30 dicembre, 2005

San Giorgio e i Draghi

Ieri i saggi del governo, nella loro infinita, commovente, disinteressata sollecitudine per il bene pubblico, hanno deciso di designare come nuovo governatore della Banca d’Italia, mario draghi, un uomo probissimo, dal passato cristallino e dall’anima candida, un uomo che ha trascorso tutta la sua vita in attività filantropiche e che, attualmente, si sta impegnando in un progetto teso all’abolizione dell’esecrando signoraggio. Infatti codesto sant’uomo si è chiesto per quale motivo i cittadini italiani debbano essere dissanguati e frodati con questo odioso sistema: ha perciò deciso di far stampare le banconote allo stato di modo che la collettività non debba più restituire il capitale con gli interessi ai briganti delle banche private. La designazione di draghi ha ottenuto il plauso dell’intero (o quasi) mondo politico, a dimostrazione di come la classe dirigente condivida le linee d’intervento del neogovernatore. Soprattutto quell’intelligentissimo, eloquente, onesto professore a capo dell’Unione, è giubilante per la nomina di draghi.

A questo punto mi domando perché alcuni si ostinino ad ammonire l'opinione pubblica, ricordando che draghi è membro del gruppo Bilderberg, che è stato fautore di una politica di privatizzazioni, che è vicepresidente del Goldman Sachs, un istituto di credito la cui sede europea è situata nella City, il cuore finanziario del globo… Costoro credono forse di atteggiarsi a San Giorgio che combatte i draghi?

Chissà che cosa penserà il britannico David di un governatore con cotante eccellenti credenziali e per giunta con questo cognome che…?

Nomina sunt consequentia rerum, dicevano i Latini. Se avessero ragione?

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