29 dicembre, 2009

Due

Il mondo materiale pare scisso da una dualità: in esso coesistono armonia e crudeltà, magnificenza e lordume. Giacomo Leopardi, nel celebre passo dello Zibaldone in cui descrive il "giardino delle sofferenze", osserva, con sguardo che potremmo definire gnostico, la natura in cui, di là dalle parvenze amene, si consuma una lotta per la sopravvivenza senza esclusione di colpi.

La riflessione sull'intima natura della natura ha impegnato profeti, filosofi, scienziati, artisti: alcuni vedono nel creato il sigillo divino, altri ritengono che in un mondo voluto da Dio si sia poi infiltrato un sabotatore per deturparlo [1], altri concepiscono la materia come antitesi pura dello Spirito, una "morta gora".

Nel Leopardi maturo l'immagine della natura si sdoppia: da un lato essa ostenta un'immagine gradevole, dall'altro affiora la sua essenza di forza cieca, di volontà tesa solo a perpetuare sé stessa, senza curarsi del destino delle creature, dei loro inani patimenti. Ecco allora la potente e solenne immagine della Natura: nella sua glaciale imperturbabilità, risponde alle domande sgomente dell'Islandese sul non-senso dell'esistenza.

E' quella del poeta recanatese una concezione anti-cosmica non molto distante dalle dottrine dualiste (dagli gnostici ai Catari) che vedono nella creazione ilica una caduta, benché Leopardi non creda in un principio spirituale contrapposto all'universo mosso da forze meramente meccanicistiche.

Il dualismo, con le sue forme più o meno radicali (dal dualismo platonico e neoplatonico con cui il cosmo che è letteralmente "ordine"è salvato, benché sia considerato inferiore all'Idea del Bene o all'Uno, al dualismo temperato del Cristianesimo paolino etc.) ha conosciuto un'inaspettata reviviscenza per mezzo di alcuni orientamenti all'interno dell'Ufologia, anche in forme estreme. Mi riferisco qui, in particolar modo, a Corrado Malanga che si è convinto che esistono due generi di uomini: gli uomini con anima e quelli, invece, che ne sono privi, i cosiddetti umani. Tale dicotomia ontologica ricorda la
distinzione gnostica tra uomini pneumatici (spirituali) ed ilici (materiali). Bisogna ammettere che questa visione è impopolare, ma, a mio parere, potrebbe non essere del tutto infondata. Infatti, prescindendo dal significato che intendiamo attribuire alla parola "anima", sembra che un divario incolmabile separi le persone: da un lato uomini con coscienza, dall'altro esseri simili a vuoti involucri, ad automi. Nel celebre film Matrix tale dialettica è riproposta, quantunque in modo ambiguo, nell'antitesi tra gli uomini e le macchine. Tale contrapposizione è evocata da quei ricercatori che individuano negli extraterrestri conosciuti come Grigi delle unità bioniche.

Il discorso è complesso e costellato di aporie, poiché è pressoché impossibile accordarsi sul valore del termine "anima" e sulle sue caratteristiche. Resta l'impressione che non tutti gli uomini siano uguali sicché talora si è tentati di ventilare ipotesi audaci ed eretiche, ad esempio, ammettendo che le piante possiedano una forma di coscienza e, nel contempo, negando che talune persone siano dotate di interiorità, simili a burattini eterodiretti, a robot menomati. Ancora più ardua è la riflessione sulla possibilità che una macchina possa acquisire, insieme con un'autonomia di pensiero e di azione, un'ombra di io. Il paradosso sarebbe se, in futuro, come in alcuni racconti e romanzi di fantascienza, cominciasse a nascere una progenie di automi senzienti in grado di soppiantare un'umanità meccanizzata e "dis-animata".

Già oggi la differenza tra uomini massificati e computers "intelligenti" è minima.


[1] Gli storici delle religioni e gli antropologi lo denominano demiurgo-trickster.



APOCALISSI ALIENE: il libro

7 commenti:

  1. Sappiamo per esperienza che spesso i racconti di fantascienza sono l'anticipazione di quello che verrà realizzato sul serio, quindi è probabile che alla fine riescano a creare degli automi meccanici addirittura più "sensibili" o "umanizzati" rispetto a tanti che di umano hanno esclusivamente la forma (due gambe, due braccia, un tronco ed una specie di testa piantata in mezzo alle spalle). Però dubito fortemente che possano mai riprodurre artificialmente una vera coscienza simile a quella di una persona (neanche a quella di una pianta) poichè ho la forte convinzione che esistano, fortunatamente, delle barriere quando si parla di una cosa limitata come la tecnologia, per quanto avanzata possa essere.
    Ciao Zret.

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  2. Anima è parola equivoca.
    Indica un disegno così vasto e meraviglioso che la mente dualizzata a stento si aggrappa ai suoi bordi periferici per strappare faticosamente tracce di apparente ordine dall'Oceano dell'Essere.
    Anima è per i Vivi e non per pensieri morti e stantii...chi può dire in che ora del giorno e della notte è vivo o morto?
    Anima è per chi Sogna i suoi, di sogni e non quelli degli altri
    Anima ti costruisce se ti abbandoni, ma se non ti abbandoni non esiste pur chiamandoti dal luogo dove non scorre il tempo e dove in verità non è mai esistito altro che Lei al servizio della Tua Vera Identità
    Anima è più Vera di quella finzione chiamata persona (intesa come ruolo sociale) che imita e copia senza creatività alcuna le pesantezze di un mondo grigio.
    Anima è il veicolo della Creatività e dell'Intelligenza, quella vera e onesta, che fa sorridere e commuove, che non è mai sterile e vana erudizione.
    Anima è il Nuovo perchè non è mai uguale a se stessa e perciò non è attacca a nessuna forma
    Anima fa vibrare e scalda, chi non vibra è come morto in questo universo.
    Che a vibrare siano corpi di carbonio o di silicio non farebbe alcuna differenza se ahimè chi segue non portasse inevitabilmente il fardello e le colpe meccaniche dei propri padri

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  3. Ginger, potranno controllare il cervello ed anche la mente, ma non la Coscienza.

    Veramente bella, Timor, questa tua ode all'Anima.

    Ciao e grazie.

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  4. Hai scritto un ottimo saggio dal sapore vagamente pitagorico. Citi Leopardi che non necessariamente sarebbe da considerarsi uno scrittore profano. Gli è che il recanatese non aderiva alla 'sensibilità' dei Cristiani per il fatto di rispecchiare invece una visione del mondo non lontana da quella di certi filosofi dell'Ellade.

    Strana per davvero l'iconografia scolpita sulla pietra tombale di Leopardi, ora situata nel Parco Virgiliano a Napoli e carica di simboli ermetici.L'iconografia che essa ci presenta la dice lunga sulla dimensione occulta, esoterica del Poeta.

    C.Malanga è l'ultimo arrivato nell'àgone gnostico e le sue idee rientrano a fatica in certi schemi del pensiero tradizionale. Dire come fa lui che esistono uomini senz'anima appare come un'assurdità. Tutti coloro nati da donna e non costruiti in laboratorio come potrebbero essere un 'golem' ovvero un 'homunculus' di paracelsiana memoria dispongono di un'anima naturale.

    Tutto sta a vedere quanto sia vecchia, 'stagionata' l'anima che muove ciascuno di noi. La stragrande maggioranza degli umani dispone di un'anima giovane e quindi superficiale e dunque poco incline alla riflessione filosofica. Da ciò deriva l'impressione che moltissimi non abbiano un'anima. Ma non è così.

    Giustamente Timor alla conclusione del suo inno gnostico afferma che l'Anima è mutevole, cangiante. Non è forse nostro compito e nostro obiettivo il mettere fine a tutta questa mutevolezza fissando una volta per tutte le sue bizze, i suoi contorcimenti quasi serpentini?

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  5. Grazie, Paolo, di questo approfondimento su Leopardi che fu ingegno non materialista, nonostante le apparenze e la lettera dei suoi scritti. Nello Zibaldone, infatti, afferma che la materia non può soffrire e che quindi qualcos'altro soggiace al mondo naturale.

    Circa le anime giovani e mature, quanto scrivi è plausibile. Forse, come opinava Platone, le anime dei filosofi non torneranno più sulla terra, ma si dirigeranno nelle dimore iperuraniche. Speriamo sia così.

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  6. Vivere il Divino nella sua interezza, è cosa assai ardua, (almeno ai nostri tempi) l'uomo dovrebbe in ogni istante della sua vita attirare l'infinito nel finito.

    Nella consapevolezza dell'uomo, l'unità tra il trascendente e l'immanente si è rotta, l'immanente ha perduto la sua fragranza, la presenza del totale è assente e noi continuiamo a vivere nel suo esilio.

    Restaurare questa unità originaria, far rifiorire il flusso stesso dell'amore divino, questa è la ragione della presenza dell'uomo sulla terra.

    Il mondo esterno non è altro che uno specchio, una rappresentazione dell'interno, ogni cosa e ogni varietà di cose della natura temporale devono avere la loro radice o la loro causa nascosta in qualcosa che è all'interno ...(l'anima?) .

    Per poter ampliare la nostra consapevolezza abbiamo bisogno di cambiare il nostro modo di vedere, dobbiamo cominciare a guardare dove noi vogliamo e non dove la curiosità e l'inerzia richiamano il nostro sguardo.

    E' indispensabile saper gestire il nostro modo di vedere e non essere continuamente chiamati a vedere senza una nostra effettiva volontà e scelta, educare lo sguardo ad andare e rimanere su quello che realmente vogliamo vedere e cominciare a penetrare con lo sguardo l'intero campo della reale natura delle cose.

    Questo significa vedere ed apprezzare la forma, il colore, la luce, la composizione, la natura delle cose fino e gradualmente giungere ad educare lo sguardo a vedere l'invisibile della nostra anima...

    wlady

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  7. Wlady, anche la tua pagina è piena di grande profondità e dovizia. E' evidente che siamo esuli, pellegrini alla ricerca di una terra di cui conserviamo un pallido, smemorato ricordo. Perché sia cominciato l'esilio resta domanda senza risposta.

    Ciao e grazie.

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