29 aprile, 2009

Splendore

Solo la notte può illuminare i recessi più profondi dell'anima. Nelle tenebre rischiarate da sciami di stelle, dai rivoli dei lampioni, il silenzio è sospeso in una stupefatta irrealtà. E' un silenzio solcato da echi di melodie in cui traluce il respiro della trascendenza. Si può immaginare un luogo più incantato della notte, cara agli insonni ed ai visionari? La stessa angoscia si stempera nella voluttà dell'oblio.

Gli orizzonti si dilatano sino ai confini del sogno. In una vertigine cupa si frangono onde di chiarore lunare. Fremono le ombre dei platani nelle strade. Ali di nubi fosche planano tra i rami delle costellazioni. Le note lontane del vento scivolano sui prati.

L'esperienza della tenebra è il battesimo della solitudine, dove la mente accoglie in trasparenze trepide e fantastiche i profili delle immagini e dove il profumo dell'azzurro si addensa in presentimenti di epoche defunte, tra bagliori smeraldini.

Si può immaginare un paradiso in cui non splenda, ogni tanto, l’imperscrutabile oscurità della notte?



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8 commenti:

  1. nel chiudere la tua ispirata riflessione scrivi: "Si può immaginare un paradiso in cui non splenda, ogni tanto, l’imperscrutabile oscurità della notte?"
    Assolutamente no...eppure non ci si pensa ...ispirati non siamo più balbettanti...lo spirito della Notte è un genio benigno che può donare (per breve tempo credo) vigilanza acuta e chiarezza alla visione...che le tenebre forse non si vivono più spesso in pieno giorno?

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  2. "Che le tenebre forse non si vivono più spesso in pieno giorno?"

    E' così: pensiamo sia luce, ma è oscurità assoluta.

    Ciao e grazie.

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  3. Mi trovo d'accordo con quasi tutti i concetti da te così ben espressi in prosa poetica in quest'ultima pagina.
    Forse l'unica frase sulla quale avrei da recriminare è 'da rivoli di lampioni'.

    Non amo la notte rischiarata dalla luce artificiale dei neon ai bordi delle strade ed in tanti altri punti. Trovo che la sacralità della medesima viene in tal modo profanata.
    Quante volte sin dall'infanzia ho desiderato di ammirare il cielo stellato senza la seccatura delle luci artificiali.

    Il fatto che l'uomo moderno si sia sognato di ammorbare le tenebre con tali espedienti la dice lunga sulla sua perdita di anima. Egli ha così dato forfait ammettendo esplicitamente di non essere più in grado di provare emozioni di fronte all'arrivo dell'oscurità notturna.

    Ho pensato anch'io diverse volte che se per ipotesi un giorno dovessi entrare nel Paradiso Terrestre e colà non vi fosse l'oscurità notturna ma fosse sempre giorno ne soffrirei.
    Che Paradiso sarebbe quello?

    Un pò anche come se in tale ipotetico Paradiso fosse sempre primavera e tutta l'estensione dello stesso pianeggiante secondo quanto alcuni hanno opinato. E la magia delle gelide e cristalline giornate d'inverno dove andremmo a cercarla? E la meraviglia delle montagne coperte di neve e ghiaccio ed illuminate nel contempo dal sole persa anch'essa per sempre?

    Ma forse sto correndo troppo con la fantasia.
    Il Paradiso Terrestre, se esiste da qualche parte, avrà sicuramente di che appagare i suoi fortunati abitatori.

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  4. Grazie, Paolo, della tua visione di Paradiso.

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  5. Cari poeti! perche uno cerca sempre di dividere / separare le cose.. giorno/notte.. luce/oscurita.. fanno parte di UNA STESSA REALTA oltre le definizioni / concetti.. non si tratta di un UNITA? ..nn dualita.. l'uno e nel altro, l'altro nel'uno.. e l'uno nn potrebbe esistere senza l'altro...l'uno esiste appunto ringraziando a l'altro. "un bastone a due latti/estremita" senza uno.. nn e piu un bastone nn ha piu ne senso..ne "raison d'etre".
    associamo oscurita a negativismo, pessimismo..inferno.. sono concetti nella nostra mente.. come l'Universo abbiamo un latto oscuro e luminoso.. nn vuol dire che il nostro latto oscuro e il nostro latto peggiore. credo appunto che il latto oscuro..e quello che deve essere abbracciato con tanta forza, volonta, tenerezza ed amore, pienamente e che lavorandolo.. allora uno lucida il suo diamante interiore producendo il migliore di noi stessi..la nostra coscienza .. sempre piu pura.

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  6. Ora che mi viene in mente un cosa…è che la notte è tutrice delle nostre più intime aspirazioni e chi non e ha se la dorme di un sonno duro e inconsapevole (l’inconsapevole è casto?) o accusa insonnie inesprimibili…anche se noi non sappiam menare le mani…che le nostre mani non sono atroci e nella mischia vacilleremo di sicuro…noi dai piedi instabili e le ossa dolci…dobbiamo perseguire e conservare uno spirito propriamente marziale…davanti alla fine imminente propriamente marziale, stoico…questa tua riflessione sulla notte esprime un vago sapore marziale…Notte, dalle neri ali…amo i prestigi e le suggestioni legate all’antichità…l’antichità è la notte del tempo…del nostro tempo…dispensatrice di sogni necessari alla nostra salute psichica.
    Questo nostro è preludio alla fine

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  7. Ho trovato casualmente questo tuo post ed ho creato un account per risponderti.
    Mi hai commosso.
    Sono contenta di averti trovato.
    Solo chi conosce la notte per esservi stato immerso può capire quale sia la sua natura....e realizza, una volta arrivati al centro dell'ombra e restati fermi a lungo in quel luogo che è il più lontano dal confine con la luce, che essa non è malvagia: è purificazione...dolorosa come ogni purificazione.
    Vi sono persone che non sono tornate dal fatale viaggio: una volta immerse nella sua terribile e orrendamente fredda fornace si sono spente pur non morendo fisicamente.
    Vagano uguali a soli nati già spenti, con il vuoto a separarli l'uno dall'altro.
    Chi torna dal buio...."sa".
    E quand'anche raccontasse, non verrebbe creduto.
    Perchè la luce è un soffio breve e necessario....ma la notte è un lungo, profondo respiro a fondamenta dell'esistenza stessa.

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  8. Grazie Blue.ice per le tue limpide parole sulla notte. "Dolorosa come ogni purificazione": questa frase è piena di significato.

    Borges elogiò l'ombra; noi lodiamo la notte.

    Ciao e grazie.

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