci con l'attualità.

    Ciao e grazie.

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  4. A dire il vero non tutti i boschi sono messi male come quello che ritrai nella foto. Le zone verdi intorno al Po presentano ancora ottima vitalità e dispiegano un bel rigoglio. Sarebbe bastato che avessero lasciato cadere durante l'estate qualche bell'acquazzone e vedremmo ora, all fine della stagione calda, un paesaggio davvero bello.

    Ma può anche darsi che lo stato di crisi o addirittura di rovina dell'ambiente boschivo che segnali in certe zone - immagino che tu ti riferisca alla Liguria, con tutta la coltre chimica che ogni giorno la ricopre - non sia ancora il fondo del barile.

    Se dobbiamo aspettarci nei prossimi anni la caduta di una cometa che incendierà tutta la biosfera - quanti veggenti e carismatici di varia estrazione non hanno predetto tale funesto evento!-, allora dovremmo assistere alla fine della Natura quale l'abbiamo conosciuto durante tutta la nostra esistenza.
    Insomma, potrebbe anche non esserci un limite al peggio.

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  5. Paolo, la situazione è un po' a macchia di leopardo: alcune plaghe sono verdeggianti, altre, invece, sono caratterizzate da una vegetazione spoglia e degradata. La Liguria occidentale ed il Dipartimento delle Alpi Marittime formano una zona militare: abbiamo anche scoperto che gli aerei civili deviano in corrispondenza dei confini delimitanti quest'aerea. In quanto zona militare vi si conducono nefande operazioni che stanno devastando l'ambiente: la fotografia dell'articolo mostra un declivio di Monte Bignone a ridosso di Sanremo. E' fotografia eloquente: a volte le montagne appaiono denudate, scorticate. L'humus del sottobosco è sottile e la terra è strinata.

    Ciao e grazie.

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  6. Il bosco è la mia seconda casa, mi perdo nei boschi, trovo la quiete e il tempo si feram, ci vado almeno due o tre volte alla settimana. Adesso sono pieni di funghi, l'atmosfera è ancora più magica!

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  7. Zret, hai fatto riflessioni e constatazioni profonde e amare, adeguate alla situazione. I nostri boschi - lo vedo dalle mie parti, sui Monti Cimini - le campagne, la fauna, tutte soffrono di un male oscuro che proviene da una umanità in buona parte insensibile ormai a tutto ciò che è elfico. Di fatti i nostri scienziati chiamano la Natura, "ambiente!, e già questo la dice lunga sulla degenerescenza del sentire, della cultura, della spiritualità diffusa. Gli ecologisti infarciti di scientismo descrivono il mondo con le categorie della fisica, difatti parlano di ecosistemi. La semantica è lo specchio della caduta. Non si nominano più le cose con il loro originario nome, e questo è già distruggerle.
    Angelo Ciccarella

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  8. Iniziato, sei un privilegiato poiché vivi non distante dai boschi.

    Angelo, veramente la Natura soffre di un "male oscuro". Sulla degenerazione del linguaggio che accompagna e rispecchia l'involuzione spirituale e culturale sono in perfetta sintonia con te. Il vocabolo "ambiente" denota una concezione antropocentrica che la dice molto lunga.

    Gli ambientalisti? Meglio stendere un velo, anzi un drappo pietoso.

    Ciao e grazie.

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