23 agosto, 2005

Il Meeting dei falsi miti

Come se non fosse bastato il raduno dei pappa boys a Colonia, dobbiamo ora assistere ad un’altra sagra cattolica, il Meeting di Comunione e Liberazione, una delle innumerevoli conventicole all’interno della setta.
Il Meeting è stato inaugurato da un abominevole discorso tenuto da papa Pera, in viaggio pastorale a Rimini. Il suo comizio, nondimeno, per quanto obbrobrioso, era adatto all’acclamante platea, costituita, se si esclude qualche eccezione, da una massa di giovani ignoranti, viziati e stolidi.
Non voglio soffermarmi sulle enormi, palesi contraddizioni del movimento fondato da don Giussani, sull’oscena ostentazione di potenza e di sfarzo che contraddistingue C. L., sulla corruttela di alcuni esponenti del movimento, sul losco intreccio tra “fede” e “politica”. Queste sono peculiarità della Chiesa cattolica e di tutte le istituzioni umane e non solo di questa corporazione che, comunque, è tra le più influenti e ricche all’interno della setta.

Intendo, invece, rammentare come tutte queste organizzazioni ecclesiali sono basate su fondamenti falsi: non si può sostenere che la Chiesa ha dimenticato e tradito l’insegnamento del suo fondatore, semplicemente perché Gesù con le varie chiese cristiane non c’entra nulla.
Checché se ne pensi, il vero fondatore del Cristianesimo fu Paolo l’apostata: il gruppo che a lui si richiamava, dopo vari conflitti, prima con gli Ebioniti, i seguaci del vero Gesù, poi al suo interno, dopo una fase di assestamento durata circa tre secoli, ricevette una prima legittimazione da quel santo dell’imperatore Costantino, assassino del figlio e della moglie nonché feroce persecutore dei donatisti, cristiani ostili ad ogni compromesso con il potere politico. In seguito con Teodosio, altro principe molto pio, distintosi nel massacro della popolazione di Tessalonica, i Paolini ricevettero il sigillo della consacrazione.


Abbiano, perciò, i Ciellini e tutti gli altri loro amici-nemici, a cominciare dagli pseudo-teologi che benedicono la creazione di tali gilde, la compiacenza di non occuparsi di storia del Cristianesimo che ignorano completamente. Evitino di riferirsi al Gesù storico di cui non sanno alcunché e si limitino a richiamarsi, semmai, al confuso e, a volte, discutibile magistero di Paolo. Se non altro le sue parole sono più o meno note, tramite le Lettere, mentre il messaggio di Gesù, quasi del tutto oscurato da secoli di “pie frodi”, di falsificazioni, di censure, di interpolazioni, bugie, è pressoché impossibile da ricostruire. La smettano questi catechisti di ammannire e ripetere fandonie. La nascita di Gesù a Betlemme, la giovinezza trascorsa a Nazareth, Maria Maddalena prostituta, Pietro successore del Messia e mille altre storielle appartengono soltanto ad una tradizione leggendaria. Insomma, rinuncino ad occuparsi di storia ed archeologia, discipline in cui sono impegnati studiosi seri, e si dedichino alla mitologia. Anche se il Gesù della fede è un mito, questo non significa che sia del tutto privo di valore: consci di ciò, non si ergano più a detentori della “Verità” e a depositari della “Morale”, una morale troppo umana, spesso inquinata da interessi non proprio cristallini.
Se, invece, come temo, a loro non interessano né i principi etici paolini né i significati mitico-simbolici, hanno mille altri campi in cui agire con successo.

Si occupino dei loro investimenti in armi (vedi, ad esempio, la Banca di Roma e la Banca San Paolo). Trascorrano le vacanze nelle località alla moda. S’iscrivano ai più prestigiosi atenei dove non impareranno niente, fuorché i trucchi per gabbare il prossimo, mantenendo, però, intatta la loro rispettabilità. Dibattano pure di politica per decidere se appoggiare il centro-sinistra, il centro-destra o il centro-centro, in base alle esigenze del momento ed a calcoli opportunistici...
Ma non tengano più lezioni di storia, osando, ad esempio, criticare il romanzo di Dan Brown, Il codice da Vinci, perché –questo è pur vero- contiene delle inesattezze, quando i Vangeli canonici sono talmente pieni di inesattezze, mistificazioni, incongruenze, errori, manipolazioni... che, in confronto, Il codice da Vinci sembra lo studio di uno storiografo scrupolosissimo, alla Gibbon.

Infine i gazzettieri, i vaticanisti e tutta la genia di scribacchini al servizio dei potenti laici ed ecclesiastici non ci affliggano più con gli articoli e i servizi su questi Meeting di falsi miti.

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