25 maggio, 2015

Dead or alive?



Il 28 gennaio 1986 la navetta spaziale “Challenger” esplose in volo, settantatré secondi dopo essere decollata dalla rampa di lancio di Cape Canaveral (Florida). Nell’incidente morirono i sette componenti dell'equipaggio che comprendeva cinque astronauti della N.A.S.A. e due specialisti del carico utile. La causa del tragico evento fu individuata in un guasto ad una guarnizione, denominata "O-ring", nel segmento inferiore del razzo a propellente solido.

La rottura della guarnizione provocò una fuoriuscita di fiamme che determinarono un cedimento strutturale del serbatoio esterno (booster), contenente idrogeno ed ossigeno liquidi.

Il lancio fu trasmesso in diretta televisiva, anche se molti telespettatori lo seguirono in differita nel corso della giornata.

Nel disastro persero la vita Francesco R. Scobee, comandante; Michael J. Smith, pilota; Ronald McNair, specialista di missione; Ellison Onizuka, specialista di missione; Judith Resnik, specialista di missione; Greg Jarvis, specialista del carico utile; Christa McAuliffe, specialista del carico utile.

Questa è la versione ufficiale di quanto accaduto... ma è una versione corrispondente al vero?

Scrive l’autore Daniel Foss:

“Credo di aver appurato che cinque fra i sette componenti dell’equipaggio sono ancora vivi. Alcuni di loro per giunta usano ancora i loro vecchi nomi! Il governo degli Stati Uniti è tristemente noto per le sue censure e le sue sfacciate frodi, dall’episodio di Roswell sino all’inside job del 9 11. E’ interessante notare che Judith Resnik e Michael Smith sono entrambi docenti: Judith Resnik insegna alla Yale School of Law e Michael Smith alla Wisconsin State School of Engineering”.

Daniel Foss ha compiuto accurate ricerche da cui risulterebbe proprio che almeno alcuni scienziati imbarcati sullo space shutlle "Challenger" sono oggi vivi e vegeti, addirittura senza aver cambiato identità. Fotografie ed altri documenti lo proverebbero. Il condizionale, in questi casi, è d’obbligo. Tuttavia l’incidente del "Challenger" pare avere le tipiche coordinate dei sinistri contraffatti o comunque di quegli accadimenti in cui la narrazione canonica dell’avvenimento è piena di falle, resoconto dove un frammento di verità è incastonato in un’evidente montatura: si pensi al recente schianto del velivolo civil-chimico appartenente alla compagnia tedesca “Germanwings”.

Dunque... dead or alive?

Fonte: opobnews


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8 commenti:

  1. Mi ricorda la bufala degli attentatori dell'11 Settembre. Alcuni sono vivi e vegeti ed increduli di essere stati inseriti nella 'blackist' dei cattivi. La verità è che le missioni 'spaziali' altro non sono che montature per coprire qualcosa che al momento ci sfugge. Ciao

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    1. Concordo in toto, Ghigo. Dopo il disastro (?) del Columbia fu trovato il diario cartaceo dell'astronauta israeliano: miracolo!!! Un miracolo che ricorda i passaporti dei capri espiatori del 9 11. La carta resiste alle fiamme, ma l'acciaio evapora... Misteri della Fisica.

      Ciao

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  2. Scrive Etprophet

    "exposed worldwide first by Last Prophet a decade ago

    Shuttle Challenger in 1986 versus shuttle Columbia in 2003: Typology of Illuminati Theatre
    Disaster of the (model of) Shuttle Challenger in 1986 and "disaster" of the "shuttle Columbia" in 2003 are two examples related to the fraud of the" International Space Station " ISS, illustrating the same category of theater, from the point of view of frequency and duration: both had a special representation only.

    Interestingly from the perspective of the classification depending on whether the first act is staged or not, shuttle Challenger in 1986 and shuttle Columbia in 2003 do not belong to the same base category:
    - NASA had to stage the "death" of "astronauts" in 1986, due to a real first act, the explosion of the rocket after being launched. The goal of staging the "death of astronauts" act is obviously to cover up the fraud. Reminder: the "Space Shuttle" visible on launch attached to the rocket is only a model made of composites (reduced: plastic), with no "astronaut." In fact the interior is completely empty.
    - In the case of Columbia in 2003 it was staged by NASA from the beginning, the goal of of the screenplay was to sell the credibility of the fraud, by adding hazards to the hoax. Reminder: the Space Shuttle is only packaged as a special airplane, the public can not attend the landings because it is necessary to cover-up the noise of the jets.

    BASICS
    More examples of using the ISS hoax to illustrate categories of theater in terms of frequency and duration

    :http://illuminati-theater.blogspot.com/2007/07/introduction-to-illuminati-theater.html

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  3. Risposte
    1. Atteggiarsi a vittime ed eroi, ottenere nuovi finanziamenti per missioni più "sicure", rinfocolare l'attenzione dell'opinione pubblica su avventure spaziali che avevano perso il loro fascino.

      Ciao

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  4. O forse direi, dare motivo alla gente di opporsi alle missioni spaziali, almeno a quelle ufficiali; perchè là fuori c'è qualcosa che non si deve vedere a quanto pare. Teniamo presente quanto avvenuto sulla Luna.
    Forse resta spazio di manovra libero per eventuali missioni segrete che sfruttano una tecnologia avanzata?
    Difficile dare risposte. CIò che non sappiamo (e forse non sapremo mai) è fin troppo.

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    Risposte
    1. Le pseudo-missioni ufficiali potrebbero nascondere missioni segrete? Forse. L'importante è che il suddito non ascolti, non veda, non parli e non si ponga domande.

      Ciao

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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