19 febbraio, 2015

Un aforisma di Seneca

Diutius accusare fata possumus; mutare non possumus: stant dura et inexorabilia. “Possiamo accusare il destino; non possiamo cambiarlo: esso rimane tetragono ed inesorabile”.



Così scrive Seneca e, al cospetto di questa granitica sentenza, mi pare che si sfaldino come sfoglie fra le dita, tutte le fragili certezze, oggi tanto in voga, circa il potere della mente e la cosiddetta legge dell’attrazione. Possiamo lamentarci della sorte ed aggiungere a parole parole, ma le parole sono, in fin dei conti, inutili: quasi nessuno le ascolta. Quei pochi che le ascoltano non le capiscono.

Qualcuno è forse riuscito, almeno per ora, ad imprimere un diverso corso alle vicende umane, applicando le tecniche di un libro?

Possiamo nutrirci ancora di qualche illusione: una fede, una speranza, un ideale, ma la fede oggi è vacillante come la fiamma di una candela cui resta ancora solo un grumo di cera. Le speranze e gli ideali poi si sgretolano sul muro della “realtà”.

Grande lezione quella di Seneca: ci insegna ad essere sobri nelle reazioni, a non indulgere in geremiadi. Ci insegna ad accettare l’ineluttabile con forza d’animo, a non lasciarci incantare dai miraggi.

Possiamo dolerci del fato ed aggiungere a parole parole, tentare di comprendere la gymkhana dell’esistenza, aggiungendo a parole parole.

Se è nella nostra indole, se è una forma di catarsi, ben venga, ma dobbiamo sapere che al destino, come al cuore, non si comanda.

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8 commenti:

  1. Se è vero quel che dice Seneca, allora è inutile pregare.
    Ne discutevo due o tre giorni fa a tavola. Sembra che tu mi abbia sentito in lontananza. Personalmente non ho mai capito nemmeno io che valore possa avere la
    preghiera.
    Nella migliore delle ipotesi essa sarà forse in grado di alleviare e quindi agire da viatico (nel senso che ti poteva andar peggio).
    Ma nella maggior parte dei casi si ricava l'impressione che essa non serva a nulla e che si risolva in una perdita di tempo. Quel che è segnato è segnato e riguardo all'ineluttabilità del fato non ci sono santi.

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    1. La stessa parola "inesorabile" significa letteralmente "che non si lascia piegare dalle preghiere". Se Seneca ed i fatalisti hanno ragione, la preghiera o non ha ragion d'essere oppure è un ringraziamento ed una lode della divinità per quanto ha creato ed elargito, non certo una richiesta.

      Ciao

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  2. leggendo la citazione di Seneca, ci sarebbe ancora un possibile spiraglio. E cioe' che il destino e' deciso da quello che siamo (nozione buddista). Possiamo accusarlo (il destino), ma rimane fissato. Rimane fissato dall'essere.

    Invece di accusare il destino, se vogliamo mutare qualcosa, non possiamo concentrarci sull'essere?

    "Essere" che certo non passa da un livello all'altro tutti i giorni. E non con le parole. Bisogna trovare la vera forza interiore, quella che cambia le cose, seppellita nel corso della vita dagli eventi e dalla vita stessa. Inaccessibile alle parole (imprecazioni, accuse... ). La disperazione piuttosto cambia l'essere!

    E' su quel fronte che possiamo sempre prendere delle grosse decisioni interiori. Serve una grossa forza di volonta'.

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    1. E' questione difficile da dirimere, se non impossibile. Al tema ho dedicato vari articoli, ma ci vorrei tornare.

      Ciao

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  3. Obama mette le mani avanti, quindi precisa che non è l’Islam il suo nemico ma il terrorismo ovvero chi lo strumentalizza, pare proprio che il presidente degli Stati Uniti, questa volta abbia voluto parlare dei suoi predecessori e successori al trono, colleghi, compagni di merende e la CIA. Comunque, la tribolazione globale sarà un’occasione meravigliosa, unica per scoprire e soprattutto dimostrare da che parte si è, ognuno di noi, dal più grande al più piccolo. La fede, quella vera, è una cosa seria anche se i più credono sia solo un gioco, di privilegi, privo di regole, anche poco interessante. Quando verrà il peggio – e miliardi di coscienze scompariranno di colpo, ci saranno tra i sopravvissuti uomini con speranza, uomini con false speranze (la maggioranza) e pure uomini senza speranza. Gli ultimi saranno aiutati dai primi mentre quelli in mezzo né caldi né freddi, quelli che promettono di tutto oppure quelli che regolarmente credono in ogni promessa del primo venuto – quelli che sì, hanno la fede, ma negli enti ed entità sbagliate – saranno funzionali al regime del Drago della Bestia e del falso profeta, costoro non possono essere risvegliati ma sono perduti per sempre perché si sono sistematicamente fidati dell’establishment, dell’industria, dei militari, degli avvelenatori, degli Oscurati ed hanno adorato ogni sorta di idoli moderni. Quando sarà il momento di giudicare le creature, non pregate e non intercedete per loro, poiché sono quelli che hanno venduto i fratelli per 30 denari, per un piatto di polenta, per una pasticca di ecstasy, per una notte con le bagasce. Sì, le stesse che, pare, ci precederanno nel regno dei Cieli. La vera fede non si trova in un buonista tollerante, come viene insegnato nella televisione di Stato bensì in un Uomo che odia il Male, in un Uomo che non tollera il Crimine. La fede originaria, non è affatto accogliere ad occhi chiusi dottrine offerte dagli sconosciuti ma al contrario rinunciare ad ogni “religione” ad ogni “filosofia” ad ogni libro “sacro” ad ogni ideologia per aderire unicamente alla tua esperienza della Realtà; la vera fede è avere Fiducia in quello che tu sei, e nella tua Visione dei Mondi, non certo in quello che gli altri dicono tu sia. Il regime che viene, il più osceno fra quanti si sono succeduti fino ad ora, non sarà possibile sconfiggere semplicemente con la buona volontà, è stato progettato apposta in modo da catturare ogni anima vagante senza una meta, in effetti presenterà se stesso come la soluzione (finale) per tutti i problemi dell’umanità: guerra, fame, terrorismo, inquinamento, verrà in “pace” almeno inizialmente ed ogni menzogna sarà spacciata per verità, ogni verità abolita, gli scritti dei saggi saranno introvabili e vietati perciò soltanto coloro che hanno la Verità dentro, saranno vincitori. Il capro supremo, il capo di questo nuovo gioiello universale di geopolitica un giorno dirà di essere Dio. Dopo diverso tempo di “educazione” intensiva degli schiavi nessuno avrà da obiettare, accetteranno il fato, la parola della presunta divinità, e quindi il destino irrevocabile cosicché tutti saranno felici e contenti. Per finta. Tranne i Giusti i quali alla fine lo saranno davvero perché non avranno partecipato alle opere del demonio. Quello che deve accadere accadrà ma quello che non deve accadere, la farsa del “destino irrevocabile” ogni tanto inscenata da qualche attore “potente”, quello dipende da noi e può essere modificato ma è nell’interesse del “potente” di turno far credere l’opposto. Se siamo in pochi, è l’individuo a cambiare, quando siamo in tanti, anche la società cambia, pogressivamente.

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  4. non credo a nessuna granitica verità,e soprattutto su argomenti spinosi come questi, socraticamente so di non sapere
    La lettura del libro "La scienza dell'intenzione" di Lynne McTaggart mi aveva ai tempi convinto che l'intenzione poteva i nfluire sulla realtà; gli eesperimenti del PEAR sono pure probanti.
    Di certo non avendoli eseguiti noi questi esperimenti possiamo avere delle riserve, ma il mondo in cui viviamo pare essere non solo un concentrato di male all'ennesimo potenza, ma anche un posto nel quale si esprimono legami di sincronicità, telepatia e intenzione che agisce (se pure entro certi limiti) sulla realtà.
    Il destino è inesorabile? Chi lo sa ...
    Se lo fosse, gli oscurati avrebbero bisogno di darsi da fare in maniera così forsennata?
    Il potere della mente estesa, di cui parla il biologo Sheldrake , se tutti gli uomini fossero coscienti del proprio potenziale e lo utilizzassero in sincronia, potrebbe smuovere qualcosa?
    Perché il CICAP prima di negare gli auto-attentati e le scie chimiche, si dedicava a negare i poteri psichici?
    Presumibilmente perché il loro utilizzo da parte di una umanità cosciente, poteva essere di notevole fastidio aoi piani delle élite.

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    1. "Scio me nescire"deve essere il nostro motto. Socraticamente siamo tutti ignoranti. Veramente la realtà sembra duplice, contraddittoria, spezzata, radicalmente dicotomica.

      Lo stesso affannarsi ad agire potrebbe appartenere ad un percorso predestinato o, viceversa, il fato svilupparsi secondo una precisa volontà. Chi può saperlo? E' una di quelle controversie in cui le domande restano senza risposta: onorevole è porre la domanda.

      Ciao

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