05 agosto, 2005

Scendi dall' Olimpio

Oggi il Corriere.it pubblica un articolo, in bilico tra fantasia e ignoranza dell’argomento, intitolato “Tre ipotesi sull’assenza di Bin Laden” e firmato da Guido Olimpio. In breve, il giornalista tenta di capire i motivi della lunga assenza mediatica di Osama bin Laden, che sembra aver ormai delegato il suo luogotenente, il medico Al Zawahiri, a lanciare proclami e invettive contro gli Occidentali, in video che vengono recapitati ad emittenti televisive satellitari.

Il testo è un esempio lampante di come ormai si diffondono le “notizie”: si riprende tale e quale l’agenzia di stampa, attendibile o meno non importa; la si amplia un po’, aggiungendo qualche elucubrazione; si pubblica su un quotidiano autorevole. Alla base si trova questo nuovo video, contenente –dicono- veementi minacce di spaventose ritorsioni nei confronti degli Stati Uniti e dei loro alleati, se non si affretteranno a ritirare i loro eserciti dall’Iraq.

Innanzitutto, è lecito dubitare di quale sia il vero messaggio del discorso pronunciato dal vice di Bin Laden, visto che sono pochissimi a conoscere l’arabo. Teoricamente è possibile che queste filippiche mediatiche abbiano anche altri temi e toni: qualcuno potrebbe anche farci credere che gli sceicchi del terrore inveiscono contro i “crociati”, quando non è vero.

In secondo luogo, l’articolo pullula a tal punto di ingenui e puerili luoghi comuni su Al Qaeda, il terrorismo, i tentativi di catturare la “primula rossa” saudita, che è veramente indecoroso sia pubblicato su una testata così diffusa in Italia.

Ma il pezzo raggiunge l’acme del ridicolo nel capoverso seguente: ”La terza ragione del silenzio di Osama potrebbe essere legata alla sicurezza. Nel timore di essere preso, Bin Laden non mette fuori la testa dal suo rifugio e passa il microfono al dottore egiziano. E' vero che le registrazioni dei filmati sono semplici, però servono alcuni passaggi tecnici (l'incisione su cd) e qualche giorno per consegnare il documento alle tv satellitari, attraverso corrieri che possono essere intercettati. Ovviamente molto dipende da dove si trova il rifugio. Lo segnalano in Pakistan, Afghanistan, Beluchistan, un appartamento di Karachi, persino su una nave pirata. Non basta il mappamondo a contenere gli avvistamenti. Ma basta a rendere più nervosi gli 007.”

I corrieri che portano il documento alle televisioni satellitari? Ma andiamo: non riescono ad intercettarli con tutti i satelliti che sono in grado di individuare anche un lupo che si aggira in una foresta del Canada?

Il rifugio in Pakistan, Afghanistan...: in Pakistan opera l’ISI, il servizio segreto che è la CIA sotto mentite spoglie; in Afghanistan si trovano le forze della coalizione ed un governo Quinsling. Ora capisco: se Osama è nascosto lì, non lo acciufferanno mai.

E poi questa leggenda metropolitana di Al Qaeda... Ancora poco tempo fa la Condoleeca Rice, intervistata da un giornalista che le chiedeva se dietro gli ultimi attentati si potesse nascondere Al Qaeda, rispose interdetta: Al... che?

In un passaggio, tuttavia, l’autore finalmente cozza, anche se per serendipità, in qualcosa di giusto: “Osama tornerà a parlare dopo una mossa importante come un grande attacco stile 11 settembre, ancora in Usa”.

Tutto ciò è inquietante: molti analisti temono un attentato negli Stati Uniti, magari per addossare la responsabilità a qualche iraniano, sempre col paravento di Al Qaeda, così da trovare l’ennesimo pretesto per sferrare un'offensiva micidiale contro lo stato del Medio oriente, già nel mirino per il progetto teso alla produzione di energia atomica.

Il terrorismo islamico? Il braccio armato di qualcun altro.

Rebus sic stantibus, credo che l’estensore dell’articolo preso in esame, dovrebbe, invece di baloccarsi con queste idee iperuraniche, scendere dall’Olimpio, per venire su questa martoriata terra dove le cose stanno un po’ diversamente da come ce le raccontano.

Fonti:

Sul terrorismo islamico, inteso come longa manus, dei servizi, vedi disinformazione.it, comedonchisciotte.org, David Icke, Alice nel paese delle meraviglie e il disastro delle torri gemelle.

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