17 febbraio, 2014

Linda Porter e l'incendio del cielo


Marzo 1991. La giornalista investigativa Linda Moulton Howe riceve un corposo plico da una donna californiana, il cui nome è Linda Porter. Il plico contiene una missiva, un’audiocassetta e numerosi disegni: la Moulton Howe fiuta che quell’imponente mole di materiale, riguardante fatti conturbanti e all’apparenza incredibili, è meritevole di attenzione.

Nella lettera la Porter afferma di essere vittima di rapimenti per opera di alieni sin dalla tenera età di sei anni. Ella annota: “Noi rapiti ci troviamo al centro di una serie di eventi che un giorno si riveleranno storicamente significativi per il futuro della Terra. Purtroppo, a causa della nostra continua e non voluta interazione con questi esseri, siamo diventati doppiamente vittime del fenomeno: da una parte, siamo sfruttati dagli extraterrestri per i loro scopi, quali che siano, dall’altra siamo esposti al ridicolo, se decidiamo di parlare e diveniamo anche oggetto di intimidazioni e minacce per opera del governo e dei militari. Se tu potessi guardare direttamente negli occhi di queste creature, ti renderesti conto che esse conoscono ogni particolare della tua vita, anche il più insignificante ed intimo. A volte mi chiedo se noi non siamo una specie di bambole, come Barbie e Ken che sono usate per gioco da una razza di esseri emotivamente immaturi e privi di qualsiasi morale. Altre volte penso che siamo finiti nelle grinfie di una stirpe morente capace di fare qualunque cosa pur di assicurarsi la sopravvivenza e pronta a manipolare freddamente altre specie ed a mutilare animali indifesi. Chi non ha sperimentato il trauma di un rapimento non può capire quanto queste creature siano in grado di spogliarci di mente ed anima con la stessa facilità con cui noi ci spogliamo dei nostri vestiti. In un batter d’occhio, questi esseri devastano qualunque libertà personale, qualunque senso di privacy e qualunque speranza di poter vivere un’esistenza normale. La vita di una persona cambia per sempre e non sarà mai più la stessa”.

Le esperienze della Porter dispiegano quasi tutte le invarianti degli incontri ravvicinati del quarto e del quinto tipo, aspetti peculiari di qualche resoconto antecedente e coevo, ma soprattutto della casistica successiva studiata un po’ in tutto il mondo. Ci riferiamo ai seguenti motivi su cui non ci soffermiamo, perché sviscerati in altri articoli e nella vasta letteratura xenologica. [1]

• Intrusioni di visitatori nella camera da letto
• Incontro con i classici Grigi e con le Mantidi
• Trasbordo su navicelle spaziali
• Basi militari in cui si compiono sinistri esperimenti
• Installazioni dove esseri umani sono tenuti in stato di animazione sospesa all’interno di cilindri trasparenti
• Trasferimento dell’anima (?) da un corpo all’altro
• Creazione di cloni
• Capacità dei visitors di manipolare le linee spazio-temporali
• Mutilazioni di animali
• Rapporti ora conflittuali ora di cooperazione tra vertici militari terrestri ed alieni

Un ingrediente differenzia i racconti di Linda Porter da tanti altri simili, l’insistenza su una forma di contaminazione dell’atmosfera e della Terra, un inquinamento dovuto ad operazioni segrete dell’esecutivo.

Scrive la donna: “Mi fu riferito da uno scienziato alieno che si stava diffondendo un veleno nelle nostre terre e che noi non ne eravamo affatto consapevoli. Si trattava del risultato di un qualche esperimento segreto condotto dal nostro governo nello spazio. Quell’esperimento aveva creato un sottoprodotto molto pericoloso che si stava disperdendo nella nostra atmosfera. Mi fu spiegato che esso si concentra soprattutto nelle nostre riserve d’acqua e che le persone che vivono vicino all’acqua sono in grande pericolo. Lo scienziato mi disse che i posti nell’entroterra, lontano dall’acqua, sono più sicuri e mi consigliò di usare solo acqua distillata per cucinare e per bere. Quella sostanza chimica tossica sarebbe stata uno dei fattori che avrebbero portato ad un possibile incendio del cielo. Le scorie nucleari nell’atmosfera, reagendo con altre sostanze, avrebbero potuto causare quel disastro. Le altre sostanze sarebbero particelle prodotte da un’arma a raggio che il nostro governo già possiede. Quindi, (secondo gli alieni) quel veleno chimico, insieme con le scorie nucleari nell’atmosfera, potrebbe innescare una mortale reazione a catena che incendierebbe, letteralmente, i nostri cieli. [...] Mi fu impresso nella mente il concetto che questa reazione a catena, oltre ad essere mortale per noi, avrebbe portato incommensurabili distruzioni su altri mondi e su altre dimensioni. Ricordo che mi sentii completamente devastata, quando compresi quali catastrofi potessero scaturire dall’ignoranza dei nostri militari e del nostro governo”.

La Moulton Howe osserva che questi ragguagli sono confrontabili con analoghe informazioni di Judy Doraty, secondo cui: “Gli uomini si stanno uccidendo con la contaminazione del proprio ambiente. Essi (gli alieni, n.d.r.,) devono essere qui da molto tempo. Monitorano il suolo, l’acqua, la vita animale e vegetale. Un veleno chimico è stato immesso nella biosfera, è passato attraverso la catena alimentare e ora è giunto agli esseri umani. Prima si trovava solo nel terreno, ma ora è nella vegetazione ed essi stanno rilevando la sua diffusione. Causerà molti problemi e moltissima gente morirà a causa sua, perché sta già contaminando l’acqua. E’ nell’acqua e ha qualcosa a che vedere con il plutonio [...] Essi mettono la massima enfasi nel ribadire che, anche se l’inquinante è disperso nello spazio esterno, tuttavia ha gravi effetti sull’ambiente quaggiù. Non avevo il minimo sentore che noi umani stessimo compiendo degli esperimenti nello spazio esterno.” Judy Doraty aggiunse di aver saputo che si stanno conducendo esperimenti anche sott’acqua e che questo provocherà reazioni chimiche pericolose.

Le dichiarazioni della Doraty e della Porter paiono adombrare le attuali operazioni di geoingegneria clandestina nonché test nucleari in atmosfera, ma anche le “sperimentazioni” di armi esotiche. E’ uno scenario allarmante. Suscita totale incredulità che gli Altri bollino come unici responsabili dello spaventevole inquinamento i governi, mentre dichiarano di non essere in grado intervenire. Nazioni stellari progredite sul piano tecnologico al punto tale da poter incidere sulle traiettorie cronologiche, non riescono ad impedire la polluzione globale? E’ verosimile che, invece, siano proprio loro gli ideatori e gli artefici delle pesanti interferenze e della contaminazione di cui accusano la specie umana.

Spesso i contattisti e taluni rapiti sono ingannati dagli Stranieri che si dichiarano ecologisti, ma che lo sono quanto il W.W.F., World wild fraud, Greedpiece, Legaambiniente etc. La Doraty si lascia abbindolare, laddove la Porter comprende che i visitatori sono scaltri e bugiardi. Quanto alle predizioni provenienti dagli Alieni e poi adempiutesi, è facile preconizzare calamità che accadono proprio per volontà di chi le ha vaticinate: il recente disastro nucleare di Fukushima è fra questi flagelli?

Mimetizzati tra le élites, gli Altri attuano il loro piano oscuro tanto più efficace quanto più si ignora chi veramente lo persegue. L’idea del cavallo di Troia non sembra confinata all’epica antica.

[1] Il ricercatore Giacomo Casale riassume i termini del problema come segue: “Il merito principale dell’ipotesi del professor Malanga, a parere di scrive, consiste nell’aver fornito un’interpretazione del fenomeno coerente e che tiene conto di tutti i suoi numerosi e variegati elementi (gli esami medici, gli impianti, la creazione di cloni dei rapiti etc.), che, se considerati singolarmente, sembrano spesso condurre a risultati inconcludenti. È doveroso aggiungere, inoltre, che il concetto di “anima”, con riferimento alle abductions, è già stato trattato da altri studiosi d’oltreoceano. Il controverso fisico Bob Lazar, ad esempio, riferisce di aver letto in un dossier del governo che gli alieni considerano gli umani semplici “contenitori” di anime. Anche gli studiosi Linda Howe e Ray Fowler condividono simile visione. Fowler in particolare ritiene gli U.F.O. un fenomeno di natura parafisica, ossia che trascende l’universo così come noi lo conosciamo, nelle sue definizioni di spazio-tempo. Nel suo volume “The Andreasson Legacy”, riporta l’esperienza dell’addotta Linda Porter che è testimone di un’operazione ai limiti della realtà: il trasferimento di un’anima da un corpo contenitore ad un altro. […] Simili teorie, solo fino ad un decennio fa, erano relegate dagli ufologi ‘seri’ nel limbo del cosiddetto ‘folklore ufologico’, ovvero delle notizie sensazionalistiche e difficilmente verificabili, ma forse è ormai giunto il momento per l’umanità tutta di ampliare le proprie ristrette vedute materialistiche e di ammettere, finalmente, che qualcosa di inquietante sta interferendo con le nostre vite”.

Fonti:

G. Casale, Le abductions aliene in una nuova prospettiva: l’ipotesi Malanga
A. Marcianò, Apocalissi aliene
L. Moulton Howe, Glimpses of other realities


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