09 gennaio, 2009

Bandire le bandiere

Michel Pastoreau, studioso di Simbologia, considera un enigma del Levitico (19, 19): "Non indosserai veste tessuta di due". E' un precetto molto oscuro che Pastoreau collega al modo antico e poi medievale di concepire le immagini, a partire dallo sfondo per affiorare alla superficie: la rigatura renderebbe, infatti, impossibile riconoscere il colore di fondo. Aggiunge Elemire Zolla nel saggio "Filosofia perenne": "Quando Luigi IX il Santo si portò dalla Terrasanta nel 1254 dei monaci del Carmelo devoti alla Vergine e seguaci dei primi padri del deserto, avvolti in mantelli bianconeri o biancobruni, la gente si infuriò. Furono chiamati sbarrati che equivaleva a bastardi. Le righe nel Medioevo sono costantemente proscritte o attribuite a classi infami. Sono vestiti a righe buffoni, boia, zingari, lebbrosi, felloni... Le bestie tigrate sono le più pericolose, la zebra parve satanica. Nel secolo XII s'avvia l'uso dei blasoni dove la rigatura non è evitata, ma la sua segnatura maledetta è assunta dalle sbarre oblique declinanti da destra a sinistra. In quell'epoca comincia a diffondersi l'uso di vestiti a righe per i domestici. Il secolo XVIII vide il capovolgimento dell'antica avversione: la zebra apparve armoniosa a Buffon; lo stato rivoluzionario adotta una bandiera a strisce in America, un tricolore a striscioni in Francia. Eppure rigo e punizione sono equivalenti: lo dimostrano la rigatura del costume carcerario e della maglia marinara. Le canaglie fra le due guerre vollero segnalarsi col gessato."

Non mi convince molto la spiegazione di Pastoreau circa il motivo della valenza negativa attribuita alle righe: è molto difficile stabilire come gli antichi Ebrei considerassero e percepissero le immagini, vigendo presso di loro il divieto di rappresentare la natura: pochissime e connotate da influssi esterne sono le testimonianze iconografiche dei Giudei.

A proposito del Medioevo, sappiamo o possiamo intuire qualcosa di più, se non altro per il vasto repertorio di opere figurative che ci è pervenuto di quell'età. Circoscrivendo dunque qualche riflessione all'età medievale, si potrebbe arguire che il bando delle strisce fosse dovuto alla ripugnanza per la simmetria e per l'algida, spigolosa logica ad essa sottesa, reputata, come è noto, un attributo del demonio. "Tu non credevi ch'io loico fossi", esclama un sardonico diavolo all'angelo cui strappa per sempre l'anima di Guido da Montefeltro, per trascinarlo con sé nelle Malebolge.

Scrivevo in Simmetria: "Le immagini simmetriche sono perfette ed è proprio tale perfezione che le traspone nel mondo delle forme fredde, inespressive. I volti sono tutti, anche se spesso in modo lieve e quasi impercettibile, asimmetrici. La bellezza si manifesta attraverso piccole imperfezioni, in deviazioni dal canone, in equilibri infranti, da cui originano sfumature ed estro. Pensiamo alle forme naturali, alle magnifiche chiome degli alberi, simili a nubi smeraldine o ai cumuli del cielo, riccioli di burro, ai fiumi dal corso sinuoso, alle costellazioni che trapuntano la notte... nulla è simmetrico, quantunque frattali e volute conferiscano ai fenomeni un disegno armonioso, una segreta e discreta geometria. Lo stesso discorso vale per le opere d'arte".

Non sorprende dunque che le bandiere di moltissimi stati, vessilli che hanno via via sostituito le creazioni araldiche, in cui le figure si stagliavano con piglio visivo e con significato simbolico, ostentino bande verticali o orizzontali, di raggelante bruttezza. Si pensi alla bandiera degli Stati Uniti, con le tredici strisce rosse e bianche: una sorta di casacca da galeotto che garrisce al vento. Quanto mai adatta ad una nazione-prigione! Non si può sottacere del labaro italiano, mutuato da quello francese rivoluzionario: uno straccio tripartito con un accostamento di colori ormai entrato nell'immaginario collettivo degli Italiani, ma che ricorda tanto una macelleria con le fette e gli arrosti di carne il cui rosso è esaltato da verdi ciuffi di prezzemolo. [1]

Bandiere in ogni dove, oggi: sui feretri dei soldati morti in missioni di "pace", drappi funerei nelle parate militari, avviluppati attorno agli atleti olimpici, sudari di un malinteso patriottismo.


Tanto è nobile l'araldica, quanto sono banditesche quasi tutte le bandiere.

Veramente questi stendardi contemporanei, con le loro liste spesso di eguali dimensioni, esprimono la natura recondita degli stati, il satanismo. Non è un caso se il Leviathan fonda il suo potere sull'ordine, sul rigore, su un'efficienza geometrica. Naturalmente l'ordine è il Novus ordo seclorum, quindi una coercizione sadica, così come il rigore, lungi dall'essere un criterio etico o giuridico, è il freddo, rigido dominio del Male.

Dante immaginò che Lucifero fosse confitto nel ghiaccio: mai immagine fu più idonea per evocare l'affilato, agghiacciante volto delle Tenebre.

[1] E' evidente in ogni caso che, da un punto di vista estetico e percettivo, le righe, rare in natura, disturbano, a prescindere da quale sia la vera causa di tale molesta sensazione.




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26 commenti:

  1. E' attinente: lo stato è sadico e sono gli stati ad avvelenare. Tutte le strade portano lì.

    Ciao

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  2. ma il vostro calcolo trigonometrico non rivelava che si trovavano a circa 3000-4000 metri d'altezza?

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  3. Il calcolo trigonometri diede, in una occasione, 1.132 metri, in linea con le stime fotografiche, con i riferimenti ai cumuli e con le prove della trasmissione del suono e con ultimo, con il telemetro.

    Vedi QUI.

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  4. in questo caso andando anche solo su monte Bignone(Sanremo, 1299 m) potrei vedere gli aerei che volano su sanremo alla mia altezza.

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  5. Comprendo che tu voglia fare il saputello, ma gli aerei salgono di quota, quando passano sui monti, sai? In ogni caso ho fotografie e filmati che mostrano la cappa chimica in basso, su Sanremo, mentre sul passo Ghimbegna il cielo era blu e libero da copertura chimica, ben visibile a valle.

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  6. Essendo che sono superiore alle provocazioni gratuite rifulmulerò la mia domanda.

    Da monte Bignone ti assicuro che si può vedere ciò che accade sopra i cieli di Sanremo. Quindi, sebbene ci siano problemi dovuti alla prospettiva, si potrebbero vedere gli aerei e le rispettive scie senza dover alzare lo sguardo.
    Corregimi se erro.

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  7. Infatti spesso ho visto aerei chimici da Monte Bignone mentre scorrazzavano sulla costa per spargere le loro immonde deiezioni.

    Ciao

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  8. Intendo dire che:

    1- Sarebbe interessante vedere la morfoogia delle scie da un'altro lato, se ne potrebbero trarre osservazioni utili allo studio di questi "strumenti del demonio".

    2- Possibile che nessun osservatore di scie chimiche abbia mai fatto una gita in montagna?

    Comunque quel video è prova dell'esistenza delle sciechimiche non per i contenuti bensì per il fatto che esista.

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  9. D'accordo sul discorso relativo alle strisce e alle bande troppo diritte o simmetriche sia verticali che orizzontali ma, parlando del tricolore italico, non dimentichiamo che esso deriva dalla visione che alla fine della Cantica del Purgatorio Dante ebbe di Beatrice 'ammantata' appunto di codesti tre colori.

    Indubitabili origini massoniche dunque del tricolore italico visto che venne ideato alla fine del Settecento in piena effervescenza giacobina. Notoriamente la Massoneria 'illuminata' si è sempre baloccata con l'esoterismo non di rado non capendone nulla, spesso plagiandolo o addirittura invertendo quelli che furono e sono i simboli atemporali della Via Iniziatica.
    Ma qui si trattò di una scelta felice,quanto mai appropriata.

    V'è da notare che i colori della bandiera italica sono poi disposti in maniera corretta, canonica quanto alle fasi classiche dell'Alchimia operativa che l'Alighieri aveva in mente quando immaginò la sua Beatrice, metafora della Saggezza eterna o Sophia.
    Qui il simbolismo dei colori è fondamentale: manca - ed in effetti non poteva starci soprattutto per motivi estetici - il nero, sinonimo della 'nigredo' dei Filosofi. Oppure la fase al nero viene data per scontata ed oramai vinta, superata.

    All'oscura putrefazione della materia prima dell'Opus alchemico segue la fase verdeggiante, segno di crescita e della prima, iniziale moltiplicazione una volta che si sia sfuggiti al tunnel della marcescenza.

    Segue poi il bianco, indice di una prima importante 'fissazione' che l'operatore non potrà più smarrire una volta che vi sia giunto. Ed infine si profila la gloria finale del rosso fuoco, sinonimo dell'indiamento finale dell'Adepto divenuto ormai Fenice rutilante, immortale.

    Più spiritualmente amiccante di così una bandiera non poteva essere. I simboli stanno là davanti a noi ma quasi nessuno è in grado di capire ed ancor meno s'incontra chi sia capace di realizzarli.

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  10. Oddio, ripensando ad alcune belle riflessioni sulle bandiere delle Nazioni attuali che chiudono il tuo articolo, v'è da dire che la simmetria e la rettilineità non sono in se stesse espressioni diaboliche. Allora, se prendiamo il Beaucéant dei Templari, maestri di ermetismo e di Alchimia, vediamo che anch'esso contiene una separazione netta,rigida fra il nero ed il bianco.

    Giustamente le bandiere nazionali rappresentano una assurda degenerazione dell'araldica, antica scienza sacra e branca dell'ermetismo di cui il Pastoreau, che citi, è un grosso studioso.

    Nelle bandiere moderne, come in tutto ciò che è moderno, vige l'arbitrarietà e sia i colori, che le linee, che le eventuali forme utilizzate non ricevono il trattamento adeguato. In chi le ha ideate la prospettiva spirituale mancava e pertanto la porta s'è spalancata per dare espressione a qualsiasi velleità, a qualsiasi capriccio.

    Fortunata eccezione - come facevo notare - il tricolore italico.

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  11. Paolo, veramente preziosa la tua glossa sul tricolore e sulle bandiere. Purtroppo ormai associo la bandiera italiana a manifestazioni di retorico nazionalismo (non patriottismo) e così ne ho considerato la lugubre aura attuale, senza rammentare il significato esoterico che hai messo in luce.

    Ciao e grazie.

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  12. Scusate l'ignoranza, ma continuo a leggere di accostamenti Dante - Massoneria ma continuo a non trovare riscontri.. Se ricordo bene "chiesi" addirittura un post dedicato :P Potete consigliarmi qualche link, articolo o libro?

    Donnie.

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  13. Donnie, ho sfiorato il tema nell'articolo La normalizzazione degli eretici. Vedi anche la bibliografia, l'articolo di Lamendola sull'esoterismo in Alighieri ed il celebre saggio L'esoterismo di Dante di René Guénon.

    Ciao

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  14. Era da qualche anno che cercavo di ritrovare la citazione di Zolla.
    Mi era rimasta impressa ma mi ero dimenticato di annotare il libro in cui l'avevo letta.

    A quanto pare ha catturato anche la tua di attenzione :-)

    Grazie, e a presto.

    Blessed be

    Santaruina

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  15. Ciao Carlo,

    un utile sincronismo.

    A presto!

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  16. le bandiere non le sopporto, sono simboli osceni per manipolare le genti; pochi se ne avvedono, e si fanno persino trascinare in guerra da esse

    ricordate i vessilliferi di romana memoria?

    morire per un simbolo, morire per una bandiera ... c'è poco di più stupido al mondo da fare

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  17. Neanch'io le ho mai amate e detesto anche quelle delle squadre di calcio. Bandiere insanguinate (e brutte) di regimi sanguinari.

    Ciao

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  18. Pensate che sulla bandiera del Monzambico c'è raffigurato un kalashnikov.
    Io non ho parole, all'inizio non ci credevo neanche.

    Bandiera Monzambico

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  19. D'altra parte le bandiere sono nate in ambito militare. Servivano a controllare da lontano i movimenti delle legioni.
    Un motivo in più per bandirle.
    Ma credo che anche "LORO" abbiano in mente di bandirle tutte per lasciarne una sola, magari con su inciso l'acronimo NWO.
    Napolitano darebbe un occhio per vederla (con quell'altro) sventolare sul Quirinale al posto del tricolore

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  20. Sì, Ilsk, campegia un'arma sulla bandiera del Mozambico, ma anche le stelle assumono significati sinistri.

    Si vocifera che l'unica lingua mondiale sarà il tedesco, Godelpas. La bandiera? Vi figurerà una stella satanica?

    Ciao

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  21. Ciao Zret. Non c'entra nulla con le bandiere ma ieri sera ho rivisto "Il divo" e mi sono messo a fantasticare su quell'enigmatico personaggio che è Giulio Andreotti. Senza stare a far qui la storia di quest'uomo (?!?), la cui inequivocabile silouette si staglia e oscura tutta la recente storia italiana, giungo subito al punto. Se qualcuno di voi ha visto il film di certo si sarà accorto di alcuni velatissimi riferimenti che Sorrentino fa alla natura non del tutto umana del politico. Visti dalla prospettiva del sapere ortodosso certi passaggi sembrano solamente ironici: dire che Andreotti è un alieno equivale a dire, in modo metaforico, che è talmente lontano da noi gente comune che sembra provenire da un altro pianeta. Altra cosa è interpretare questi passaggi alla luce delle teorie che i lettori di questo blog ben conoscono. Penso in particolare al passaggio sulla stranezza degli occhi del divo Giulio, che a volte - improvvisamente - sembrano trasformarsi per via di un non naturale allargamento della pupilla.

    Personalmente trovo "Il divo" un film magnifico, narrativamente all'avanguardia, visivamente epico ed esuberante, concettualmente profondo (molto più di quello che sembra). Se dovessi definirlo lo descriverei come un orgasmo fantapolitico derivante dall'accoppiamento tra il cinema espressionista tedesco e i film d'impegno civile alla Francesco Rosi, tenuti insieme dal sapiente utilizzo degli stilemi iconografici dell'action movie.

    Voi che ne pensate?!

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  22. Credo che Quasimodo sia posseduto come molti altri uomini politici, banchieri, porporati... Ciò che li accomuna è la longevità, la salute di ferro, l'immenso potere di cui godono, ma soprattutto lo sguardo alieno, allucinato.

    Un altro ossesso è sicuramente Napo Orso Capo: la sua coscienza, se mai l'ha avuta, è sotto il controllo di entità oscure. Mi viene in mente un episodio relativo ad Apollonio di Tiana che costrinse uno spirito immondo ad uscire da una donna.

    Essi vivono.

    Ciao

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  23. Eh sì, they live. Quello che però troverei più interessante da dibattere sono le forme e le modalità attraverso cui alcune informazioni possono giungere alla massa. Non so cosa intendi per "posseduti", non so se tu credi a tutto ciò che si sente dire a proposito di razze aliene, rettiliani ecc. Quello che so è che nei testi sacri dell'antichità (e in tutte le culture e civiltà) si trovano evidenti riferimenti a quella che sembra un'altra storia dell'uomo su questo pianeta. E so anche - per essermene inizialmente accorto da solo - che molti miti e leggende sembrano avere senso anche se li si prende alla lettera e non, come ci hanno insegnato a scuola, come dei paradigmi, simboli e metafore. Ma si tratta di una questione molto complessa e io non ho gli strumenti necessari per indagarla come si converrebbe.
    Per tornare al film non credo che Paolo Sorrentino sia un massone (mi si passi il semplicismo del termine), credo però che abbia volutamente inserito nel suo film certi riferimenti (dovuti probabilmente a suoi interessi e letture personali) per dar forza all'ambiguità e inafferrabilità del Divo. Come si sente dire nel film da Eugenio Scalfari (credo siano le parole di un suo
    articolo), "resta comunque la complessità del personaggio Andreotti, che ne fa anche, se così si può dire, la grandezza. La grandezza dell'enigma."

    E' dell'enigma che stiamo parlando. O no?!

    domenica, gennaio 11, 2009 12:49:58 PM

    Eh sì, they live. Quello che però troverei più interessante da dibattere sono le forme e le modalità attraverso cui alcune informazioni possono giungere alla massa. Non so cosa intendi per "posseduti", non so se tu credi a tutto ciò che si sente dire a proposito di razze aliene, rettiliani ecc. Quello che so è che nei testi sacri dell'antichità (e in tutte le culture e civiltà) si trovano evidenti riferimenti a quella che sembra un'altra storia dell'uomo su questo pianeta. E so anche - per essermene inizialmente accorto da solo - che molti miti e leggende sembrano avere senso anche se li si prende alla lettera e non, come ci hanno insegnato a scuola, come dei paradigmi, simboli e metafore. Ma si tratta di una questione molto complessa e io non ho gli strumenti necessari per indagarla come si converrebbe.
    Per tornare al film non credo che Paolo Sorrentino sia un massone (mi si passi il semplicismo del termine), credo però che abbia volutamente inserito nel suo film certi riferimenti (dovuti probabilmente a suoi interessi e letture personali) per dar forza all'ambiguità e inafferrabilità del Divo. Come si sente dire nel film da Eugenio Scalfari (credo siano le parole di un suo articolo), "resta comunque la complessità del personaggio Andreotti, che ne fa anche, se così si può dire, la grandezza. La grandezza dell'enigma."

    E' dell'enigma che stiamo parlando. O no?!

    RispondiElimina
  24. Scusate la ripetizione e buona domenica..

    RispondiElimina

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