04 maggio, 2015

Violazione del contratto sociale: quali conseguenze?



L’articolo intitolato “L’apologo di Menenio Agrippa: esortazione alla concordia sociale o apologia dello Stato-Leviatano?” potrebbe sembrare infirmato da una contraddizione: come può un uomo disconoscere uno Stato dei cui servizi, per quanto scadenti, usufruisce? Come può un cittadino essere un impiegato statale e, nel contempo, sconfessare l’Istituzione per eccellenza?

Orbene, vedremo con logica stringente che le argomentazioni non sono inficiate da alcuna incongruenza. Infatti dal momento in cui lo Stato viola il tacito patto sociale, esso è in difetto nei confronti del singolo: è come se avesse contratto un debito di cui deve versare gli interessi al cittadino.

Proponiamo l’esempio del fisco: visto che lo Stato contemporaneo destina una quota abnorme del gettito erariale alle spese militari (biogeoingegneria inclusa), al mantenimento di una cricca parassitaria di “politici”, burocrati e funzionari, alla costruzione di opere “pubbliche” che devastano l’ambiente, al pagamento dell’usura sul signoraggio bancario etc., è palese la violazione del dettato costituzionale.[1] La Costituzione, infatti, prevede un sistema tributario informato a criteri di progressività e concepito affinché ciascuno concorra con le imposte alle “spese pubbliche”. Per “spese pubbliche” non si possono certo intendere esborsi con cui è arricchita una masnada di profittatori né investimenti addirittura impiegati per danneggiare la collettività.[2]

Già la sola introduzione delle imposte indirette infrange la lettera e lo spirito dell’articolo 53: dunque il cittadino che decide di non alimentare un sistema iniquo ed illegittimo per mezzo di uno sciopero fiscale, agisce in modo lodevole e giuridicamente ineccepibile. Non solo, egli vanta sempre un credito nei confronti dello Stato, giacché, con i gravami indiretti su beni e servizi, obtorto collo sovvenziona gli apparati.

Quando il singolo riceve uno stipendio dallo Stato o qualsiasi altro emolumento (assegno previdenziale, di disoccupazione...), senza dimenticare che molti Italiani, pur disoccupati, sono scorticati da un fisco esoso, egli ottiene sempre una quota irrisoria di quanto meriterebbe. Nel caso dei disoccupati si crea una situazione di inammissibile squilibrio, poiché chi non ha un impiego sostiene con i balzelli uno Stato che non gli elargisce alcunché. Comunque ciò che è introitato è un’esigua frazione di un indennizzo che lo Stato deve versare per non aver ottemperato alle regole del contratto generale. Questo vale soprattutto per quegli uomini che con la loro cultura ed il loro ingegno dànno lustro e prosperità al paese cui appartengono. Aveva ragione Socrate: il filosofo non solo chiese ai giudici ateniesi di assolverlo senza esitazioni, ma di essere mantenuto a spese della pòlis.

E’ naturale quindi che, mentre l’azione penale esercitata ai danni di un cittadino rinviato a giudizio o processato o condannato in modo arbitrario, è nulla, perché priva di qualsiasi valore giuridico ed etico, la denuncia che il cittadino libero sporge nei rispetti di coloro che trasgrediscono le leggi ed i princìpi morali alla base dell’accordo sociale, è l’unica ad essere legittima e valida.

E’ sufficiente che anche una sola norma sia conculcata per invalidare l’intero impianto su cui si fonda il patto tra i componenti della compagine pubblica.[3] In tal caso, il cittadino di cui sono stati lesi i diritti, è abilitato e tenuto a disconoscere lo Stato (inteso sia come organismo sia come insieme dei rappresentanti infedeli) che, nelle more di una ridefinizione del concordato, dovrà conformarsi alla volontà del singolo, una volontà ispirata a valori imperituri e non, a differenza di quanto avviene all’interno della controparte, a cavilli vessatori, ad imbrogli pseudo-legali. Il cittadino libero si trova a vivere in una situazione de facto, ma scevra di qualsiasi fondamento giuridico: ne deriva una sproporzione che esige un ristabilimento dell’equità minata dall’usurpazione di poteri non delegati.

Giustamente Thomas Jefferson e James Madison nelle "Kentucky e Virginia resolutions" (1798 e 1799) affermano: “Ogni qualvolta il Governo generale assuma poteri non delegati, i suoi atti non sono autorevoli, sono vuoti e senza alcuna autorità”. Si può soltanto essere d’accordo.


[1] L’art. 32 risulta senza alcun dubbio violato dalle attività di geoingegneria clandestina: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Stesso discorso per il secondo comma dell’art. 9 “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

[2] Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

[3] Ad esempio, gli artt. 2 e 3. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

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11 commenti:

  1. Lo scenario è esauriente e ben argomentato, senz'altro teoricamente valido ma, come afferma anche Paolo Franceschetti, se un cittadino non paga le tasse ... gli si mandano i carabinieri a casa, prima o poi! Lo sciopero fiscale quindi sarebbe un dovere (oltre che un piacere a questo punto) giuridico ma un suicidio sul piano pratico. Il potere attuale non si fonda sul diritto ma sul rovescio, ossia sulla antica e disgustosa legge del più forte. Che ne pensi? Ciao

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    1. E' certamente come scrivi, Ghigo. Infatti lo Stato è oggi più che mai una tirannide basata sulla forza, sull'arbitrio e l'illegalità. Avevano inteso già tutto i sofisti: essi ripetevano che la giustizia è solo la legge del più forte e del più furbo. Nondimeno sul piano giuridico credo che il discorso sia inappuntabile.

      Ciao

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  2. Uno spaccato fedele della decadente e mostruosa realtà occidentale.
    In effetti ha ragione battaglia, sottolineando, che piuttosto che cittadini con diritti, siamo stati declassati a sudditi. Il punto è cosa fare per riappropriarci della perduta “dignità”.
    Mi piacerebbe che oltre alle domande si ipotizzassero delle risposte …. delle soluzioni.
    Convengo che è un esercizio arduo, ma bisogna tentare, altrimenti diventa un chiacchiericcio da salotto.
    Cordiali saluti ad entrambi.
    Marco

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    1. Osservare, comprendere e condividere le informazioni desunte è già di per se un compito arduo e talvolta anche pericoloso purtroppo. Diffondere liberamente il risultato delle proprie osservazioni è ad oggi un'azione che non viene tollerata, proprio come accadeva nei secoli in cui l'inquisizione procedeva spedita. In questo contesto proporre soluzioni diviene quasi impossibile. Dobbiamo solo contare sul collasso del sistema di controllo o sulle guerre intestine alla genia dei 'guardiani'. Il pensiero condiviso poi potrebbe donarci sorprese impreviste. Ciao

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    2. Marco, tempo fa dedicai alcuni articoli per suggerire strategie da adottare contro l'esecrando sistema, ma riconosco che non è facile applicarle né possono essere efficaci, poiché l'establishment ha un controllo pressoché totale della società. Ha ragione Ghigo: bisogna per lo più sperare in faide all'interno degli apparati.

      Ciao

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  3. Il succo dei vostri commenti è la soluzione.

    Una brillante consapevolezza individuale.

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    1. Saluti, Zret.

      Cielo che peggiora, Sole che morde.

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    2. Nemo propheta in patria, Altair.

      La sabbia della clessidra sta finendo? Pare di sì.

      Ciao

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  4. Il contratto sociale è una presa per i fondelli e in pratica non è mai esistito per il fatto che chi comanda lo ha sempre usato come schermo per fare i propri porci comodi.
    Dunque il miglior contratto sociale è quello che non c'è.

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    1. Sì, il contratto sociale è una finzione giuridica, mentre la tirannide è tragicamente REALE.

      Ciao

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