I giornalisti, ormai ridotti ad araldi dei potenti, continuano ad ignorare fatti che, se divulgati, potrebbero avere una valenza dirompente.Spigolando è, però, possibile rinvenire notizie censurate o distorte: un esempio sintomatico è il cosiddetto “riscaldamento globale” (in inglese global warming) che i pennivendoli, per nulla abituati a documentarsi ed incapaci affatto di ragionare, attribuiscono, seguendo le istruzioni di scienziati mendaci, alla concentrazione di gas serra nell’atmosfera, mentre tale fenomeno è causato soprattutto dal cambiamento della risonanza Schumann e dall’emissione artificiale di onde elettromagnetiche. La siccità che ha colpito e sta colpendo molte aree nel mondo, le temperature torride, l’afa, (in California il caldo ha mietuto decine di vittime) sono il risultato di una criminale operazione attuata con H.A.A.R.P. e scie chimiche, ma i damerini della televisione e gli inchiostratori di quotidiani e rotocalchi continuano a ripetere le solite sciocchezze.
Anche in concomitanza con i fulmini che, in assenza di nuvole, sono caduti in questi giorni in un numero abnorme, i giornalisti si sono arrampicati sugli specchi per provare a spiegare l’anomalia e, tra un po’, qualcuno era tentato di attribuirli a Zeus adirato.
Qualche articolo menziona il tema del global dimming, ossia l’offuscamento globale: nessuno, però, ne spiega le cause che si possono facilmente intuire, mentre il problema è soltanto enunciato come se fosse qualcosa di normale o di inevitabile, collegato a fantomatici cambiamenti del clima di cui l’unico responsabile sembra essere il biossido di carbonio.
All’uranio impoverito, diffusosi anche in Europa, in India ed in Pakistan, dai teatri di guerra del Medio Oriente, per mezzo delle correnti atmosferiche, è stato fatto un cenno, poi è calato un greve silenzio.
Del pianeta scoperto alcuni anni fa oltre Plutone non si è saputo più nulla: alla fine si è accennato ad un planetoide appartenente alla fascia di Kuiper.
Armi ad energia diretta usate dall’esercito statunitense in Iraq, impianto di microprocessori nei neonati in Olanda, incriminazione di papa Benedetto XVI per aver coperto dei prelati e dei sacerdoti accusati di pedofilia, piloti intossicati da sostanze respirate insieme con l’aria condizionata, la deviazione verso sud della Corrente del Golfo… questi ed altri fatti sono stati o filtrati od omessi, mentre alcuni avvenimenti risultano inventati, ma specialmente, sono ingigantiti ed enfatizzati tutti quegli eventi che intontiscono le già ottuse masse, come lo scandalo dei campionati di calcio truccati.
Arbitri, presidenti di squadre, calciatori, quanto a trucchi, però, sono dei principianti al confronto con i manipolatori dell’informazione.









È per questo che si dice che il difetto è nel manico, ossia in un testo umano, troppo umano gabellato per parola di Dio. (Vedi L’ambiguità del sacro). Poco importa se l’ episodio che ho riassunto corrisponde al vero oppure se è un aneddoto “edificante”, poiché è comunque eloquente: infatti dimostra come un santo considerato pressoché unanimemente un esempio sublime di mansuetudine e di amore, persino (atteggiamento rarissimo all’interno del Cristianesimo) per gli animali, possa essere diverso dall’immagine agiografica cui siamo abituati. D’altronde, se così fosse, Francesco sarebbe in buona compagnia, con tutti quei “santi” fanatici e sanguinari di cui è pieno il calendario della Chiesa cattolica, da “Sant”’Elena, ex tenutaria di un postribolo ed istigatrice di delitti, a Stepinac, il massacratore di Serbi e di Ebrei, canonizzato in tempi rapidissimi da Sua “santità” Giovanni Paolo II, solo per citare due degli innumerevoli criminali della Chiesa diabolica massonica romana.


Eppure continuiamo a frequentarli anche quando ci imbattiamo in persone proterve, saccenti e volgari, forse perché si spera che si possa ogni tanto convincere qualcuno a porre tra parentesi per un istante i suoi dogmi religiosi, scientifici, filosofici. Si tenta così, se non altro di insinuare un salutare dubbio, in qualcuno. È tutto inutile! La colpa è sovente di tutti gli interlocutori, anche se alcuni sono più caparbi di altri e ripetono come mantra le loro affermazioni, sfociando in ossessivi monologhi.






